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Nel 360 c’è una nuova invasione gallica, il confine nord di Roma è un confine difficile da difendere perchè

nell’odierna Emilia Romagna si sono stanziate delle tribù galliche che sono ben armate, esse hanno una

mobilità militare molto bel attrezzata e mettono in crisi le legioni romani, riescono ad entrare nelle regioni

conquistate da roma e riescono a spingersi fino alle porte di Roma, la difesa del nord deve essere potenziata,

e quindi dobbiamo essere tranquilli che invece il confine sud sia protetto per poterci concentrare al nord.

Premessa vecchia lezione:

Abbiamo notato come l’esigenza di unità politica in chiave bellica aumenti il potere politico plebeo e in

ragione di questo i plebei arrivano alla legislazione del 367 che rappresenta un importante passo avanti nella

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tecnica normativa denominata nelle leggi contratto. Portano a casa il principio che d’ora in poi potrà esserci a

capo dello Stato un console patrizio e un console plebeo, un limite alle assegnazione di Ager Publicus. I

patrizi in difesa cercano di limitare i danni introducendo una nuova magistratura esclusivamente patrizia a

titolo urbano e comunque sia impongono che il Caput de Modo Agrorum non abbia una sanzione, si ha una

Lex Interdecta. Tutto questo per garantire quella pace interna che consente a Roma di impegnarsi

severamente sui fronti veneti (?).

Roma ha ingrandito il suo territorio, è una realtà importante del centro Italia, ma ha da difendere un confine

nord e un confine sud, in particolar modo il confine nord è particolarmente problematico proprio perché

nell’odierna Emilia Romagna sono istanza delle tribù barbariche e sono agguerrite dal punto di vista militare,

riuscendo a penetrare nell’Italia centrale. (Ci sono riuscite nel 390 mettendo a fuoco Roma, e ci riescono in

varie altre occasioni, in particolar modo nel 360 c’è una nuova invasione gallica, e nel 358 le tribù territoriali

sono 27, il quale aumento di esse è per noi spia dell’aumento di estensione dei territori romani.) All’aumento

del territorio romano aumenta il problema della difesa:

per poter concentrare gli sforzi bellici sulla difesa del fronte nord, Roma ha bisogno di certezze e tranquillità

sulla difendibilità del confine sud che le consenta di impiegare tutte le risorse armate nella difesa del fronte

nord e quindi nella risoluzione del problema delle scorribande barbariche, la città ricorre a due trattati

internazionali di amicizia (Foedus) con le realtà confinanti a sud con lo Stato Romano:

- popolazione sannitica : che abita grossomodo l’entroterra dell’attuale Campania;

- popolazione latina: che abitano il confine sud-est;

Roma si siede al tavolo delle trattative con latini e sanniti e fa presente che le scorribande galliche sono un

problema anche per i sanniti e per i latini perché se non c’è Roma a fare da muro alle scorribande galliche,

presto loro raggiungeranno anche questi ultimi territori. Dunque, nell’interesse comune, stringe dei trattati

internazionali di amicizia con queste popolazioni che prevedono il mutuo riconoscimento dei confini e

impegno militare al sostegno della campagna anti gallica; in parole povere prevedono un patto di non

aggressione (io mi impegno a non sconfinare nei tuoi territori, tu riconosci i miei confini e ti impegni a non

sconfinare nei miei territori), lo scambio di uomini per ingrossare le fila dell'esercito che garantiscano

maggior forza e energia.

Nel 358 viene approvata una legge De Ambitus (frode elettorale), e dunque cominciano accordi elettorali

sotterranei.

Nonostante gli accordi internazionali presi con il confine a sud, nel 357 i territori romani subiscono una

nuova invasione: all’instabilità militare, alla necessità di un sforzo militare particolarmente gravoso (poiché

non si riescono ad arginare questi galli) il peso politico della componente plebea sale, soprattutto nel 356 i

plebei hanno accesso alla magistratura straordinaria della dittatura, e nel 351 i plebei hanno accesso per la

prima volta alla magistratura straordinaria della censura , segno che il loro peso politico anno dopo anno

cresce.

Nel 348 avviene un trattato con Cartagine, secondo la tradizione il secondo trattato con Cartagine poiché il

primo sarebbe stato fatto nel 509 (anno della fondazione della repubblica romana). L’oggetto di questo

trattato internazionale è di diritto commerciale che regolamenta l’accesso delle navi cartaginesi ai porti sotto

il controllo romano (in realtà Roma ha un solo porto a Ostia, l’espansione territoriale romana non ha portato

all’incameramento di una pluralità di porti commerciali). Il trattato del 348 però è spia del fatto che il mondo

del commercio romano comincia a guardare all'approvvigionamento tramite i traffici internazionali

marittimi, e siccome Cartagine è Regina dei traffici commerciali marittimi del mediterraneo, nel 348 si fa un

Foedus, un trattato internazionale, per regolamentare l’attracco di navi cartaginesi in porti romani.

Dal 343 al 341 si combatte la prima guerra contro i sanniti, tra il 340 e il 338 si combatte la guerra contro la

lega latina, ma non erano alleati per garantire la stabilità dei confini sud?

Si, ma la realtà supera ogni accordo, anche se con cautela perché rompere i trattati reca offesa agli Dei che

presidiano le relazioni internazionali; i romani hanno le loro divinità e anche gli stranieri, allora non è che un

foedus si rompe facilmente, dunque cosa è successo?

