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LA PROPAGANDA

Leggiamo una citazione di Rocco, del 1917, e sappiamo che il fascismo sale al potere alla fine del 1922, quindi autori come Rocco hanno già messo a fuoco i contorni della futura statualità. Rocco aderisce al nazionalismo, di cui diventa un esponente di punta, e poi è favorevole alla congiunzione del nazionalismo col fascismo, e già nel 1917 sa già cosa vuol dire valorizzare la funzione persuasiva dello stato, egli diceva che lo stato non può affermarsi solo come forza ma anche come idea. Si vede la lucidità diabolica in ciò che dice Rocco, cioè egli dice che la propaganda non è l'opuscolo, la conferenza, non è così che lo stato conquista le masse. Come fa lo stato a conquistare le masse? Lo fa assicurandosi emissari fedeli: sindaco, parroco, medico; lo stato deve promettere a costoro premi se aderiranno alla visione dello stato, se accetteranno di essere emissari fedeli, e deve punire i recalcitranti.

che si rifiutano di assumere la veste di emissario. Cos'è che convince le masse? Non l'opuscolo, ma la parola tutti i giorni ripetuta da coloro di cui le masse hanno bisogno, cioè medico, maestro, e di cui si fidano, quindi è sfruttando questi canali, sfruttando la fiducia delle 'masse ignoranti', ma anche il loro bisogno, si 'massaggia' la coscienza delle masse, è così che si modella. Quindi la propaganda non è una attività più o meno folkloristica, con cui il regime si rivolge alle masse ma viene concepita e teorizzata in una tecnica di governo, uno strumento di governo chiamato a inondare le masse della visione del mondo abbracciata dallo stato, e dunque costruire uno stato totale. Volpicelli dice che la propaganda serve a educare gli individui a sentirsi liberi: cioè l'individuo deve compiere scelte convinto di essere libero di farlo, ma in realtà il compiere quelle scelte.È il frutto di una propaganda che a monte ha funzionato perché lo inducete a compiere quelle scelte. Spirito dice che uno stato che riesce a fare propaganda è uno stato che modella gli stessi gusti degli individui, che sono una cosa privata degli individui, cioè quei gusti diventano l'esito di un meccanismo di persuasione che mi ha indotto ad avere quei gusti. Gentile dice che sindacato e partito sono due dei polmoni più importanti per svolgere questa catena di persuasione che consenta la propagazione dei valori assunti dallo stato nella società; dunque egli afferma che è necessario valorizzare il sindacato, il partito e tutte le altre istituzioni di propaganda. Si è dunque sottolineato come quando ci si riferisce alla centralità della propaganda si fa riferimento ad un essenziale strumento di governo, si ha forse per la prima volta la percezione lucida che la società di massa si governa anche attraverso tecniche di.

persuasione che si avvalgono anche di nuove tecnologie, ad esempio il cinema, ma anche l'arte e la comunicazione letteraria vengono sperimentate per persuadere le masse di una certa idea del mondo. Le tecniche di persuasione diventano parte delle nostre società di massa, ad esempio il consumismo e forse i regimi a vocazione totalitaria sono il primo terreno in cui si sperimentano queste tecniche del consenso. Abbiamo anche commentato delle frasi dei giuristi di regime, che ci fanno capire come la propaganda entri nel discorso dei giuristi, che assumono la propaganda come parte integrante del proprio modello di società.

Ora vediamo due dichiarazioni tratte dalla Carta del Lavoro, la quale è un documento adottato dal Gran Consiglio del Fascismo nel 1927, che ancora è organo del partito nazional fascista. La costituzionalizzazione del gran consiglio del fascismo avviene nel 1928, anno in cui il gran consiglio viene ascritto tra gli organi dello stato. Nel 1927 il

Gran consiglio è ancora un'organizzazione facente capo esclusivamente al partito, tuttavia questo documento è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, cioè le viene riservato il trattamento che spetta agli atti ufficiali dello stato, e questa natura ambivalente della carta del lavoro da luogo ad un dibattito ventennale, cioè si dibatte sulla natura giuridica di questo documento: ci si chiede se sia solo politico e programmatico, ma privo di valore normativo, oppure se sia una vera e propria norma giuridica e quindi dal valore normativo di tipo costituzionale. Le dichiarazioni della carta dovevano costituire la tavola dei principi del nuovo stato fascista corporativo, ed è per questo che si dibatte sul valore del documento. Il dibattito sulla natura giuridica della carta cessa nel 1941, perché alle dichiarazioni della carta viene riconosciuto dalla legge che stabilisce che le dichiarazioni della carta valgano come principi generali per interpretazione e

applicazione della legge.dichiarazione XIII

Nella si dice che i datori di lavoro possono assumere solo i lavoratori iscritti alle liste di collocamento, ma nello scegliere i lavoratori da assumere possono dare la preferenza a coloro che sono iscritti al partito e sindacato fascista, da qui vediamo che il tentativo di omogeneizzazione ideologica della società ha precipitati concreti, addirittura da un certo punto la tessera di iscrizione diviene condizione per essere assunti e avere promozioni, e si dirà che la tessera del partito diventerà la tessera del pane, ciò significa che l'iscrizione al partito è condizione per sopravvivere

dichiarazione XXIV

Nella si dice che ai sindacati vengono attribuiti compiti di selezione dei lavoratori e compiti di pedagogia politico-sociali, cioè di elevazione tecnica e del valore morale dei lavoratori; dietro la dizione di 'valore morale' si vede il rimando all'esigenza di pervenire ad

unaomogeneità ideologica

Questo bisogno di organizzare la propaganda come dimensione centrale del governo non resta nelle pagine dei libri, ma riceve delle attuazione normative e istituzionali consequenziali:

  • nel 1922 viene istituito un ufficio stampa presso la presidenza del consiglio (1925 legge sulla stampa)
  • 1934 viene istituito il sottosegretariato per la stampa e propaganda (con sezione destinata alla cinematografia)
  • 1935 viene istituito il ministero della stampa e della propaganda
  • 1937 viene istituto il ministero della cultura popolare (minculpop)

Quindi vediamo che la propaganda viene subito astuta come uno degli snodi essenziali per la realizzazione del nuovo stato.

