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Riassunto esame Statistica economica, Prof. Grassini Laura, libro consigliato Biggeri L., Bini M., Coli A., Grassini L., Maltagliati M. (2017; II edizione) Statistica per le decisioni aziendali. Ed. Pearson, Milano., Grassini L. Pag. 1 Riassunto esame Statistica economica, Prof. Grassini Laura, libro consigliato Biggeri L., Bini M., Coli A., Grassini L., Maltagliati M. (2017; II edizione) Statistica per le decisioni aziendali. Ed. Pearson, Milano., Grassini L. Pag. 2
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Stima corretta di σ

Una stima corretta di σ è data da: σ = √(S^2 / (n-2)), dove:

  • S^2 è la devianza residua
  • n-2 è il numero di gradi di libertà associati alla devianza residua, dati dal numero delle osservazioni meno il numero dei coefficienti della retta (n - nr. coeff)

Stima dell'errore standard

L'errore standard S misura la variabilità dei valori osservati di Y intorno alla retta di regressione. L'ordine di grandezza di SYX dovrebbe sempre essere giudicato in relazione all'ordine di grandezza della variabile dipendente Y.

Errore standard dello stimatore di β

L'errore standard dello stimatore del coefficiente angolare (β) è stimato da: S(β) = √(S^2 / Σ(xi - x̄)^2), dove:

  • S^2 è l'errore standard
  • Σ(xi - x̄)^2 è la somma dei quadrati delle differenze tra i valori di x e la media di x

L'errore standard indica la variabilità dello stimatore dei MQ nello stimare il coefficiente angolare, variabilità dovuta solo a disturbi accidentali. S è una misura della variazione nella pendenza di rette di regressione da possibili differenti campioni.

Test sul coefficiente angolare - Test t

H₀: β = 0 (non c'è relazione tra le variabili)

lineare. H0: c'è relazione lineare. H1: non c'è relazione lineare. β0: stima del valore di β0 in H1. β1: stima del valore di β1 in H1. t: statistica del test. Sb1: errore standard dello stimatore di β1. Esempio: Prendendo α = 0.05, non ci sono elementi per ritenere che il reddito non influenzi il consumo. Quindi rifiutiamo H0, in quanto alla luce del campione è "troppo improbabile". Il reddito quindi influenza la spesa. Analisi dell'andamento dei residui: L'indice R fornisce un giudizio globale sulla bontà di adattamento, ma se l'adattamento è scarso, non riesce a dare indicazioni sulle cause e neppure a scoprire quali siano le zone in cui l'interpolazione è peggiore. A tale scopo è necessario ispezionare i singoli residui dei minimi quadrati ed esaminare il grafico dei punti con sovrapposta la retta interpolata. L'analisi grafica dei residui è di fondamentale importanza anche per un controllo a posteriori sulle assunzioni del modello di regressione lineare.

regressione.Se è valido il modello di regressione lineare, ci si attende che i punti si distribuiscano attorno a una retta in modo casuale, senza mostrare tendenze evidenti. Se invece la rappresentazione grafica delle coppie (x , r ) rivela, ad esempio, una successione dapprima di valori positivi, poi di valori negativi e, infine, ancora una serie di valori positivi, il modello lineare appare inadeguato ed occorre passare a modelli alternativi (es. una funzione parabolica). (Lineare – varianza costante – indipendenti fanno ritenere che la retta sia valida)Per verificare la linearità: Per verificare la omoschedasticità (varianza costante):

CAPITOLO 5

Introduzione, x , …, x processo , y , …, yx    y 1 2 H 1 2 Kquantità imput quantità output

Sono concetti legati alla teoria della produzione. Principale differenza: produttività: coinvolge le quantità effettive di

  1. output e input (misura derivante da dati effettivi).
  2. efficienza tecnica: misura derivante dal confronto di dati effettivi con uno standard di ottimalità (ricavabile attraverso ipotesi e stime):
    • efficienza tecnica dal lato output
    • efficienza tecnica dal lato dell'input
  3. Produttività e produttività totale dei fattori (TFP):

    Cos'è la produttività per un processo che impiega un solo input e produce un solo output:

    quantità di output prodotta (y) = produttività = quantità di input impiegata per produrre y

    L'unità di misura della produttività dipende dall'unità di misura di y e di x; cioè, a meno che y e x non siano espressi nella stessa unità di misura, la produttività non è un numero puro.

  4. La produttività con più input e/o più output:

    Quando si hanno più input e/o più output, si distingue fra:

    • produttività parziale (P): y

/x− i ky: quantità dell'output

iix: quantità dell'input k utilizzata

produttività totale dei fattori (TFP-Total Factor Productivity): ovvero una misura della produttività che coinvolge tutti gli output e tutti gli input. È un concetto più complesso e più difficile da misurare.

Produttività parziale e TFP coincidono quando abbiamo un solo input e un solo output.

Esempio: calcolo di produttività parziale con 3 input e 2 output (totale: 3x2=6 produttività parziali)

Produttività parziale rispetto al fattore cuoio:

  • y scarpe 120 = 1.5 n. scarpe per 1 q. di cuoio x cuoio 80
  • y borse 10 = 0.125 n. borse per 1 q. di cuoio x cuoio 80

Produttività parziale: Come dice il termine, ci fornisce una visione parziale della performance del processo produttivo. Possiamo usarla confrontando processi omogenei rispetto alla tecnologia (stessa combinazione dei fattori produttivi e output prodotto).

tempo t-1 Il testo formattato con i tag HTML sarebbe il seguente:

oppur per lo stesso processo nel tempo. Anche se grossolana, viene comunque usata in ambito macroeconomico.

