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CAP I - L'INSOLENZA
Secondo William Schlegel la poesia antica trovava identità nell'esecuzione di leggi ritmiche, nella rivelazione armonica e regolare di un mondo idealmente perfetto. La poesia moderna invece è l'espressione di una forza misteriosa che tende sempre alla creazione di qualcosa di nuovo, fa emergere un mondo meraviglioso partendo dal caos attraverso l'avvicinamento di cose disparate dei moderni si avvicina all'"segreto come arte e natura, poesia e prosa, ecc. Il disordine/caos dell'universo" nel quale si mescolano bello e brutto, male e buono istituito dal cristianesimo.
L'ispirazione secondo quanto suggerito da Victor Hugo, moderna si è chiesta se la ragione (relativa) dell'artista debba prevalere sulla ragione infinita e assoluta del Creatore: spetta all'uomo rettificare ha il diritto di dividere l'uomo, vita e creazione? Dio? Una natura mutilata può essere più bella?
poesia contemporanea. L'arte è un modo per esplorare l'essenza dell'esistenza umana, per dare voce alle asimmetrie e alle avversità che caratterizzano la vita. Non si tratta di normalizzare le difficoltà, ma di affrontarle e integrarle nella nostra comprensione del mondo. Il concetto di bellezza non si limita alla simmetria e all'armonia, ma include anche il brutto, il caos e l'incompleto. L'opera d'arte deve essere in sintonia con il suo soggetto, parte integrante di esso. L'estetica non si riduce alla forma semplice e classica della poesia, ma abbraccia anche la complessità, la dissonanza e l'incompletezza della poesia contemporanea.Poesia moderna. La poesia non deve "storpiare" la realtà ma accrescerla, non deve semplificarla ma riprodurne la molteplicità. Nel teatro di Shakespeare, sempre secondo annotazioni di Hugo, viene offerta la presenza di una doppia azione presente in ogni dramma, ad esempio Amleto uccide Polonio andando a creare un secondo Amleto ovvero Laerte (figlio di Polonio) che prova gli stessi sentimenti che Amleto prova nei confronti di Claudio (ha ucciso il padre ed è diventato re). La presenza delle doppie azioni complicano i drammi di Shakespeare, determinano il suo stile ma al tempo stesso sono una conseguenza del tempo in cui l'autore è vissuto, un tempo di riflessione, ogni idea era duplice. La natura che viene rappresentata secondo il principio di simmetria, il dritto comporta un rovescio, il simmetrico è spesso un duplicato, la natura è regolata dalla legge neoplatonica, realtà.
sconosciute e mondi altri, interiori (folli, sogno) ed esteriori (paesi lontani, abissi) sono rovesci e di conseguenza identici - tutti gli abissi sono un soloLa logica dell'antitesi fornita dalla legge neoplatonica introduce nello spazio un gioco di abisso-specchi che consente di ridurlo a metà e di dare all'infinito una sorta di proiezione nel quale il piccolo in ogni misura. L'universo è vertiginoso e maneggevole, nella voragine e il grande si corrispondono.
L'uomo trova un principio di coerenza dove nell'arte vale il principio "dividere per unire". Montaigne l'incostanza delle azioni umane sostiene che: circa distinguere significa avere coscienza delle contraddizioni e delle incostanze dell'essere e della conoscenza. Separare e dividere sono indispensabili per riordinare e unire, mettendo in dubbio rappresentazioni compiute, concrete e cercando la loro possibilità di mutare, il soggetto manierista (più libero di esprimersi).senso dimancato rispetto per l'ossessione della misura che restringe e limita l'opera)irrequietezza e risultanell'illusione della realtà. L'identità costante è un miracolo dovutocondannato a perdersi e ritrovarsialla conoscenza.La cosmetica dell'essere:Nella Tempesta di Shakespeare compaiono gli elementi di dritto e rovescio, il cielo diventa mare,folle diventa sano, magico e naturale. Ci sono svariate feste sceniche, spirti attori che si dissolvononel nulla, il vecchio Prospero ha plasmato ogni cosa con la sostanza dei sogni. Lo spirito aereo (Ariel)dopo aver effettuato la tempesta, riceve l'ordine di trasformarsi in una creatura marina (nympho'th'sea), scompare e riappare, intona una canzone per Ferdinand, figlio di Alonso, re di Napoli,frastornato dal naufragio e certo della morte del padre.Il cumulo di materia del corpo di Alonso viene mutato in un'entità allettante e preziosa, sconosciutauno
“spaventoso” noto da tempo ma chee innaturale, viva e morta allo stesso tempo, assimilabile aè diventato estraneo attraverso il processo di rimozione. Si assottiglia il confine tra fantasia e realtà,qualcosa che prima si considerava fantasia diventa reale, riguarda la morte, cadaveri e ritorno con imorti. La canzone intonata da Ariel riporta alla mente d Ferdinand l’immagine del padre mortoannegato, e se da una parte c’è l’immagine cruda della morte, dall’altra c’è una serie di immaginiseducenti che hanno un effetto di lontananza della stessa. Si manifesta il concetto del vuoto, la fugadel tempo, immagini di un negativo non quantificabile, il rovescio è l’oscuro e inafferrabile dellarealtà, il diritto invece è rappresentato da una rimozione parziale della risoluzione parzialmenterealizzabile. Avviene la metamorfosi dell’informe a bello, una generale cosmetica dell’essere
Nella quale si pone differenza tra gli stati successivi di un ente unico, si genera nell'opera la simmetria che conduce al concetto di identità ed applica all'infinito (teoria elaborata nel Seicento) un luogo di dimensione e divisione, piccolo e grande si corrispondono e la somma delle misure (inesauribili) portano all'infinito. Per comporre, l'ordine manierista sostituisce e divide per unire, decomporre traveste per consentire al rimosso di affiorare al fine di evitare che la censura individuale respinga quello che già si conosce e quello che invece deve essere riconosciuto. L'opera finisce per apparire come una struttura superficiale che svela come segno e nasconde come cosa la struttura dei vuoti dei quali si serve.
