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Il sistema feudale e la suddivisione dell'impero

Emerge con chiarezza che questo modo di suddividere l'impero che è frutto di decisioni sovrane ma soprattutto di usi, costumi e consuetudini precedenti che si sono instaurate con il sistema feudale. Siamo abituati a parlare di età feudale per il periodo che va dal 9° all'11° secolo (800-1000) anche se rimarranno presenti per più tempo.

I feudi si caratterizzano per essere un legame personale tra due uomini di posizione sociale diversa, è caratterizzato da un patto stretto tra questi due per garantire al superiore l'aiuto da parte dell'inferiore in ogni circostanza, soprattutto in guerra, e all'inferiore una protezione da parte del superiore.

Inoltre, il signore che chiede fedeltà concede un pezzo di terra in beneficio a chi gli dà protezione. Un rapporto personale tra signore e vassallo che al suo interno un beneficio, un territorio. Il feudo è una creazione consuetudinaria. Si rende

evidente l'elemento personale e reale (RES, diritti sulle cose) si crea una natura pattizia regolata da un patto tra i soggetti. Si fa questo perché ci si trova in uno stato non tanto sicuro. Affidare sé stessi a chi poteva garantirgli la sicurezza, il fatto di poter esercitare il potere sul territorio, questo garantiva il sostentamento a queste persone perché lo potevano coltivare o farci pascolare il bestiame. L'elemento del rapporto feudale riguarda la fedeltà reciproca, prima ancora che giuridica è etica, perché viene dalle consuetudini germaniche che legavano il giovane al capo che li comandava. Questo rapporto si caratterizzava per la tutela dei giovani. La rottura del rapporto di fedeltà generava un reato di fellonia= di tradimento. Il patto di fedeltà si otteneva con un giuramento, a costo di mettersi contro il proprio figlio, fratello. Avveniva attraverso la cerimonia dell'omaggio feudale: il vassallo si

inginocchiava davanti al signore e metteva le sue mani giunte (come in chiesa) che vengono racchiuse nelle mani del signore. Insieme. Fedeltà reciproca. Per quanto riguarda invece gli obblighi abbiamo: aiutare sempre il signore, sostenerlo nelle scelte. Altra caratteristica del Patto Vassallatico è che non supera la vita dell'uno e dell'altro, dura finché uno dei due è vivo, se muore il vassallo, quella terra torna al signore che potrà attribuirla a chi desidera; questo genera l'eredità feudale. In vale l'uso di passare in successione quel bene al figlio maschio maggiore del vassallo deceduto, inizia ereditarietà feudale che piano piano si sostanzia tanto che i sovrani chiederanno una tassa all'erede. Qui iniziano i problemi perché c'è caso 876 di Carlo il Calvo, parte in guerra portandosi die personaggi pesanti, i marchesi nonché proprietari di benefici feudali, e si pongono queste domande:

se noi moriamo che succede? E se muore il re? E i feudatari maggiori? Diventa infatti ereditario con il Capitulare di Quierzy (Carisiacum) 877, di Carlo il Calvo, ma non a gratis, nel feudo francese ci sarà la tassa di successione. Se muore il vassallo, il figlio del sovrano non ha disponibilità di toccare il rapporto feudale, si attribuisce a qualcuno il potere di governare il feudo col figlio del vassallo. 1037 con edictum de benefici il feudo diventerà ereditario. Ausilio del vassallo che deve andare in guerra, ma a tutte le guerre? Il vincolo che aveva il vassallo nei confronti del signore si esplica soprattutto quando il sovrano decide di andare in guerra, ma sempre? Il problema è la guerra giusta: se la guerra è ingiusta il vassallo decide di non combattere per il suo sovrano. Ma quando la guerra è giusta e ingiusta? È un concetto discriminatorio di guerra, non tutte le guerre sono giuste. Il vassallo non deve fare la guerra. Concetto cheviene da lontano, da Sant'Agostino perché il cristianesimo è una religione pacifista ma quando si incardina nell'impero che fa il cristiano? Non va a fare il soldato? Certo, è suo dovere fare il soldato; quindi, Agostino elabora le caratteristiche della guerra giusta (ius ad bellum): - Legittima autoritas = qualcuno che ha il potere di indire la guerra è il sovrano (elemento morale) - Recta Intentio - Iusta causa = sono stato assalito e sto mettendo in atto una legittima difesa o sto aggredendo il mio vicino per acquisire il suo territorio? C'è un giudizio morale sulla guerra, ma chi è il giudice che giudica? In quell'epoca poteva essere l'imperatore o il papa. Per lo ius in bello Agostino dice il debito modo, tutta una serie di cose che non si possono fare. Dopo Agostino, durante il medioevo la guerra era regolata da una serie di principi consuetudinari (es. la domenica, giorno di festa, non c'era la guerra).