C'è una massiccia utilizzazione di stampa radio e cinema, specialmente con i 'cinegiornali', proiettati nelle piazze, come strumenti di comunicazione rapidi ed efficaci nei confronti delle masse, e non tutti i cinegiornali hanno riflessione politica, ma anche una comunicazione pacifica del

mondo circostante.

LA POLITICA SOCIALE

Altra grande zona di intervento del regime. abbiamo detto che l'obiettivo di catturare il consenso della società conta su due ausili: il primo è la propaganda, il secondo la politica sociale.

Nel 900 aumentano gli interventi di politica sociale, si passa da quei pochi interventi di fine 800 all'estensione massiccia delle aree di intervento socialmente orientato. Nel determinare questa estensione massiccia un ruolo fondamentale è giocato dalla prima guerra mondiale, che sotto il peso dell'emergenza determina un allargamento importante degli interventi socialmente orientati (orfani, vedove) e questa tendenza espansiva della politica sociale procede negli anni del regime.

La pubblicistica di regime rappresenta la differenza tra stato liberale e stato fascista, e costruisce l'identità della politica sociale del fascismo contrapponendolo a quello dello stato liberale.

stato liberale

Agli occhi della

pubblicistica di regime lo è malato di individualismo, cioè non è stato capace di far prevalere la sua forza aggregante, cioè di far prevalere lo stato come forza di coesione sulla disgregazione (forza disgregante) sprigionata da individui e gruppi, e questo ha portato lo stato liberale ad essere succube della volontà degli individui. Inoltre, ispirandosi ad un principio solamente formale di uguaglianza, finisce per dividere la società in vincitori e vinti perennemente in lotta tra loro, quindi il principio di uguaglianza giuridica formale spacca la società inevitabilmente e di fronte a questa spaccatura che rischia di portare conflitto sociale si provvede con la cosiddetta 'torbida ed equivoca legislazione sociale' arginando in maniera inefficace la drammatica divisione della società in vincitori e vinti. stato fascista

Sempre dal punto di vista della pubblicistica di regime lo è lo stato che finalmente imbocca la via adeguata,

Finalmente capace di far prevalere la forza aggregante su quella di dispersione sprigionata da individui e gruppi, riesce dunque a superare il tarlo individualistico. Lo stato fascista vede nella politica sociale uno degli strumenti essenziali per realizzare l'opera di orientamento delle masse verso il fascismo.

Nel 1929 Bottai fonda una rivista a vocazione espansiva, con l'idea di valorizzare la legislazione sociale del fascismo come una legislazione avanzata, che svela il volto modernizzatore del fascismo. La politica sociale qui diventa uno degli elementi necessari a pensare l'ordine fascista, ed è per questo che registra una vocazione espansiva, sostanzialmente viene fatto rientrare nella nozione di politica sociale tutto ciò che serve a legare le masse allo stato. La politica sociale dice Bottai è svincolata dal regime del lavoro, e investe potenzialmente tutti gli ambiti per saldare il legame tra masse e stato. Il limite è costituito dalle

Possibilità economiche del sistema, cioè l'espansione va avanti finché è possibile, ma potenzialmente nessun ambito è escluso.

Arte: M. Sarfatti dice che l'arte è una forma di persuasione morbida, e un certo uso dell'arte può contribuire ad acquisire consensi, e meglio della forza bruta del manganello -> lei invita ad un uso politico dell'arte. Poi l'artista viene paragonato da Leicht al coltivatore di barbabietole sotto la specie del contributo dato alla vita della nazione.

Sport: anche lo sport è considerato un settore importante della politica sociale del fascismo essenziale per la salute e il disciplinamento della stirpe.

Cinema: anche il cinema è strumento di politico sociale, dunque serve una cinematografia educativa da portare nei più remoti paeselli per educare e frenare il potenziale correttivo del cinema americano.

Dopolavoro: l'organizzazione nazionale del dopolavoro nasce nel 1925.

a alla politica economica, in quanto l'obiettivo principale è quello di garantire il benessere e la stabilità sociale. Per raggiungere questo scopo, vengono adottate misure come la creazione di posti di lavoro, la riduzione della disoccupazione, l'accesso a servizi sanitari e sociali, l'istruzione gratuita e l'assistenza sociale. Inoltre, la politica sociale si occupa anche di promuovere l'uguaglianza di opportunità e di contrastare le disuguaglianze sociali. Questo può avvenire attraverso l'implementazione di politiche di redistribuzione del reddito, l'adozione di misure di sostegno alle famiglie a basso reddito e l'implementazione di politiche di inclusione sociale per le persone svantaggiate. Infine, la politica sociale si occupa anche di garantire la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Questo può avvenire attraverso l'adozione di leggi e regolamenti che tutelano i diritti delle persone, come ad esempio il diritto alla libertà di espressione, il diritto alla privacy e il diritto alla non discriminazione. In conclusione, la politica sociale è un elemento fondamentale per il governo autoritario delle masse, in quanto contribuisce a garantire il benessere e la stabilità sociale, promuove l'uguaglianza di opportunità e contrasta le disuguaglianze sociali, e protegge i diritti umani e le libertà fondamentali.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
75 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Deiv99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Stolzi Irene.