Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
TIBERIO GRACCO
(Tribuno nel 133)
1.Lex Sempronia agraria.
2. Intercessio di Ottavio e relative problematiche costituzionali. 2
3.Morte di Tiberio Gracco e Quaestio Popilia.
4. NB. Il testo (p. 65) è inesatto allorché parla di un senatus consultum ultimum: si verificò,
infatti, un tumulto a seguito di evocatio conseguente alla richiesta di rielezione da parte di
Tiberio ma non fu emanato il provvedimento in questione. La quaestio Popilia fu una
quaestio non permanente che (sulla falsariga dei processi dei Baccanali e di veneficio
svoltisi tra il 186 ed il 179) e di quello del 138 relativa agli omicidi della Sila, fu affidata dal
senato ai consoli del 132 P. Popilio Lenate e P. Rupilio, i quali condussero, con l’assistenza di
un consilium, l’inchiesta sui torbidi durante i quali era morto Tiberio Gracco “a senso unico”,
ossia infierendo - così come narrano Appiano, Plutarco e Sallustio - contro i seguaci del
tribuno defunto.
Contesto storico: Sallustio, Appiano, Plutarco -e Catone-: 3 storici diversi ma che dicono
più o meno la stessa cosa riguardo alla situazione dell’agricoltura. Terminata l’espansione di
Roma anche in Oriente, come anche il regno di Pergamo con la creazione della provincia
d’Asia, iniziano i problemi legati all’agricoltura italica. Le 35 tribù rimasero tali e ne
beneficarono poco dell’espansione: motivazioni di ordine demografico (popolazione
aumentata) e militare (il soldo del militare era stato perso), si era diffuso molto il latifondo in
aperta violazione della Lex Licinia Sestia (non applicata a dovere): i piccoli proprietari si
indebitavano con i pochi proprietari terrieri di estrazione senatoria dei latifondi. Erano gli
schiavi i principali impiegati nella manodopera e nei latifondi.
In più iniziava a sorgere il problema dell’estensione della cittadinanza ai Latini e agli Italici
che spingevano per beneficiare degli stessi vantaggi.
Culture estensive, allevamento a danno della piccola proprietà erano conseguenze delle
guerre, soprattutto quelle puniche in territorio italico. Anche i tesori dalle province andavano
ad attenuarsi.
Nel frattempo erano anche state approvate delle leges sumptuariae per reprimere il lusso
della classe di governo.
Tiberio Gracco si inserisce in questo contesto e rompe di nuovo l’equilibrio tra senato e
popolo: per gli storici moderni o inquadrato in un ambito familiare (ricostruzione
prosopografica) o maggiormente inquadrato nelle lotte di classe, diventa dopo quegli anni di
consociazione e assestamento un tribuno della plebe di rottura.
Scaricato da Pietro Maria Frati (88tsvn7dd5@privaterelay.appleid.com)
lOMoARcPSD|39018029 38
Da qui si verifica una sistematica violazione delle regole, uno scontro continuo tra organi
e la trasformazione a un “regime” nuovo.
Plutarco descrive molto bene la vita di Tiberio Gracco: il padre che era stato censore e
console aveva sposato Cornelia, figlia di Scipione l’Africano, utilizzando gli appoggi del
gruppo degli Scipioni creandosi una vasta clientela anche in Sardegna e Spagna. Da parte
degli storici inglesi, ricostruzione prosopografica: convincimento politico giuridico a partire
dal nucleo familiare.
Tiberio Gracco figlio diventa tribuno, sposa Appia, figlia di Appio Claudio, gens diversa
dall’ambiente degli Scipioni.
