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XII TAVOLE
Venne proprio dai plebei la richiesta di un diritto scritto e certo, che si doveva sostituire ad un diritto
fondato sulla memoria e sulla libera interpretazione di coloro che venivano definitivi “gli specialisti
della materia”. Tale richiesta fu positivamente accolta da Appio Claudio.
Questo portò negli anni che intercorrono tra il 451-450 A.C. alla sostituzione del supremo collegio,
composto dai due consoli-magistrati, con la formazione del collegio decemvirale. Quest’ultimo era un
collegio composto da dieci membri. Essi avevano il compito di governare la vita cittadina di Roma e di
redigere un testo di Leggi Romane. Essi sono definiti con il termine “decemviri Appio
legibus scribundis”.
Claudio era colui che presiedeva tale collegio.
Nel 449 A.C. vengono ultimate le ultime due tavole e pubblicate definitivamente le XII TAVOLE. Queste
rappresentano il punto di partenza dei diritto cittadino, di quel che noi identificheremo con il termine di
“diritto civile”. Le XII TAVOLE implicano un diritto scritto, certo e determinato, che può essere letto e
compreso da ogni singolo cittadino membro della comunità. Si tratta di un diritto che rappresenta uno
spartiacque fra i ossia il diritto consuetudinario, e il diritto nuovo. Parliamo di un diritto che regola
mores,
e disciplina gli aspetti privatistici della società.
Punto centrale di questa raccolta di leggi era: la proprietà fondiaria.
Il riconoscimento e la disciplina della proprietà fondiaria portò ad una riorganizzazione territoriale.
Inoltre i beni di proprietà venivano divisi in due categorie: e
res mancipi nec mancipi.
Nel primo gruppo rientravano i beni di valore maggiore ( immobili, terreni, animali da lavoro, schiavi ) e il
trasferimento della loro proprietà era possibile solo attraverso un atto negoziale: la Si trattava
mancipatio.
di un atto solenne che avveniva seguendo determinate prescrizioni scritte e in presenza di un pluralità di
testimoni.
Viene riconosciuto l’usus che implica il fatto che una situazione di fatto, durata uno o due anni, diventava
una situazione di diritto ( si trasformava in un vero ed effettivo diritto ), sanando ogni vizio attinente al
trasferimento della proprietà.
Altro punto importante di questa raccolta di leggi era: la famiglia.
Venne meno la figura solenne del in quanto furono riconosciuti ai membri del nucleo
pater familias,
familiare degli strumenti e dei diritti da opporre a questi. La del viene venne
potestas pater familias
indebolita. Inoltre si abolì il e per questo la moglie non veniva più considerata figlia
matrimonio cum manu
del marito e figlia del del marito. Questo avveniva con l’interruzione temporanea del
pater familias
matrimonio ossia con l’assenza della moglie dal tetto coniugale per tre notti consecutive. Questa
possiamo definirla una forma di usus.
Un altro punto importante di questa raccolta di leggi fu: l’obbligazione.
L’obbligazione era concepita come un rapporto di dipendenza reciproca fra due individui, in cui uno era
creditore e uno debitore. Il primo aveva la facoltà di manifestare determinati diritti nei confronti del
secondo e quest’ultimo era titolare di determinati doveri nei confronti del primo.
L’obbligazione nasceva attraverso un accordo stretto fra questi due individui ossia un pactum.
Infine ultimo punto importante di questa raccolta di leggi fu: il A seguito di
sistema sanzionatorio.
condotte dannose seguono una serie di sanzioni a capo del colpevole.
Nel 367 A.C. vennero redatte tre leggi importanti: LEGGI LICINIE SESTIE =
Queste tre leggi rappresentano un punto di svolto nel conflitto patrizi-plebei, poiché questi ultimi
riescono a veder soddisfatte la maggior parte delle richieste avanzate. Infatti tale legislazione
segnò il primo passo verso una trasformazione del sistema politico-istituzionale e sociale di Roma. I
patrizi e plebei rimangono sempre due ordini distinti,ma a livello politico-istituzionale e sociale
sono equiparati.
1. Prima legge
Si stabilisce che uno dei due consoli del supremo collegio può essere un plebeo.
2. Seconda legge
Si stabilisce che ogni cittadino romano può possedere fino a 125 ettari di terreno.
3. Terza legge
Si stabilisce in relazione ai debiti che gli interessi già pagati devono essere computati come parte del
capitale da restituire.
STRUTTURA POLITICA ROMANA:
CONSOLATO =
La figura dei consoli si afferma definitivamente nel 367 A.C.
I consoli erano due magistrati al vertice dell’ordinamento istituzionale-politico della Repubblica. Essi
duravano in carica un anno durante la quale avevano il potere di comando ossia l’imperium.
I consoli si sostituiscono alla figura del propria della monarchia romana. Due fattori caratterizzano la
rex
figura dei consoli:
• Inviolabilità della persona
Durante il periodo di “carica” non potevano essere avanzate contro i consoli minacce materiali né pretese
legali.
