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UMANESIMO GIURIDICO

L'umanesimo è quella fase che caratterizza fortemente la realtà italiana nel XV secolo. Se ci mettiamo l'aggettivo "giuridico" ovviamente aggiungiamo alcuni elementi caratterizzanti. Parliamo di un grande movimento europeo che parte dal '400 e interessa quasi tutto il '500, periodo relativamente lungo ed importante, con autori e temi guida.

La parola umanesimo si riferisce alle humanae litterae, ossia lo studio delle antiche radici storico-culturali. L'umanesimo è un terreno che è fortemente orientato verso le antichità classiche da un lato, dall'altro sta dentro una nuova sensibilità rivoluzione antropologica.

L'umanesimo ci interessa per nuove sensibilità che cominciano a farsi strada: l'uomo vitruviano di Leonardo cerca di interpretare il tema dell'"uomo perfetto" e della sezione aurea. L'uomo è al centro della scienza.

visione non certamentespiccata nel mondo medievale, in cui conta molto più la comunità del singolo.Uno dei temi che comincia ad emergere è la centralità dell'uomo grazie alla sua ragione, un tema che poi diventerà uno dei principali dell'età moderna e del razionalismo. Una delle idee che gli umanisti sviluppano è che si può costruire una società per il futuro se si recupera la sapienza classica degli antichi, molto meglio di quanto non avevano potuto fare gli uomini del medioevo. Inizia questo straordinario lavoro di studio e conoscenza dei classici (filosofi, poeti, giuristi del mondo antico). Come si fa a creare questo ponte per conoscere meglio? 1. Bisogna trovare i testi, dunque c'è proprio un grande impegno nella riscoperta di testi e manoscritti che erano stati messi da parte. I due grandi umanisti italiani sono Petrarca e Boccaccio, poiché furono due straordinari cacciatori di

scritti (Petrarca trova ad es. un'importante opera di Cicerone). Di tutto questo ci interessa un solo aspetto: per conoscere il passato bisogna studiare e trovare opere del passato recupero della storicità. → 24 Alcune delle categorie della storicità e della storia nascono dall'Umanesimo. Un'altra visione del mondo e una tecnica importante dell'umanesimo è la filologia, ossia l'amore per la conoscenza e per il sapere. La filologia è il tentativo di conoscere i testi nella loro originarietà, quindi in qualche modo, rispetto ai testi che già si conoscono - Se mettiamo l'aggettivo "giuridico" ad umanesimo, significa che l'oggetto sono i testi giuridici, nel nostro caso quello del Corpus iuris giustinianeo. gli umanisti fanno uso del c.d. metodo storico-critico-filologico. Il filologo deve dubitare del testo, dunque partire da domande cerca di fare una lectio. → Sia Petrarca che Boccaccio ad

esempio (al di fuori del mondo romano) cominciano a fare critica su Dante, per capire quale sia il testo esatto della Divina Commedia. Dunque questo lavoro nasce dapprima con i testi classici, ma la stessa metodologia può essere applicata in maniera molto più ampia.

4. nascono nuovi generi letterali compendi e tractatus, rispettivamente uno→sguardo generale su tutto il diritto e una raccolta di quaestiones incentrate sul medesimo argomento di cui si risolvevano i principali problemi con metodo dialettico

5. Ricerca della brevità (brevitas) e della semplicità

6. centralità del testo e nuovo ruolo dell'interprete alcuni giuristi studiano anche il greco (cosa che i giuristi medievali non avevano fatto)

Fatto storico importante: nel 1453 i turchi prendono Costantinopoli (capitale del mondo bizantino). Letterati, studiosi, filosofi che vivevano lì scappano e giungono in Occidente e alcuni di questi intellettuali si portano dietro manoscritti,

nonchè importanti testimonianze della cultura greca. Uno dei luoghi dove vengono ospitati è proprio l'Italia (es. Firenze). In particolare la fonte del diritto romano giustinianeo che più attira l'attenzione dei giuristi è il Digesto, perché cercano di capire che fonti sono e da dove vengano. Dunque studiano quei testi, ma non come i glossatori (e i commentatori) facevano, i quali non si erano posti il tema della storicità del mondo romano. Infatti per loro il testo romano giustinianeo è un testo autorevole, di sapienza, che può essere letto, commentato e utilizzato come strumento per loro il diritto romano è strumento e non fine non c'è quell'interesse storico-filologico che invece hanno gli umanisti. Se il metodo è storico-critico-filologico, significa che bisogna storicizzare quel diritto, quello che i giuristi medievali non avevano fatto, se non in minima parte. Da una parte dunquesi vuole riscoprire ciò che è possibile e dall'altra valorizzare i manoscritti già esistenti per cercare di arrivare ad una conoscenza più vasta e profonda delle fonti originali del diritto romano. Lo strumento è la filologia, utile per selezionare i testi. Gli umanisti cercano di capire, tra le altre cose, quali sono le cosiddette interpolazioni, ossia le aggiunte e le modifiche apportate al testo originario. Da un lato bisogna storicizzare (cosa che i giuristi medievali non avevano fatto), dall'altro entrare nelle fonti. "Storicizzare" significa ricollegare il diritto romano agli specifici contesti, un conto sono le XII Tavole, un conto è il Digesto. Per gli umanisti il corpus e il diritto romano, per quanto maestoso e pregno di saggezza, è un monumento storico (e non intoccabile), in quanto tale legato a tempi determinati poiché storico deve essere analizzato con gli strumenti adatti. LorenzoVallaValla è uno degli esponenti dell'Umanesimo italiano (1407-57), è un retore e insegna a Pavia, che è uno dei centri più importanti dell'umanesimo. Valla è molto noto per una sua opera pubblicata nel 1440 sulla cd. falsa donazione di Costantino, in cui dimostra che un documento che era stato richiamato nei secoli per sostenere una certa tesi in realtà era falso (il documento era la cd. donazione di Costantino). Secondo il documento, Constantino, fondando Costantinopoli, avrebbe spostato la capitale d'Oriente, lasciando alla chiesa i restanti territori italiani dell'impero romano una delle pretese della chiesa fu quella di esercitare un potere temporale su alcuni territori in Italia. Valla studiando questo documento dimostra che è falso, attraverso l'uso della filologia, ossia dell'approccio storico critico metodologico nel documento infatti si usa un linguaggio che non è tipico del periodo.

