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Il giusnaturalismo di Thomas Hobbes
Thomas Hobbes è senza dubbio uno dei più grandi esponenti del Giusnaturalismo moderno, corrente di cui Grozio ne è considerato il precursore.
La corrente giusnaturalista concepisce l'esistenza di una forma di aggregazione antecedente a quella civile, ovvero quella naturale, lo stato è quindi il risultato di un contratto e non di una diretta evoluzione.
Quello che accomuna tutti i Giusnaturalisti è l'esistenza della società naturale e di un contratto che ha dato vita allo stato.
Generalmente i giusnaturalisti concepivano lo stato di natura come uno stato positivo da cui derivano tutti i diritti dello stato civile, inoltre il pensiero giusnaturalista andava a limitare il potere del sovrano in base al concetto di contrattualismo sociale.
Nonostante ciò Hobbes aveva una visione unica di questo stato, concepiva infatti...
l'esistenza di uno stato di natura, che tuttavia reputava in perenne guerra e molto negativa (visione che non avrà solo lui), Hobbes quindi concepisce lo stato civile come uno stato volto a garantire la sicurezza tra gli uomini, e lo fa concependolo come uno stato assoluto in cui l'uomo aderisce abbandonando completamente le sue libertà personali in nome della sicurezza. Questo rende Hobbes l'unico autore che è allo stesso tempo assolutista e giusnaturalista, in quanto il giusnaturalismo nasce proprio per indebolire l'assolutismo. Lo stato naturale secondo Hobbes è dominato soltanto dal desiderio di sopraffazione, in quanto l'uomo (a differenza di quello che sosteneva Aristotele) è un animale antisociale, che si aggrega solo per necessità. Questo spinge l'uomo a cercare di porre fine a questa situazione di perenne guerra e questo avviene attraverso l'unione con i suoi simili. Tuttavia nel momento in cui l'uomo siAggrega per formare lo stato è fondamentale rinunciare a tutte le libertà e consegnarle nelle mani del monarca che diviene quindi titolare di un potere assoluto. Vediamo quindi che nonostante Hobbes sia il più grande esponente del Giusnaturalismo ne è allo stesso tempo anche il più grande antagonista, in quanto non vede le leggi naturali in maniera positiva e vede la superiorità delle leggi dello stato su quelle di natura, questo rende Hobbes un autore unico.
Lo stato assoluto di Hobbes inoltre non vede neanche quelle limitazioni che Bodin vedeva nella religione. Le opere maggiori di Hobbes sono: il Leviatano (1651) e il De Cive (1642). Anche Hobbes, proprio come Bodin, avversa la divisione tra buono e cattivo governo, sostenendo che il concetto di buono e cattivo fosse meramente oggettivo, lo stato andava invece giudicato in base alla razionalità, elemento imprescindibile per la pacifica convivenza di tutti gli uomini.
APPUNTO NUMERO 9 Il giusnaturalismo
di Baruch Spinoza Baruch Spinoza è un altro grande esponente del giusnaturalismo europeo, figlio di immigrati portoghesi. Spinoza vive in Olanda, paese dove matura il suo pensiero politico. L'opera maggiore dell'autore è "Trattato teologico-politico", pubblicato nel 1670. Proprio come Hobbes, Spinoza è un giusnaturalista e, in quanto tale, riconosce l'esistenza di due diversi stati, uno di natura e uno civile. L'idea dello stato di natura di Spinoza è molto simile a quella di Hobbes. Proprio come lo scrittore inglese, anche Spinoza ha un'idea essenzialmente negativa dello stato di natura, uno stato secondo lui profondamente negativo, dominato esclusivamente dal desiderio di sopraffare e dalla paura di essere sopraffatti. Spinoza quindi sostiene che in un determinato periodo tutti gli uomini si siano riuniti per dar vita al contratto sociale e quindi allo stato politico. È proprio nella visione dello stato politico che emergono tutte ledifferenze fra i 2 autori; mentre Hobbes nel passaggio dallo stato di natura a quello civile spogliava l'uomo di tutti i diritti e libertà (a eccezione del diritto alla vita), Spinoza no, l'autore olandese infatti non concepiva il contratto sociale come una sottomissione assoluta nei confronti del re ma sosteneva che l'uomo al momento del passaggio mantenesse inalterato il diritto alla parola e all'opinione, concetto completamente assente in Hobbes.