• Potere relativamente limitato
Ciascuno dei due consoli poteva limitare e paralizzare lo svolgimento del potere di comando dell’altro
console, suo collega, attraverso lo strumento dell’intercessio. Inoltre inizialmente entrambi i consoli
potevano porsi al comando
dell’esercito romano, anche a periodi alterni. Ciò portava però a degli inconvenienti per quanto atteneva
alla coerenza e certezza delle decisioni militari da prendere. Per tale motivo nel corso del tempo si
andarono delineando i poteri di ciascun console relativamente l’aspetto militare. L’elemento
fondamentale di questa svolta furono le “provincie” ossia quei territori extraitalici conquistati e acquisiti
da Roma, che venivano attribuiti al singolo console, il quale esercitava poi il proprio potere di comando.
I consoli, al pari del davano importanza alla sfera religiosa e per tale motivo continuavano a
rex,
interrogare il volere degli dei prima di prendere una decisione importante sulla vita cittadina o primo di
intraprendere un’azione pubblica. Quindi i consoli dovevano prima dare attenzione agli auspicia,
interrogarsi su questi e interpretarli, per poi prendere la decisione o per agire.
L’imperium dei consoli si distingueva in due tipologie:
• Imperium domi
Potere di comando esercitato all’interno della città per governare la vita della comunità e la politica ossia
quel sistema di istituzioni che si occupava di svolgere determinate funzioni.
In questi potere dobbiamo distinguere:
Lo era il potere di convocare i comizi centuriati per: approvare leggi,
ius agendi cum populo
- eleggere e proclamare i nuovi magistrati ( consoli ).
Lo era il potere di convocare il senato, organo che non si poteva
ius agendi cum patribus
- autoconvocare, per chiedere un parere su problemi particolarmente rilevanti relativi al governo
della città.
I consoli gestivano il tesoro pubblico e amministravano l’ager sotto la supervisione sempre del
publicus
senato e con l’ausilio dei questori.
I consoli si occupavano di reprimere i crimini ( reati ) e quindi si occupavano di dirimere delle possibili
controversi fra privati. Questo compito venne assunto in seguito dal pretore.
• Imperium militiae
Potere di comando esercitato fuori dalla città al fine di guidare l’esercito.
I consoli, previa autorizzazione del senato, si occupavano dell’arruolamento dei singoli cittadini e della
direzione della campagna militare. Il senato supervisionava.
Solo in casi particolarmente gravi i consoli potevano condannare a morte un loro militare. Infine i consoli
imponevano dei tributi ai cittadini al fine di finanziare le spese di guerra. In periodi particolarmente
complicati e di forte pericolo i romani avevano la possibilità di sospendere il sistema consolare
repubblicano per instaurare una dittatura provvisoria e temporanea. Il dittatore era colui che aveva
l’imperium totalmente nelle proprie mani. Il dittatore veniva nominato da un console, approvato dall’altro e
dal senato.
CENSORE =
Il censore viene introdotto nell’ordinamento istituzionale-politico romano nel 442 A.C.
Il censore non ha potere di comando, ossia l’imperium, ma paradossalmente si trova su di un piano
gerarchico superiore rispetto ai consoli. Infatti il censore gode di un rango sociale privilegiato e di un
altissimo prestigio.
I censori vengono eletti e durano in carica per cinque anni, al termine dei quali possono rimanere in carica
per ulteriori diciotto mesi solo se non hanno terminato di redigere il censimento.
La funzione principale dei censori è: la redazione del censimento.
La redazione del censimento della popolazione era di notevole importanza a Roma, poiché mediante
questo strumento si stabiliva lo dei singoli individui e si potevano modificare tali situazioni
status sociale
sociali nel corso del tempo e per giustificati motivi. Infatti nel censimento:
si distinguevano i cittadini romani dagli stranieri e gli uomini liberi dai liberti, coloro ai quali era stata
- concessa la libertà dal padrone
si associava ciascun cittadino alla propria famiglia e al terreno di appartenenza di questa
- si stabiliva il rango sociale ossia la tribù territoriale di appartenenza e quindi a quale delle cinque classi si
- faceva parte
si degradava un individuo di rango per giusti motivi
-
I censori svolgevano poi altre funzioni.
I censori si occupavano di redigere la lista dei nuovi senatori ossia di quei soggetti che sarebbero presto
entrati a far parte di questo organo politico. Nella scelta di questi soggetti si seguivano dei criteri
obiettivi ossia si andavano a prediligere determinati soggetti seguendo un certo ordine: prima gli ex
censori e gli ex consoli, poi gli ex pretori e gli ex questori.
I censori si occupavano di amministrare i beni pubblici, i quali venivano anch’essi registrati nel censimento
insieme alle terre divise fra le varie famiglie cittadine.
I censori si occupavano di gestire le attività economiche della città e gestivano entrate – uscite ossia il
bilancio cittadino. Inoltre i censori si occupavano del sistema di appalti fra privati.
PRETORE =
Il pretore era colui che aveva il potere di ( dal latino “dire il diritto ) ossia si
iurisdictio ius dicere →
occupavano del sistema giuridico processuale romano al fine di dirimere le controversie fra privati. Nel
corso del tempo si ebbe una straordinaria evoluzione di questo sistema quando il processo venne distinto
in due diverse fasi: la prima della quale si
occupa il pretore e la seconda di competenza del magistrato ossia il giudice. Nella prima fase si
accertavano i fatti dedotti in giudizio dalle parti e se ne dava prova, dando delle giuste motivazioni al
giudice. Nella seconda fase il magistrato analizzava i fatti provati e prendeva decisione finale ossia
emetteva sentenza.
Nel corso del te