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La situazione in Libano e gli scontri tra Falangisti e le forze siriane

Gemayel era supportato dai maroniti, determinati, seppur in minoranza, a riottenere il controllo del paese - obiettivo supportato da Begin e Sharon. Inoltre, Gemayel voleva eliminare l'OLP dal Libano, ma anche peggio perché voleva eliminare tutti i palestinesi.

All'inizio dell'aprile dell'81, scontri tra Falangisti e le forze siriane scoppiarono attorno a Zahle, la cui popolazione era principalmente greco-ortodossa e greco-cattolica. Questo permise la risposta dell'aiuto israeliano che portò alla caduta di due elicotteri siriani. Assad rispose provocando la crisi dei missili, con gli USA che mandarono il diplomatico Philip Habib per ristabilire l'ordine.

Haig non aveva visitato la Siria durante il suo tour in M.O., ma aveva riferito agli israeliani che fosse uno stato sovietico ed una minaccia alla pace. Habib tuttavia trovò necessario trattare con Assad. La disparità tra le visite di Haig e di Habib enfatizzarono le tensioni.

contraddizionidella politica di Reagan. Nell'81 l'OLP si trovò davanti a metà tra i maroniti e una possibile invasione da sud da parte degli israeliani. Inoltre Arafat si trovava davanti ad una crescente ostilità siriana. Damasco credeva che lui potesse cercare un accordo con la Giordania così da isolare la Siria in uno scontro diretto con Israele, mentre le forze erano divise tra il Golan e il Libano. Inoltre gli approcci di Arafat a Washington erano falliti. A giugno del 1980 9 membri della Cee sancirono la Dichiarazione di Venezia per il riconoscimento del principio di autodeterminazione dei diritti palestinesi e del diritto dell'OLP di partecipare alle iniziative di pace. Inoltre affermava che Israele dovesse ritirarsi dai territori occupati dal 67 in poi. Scoppiarono ulteriori conflitti che si calmarono con un cessate il fuoco il 24 luglio, dove OLP e Israele furono d'accordo allo stop delle ostilità nel sud del Libano e lungo il confine israelo-libanese.confine israelo-libanese.

Invasione israeliana del Libano

L'inaugurazione del secondo governo Begin ad agosto del 1981 coincise con la richiesta di pace a Washington da molti stati arabi. Mentre Sadat negli USA proponeva il cessate il fuoco, il Principe Fahd in Arabia Saudita voleva l'abolizione degli accordi di Camp David, il ritiro di Israele dai territori occupati nel '67 e la creazione di uno stato palestinese a Gerusalemme Est → ogni stato nella regione deve poter vivere in pace.

Sadat ignorò le richieste del saudita e voleva recuperare tutto il Sinai nell'aprile dell'82 come sancito dagli accordi Camp David. L'apertura di Fahd indicava la volontà araba di aprire un forum di negoziati, questo sfidava il desiderio di Begin di consolidare il suo potere nel West Bank. A settembre del 1981 Begin e Sharon pianificarono l'invasione del Libano.

Sharon voleva distruggere le infrastrutture e la leadership militare dell'OLP e magari anche la.

Sua leadership attaccando l'ovest di Beirut. Inoltre immaginava uno scontro importante con i siriani così da cacciarli dal Libano, questo avrebbe assicurato la presidenza di Gemayel, che per Sharon avrebbe condotto ad un trattato di pace con Israele, stabilizzando la frontiera nord del paese. Begin presentò al governo la proposta di un attacco limitato così da garantirsi l'assenso. Intanto fu mandato Seguy a Wash. per avere l'approvazione di un attacco contro l'OLP. Sharon incontrò Haig in USA e mostrò i piani di due diverse invasioni, una riguardo il sud del Libano e l'altra a nord di Beirut. Haig approvava la seconda ma chiedeva una maggiore provocazione. → fu data dall'assassinio dell'ambasciatore israeliano a Londra i 3 giugno. L'invasione cominciò il 6 giugno e causò la reazione delle forze siriane per provocare una risposta da usare come giustificazione all'attacco. 15 GIUGNO

→ Beirut. Nonostante gli USA avessero approvato gli obiettivi israeliani criticavano fortemente l'assenza di rispetto per le vite dei civili. Haig si dimise e ancora una volta Habib dovette provare a trovare un accordo su una ritirata. Riuscì il 12 agosto, ma solo dopo un bombardamento massiccio sul west Beirut. Dal 1 settembre le forze palestinesi avevano lasciato Beirut verso altri paesi e le forze americane si erano ritirate.

Reagan propose una nuova iniziativa per rafforzare gli accordi di Camp David. Voleva bloccare gli insediamenti israeliani sul West Bank e negava la sovranità sul territorio di Gaza. Intanto negava però l'idea di uno stato palestinese indipendente. Parlava di una piena autonomia attraverso una confederazione con la Giordania, senza compromettere la sicurezza di Israele. Ripudiava la posizione dell'OLP e rimarcava la posizione USA sulla risoluzione 242. Quindi implicitamente negava il diritto di autodeterminazione ai

Palestinesi. Il Libano Israele incontrò non pochi ostacoli, tra cui l'assassinio il 14 settembre di Gemayel. Egli aveva resistito alle loro richieste di una pace immediata tra Libano e Israele, opponendosi al piano per Haddad e le sue forze nel sud del Libano di rimanere sotto autorità israeliana. L'accordo riguardava che le forze falangiste sarebbero entrate nei campi rifugiati palestinesi fuori Beirut per ripulirli da almeno 2 mila combattenti dell'OLP. La morte di Gemayel portò una serie di eventi che portarono ai massacri dei campi di Sabra e Shatila. Nonostante ciò Israele violò il negoziato con Habib entrando a West Beirut. I maroniti continuarono il massacro dei palestinesi fino al 19 settembre. La commissione Kahan ritenne Israele responsabile del massacro. Gli USA reintrodussero le truppe come parte di una forza multinazionale. Shultz dichiarò che i palestinesi facevano richieste legittime dicendo di volere un luogo in cui identificarsi.