APPUNTO NUMERO 10 il giusnaturalismo di Locke e il costituzionalismo
Il primo sintomo di una rottura con il modello Giusnaturalista di Hobbes fu senza dubbio con Spinoza, che sosteneva a differenza di Hobbes l'esistenza di libertà fondamentali all'interno dello stato (pur avendo una visione simile dello stato di natura). Tuttavia una vera e propria svolta con il pensiero di Hobbes si avrà solo con l'inglese Locke, considerato il padre del liberalismo; la visione dello stato di natura di Locke è
completamente diversa e contrapposta a quella di Spinoza e di Hobbes, in quanto l'autore inglese vede lo stato di natura in maniera positiva, in quanto dominato dalla libertà e dall'uguaglianza. Locke vede inoltre nello stato di natura la nascita della proprietà, tuttavia nonostante lo stato di natura fosse per Locke positivo c'era comunque una condizione di libertà assoluta che avrebbe potuto creare conflitti, che senza legge e senza trattati di pace sarebbero potuti durare all'infinito, era quindi necessaria la creazione dello stato civile. Nello stato civile Locke non spoglia l'uomo di ogni diritto come sosteneva Hobbes, né lascia all'uomo unicamente la libertà di pensiero come Spinoza, ma l'uomo mantiene inalterata la sua condizione libera, mantenendo quindi tutti i diritti naturali fra cui la proprietà privata (libertà, beni, vita), imponendo semplicemente delle leggi che garantiscano la convivenza civile. Vediamoquindi che Locke vede nello stato di natura la culla di tutti i diritti, lo stato civile quindi ha una mera funzione di garantire il rispetto delle leggi. Nel passaggio allo stato civile l'unico diritto a cui l'uomo rinuncia è quello di farsi giustizia da solo. Lo stato di Locke ha quindi poteri molto limitati e predilige la forma democratica. Locke inoltre sosteneva l'esistenza di 2 poteri: - Potere Legislativo, detenuto dal parlamento e soggetto del diritto naturale, il potere legislativo deve essere inoltre inalienabile. - Potere esecutivo, detenuto dal re, che ingloba anche quello giudiziario. Locke prevedeva inoltre l'esistenza di poteri federativi, aventi stessa valenza esecutiva ma proiettati all'esterno (politica estera). Il filosofo che dopo Locke concepì la divisione del potere, fu il francese Montesquieu. Locke infine giustifica la ribellione, mantenendo quindi il governante vincolato ad un mandato, sosteneva inoltre la tolleranza delle minoranze.A eccezione degli atei e dei cattolici. Locke inoltre è considerato anche come il filosofo del capitalismo, in quanto all'interno delle sue opere la proprietà assume una notevole importanza così come il concetto di acquisizione dei beni.
Secondo Locke l'acquisizione di un bene può venire tramite 2 modi:
- acquisizione di un bene di nessuno
- trasformazione di un bene
Secondo Locke quindi i beni erano sufficienti per tutti, tutto ciò portò a concepire Locke come il padre del capitalismo borghese.
La sfera economica del privato non ha quindi limitazione, si possono infatti trasmettere beni in via ereditaria.
APPUNTO NUMERO 11 illuminismo
L'illuminismo è una delle correnti più importanti dell'epoca moderna, nasce in Francia nel '700 e durerà fino ai primi secoli dell'800.
Il termine illuminismo indica il volere degli illuministi di diradare le tenebre dell'oscurantismo religioso attraverso il lume della ragione.
eattraverso una incrollabile fede nel progresso e nella scienza. Tuttavia recenti studi hanno dimostrato che è sbagliato parlare di illuminismo, in quanto all'interno dello stesso movimento sono coesistiti una moltitudine di idee e pensieri talvolta molto diversi, è più corretto quindi parlare di illuminismi. Altro concetto molto importante è la concezione della superiorità dell'uomo moderno sull'antico, concetto completamente opposto alla cultura umanista. Uno degli esponenti maggiori di questa corrente è senza dubbio Voltaire che diede una indefessa produzione letteraria al movimento illuminista francese. Con il passare degli anni il movimento illuminista francese inizia ad interessarsi sempre più di politica, caratteristica comune di tutti gli illuministi francesi era proprio la completa sfiducia nei confronti del sistema politico francese, che all'epoca era uno dei più arretrati d'Europa. Dal punto di vistapolitico all'interno del movimento illuminista francese coesistono 2 diverse idee di pensiero, da una parte ci sono coloro che sostengono la necessità di modificare completamente l'apparato statale francese, delineandone uno nuovo basato sul modello parlamentare inglese; dall'altra parte c'è invece chi sostiene che una modifica delle istituzioni non è necessaria in quanto è sufficiente una semplice collaborazione tra il monarca e l'intellettuale illuminista.
Encyclopédie. Queste diverse idee sono presenti anche all'interno dell'Encyclopédie, che è senza dubbio l'opera più importante del movimento illuminista, pubblicata a partire dal 1751 da Diderot e D'Alambert. L'intento dell'opera era quello di riesaminare il pensiero umano.
Il movimento illuminista inoltre modificò completamente il modo di scrivere la storia, precedentemente infatti la storia veniva analizzata solo dal punto
ù importanti di questa corrente troviamo Giuseppe Maria Galanti e Mario Pagano. L'illuminismo si diffonde anche in altre parti d'Europa, come la Francia, dove si sviluppa il movimento dei philosophes, tra cui spiccano Voltaire, Rousseau e Diderot. Questi intellettuali criticheranno apertamente la monarchia assoluta e la Chiesa cattolica, promuovendo idee di libertà, uguaglianza e tolleranza. L'illuminismo avrà un impatto significativo sulla Rivoluzione francese e sulle successive rivoluzioni liberali in Europa.