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Esempi di diritto penale longobardo
Opena essendoci in un caso il dolo e nell'altro la colpa; per i longobardi hanno lo stesso peso, non si distingue tra dolo e colpa. Tuttavia Rotari dice che se l'omicidio è involontario la faida è vietata, inizia quindi a rilevare il soggettivo. Nel caso di omicidio per legittima difesa Rotari abbassa la pena pecuniaria.
Inoltre il diritto penale longobardo può essere più raffinato di quello romano. L'ipotesi ci dimostra che il diritto longobardo si pone dinnanzi al diritto romano con una propria personalità. Il delitto tentato è quello che prevede tutta una serie di atti preparatori, se mi uccide col veleno il veleno lo compra, quindi l'acquisto è un atto preparatorio, se lo versa nell'acqua è atto preparatorio, se mi dà l'acqua siamo arrivati all'atto prossimo al crimine. Tutto quello che viene prima è il tentativo, sono atti che si possono distinguere come.
più o meno vicini, nel diritto romano tutti gli atti preparatori sono punibili esattamente come l'ultimo, infatti ritengono che indichino la volontà di uccidere una persona; è molto rigoroso. Il diritto longobardo distingue gli stadi di perfezionamento di un delitto e dà all'ultimo stadio la pena maggiore e per gli anteriori pene minori. Tale idea diventa una consuetudine e verrà trasmessa ai giuristi medievali.
Età carolingia VIII e post carolingia IX-X-XI
La dominazione longobarda termina nel 774, infatti la Chiesa ha paura dei longobardi e per tal motivo chiama Carlo Magno, re dei Franchi, a intervenire in Italia. Carlo Magno risponde alla chiamata e, con una guerra pesante, conquista l'intera Italia longobarda. Inizia quindi l'età carolingia, seguita da quella post carolingia caratterizzata dall'anarchia di cui approfitteranno le città, vere protagoniste dal XII secolo in poi. Questi quattro secoli (dal
VIIIal XI) sono caratterizzati da alcune novità, tuttavia dal punto di vista giuridico cambia poco poiché ci sono le stesse fonti del diritto dell'alto medioevo e continua a prevalere la fonte consuetudinaria orale o scritta; infatti i principi del diritto longobardo non vengono cancellati ma vengono riservati al popolo di stirpe longobarda. Infatti Carlo Magno è il re di tanti popoli e decide di rispettare il diritto di tutti mantenendolo intatto, solo il re si riserva di legiferare autonomamente per uno o più dei suoi popoli. Usa quindi una fonte del diritto che rientra nella categoria della leges regiae, tali leggi prendono il nome di capitolari carolingi. In Europa c'è infatti un mosaico di diritti che sono diversi, c'è un'unica diritto solo in campo religioso con il diritto canonico; ma dal punto di vista laico no, c'è un grande pluralismo giuridico a fronte dell'unità religiosa. Gli osservatori
Invocano un'intervento da parte dei re; il più potente di tutti è l'imperatore, il Sacro Romano Impero che nasce agli inizi del IX secolo è la seconda grande novità di tale età, infatti papa Leone III incorona Carlo Magno come imperatore, egli rispetta i diritti esistenti e non crea un unico diritto per tutti. Il re è quindi chi ha il controllo, l'imperatore invece, è un concetto astratto, è il re di tutti indipendentemente dal fatto di essere in un luogo o meno. Fino al XII secolo non c'è un diritto unico per tutta l'Europa, per arrivare a un diritto unico ci vuole una preparazione. Per quanto concerne le istituzioni, Carlo Magno sostituisce le istituzioni preesistenti con le proprie, i duchi vengono quindi sostituiti dai conti, ossia gli ufficiali che il re investe direttamente di tutti i poteri pubblici, militari, civili, giurisdizionali e fiscali, su un determinato territorio che prende il nome di comitato.
