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QUANDO NASCE IL PERIODO FASCISTA?

Viene edificato in Italia nel biennio ‘25-‘26.

LE LEGGI FASCISTISSIME

Mussolini approverà e attuerà una serie di interventi, che dal punto di vista legislativo si chiameranno

“le leggi fascistissime”, sono quei provvedimenti legislativi che il parlamento approverà tra il ‘25 ed il

‘26 che porteranno nel giro di due anni alla costituzione del vero e proprio regime:

fine della libertà di associazione;

● scioglimento dei partiti, solo quello fascista avrebbe potuto continuare ad esistere.

Il partito unico è caratteristica di un paese dittatoriale, abilitato a svolgere la sua azione;

abolizione dei sindaci eletti sostituti da podestà (il sindaco non veniva più eletto, chi

● governa una città non è il cittadino ma un podestà di nomina governativa);

decadenza di tutti i deputati dell’opposizione (gli Aventiniani saranno espulsi);

● dal ‘26 istituzione di tribunali speciali per la difesa dello Stato, tribunali che puniscano

● chi attenta alla vita dello stato fascista. I tribunali politici vanno a colpire gli oppositori

politici;

crea una serie di organismi di polizia segreta che si occuperanno di controllare e

● reprimere i gruppi di opposizione al fascismo. Le organizzazioni di controllo come

l’UPI (Ufficio Politico Investigativo) e l’OVRA (Opera Volontaria di Repressione

Antifascista) avranno una doppia funzione: quella di reprimere e quella di instaurare il

sospetto di essere presenti;

fine della libertà di stampa, i giornali verranno soppressi e i direttori dei grandi

● giornali verranno sostituiti con direttori fascisti. Cerca di reprimere tutto quello che

potrebbe disturbare l’azione di governo ma, allo stesso tempo, andrà anche incontro

alle esigenze.

LE OPERE A FAVORE DEI CITTADINI NEL 1925

Nascono: l’Opera Nazionale del Dopolavoro: organizzazione con un’impronta fascista, che voleva

● organizzare il tempo libero (es: attraverso circoli culturali, teatri, cinema e impianti

sportivi che potessero quindi impiegare i cittadini nel loro tempo libero);

l’Opera Nazionale Maternità e Infanzia: organizzazione che propone assistenza,

● soprattutto alle mamme, nell’attività di crescita e di sostenimento dei bambini (dai 0 ai

5 anni);

l’Opera Nazionale Balilla: organizzare, inquadrare e insegnare i valori della fede

● fascista e del fascismo fin dalla più tenera età (dai 6 ai 18 anni). Prevedeva una serie di

classi divise:

- dai 6 agli 8 anni: i figli della Lupa;

- a 9 anni: Balilla;

- moschettieri;

- università: in gruppi universitari fascisti.

Lo scopo era quello di inquadrare le nuove generazioni in una logica fascista, insegnando fin da

piccoli certe regole, che andava dagli esercizi di ginnastica all’inquadramento più o meno militare o

paramilitare. I maschi fin da piccolini dovevano essere abituati ad usare armi. Le bambine, sempre

inquadrate in una logica fascista, dovevano diventare brave mamme e donne di casa, dovevano

imparare quindi a stirare, a cucire, ecc. (chiamate le figlie della Lupa, le piccole italiane).

DOVE AVVIENE LA PROPAGANDA FASCISTA

Poi, c’è anche la creazione di un apparato poliziesco, di controllo sistematico nell’ambito

dell’informazione, che sarà molto forte soprattutto sulla stampa e sulla radio. A questo si affiancherà

anche la propaganda. La propaganda si estende in tutti i campi, dal cinema alla radio, alle scritte sulle

case di motti Mussoliniani (es. credere, obbedire, combattere) fino ad arrivare al teatro. C’erano

anche le adunate oceaniche come quella di Palazzo Venezia. Mussolini attuava un effetto psicologico

sulle masse di persone. Mussolini usava anche fare parate militari, ginnico-sportive, tipiche di tutti i

regimi autoritari e totalitari come simbolo di forza. Infine usò il simbolismo che viene introdotto

proprio dal fascismo. Già i socialisti avevano introdotto un loro simbolismo: il pugno sinistro alzato,

la bandiera rossa, l’inno dell’internazionale socialista. Anche i fascisti adotteranno i loro simboli: il

saluto romano, l’indicazione della data dell’era fascista (i documenti che vengono scritti dagli apparati

statali dopo l’avvento del regime hanno la data ufficiale e a fianco anche l’anno corrispondente

dell’era fascista, quindi partendo come anno 1 dalla marcia su Roma).

IL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO

Nel 1928 nascerà un organo nuovo che non era previsto dallo statuto Albertino e cioè il Gran

Consiglio del fascismo, un organo creato ad hoc da Mussolini che avrebbe dovuto rappresentare la

politica del paese da un punto di vista strategico e che avrebbe radunato le maggiori figure di spicco

del regime. Doveva affiancare il Parlamento, era il supremo organo d’indirizzo politico del paese. Ma

chi faceva parte del Gran Consiglio? Mussolini, i quattro quadrumviri della marcia su Roma, il

segretario nazionale del partito e il segretario delle confederazioni fasciste. A quell’organo era

attribuita la responsabilità di suprema guida. Mussolini gli attribuiva una grande valenza, ma in

realtà, dopo le prime riunioni e i primi anni alla fine sarà Mussolini ad assumere tutti i poteri. Il Gran

Consiglio è importante perché quando il fascismo cadrà, il 25 luglio del 1943, sarà in conseguenza ad

un voto contrario del Gran Consiglio del Fascismo, segnando la caduta del regime.