Poi si arriverà a San Tommaso d'Aquino che riprenderà queste riflessioni fino ad arrivare a Francisco de Vitoria che rielabora la questione nel suo mondo che è cambiato. Il vassallo, dunque, poteva contestare la legittimità di certi atteggiamenti: quindi tra vassallo e sovrano la relazione è dinamica. Si arrivò a 5 livelli di sottomissione e talvolta capitava che un vassallo fosse sottomesso a 2 signori diversi, ecco che subentra l'omaggio ligio: in caso di conflitto tra i signori, essere fedele a uno dei due predeterminante. "Il vassallo del mio vassallo non è il mio vassallo" è rapporto di fedeltà con uno solo. Tutto questo genera una serie di problemi: il vassallo esercita, su quel territorio, una vera e propria giurisdizione e si definisce con INTROITUS, diritto di passaggio controllato dal vassallo EXACTIO, poter emanare provvedimenti che prevede il pagamento di tasse e contributi in danaro o

naturaDISTRICTIOà la giurisdizione, per far pagare una sanzione devi avere il diritto di giurisdizione e di amministrazione della giustizia.

Il territorio italiano è tutto parcellizzato in sotto territori e il feudo diventa ereditario in linea maschile e poi femminile: all’inizio il feudatario ereditario diventava il genero poi con il tempo si arriverà al feudo femminile, tant’è che nel medioevo, secondo il corpus iuris civilis di Giustiniano e nelle fonti canoniche, le donne non avevano potestà giurisdizionale, erano trattate allastregua dei servi, dei criminosi e infami, l’ultima categoria sociale.

Anche la chiesa entra in questa realtà, è l’epoca delle collezioni canoniche (non le fa il papa ma i privati per tutta la comunità) e l’epoca del falso, della falsa donazione di Costantino che si sarebbe ammalato di lebbra, sarebbe stato battezzato e, siccome miracolato, dona diademi, corone e dona il

palazzolateranense e tutto l'impero d'occidente al papa (Papa Silvestro). In realtà era un falso documento dell'VIII secolo che si faceva risalire al IV, se ne accorse solo nel 1400 con la filologia: il latino non era quello di Costantino del IV secolo. Contestualmente a questo periodo, viene fuori il diritto della chiesa. Sempre rappresentata dalla sacra scrittura e delle regole dei concili. Rapporti tra Chiesa e comunità laica = raccolte di collezioni canoniche, la Chiesa cerca delle giustificazioni formali inventando dei provvedimenti che effettivamente non esistevano. C'è la commissione tra potere laico e potere ecclesiastico: all'epoca della cristianizzazione dell'impero romano i vescovi avevano l'Episcopalis Audentia (amministrazione laica ed ecclesiastico), il territorio di una diocesi coincide con quello di un feudo o contea, quindi capitava che il proprietario del terreno fosse un vescovo, in questa coincidenza era il sovrano.

che nomina, anche se di solito il vescovo veniva scelto dal popolo e dal clero. Con questa coincidenza è alla base della LOTTA ALLE INVESTITURE (100-1100). Ci sono due problemi dal punto di vista ecclesiastico: CONCUBINATO e SIMONIA. Il tema del concubinato, non è una disposizione di diritto divino ma umano: il celibato potrebbe essere tolto dalla chiesa romana. Concilio di Elvira: fine 400, si stabilisce che il chierico deve vivere senza sposarsi, dev'essere celibe. Si interviene perché i vescovi cominciano ad avere le concubine: la chiesa nel medioevo è talmente inserita nel contesto che prende le logiche del mondo, avere dei figli a cui lasciare in eredità il feudo. Figli che, essendo eredi dei padri, diventano contestualmente conti e vescovi. È anche l'epoca delle lotte alle investiture, in cui le due potestà, impero e papa, entrano in conflitto: oltre al concubinaggio l'altro problema è la simonia, la compravendita delle

cariche ecclesiastiche, acquisisco una carica ecclesiastica dall'imperatore non perché è intervenuto lo spirito santo ma per intervento dell'imperatore. La consacrazione episcopale prevede l'intervento dello Spirito Santo, quindi, sarebbe come comprare quest'ultimo. Il feudo diventa oggetto diretto di simonia. Tutto questo fa capire che è un'epoca in cui prevale il diritto consuetudinario, perché non viene dall'alto ma dal basso, come se fosse un automatismo. Tutti i rapporti che vengono regolati nell'età alto medievale sono caratterizzati dall'esistenza della consuetudine. La schiavitù era sparita ma ci sono altre forme molto differenziate tra loro di servitù che si sviluppano nel corso del medioevo. Alcuni esempi: I SERVI, soggetti di diritto. Il rapporto con i padroni si concretizza in forme diverse come i servizi direttamente al padrone nella terra o nella casa. Il servo non consentiva

liberi, c'era anche la figura del coloni, che coltivava una terra non sua e pagava al padrone in denaro o in natura una parte del ricavato. Il colono era tenuto a dare dazioni in prodotti agricoli o in denaro al proprietario e talvolta doveva anche prestare parte del suo tempo e delle sue forze per lavorare la terra direttamente gestita dal padrone. Questo tipo di rapporto si chiamava colonia o mezzadria.

Contratti agrari che st

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A.A. 2022-2023
53 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MariiaChiaara di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto europeo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Minnucci Giovanni.