(il documento è stato realizzato molti secoli dopo). Questa stessa metodologia può essere utilizzata per i testi dell'antichità e riguarda anche, in misura diversa,

  1. la critica che si fa del lavoro fatto da Giustiniano e Triboniano
  2. come avevano lavorato i giuristi medievali su quelle fonti

Da questi studi nasceranno le basi metodologiche di quella critica interpolazionistica, applicata con più profitto al Digesto.

Il manoscritto del Digesto più antico che noi abbiamo è la littera pisana, presa dai fiorentini dopo la conquista dei pisani (che probabilmente presero il manoscritto dagli amalfitani) → sappiamo per certo che stava a Pisa dal '200 fino al 1406.

Solo gli umanisti vedono in questo manoscritto una cosa preziosissima, perché essendo vicino all'età di Giustiniano, è probabilmente un archetipo.

Nel '400 cominciano a confrontare il testo del Digesto come circola a Bologna e si vede che tra i

Manoscritti bolognesi e la littera pisana ci sono delle differenze, come parole diverse che finiscono per cambiare il senso delle frasi. Angelo Poliziano viene autorizzato da Lorenzo il Magnifico ad elaborare un progetto di edizione critica del Digesto, ma morirà nel '94 (molto giovane), quindi comincia solo ad immaginarlo. L'intento di Poliziano era quello di restituire al Digesto la sua purezza originaria lavorando sull'edizione glossata bolognese. Tutti gli umanisti sono accomunati dalla grande attenzione per la lingua. Un amico di Valla, Maffeo Vegio, pubblicò un glossarietto, il "De verborum significatione". Valla pubblica il "Elegantiae Latinae linguae", a dimostrazione che spesso ricorre il tema della lingua e dell'etimologia.

La critica certamente contiene una pars destruens, significa che bisogna distruggere ciò che si ritiene sbagliato e infondato proprio dentro questa parte critica ci finiscono.

sia Giustiniano che Triboniano. L'accusa principale a Giustiniano è di aver raccolto solo una parte dell'antica sapienza giuridica romana compiendo un'opera frammentaria, vana, distruttrice resa tale ancor più dal comando imperiale di considerare i libri del Corpus come gli unici libri di diritto vigente. Le polemiche sono anche rivolte ai glossatori e giuristi bolognesi, perché accusati di non avere una vera conoscenza della lingua latina, dunque sostanzialmente di essere incolti. Non a caso questi umanisti vengono chiamati anche culti. Valla è particolarmente critico, un po' perché un polemista nato, ma se la prende ampiamente con Giustiniano per aver distrutto la purezza della classicità giuridica romana (vede solo la parte distruttiva e non la parte salvifica dell'opera giustinianea) e li accusa di non conoscere bene il latino; le loro annotazioni e commenti hanno apportato solo disordine. In maniera particolare.

c'è un'epistola di Valla, che suscita grande scalpore a Pavia (in cui visono giuristi che seguono ancora il metodo del commento), in cui chiama "cigni" (conaccezione positiva) alcuni dei giuristi romani come Sulpicio, Scevola, Paolo e Ulpiano e "oche" invece Accursio, Barlo ecc., accusandoli anche di non parlare davvero il latino ma unalingua barbara.

Se Valla è molto severo in questo giudizio, Poliziano è molto più moderato: egli tende infattia giustificare gli errori dei giuristi medievali in relazione ai mezzi che avevano a disposizione.

I veri primi giuristi umanisti, come Andrea Alciato e Ulrico Zasio, sono meno critici neiconfronti dei giuristi medievali hanno un approccio di continuità con i giuristi medievali.

Obiettivo dei giuristi è anche quello di dare un nuovo ordine alla fonti romaniste.

Andrea Alciato

Era il più famoso, noto e celebrato giurista europeo.

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
56 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher maddi 02 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Lacchè Luigi.