Produttività nominale del lavoro: valore aggiunto/numero di addetti (migliaia euro):

Si tratta di un esempio di produttività parziale perché tiene conto solo del fattore lavoro (addetti). Significa solo che ci sono differenze strutturali e non che gli addetti del settore chimico sono più bravi di quelli del settore tessile.

L'analisi della produttività è interessante soprattutto in un'ottica di confronto. In particolare, siamo interessati a confronti nel tempo.

Variazione della produttività con 1 solo input e 1 solo output:

y t produttività al tempo t: P = t x t y - 1t

Produttività al tempo t-1: P = t-1 x t-1

L'indice di produttività misura la variazione della produttività → numeratore: numero indice q.tà output al tempo t in base t-1 denominatore: numero indice q.tà input al tempo t-1

tempo t in base t-1

Se l'espressione è >1 significa che gli output sono aumentati(o diminuiti) in proporzione maggiore(minore) rispetto all'aumento(alla diminuzione) dell'input.

Variazione della produttività con più input e/o più output:

Possiamo seguire due strade:

  1. Misurare la variazione delle produttività parziali indice di produttività
  2. Esempio: produttività dell'input "operai" per l'output "scarpe" fra tempo 1 e 2: (200/5)/(120/4)=(200/120)/(5/4) =1.33 (aumento del 33%)

  3. Misurare la variazione della produttività totale dei fattori (TFP) indice di TFP
  4. Esempio: con K output e H input

Variazione della TFP fra il tempo 0 e il tempo t:

Soluzione - indici sintetici delle quantità:

Per aggregare gli indici elementari delle quantità degli output (numeratore dell'indice di TFP) e degli input (denominatore dell'indice di TFP) si usa un numero indice

sintetico delle quantità. Ad esempio: Indice di Laspeyres delle quantità e indice di Paasche delle quantità. Per calcolare l'indice di TFP, occorrono i costi unitari degli input e i prezzi unitari degli output. Indice di TFP fra tempo 0 e tempo t secondo Laspeyres: numeratore: denominatore: p : prezzo unitario dell'output k al tempo c : costo unitario dell'input h al tempo 0 k0 h00 È un indice sintetico delle quantità perché sono queste che variano. Indice di TFP fra tempo 0 e tempo t secondo Paasche: numeratore: denominatore: Efficienza tecnica Viene misurata confrontando un dato effettivo con uno "standard ottimale" che deve essere "costruito" mediante un modello da stimare sui dati relativi a n processi che usano la stessa tecnologia produttiva. Il livello di efficienza tecnica di un dato processo P dipende quindi (oltre che dal metodo e dai dati di P) anche dai dati degli altri processi. Facciamo riferimento adprocesso P: L'efficienza dal lato dell'output per il processo P si riferisce alla capacità del processo di produrre la massima quantità di output possibile, data una determinata quantità di input. In altre parole, misura quanto il processo sia in grado di sfruttare al meglio le risorse a sua disposizione per generare risultati. L'efficienza dal lato dell'input per il processo P si riferisce alla capacità del processo di utilizzare la minima quantità di input necessaria per produrre una determinata quantità di output. In altre parole, misura quanto il processo sia in grado di minimizzare l'utilizzo delle risorse per ottenere risultati desiderati. Nel caso di un solo input e una funzione a rendimenti decrescenti di scala, i punti ottimali possono essere individuati come segue: - y*: rappresenta la quantità massima di output ottenibile con una determinata quantità di input x. - x*: rappresenta la quantità minima di input necessaria per produrre una determinata quantità di output y. I punti ottimali sono i punti sulla frontiera della funzione di produzione che rappresentano la massima efficienza dal lato dell'output e dell'input per il processo P.

processo P: Interpretazione: y / y * = 0.8 ho prodotto l'80% di quello che posso produrre con la stessa unità di input. p p= 0.8 posso produrre la stessa quantità di  p output con l'80% della quantità di input attualmente impiegata.

Proprietà analitica importante: La funzione frontiera è una funzione non decrescente delle quantità degli input; dal punto di vista teorico esiste un'eccezione: la input congestion, ovvero l'impiego di troppe quantità di input.

Rendimenti di scala: Quando la frontiera è una retta invece siamo in presenza di rendimenti costanti.

Costanti: aumentando (diminuendo) l'input del c%, l'output aumenta (diminuisce) del c% (proporzionalmente).

Crescenti: aumentando (diminuendo) l'input del c% , l'output aumenta (diminuisce) del b% con b>c (più che proporzionalmente).

Decrescenti: aumentando (diminuendo) l'input del c%, l'output aumenta

(diminuisce) del b % con b<c (meno che proporzionalmente).Nell’approccio «parametrico» la funzione frontiera viene rappresentata da una funzioneanalitica. Una funzione spesso utilizzata è laforma analitica Cobb-Douglas.Forma Cobb-Douglas con 1 input:αy* = ax a>0, α>0La funzione passa per l’origine (0;0) Ѐ monotona crescente (a>0, >0)Il parametro stabilisce i rendimenti di scalaSe x aumenta da x

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Publisher
A.A. 2019-2020
60 pagine
1 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-S/03 Statistica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher a.l.99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Statistica economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Grassini Laura.