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IL CINEMA DI LUCHINO VISCONTI Cinema
Luchino Visconti scrisse sulla rivista “ ” un articolo dal titolo “Cinema
antropomorfico” in cui sintetizzava la sua posizione morale ed estetica.
Il cinema antropomorfico è dato dall'immagine dell'uomo "umanamente sano" che
conduce un'esistenza "viva" e "vera" grazie al lavoro, nel quale realizza la propria
identità.
I temi sono i soliti: tragico nel quotidiano; personaggi votati al fallimento; alternanza di
dramma individuale/corale; mondo in disfacimento... Il tutto espresso attraverso
l’eccellente utilizzo della macchina da presa, grazie alla quale, si ottiene il vero
spettacolo.
COMMEDIA ALL’ITALIANA E ROMANZO POPOLARE
Affianco alla corrente neorealistica si manifesta un cinema influenzato da quello
americano, per cui semplice, spettacolare e di facile presa, talvolta impegnato
politicamente, talvolta no.
Si chiamava cinema romanzesco ed era attento ai fattori caratteristici di un
linguaggio popolare.
Negli anni Cinquanta il cinema entra a far parte di un più generale sistema dei media
in cui giocano un ruolo di primo piano anche la stampa a diffusione periodica, la
radio e la nascente televisione.
Fra i primi che aderirono ai nuovi temi del dopoguerra troviamo i cosiddetti registi
(registi emergenti che si cimentano in esercizi di stile che esibiscano la
calligrafici
loro cultura letteraria, figurativa e cinematografica). Pietro Germi, De Santis…
- Accanto a questo cinema di risvolto drammatico, il cinema italiano degli anni
Cinquanta e successivi si sviluppò nella dimensione comica, nella commedia
all’italiana e nel neorealismo rosa .
Comencini, Dino Risi, Monicelli.
Capitolo 15: LA NOUVELLE VAGUE
TEORIA E PRASSI DELLA NOUVELLE VAGUE (= ipotesi di cinema
La cosiddetta Nouvelle Vague (nuova ondata) ) del cinema
francese si impose all’attenzione della critica e del pubblico internazionale,
determinando in larga misura i temi e le forme di gran parte della produzione
cinematografica del decennio successivo.
Sebbene molto diversa dal neorealismo italiano, la Nouvelle Vague fu certamente un
modo nuovo di usare il cinema come strumento di rivelazione del reale, al di fuori delle
regole codificate dello spettacolo tradizionale.
Con la Nouvelle Vague nasce il cinema della modernità, un cinema che vive della
Il regista diventava il vero autore del
consapevolezza di essere rappresentazione.
film .
Attorno al concetto di scrittura si andrà sviluppando una teoria critica che si appunterà
politica
sulla definizione di autore, dando origine a quella politique des auteurs (
dell’autore ): usato come strumento di espressione personale attraverso lo stile e la
messa in scena.
Il primo tratto in comune tra questi registi fu la loro formazione cinefila, avvenuta alle
sale della Cinematheque di Parigi. La loro passione li spinse poi alla scrittura.
Le caratteristiche principali erano: la predominanza della sceneggiatura, riprese negli
studi e il ricorso ai divi del cinema nazionale.
- François Truffaut (regista e sceneggiatore) viene da un’infanzia travagliata, ma
grazie ad essa e alla sua costante solitudine ebbe modo di arricchirsi con la
letteratura e di sgattaiolare per vedere svariati film.
In seguito, iniziò a frequentare la “politique des auteurs”, un modo in cui
poteva “nutrirsi” grazie agli eroi cinematografici che la frequentavano. Diventò un
regista, scrivendo un romanzo che durò più di vent’anni (universo personale).
I 400 colpi
Esordì con “ ” basato appunto, sulla sua infanzia.
Successivamente però divenne anche un critico grazie al suo essere un moralista.
(gli piaceva tagliare le idee di cinema e non le idee di sceneggiatura).
L’età di questi autori esordienti è un fattore importante, in quanto consentiva loro di
parlare meglio a quel nuovo pubblico - i giovani - che era cresciuto nel dopoguerra.
- Un altro fattore importante per la Nouvelle Vague fu il diffondersi di una nuova
tecnologia che consentiva un approccio più facile, economico ed immediato alle
riprese, ideale per film a basso costo realizzata da giovani e piccole troupes, come:
macchine da presa più leggere, mirini fotografici che mostravano
esattamente quel che le lenti vedevano, pellicole più sensibili e lampade più
semplici e potenti .
La filosofia dei registi della Nouvelle Vague e le possibilità offerte dalle nuove tecniche
la nascita di un cinema che esce
trovano così un efficace punto di incontro che aiuta
dagli studi ed entra nelle strade.
I film della Nouvelle Vague producono a tutti gli effetti un nuovo modo di raccontare
cinematograficamente una storia. Ci sono i fatti, ma anche le attese, i silenzi e le
incertezze.
I protagonisti si presentano come personaggi ordinari, che non sempre sanno cosa fare
e dove andare, più incerti e contraddittori di quelli del cinema classico.
Questa rivoluzione narrativa è sostenuta da un’altrettanta evidente rivoluzione che si
dà sul piano del linguaggio. (La novità doveva consistere innanzitutto nel rifiuto del
linguaggio cinematografico codificato) estendere le
- Il fine primato dei registi della Nouvelle Vague era quello di
possibilità espressive del cinema . Ciò si vede bene nell’uso del montaggio da una
parte negato e dall’altra parte esaltato ai massimi livelli.