133 a.C: tribuno della plebe
-Propone la Lex Sempronia agraria: proponeva con la rogatio agraria lo scorporo dei
latifondi eccedenti ai 500 iugeri della legge (+250 a figlio) che erano andati costruendosi
sull’ager pubblico (dopo aver fatto da governatore in Spagna e accorgendosi che la maggior
parte dei territori erano incolti). Essi erano coltivati dagli schiavi e non dalla plebe urbana e
quindi propone la sua legge agraria. Si accorge della violazione della Lex Licinia Sestia e
vuole quindi favorire l’aumento della popolazione, che era sproporzionata con sempre meno
plebe urbana libera per la mancanza di terra e sempre più servi a coltivare la terra (politica
non a favore di essi ma pro plebe urbana: i ricchi impiegavano i servi lasciando in difficoltà il
popolo).
Scopo: Progetto volto all’aumento della popolazione, in quanto i poveri senza terra
rinunciavano a fare molti figli, non al benessere dei singoli.
Le parti libere sarebbero state assegnate alla plebe urbana come lotti inalienabili di 30
iugeri. Per lo scorporo dei latifondi incarica i Tresviri (agris dandis ad signandis): sono
tre uomini -tra cui Tiberio- adibiti allo scorporo di latifondi e dotati di poteri giurisdizionali
per le controversie che sarebbero nate. Particolarmente difficile con i senatori che si
arroccavano sui latifondi.
Il suo collega Ottavio viene investito dai senatori del compito di proporre l’intercessio che
blocca la proposta di Tiberio in modo legale. Non si fa pregare dal collega, che si offre anche
di ripagarlo del terreno che avrebbe perso.
Per la prima volta nella storia della costituzione romana, Tiberio propone una seconda
rogatio in cui fa votare la deposizione di Ottavio al concilio della plebe che vota
l’espulsione dalla tribuna e l’approvazione della legge agraria. I senatori, racconta Plutarco,
si attaccarono anche alla scusa di avere i cari sepolti in quei terreni.
Gli storici moderni si sono interrogati sulla costituzionalità di questo fatto: non ci sono
precedenti storici.
-Plutarco tende a giustificare l’operato di Tiberio riportando il discorso con cui ha chiesto la
deposizione: “Il tribuno è sacro e inviolabile [..] ma se cambia atteggiamento, lede il popolo,
gli impedisce di votare, si priva egli stesso della propria carica perché non compie atti
coerenti con il fine con cui li ha ottenuti. Distrugge il potere stesso da cui deriva la propria
forza.” Facendo un collegamento tra carica e funzione: il popolo può deporre chi si sottrae ai
suoi specifici compiti, tra cui l’ausilium plebis.
-Anche gli storici dell’ex unione sovietica, (Kovaliov ad esempio) lo vedono come un aspetto
naturale e fisiologico della lotta plebea. La logica degli avvenimenti lo obbligava a metterlo
sulla strada rivoluzionaria, ma non voleva distruggere il regime schiavistico e sostituirlo con
Scaricato da Pietro Maria Frati (88tsvn7dd5@privaterelay.appleid.com)
lOMoARcPSD|39018029 39
un altro sistema sociale diverso, ma forse rafforzarlo, i Gracchi movevano contro il sistema
oligarchico in favore della democrazia e uscendo dai limiti costituzionali indipendentemente
dalle loro intenzioni sono apparsi come rivoluzionari. Ha fatto qualcosa senza precedenti.
-Altri invece, tra cui Mommsen, lo trovano incostituzionale: non è una carica revocabile e
non si può dare al popolo quel potere che Tiberio gli riconosce e che gli era estraneo,
costante poi di tutti i movimenti sovversivi. Trova la deposizione di Ottavio una situazione
delicata, svoltasi in forma legale, ma solo formalmente e ha sconvolto l’ordinamento.
Affectatio regni: Tiberio visto anche come propenso alla tirannide.
-Molti storici del pensiero liberale, Paolo Frezza, dicono che c’è una contraddizione in Tiberio:
revoca un potere conferito per un anno in modo irrevocabile.