IL MONDO CULTURALE

Il fascismo durante il biennio tenta fortemente di accattivarsi il favore di figure intellettuali, perché al

fascismo viene mossa l’accusa di essere una forza senza cultura, una potenza di ignoranti.

È vero però che il fascismo aveva dalla sua parte intellettuali di spicco come Pirandello, Gentile,

addirittura lo stesso Benedetto Croce (che sarà poi un emblema dell’antifascismo). Viene finanziata

così la costruzione di enti e centri che si prospettavano di dare lustro al mondo intellettuale.

Nasce l’Accademia d’Italia, fondata nel 1929, che era quell’associazione che avrebbe dovuto

incorporare tutto il meglio dell’intellettualità italiana. Cioè, essere socio dell’Accademia d’Italia,

significava essere nell’élite, cioè rappresentare il meglio della cultura italiana. Fu un organismo

investito di grande prestigio, a cui furono date anche molte risorse economiche, tale da farne il fiore

all’occhiello della cultura italiana. Un’altra iniziativa in cui il fascismo investì molto in ambito

culturale, fu quella della cosiddetta enciclopedia italiana: la Treccani. È un’opera monumentale,

composta da una serie di voci monografici, che sarebbe dovuta diventare una sorta di enciclopedia

ufficiale del paese, ed avrebbe dovuto includere il contributo di tutti i maggiori esperti, in tutti i campi

della scienza e della cultura. Vi è un grande interesse verso la cultura, in quanto Mussolini è convinto

che il fascismo senza gli intellettuali non avrebbe avuto prestigio a livello internazionale.

IL MANIFESTO DEGLI INTELLETTUALI ANTIFASCISTI DI BENEDETTO CROCE

Il manifesto degli intellettuali fascisti è nato nel marzo del 1925 da un’iniziativa di Gentile, che

invitava il mondo intellettuale italiano a firmare questo manifesto in favore di Mussolini. Pochi

intellettuali e non molti di rilievo firmarono. A questo manifesto risponderà Benedetto Croce (che

dopo l’assassinio di Matteotti si schierò contro Mussolini), con un suo contro-manifesto: il manifesto

degli intellettuali antifascisti, pubblicato sul giornale ‘’Mondo’’ il 1 maggio del 1925. Questo fu invece

firmato da molti intellettuali e di grande rilievo. Questo fece capire che il mondo intellettuale italiano,

all’epoca, non aveva ancora aderito in maniera esplicita al fascismo.

IL MONDO UNIVERSITARIO

All’inizio degli anni ‘30, ci sarà una prova di forza del fascismo, proprio rispetto al mondo culturale ed

intellettuale, che si manifesterà con l’obbligo imposto a tutti i docenti universitari, proprio da Gentile,

di firmare un giuramento di fedeltà al regime. Nel 1931, il regime imporrà a tutti i docenti

universitari, il giuramento di fedeltà non solo allo Stato, ma anche al fascismo, all’epoca vi erano circa

1200 docenti ordinari e giurarono in molti, solo 12 o 13 non giurarono. Mussolini ottenne dunque

consenso con la forza, perché il rischio per questi docenti era quello di essere licenziati.

LA POLITICA ESTERA

In politica estera Mussolini cercherà di essere fedele a quello che aveva promesso ritenendo che

l’Italia dovesse ricoprire un ruolo di maggior prestigio. In realtà l’esperimento del fascismo che

Mussolini avvia in Italia riscuote molti interessi. I governanti, soprattutto conservatori, (Francia,

Gran Bretagna e Stati Uniti) guardano con grande interesse l’esperimento condotto da Mussolini,

perché pensano possa essere la retta via per combattere il comunismo (grande apertura di credito del

fascismo da parte dei giornalisti americani inviati in Italia). Mostra che ormai l’Italia non è più l’Italia

di Giolitti. Risolve per esempio la questione di Fiume e l’annette all’Italia (prima era stata dichiarata

città libera). Nel 1923 Mussolini prosegue all’occupazione di Corfù (città greca) dando così modo di

far credere che l’Italia fosse una nazione capace di azione a livello internazionale.

I PATTI LATERANENSI (DOMANDA ESAME)

Il leader politico che risolve il conflitto tra Stato e Chiesa è proprio Mussolini. Il suo obiettivo è quello

di giungere finalmente a una soluzione alla questione romana. Formalmente, da un punto di vista

giuridico, il conflitto non era ancora risolto (anche se il non-expedit era cessato di esistere nel 1919).

La risoluzione del febbraio 1929 della questione romana, non è una questione di politica interna, ma

internazionale, il Papa è il punto di riferimento della cristianità mondiale. I Patti Lateranensi del

febbraio 1929 firmati a Roma garantiranno un grande prestigio al fascismo a livello internazionale.

Nonostante questo, alcuni fascisti individueranno in quei patti un duro colpo all’idea di fascismo in

sé, questo perché c’è un incrocio tra fascismo e Chiesa che male si adatta al concetto totalitario. In

sostanza i Patti Lateranensi sono un trattato che stabilisce la conciliazione tra Stato e Chiesa,

conciliazione che era esplosa prima con l’unificazione e poi con la Breccia di Porta Pia.

I 3 DOCUMENTI ALL’INTERNO DEI PATTI LATERANENSI

Quando si parla di Patti Lateranensi si parla di 3 cose perchè vi sono 3 documenti:

1. il trattato. Prevedeva il reciproco riconoscimento tra Stato e Chiesa, che non c’era

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A.A. 2023-2024
225 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giorgiacrescenzio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Forno Mauro.