Macchine del terrore: 3
In Shakespeare la destabilizzazione della coscienza avviene attraverso personaggi perversi emascherati come:
- Fools come Lear;
- Personaggi che impazziscono come Ophelia;
- Personaggi che delirano.
aver perso la battaglia.
La fine di Macbeth avviene dopo la realizzazione delle previsioni delle Streghe. Il loro potere porta a desiderare e in qualche modo a cercare la morte (Lady Macbeth si uccide, Macbeth vuole combattere ma si scontra con la morte).
La seconda apparizione delle streghe Macbeth le interroga circa il suo futuro e sulla discendenza della corona, le loro voci si succedono ordinatamente. Le previsioni circa Banquo sono in antitesi: "Not so happy yet much happier".
Appena le Streghe si dileguano, Ross e Angus comunicano a Macbeth che il re Duncan lo ha nominato Thane di Cawdor (già Thane di Glamis) per la sua fedeltà e per il suo valore. Banquo non si fida molto delle previsioni delle Streghe, difatti Macbeth è vittima di un sortilegio che mette in opera nella sua mente delle immagini di morte, sono degli atti contronatura che gli turbano la coscienza. Il pensiero di un omicidio equivale alla volontà di compierlo. Nello scontro finale
con Macduff, Macbeth inizia a comprendere che il sovrannaturale promette qualcosa di grande ma in realtà lo sta portando solamente alla morte. Il sovrannaturale introduce un gioco di specchi tra psiche e coscienza, un turbamento dell'inconscio dei due protagonisti. I due avversari invece che affrontarsi in uno scontro diretto e risolutivo si nascondono dietro ad inganni ed azioni velate che sintetizzano una nevrosi. Dopo il banchetto e l'apparizione dello spirito di Banquo, Macbeth consulta nuovamente le Streghe ed entra in circolo l'entità religiosa con le Parche, la superstizione popolare con le tre Streghe ed il rimosso dall'inconscio delle azioni commesse. Di fatto le streghe parlano con le stesse parole di Macbeth (desideri). L'alterego femminile di Macbeth è la moglie Lady Macbeth, spietata ed onnipresente. Tra la donna ci sono due principali somiglianze: - Le streghe parlano una lingua che riflette il disordine. - Lady MacbethParla la lingua dei sogni, in riferimento alla scena del sonnambulismo, riportando diversi eventi senza rispettarne l'ordine cronologico (figlio tanto desiderato e mai avuto), anche lei usa una lingua che riflette il disordine.
4MACBETH DI GIUSEPPE VERDI
L'imprenditore Alessandro Lanari un
Nella primavera del 1846 Verdi firma con contratto per la rappresentazione di un'opera al Teatro La Pergola di Firenze. Vengono presi in considerazione diversi testi, la scelta era ponderata sulla vocalità e presenza scenica degli interpreti disponibili per la stagione teatrale. I due testi proposti, tra cui il Macbeth, ruotano attorno ad argomenti fantastici. Verdi chiede di avere la possibilità di scritturare per lo spettacolo Sofia Lowe (soprano) e Felice Varesi (baritono) Verdi anche se non ufficialmente ha già deciso che l'opera sarà il Macbeth. Scriverà uno schizzo veloce del libretto per poi farlo definire a Francesco Maria Piave al quale chiede
(1) versi brevi e (2) linguaggio sublime. In seguito a problemi di salute il ruolo della Lo