Il conte è quindi anche giudice e deve conoscere le leggi esistenti nel territorio di cui amministra la giustizia, la quale, in questo periodo, si 11Appunti integrati 2021/2022 prof Chiodi. Barbieri Sofiaamministra pubblicamente in assemblee giudiziarie chiamate placide. I missi dominicisono, invece, dei personaggi scelti dal re per controllare i conti, infatti visitano quattro voltel’anno le contee e compiono delle inchieste per vigilare l’operato dei conti. Queste inchiesteprendono il nome di inquisitiones e giudicano anche in secondo grado. Carlo Magno e isuoi successori avvertono che il potere sfugge alle loro mani e quindi tali figure non bastano,è necessario lo strumento del vassallaggio per assicurare al re la fedeltà di tutti. Nominaquindi un vassallo al quale offre la protezione in cambio della sua personale protezione, è undo ut des, fondamentale per tenere unito l’impero. Questi vassalli sono legati al re da unlegame giuridico.Infatti il vassallo è tenuto a obblighi giuridici nei confronti del re. Per costituire il vassallo bisogna fare un'auto formale, un rito che si chiama omaggio e consiste nel prendere le mani del futuro vassallo nelle sue mani e il vassallo dichiara di voler diventare suo uomo, suo vassallo. Il rito dell'omaggio è quindi composto da due gesti: le mani del re sulle mani del vassallo e la dichiarazione. Più avanti si aggiunge il giuramento di fedeltà, atto religioso e significativo dal punto di vista giuridico. Anche i conti e i vescovi, normalmente vassalli del re, iniziano a creare dei loro vassalli, che hanno un rapporto indiretto con il re. Si crea una rete di vassalli di diversa graduazione, vassalli maggiori, ossia conti e vescovi, e vassalli minori, abbiamo quindi i valvassori e i valvassini ecc. I vassalli maggiori prendono il nome di milites che, accanto ai sacerdoti (oratores) e ai lavoratori (laboratores), diventano un ceto sociale dell'epoca.
Una fonte importante dell'XI secolo è una lettera che il vescovo Fulberto di Chartres scrive nell'anno 1020 al duca di Aquitania espiega quali sono gli obblighi giuridici del vassallo che se trasgrediti danno luogo al crimine di fellonia (tradimento). Primo obbligo è non mettere mai in pericolo la persona di cui si è vassallo, il secondo prevede aiuto nelle guerre, gli deve anche fornire pareri. A sua volta il signore deve consigliare, proteggere militarmente, mantenere e tutelare dal punto di vista giuridico il vassallo. Il signore spesso dà al vassallo un qualcosa, come una terra, in remunerazione dei suoi servizi, esso prende il nome di beneficio, non è un diritto di proprietà ed è aleatorio; in latino prende il nome di feudo da cui nasce il diritto feudale. L'Europa si riempie di territori o in proprietà o in beneficio, ossia i feudi. Per trasferire un immobile in feudo serve un rito che prende il nome di investitura.
con cui si trasferisce un territorio in feudo. Il diritto feudale è un diritto che riguarda i rapporti vassallatico-beneficiari, ossia legami personali da un lato e diritti reali dall'altro; infatti accanto al legame personale a una certa si instaura un nuovo diritto reale, ossia il diritto sulla terra che viene data in beneficio. In età post carolingia si sviluppa un doppio legame e un nuovo rapporto tra la chiesa e i laici, il re e l'imperatore. La chiesa, nata nell'età tardo antica, era nata come un potere distinto dai poteri laici con propri soggetti come il papa e i vescovi, e delle proprie norme, il diritto canonico. Vi era quindi una netta distinzione tra il potere ecclesiastico e quello laico, avevano competenze diverse. Nell'età post carolingia si instaurano dei doppi legami tra mondo laico ed ecclesiastico, infatti i re e gli imperatori coinvolgono gli uomini di chiesa nei compiti laici. Ricorrono a uomini di chiesa per assolvere dei.Compiti tipicamente laici, come il governo locale, l'amministrazione della giustizia, l'esercito e i compiti militari, la vigilanza sui poteri pubblici. I detentori del potere laico chiedono aiuto al potere ecclesiastico; dall'altra parte iniziano a interessarsi di questioni religiose, il re infatti interviene sulla nomina dei vescovi, sulla disciplina del clero anche in materia liturgica. C'è quindi una grande confusione tra i ruoli, essa è particolarmente importante per la Chiesa che perde indipendenza e autonomia in due sensi:
- Può essere regolata in alcuni aspetti anche dai laici, mentre prima si trattava di compiti esclusivi della chiesa
- Il clero maggiore assume per imitazione gli stili di vita dei laici (concubinato, violenza, corruzione)
Il potere laico interviene quindi negli affari ecclesiastici, si ha una commistione tra i due. Nel XI avviene la rivoluzione pontificia, o riforma
della Chiesa alto medievale.- Autonomia del monastero infatti l'abate è scelto dai monaci e deve essere un monaco
- Gerarchia: il monastero di Cluny generano altri monasteri che gerarchicamente rispondono all'abate di Cluny e alla regola cluniacense
- Obbedienza al solo pontefice: oltre all'abate di Cluny, i monaci devono obbedire solo al pontefice
usurpata.● I beni della chiesa sono sacriI pontefici che corrispondono a tali obbiettivi sono ad esempio Nicolò II, monacoclu