Sempre a proposito del montaggio, bisogna ricordare la “politica dell’errore”,
attraverso il ricordo al
jump cut (stacchi tra due inquadrature), frame stop (fermo fotogramma), oppure
anche non relativamente al montaggio movimenti di macchina a spalla, o uscite
anomale di campo.
LA CONSAPEVOLEZZA DEL CINEMA: JEAN-LUC GODARD
È il regista che più ha rappresentato gli elementi di rottura e novità e la complessità
del cinema della Nouvelle Vague.
Fino all’ultimo respiro
Godard ha esordito con “ ” (1960), storia di un giovane criminale
che si atteggia e che dopo aver ucciso un poliziotto tenta di convincere una ragazza
americana ad andare con lui in Italia.
Il film rappresenta una notevole indifferenza agli standard del linguaggio e del
racconto, introducendo divagazioni, tempi morti e facendo ricorso a un montaggio
sincopato soprattutto per l’uso dei jump cut.
Godard gira un gran numero di film, che sconvolgono l’idea del cinema sino ad allora,
offrendo uno spaccato della società francese di quegli anni ma anche un attento lavoro
di ricerca sulle possibilità espressive del cinema. Dà corpo ad una narrazione attenta a
ciò che sta tra le azioni, attese, silenzi, sguardi: ricorre al collage, mescola il
popolare a digressioni estetiche, ricorre ad un linguaggio anticlassico.
Successivamente Godard si aprirà alle nuove tecnologie in un periodo di riflessione e
nasceranno film video e lunghi programmi televisivi, meno direttamente politici, con
riflessioni sulla famiglia e sul lavoro.
IL CINEMA VÉRITÉ E IL NUOVO DOCUMENTARIO
È una tendenza del cinema che si è andata divulgando negli anni Sessanta in Francia e
in altri Paesi.
È il tentativo di utilizzare il cinema come rivelatore della realtà nel suo farsi.
Il termine riprende tutto il concetto informatore di tutta la scuola documentaristica
mondiale.
Può essere utile per il discorso sul cinéma vérité la frase “la verità non è lo scopo,
ma la strada”.
Se si intende questo cinema come una strada da seguire, meglio ancora come una
predisposizione all’indagine, all’analisi della realtà, se la verità non è uno scopo, ma
può essere la strada per raggiungere una nuova visione e un nuovo rapporto con la
realtà, questo cinema diventa una ideologia. Tra i vari modi di praticarlo, vi è anche
quello di usare la cinepresa come agente provocatore, stimolatore di reazioni e
comportamenti.
Per questo tipo di cinema bisogna ricordare Rouch, che adopera la cinepresa come
strumento terapeutico. Egli provoca i protagonisti dlei suoi film, li crea come
personaggi nel momento stesso in cui dà loro la possibilità di realizzarsi come uomini
fuori dagli impedimenti psicologici e morali della loro vita sociale. Realizza alcuni
cortometraggi africani, dove la verità scaturisce direttamente dalla finzione nella
misura in cui l’autenticità della storia improvvisata e la sincerità dei personaggi sono
lo specchio di un modo d’essere.
IL FREE CINEMA
Tra documentarismo e sperimentalismo, ricerca della verità e gusto della finzione,
anche il Free cinema inglese ha tentato di superare gli schemi della tradizione.
Queste opere brevi e di corto respiro dovevano costituire alcuni esempi di un possibile
cinema alternativo, realmente libero, adatto a rappresentare la nuova realtà
britannica.
Il Free Cinema ha segnato un capitolo di estrema importanza, anche considerando la
situazione politica e civile della Gran Bretagna dell’epoca, con il crollo del
new left (nuova
colonialismo, la graduale emarginazione politica, la nascita della
sinistra) , i vari momenti di protesta e polemiche.
La sua principale novità è stata l’attenzione a personaggi e ambienti proletari, assai
lontani dalla dimensione piccolo borghese della Nouvelle Vague.
Tra gli autori ricordiamo: Richardson, Schlesinger e Loach.
Capitolo 16: IL CINEMA ITALIANO NEGLI ANNI ‘6O E ‘70
Dal 1960 si possono individuare 3 tendenze:
- L’affermarsi di un cinema d’autore che privilegia un discorso sull’uomo (di cui
Antonioni e Fellini sono espressione più autorevole);
- L’affermarsi di un cinema che mischia il discorso esistenziale con istanze politiche
richiamandosi più esplicitamente alla Nouvelle Vague (Bertolucci e Bellocchio);
- L’affermarsi d’un cinema che esalta la componente politica rispetto a quella sociale
(Rosi e Petri).
A fianco di quest’ambito autoriale corre poi quello del cinema di genere dominato dalla
commedia (Risi, Monicelli, Comencini, Scola) e dal thriller (Leone e Argento).
- Bernardo Bertolucci: s’avvicina esplicitamente alla Nouvelle Vague per il
linguaggio sperimentale e l’adesione al modello autobiografico mostrati, unendovi
attenzione ai meandri della psiche e gusto per l’ambiguo.
La sua carriera è divisibile in 3 periodi: intimista; misto a grande spettacolo; di nuovo
intimista.
“La Commare Secca”
I film: (film d’esordio, tempo non cronologico, con flashback e
La Strategia del Ragno”
assunzione da diversi punti di vista come in “Quarto Potere”); “
“Novecento”
(da Borges, 1970) e