-Pietro De Francisci: Tiberio con la proposta di deporre Ottavio annullava uno di principi
fondamentali- ossia l’inviolabilità tribunizia, partendo dal principio dell’onnipotenza della
volontà popolare.
-Arangio Ruiz: parla di un atto enorme e rivoluzione contro la lettera della costituzione
repubblicana
-Altro storico inglese Last parla dell’aspetto sinistro allarmante da parte di Tiberio, in quanto
viene meno il controllo dell’esercizio del potere dell’assemblea popolare.
-De Martino: di estrazione a suo dire marxista dice che è assurdo definirlo rivoluzionario, in
quanto non intacca il sistema, non pone in discussione il principio schiavistico alla base
dell’economia romana, era la concentrazione della ricchezza in poche mani, gli abusi dei
ricchi, la costituzione dei latifondi a spingerlo alla riforma agraria.
Tuttavia la proprietà della terra non era mai stata messa in discussione.
Tiberio si ricandida nell’anno successivo al tribunato della plebe, ma il suo tentativo viene
seguito da una evocatio (procedimento religioso con cui roma quando conquistava un
popolo, invocava gli dei della popolazione nemica di passare nel proprio pantheon): il senato
emette un senatoconsulto in cui si dichiara lo “stato di assedio” e lo definisce “nemico
della repubblica”, quindi una sospensione delle garanzie costituzionali tra cui la
provocatio.
Il console Publio Muzio Scevola non vuole darne seguito e quindi glielo da seguito il
pontefice massimo Nasica e dalla lettura anche di Plutarlo sarebbe la procedura invocata
contro Tiberio Gracco con cui viene ucciso lui e i suoi seguaci.
Non è quindi anche Tiberio a morire dietro senatus consultum ultimum ma sarà solo il
fratello Gaio.
Quaestio Popilia ex-seantu consultu simile a quella dei processi dei baccanali e delle
avvelenatrici del II sec. a.C.
132: ossia il senato ai consoli Popilio Lenate e Rupilio affida il compito di indagare chi uccise
Tiberio Gracco e i suoi seguaci. In teoria doveva indagare sui tumulti ma in realtà la
quaestio fu a senso unico: infierì contro i seguaci di Tiberio con la sua politica. Si
compromette l’esistenza dei Tresviri e 10 anni dopo nel 123 si ha la grande legislazione di
Gaio Gracco. Scaricato da Pietro Maria Frati (88tsvn7dd5@privaterelay.appleid.com)
lOMoARcPSD|39018029 40
CAIO GRACCO
(tribuno nel 123)
2 capitolo damnatio iudicum
125 il console Flacco propone la cittadinanza agli italici, situati per la maggior parte nelle 35
tribù. La proposta cade un po’ sul momento: Roma è cauta nell’assegnazione della
cittadinanza per tutti i diritti di cui poi si benefica.
123: Legislazione di Caio Gracco
Il fratello di Tiberio, da tribuno della plebe, ripropone le stesse riforme del fratello con “un
occhio in più”: Tiberio l’ha fatto autonomamente mentre Caio si appoggia alla classe degli
equites, l’altra classe sociale del momento con una visione meno dirompente del fratello.
Grossa legislazione a tutto tondo in favore della plebe urbana per far riprendere una
manodopera libera e relativa al processo penale in materia di Crimen repetundarum.
Si appoggia alla classe degli equites e riesce a portare avanti le sue riforme, ma quando va
a reiterare la carica di tribuno come suo fratello incontra l’opposizione dell’aristocrazia.
Si chiamano tutte Lex Sempronia:
1. Lex Sempronia agraria. Diretta a riprendere la politica del fratello. Assegnava nuovi
poteri, in materia di decisione di controversie, ai tresviri agrari. Riduzione della terra che
i nobili potevano possedere, canone ai possedimenti terrieri e l’inalienabilità dei lotti
assegnati.
9. Lex Sempronia frumentaria diminuisce il pre