Dal 343 al 341 avviene la prima guerra sannitica, nella quale le popolazioni sannitiche che da sempre

abitano il retroterra collinare e montuoso grossomodo dell’odierna campagna cercano uno sbocco verso il

mare, e lo cercano cingendo d’assedio la città di Capua, che è prossima al mare, capace di garantirne

l’accesso; i capuani mandano una ambasceria al senato romano, chiedendo a Roma di intervenire

militarmente in aiuto della città di Capua, i quali rispondono di non poter intervenire poiché legati dal trattato

internazionale con i sanniti, per cui si sono impegnati reciprocamente a riconoscere i territori, ma se i

capuani gli donano i loro territori, la loro città, dando corso a una deditio della loro città a Roma le cose

cambiano, poiché diventando territorio romano i sanniti violano il trattato con i romani. Quindi, nel momento

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in cui la città di Capua diventa territorio romano, o i sanniti cessano l’assalto o Roma si difende, e accadrà

quest’ultima. Viene effettuata la deditio fiduciaria l popolo romano, i sanniti non retrocedono dall’assedio, e

a quel punto scoppia la prima guerra sannitica, la quale comporta una vittoria romana, un nuovo sbocco di

Roma verso il mare, e si chiude con un trattato/foedus internazionale di pace che definisce i nuovi confini

dello stato romano e nuovi vincoli tra Roma e le popolazioni sannitiche.

340-338 guerra con la lega latina

Parallelamente era successo che non tutte le città della lega latina avessero mandato loro soldati a combattere

insieme a Roma contro i galli, e questo rappresenta una violazione del trattato, dunque in ragione di questo

appena chiusa la prima guerra sannitica, l’anno dopo i romani aprono un fronte contro la lega latina,

combattendo contro le loro città e nel 338 conquistano anche quei territori, quindi Roma, omogeneamente,

espande i propri confini verso sud-ovest e verso sud-est. Le guerre vittoriose si chiudono con dei trattati

internazionali che sono però diversi da quelli di amicizia, i quali vedono due stati contrattare con lo stesso

potere contrattuale, invece i trattati che chiudono una guerra prevedono che ci sia un vincitore e un vinto;

quando ci si siede al tavolo per firmare la pace le condizioni saranno inique, c’è chi ha vinto che avanza una

serie di diritti e pretese, e chi perde a cui vengono imposte una serie di condizioni di pace. Questo fa sì che la

categoria dei trattati internazionali/foedera si divida in due specie: foedera equa e foedera iniqua (trattati

internazionali equi e iniqui). Equo implica un trattato di pace in cui le due potenze hanno trattato su basi

paritarie facendosi reciproche concessioni, mentre il trattato iniqui vede una delle due parti fare la parte del

leone.

Man mano che Roma espande il suo dominio sul territorio italico, ha bisogno di strumenti giuridici per

regolamentare i suoi rapporti con i territori che vengono inglobati nello stato romano; le civitates/città-stato

preesistenti a Roma che hanno combattuto con Roma e sono state sconfitte assumono lo status giuridico di

Municipia (etimologia viene da munus capere munera), si tratta di realtà territoriali vincolate a Roma da

fedeltà e obbligate a determinate utilità nei confronti di Roma, sono collettività italiche che vengono legate a

Roma con vincoli più o meno stringenti a seconda di come è finito il conflitto con Roma,a seconda di quanto

più o meno gravoso è il foedus che ha concluso la guerra con Roma.

In particolar modo si distinguono Municipia cum suffragio e sine suffragio, in italiano municipi i cui

abitanti, oltre alla cittadinanza del municipio ottengono anche la cittadinanza romana ed in ragione di ciò

hanno il suffragium (diritto di voto) nelle assemblee popolari a Roma, e municipi che invece hanno abitanti

con la sola cittadinanza municipale e che quindi non hanno diritti a Roma; la vita di tutti i municipi è

regolamentata secondo una legislazione comune imposta da Roma. La legge che organizza i municipi si

chiama Lex Data, la quale non deve essere confusa con la Lex rogata. Le leggi date sono date dal popolo

romano per regolamentare la vita dei municipi, ne organizzano la vita come se fossero una piccola Roma,

stabiliscono che ci debba essere una sorta di senato locale, un'assemblea locale, una serie di magistrature

locali, uguali in tutti i municipi. L’ordinamento municipale è disegnato da Roma per garantirsi la fedeltà e

collaborazione delle civiltà italiche assoggettate. I municipi rappresentano quindi uno strumento giuridico

per garantire il controllo di territori già abitati, dove già esistevano delle civitates/città-stato.

Si può però creare la necessità di dover controllare delle nuove zone territoriali disabitate ma strategiche dal

punto di vista militare; in questo golfo non c’è niente, e rappresenta una sorta di porto naturale, dunque se il

nemico sbarca dal mare in questo golfo non ce ne accorgiamo, è un luogo strategico che non possiamo

lasciare senza un presidio romano che ci va costruito. Il controllo dei territori annessi non ancora urbanizzati

viene garantito con un altro strumento giuridico che sono le colonie, in particolar modo in questa epoca di

colonizzazione di terre italiche si parla di coloniae romanae, e pi&u

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Scienze giuridiche IUS/18 Diritto romano e diritti dell'antichità

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher erikalaurora di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto romano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Procchi Federico.
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