In autunno gli USA cercarono di far negoziare direttamente Re Husayn con Israele e chiese al congresso di non fornire più aiuti a quest'ultimo, ma il congresso fece l'opposto intensificandoli. Shultz ipotizzò un accordo sulla sicurezza libanese-israeliano, firmato il 17/05/83 che portò il ritiro di Israele dal Libano. Questo era subordinato a un simile comportamento con Damasco, lasciato fuori dall'accordo. Il successore di Bashir, suo fratello Amid, accettò l'accordo. Accordi di Taif I negoziati a Ṭāʾif in Arabia Saudita sono stati il risultato degli sforzi politici di un comitato composto da re Hasan II del Marocco, da re Fahd dell'Arabia Saudita e dal presidente algerino Shādhlī Benjedīd, col sostegno ufficioso della diplomazia degli Stati Uniti d'America. L'accordo fu stipulato il 22 ottobre 1989 e venne ratificato dal Parlamento libanese il 5 novembre dello stesso anno, divenendo parte integrante della Costituzione.

libanese. Gli Accordi di Ṭāʾif furono seguiti dalla firma nel 1991 di un Trattato di fratellanza, di cooperazione e di coordinamento fra Libano e Siria. L'accordo prevedeva il disarmo di tutte le milizie libanesi, sia cristiane sia musulmane. Nell'ottobre dello stesso anno il Primo ministro, il gen. Michel Aoun, cercò di applicarlo, e di estendere il controllo dell'esercito alle regioni cristiane controllate dalle Forze Libanesi, con cui si scontrò, come pure si urtò col rifiuto delle milizie sciite di Hezbollah. L'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq ne affrettò il tramonto politico: gli USA dettero il via libera allora alla Siria in cambio del suo sostegno alla guerra del Golfo. La guerra civile finì così nell'ottobre 1990 con l'allontanamento del gen. Aoun, a seguito di un'offensiva condotta dall'esercito siriano delle FAD, che di fatto pose fine alla guerra civile, con il paese ormai sotto

Controllo siriano.

Capitolo 9

La prima guerra del Golfo

La diplomazia, le alleanze e ciò che consegue dall'invasione Irachena del Kuwait il 2 agosto del 1990 sono assai complessi. Le forze di coalizione guidate dagli USA riconquistò il Kuwait e distrusse gran parte delle forze armate Irachene e le infrastrutture civili, in una campagna che cominciò il 16 febbraio del 1991. Il cessate il fuoco fu imposto il 28 febbraio.

L'economia irachena post-guerra con l'Iran (1980-88) non era in condizioni peggiori di quella di altri Paesi arabi non petroliferi e il debito accumulato durante la guerra e l'impoverimento di gran parte della popolazione rendevano impossibile per il regime proseguire secondo la politica con la quale Saddam Hussein aveva cercato di coniugare ambizioni regionali e consenso interno. A partire dal 1987 il regime decise di introdurre, così come accadeva negli altri paesi arabi, politiche di liberalizzazione economica e politica, mirate.

A stimolare la ripresa economica e ricostituire il consenso. In Iraq consistette nella privatizzazione accelerata delle imprese industriali e agricole dello stato, di cui beneficiarono soprattutto gli accoliti del regime. Tuttavia tali politiche si tradussero in un aumento della disoccupazione e delle disparità sociali.

I motivi che spinsero Saddam all'invasione del Kuwait furono che il regime credeva, in primis, di aver combattuto anche per difendere le monarchie petrolifere della Penisola dall' minaccia iraniana e si attendeva quindi che gli stessi avrebbero assistito finanziariamente la ricostruzione dell'Iraq. Ad inizio del 90 il Kuwait però si dimostrò riluttante a condonare il debito iracheno, ma si unì agli EAU nell'espansione della produzione petrolifera che faceva calare il già basso prezzo del petrolio danneggiando l'Iraq. Saddam pensò ad un complotto arabo per indebolire il suo stato. Decise di occupare il Kuwait.

contando di trarne una serie di vantaggi economici e politici. L'annessione avrebbe permesso all'Iraq di aumentare la sua rendita e di costringere le monarchie della penisola ad assecondare le politiche irachene; inoltre l'occupazione, portata a termine in due giorni, poteva essere giustificata con le pretese storiche dell'Iraq sul Kuwait, la cui incorporazione nella provincia ottomana di Bassora nel 89 era stata contrastata dai Brit.; infine Saddam era convinto che gli USA non avrebbero reagito militarmente, sia perché la fine del blocco sovietico (1989 caduta muro) eliminava il rischio di sfruttamento della situazione da parte dell'Urss, sia perché l'Iraq era pronto a garantire agli USA la stabilità dei prezzi petroliferi e contava sull'acquiescenza delle monarchie sulla propria egemonia anti-iraniana. Molti leader arabi condannarono l'assalto di Saddam e chiesero un ritiro dell'Iraq dal Kuwait. Arafat invece difendeva Saddam.sperando di utilizzare la sua mossa contro gli USA e i suoi alleati per concessioni. Gli stessi che criticavano S
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Publisher
A.A. 2021-2022
26 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher larosa.laura3 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea dei paesi arabi b e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Guazzone Laura.