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Teorie del conflitto: teorie dei media che discendono dalla prospettiva marxista

Approccio dell'economia politica:

Si concentra sulla proprietà e sul controllo dei media; esso considera i media un'industria ed esamina il modo in cui i principali mezzi di comunicazione rispondono a interessi privati. Gli interessi della proprietà sopprimono le voci prive di potere economico. Noam Chomsky critica lo strapotere delle grandi corporations e il loro rigido controllo delle informazioni. Questa disinformazione impedisce la conoscenza e l'adeguata discussione di questioni più importanti come l'irresponsabilità delle corporations o la carenza di democrazia. Per Chomsky i mass media svolgono una funzione di propaganda a supporto dei gruppi sociali dominanti.

Approccio dell'industria culturale:

I membri della scuola di Francoforte con Adorno hanno criticato il ruolo sociale dei mass media. Essi si rifanno alle idee di Marx ma lo criticano per non

essersi soffermato sull'influenza della cultura nella società capitalista. Secondo questa teoria critica l'industria culturale e il tempo libero hanno subito un processo d'industrializzazione.

Tesi: nelle società di massa la produzione culturale è standardizzata e dominata dalla ricerca del profitto. L'industria del tempo libero è lo strumento per inculcare nel pubblico i valori adatti al sistema di produzione capitalista: il lavoro predispone al lavoro.

L'industria culturale semina negli individui la capacità di pensare in modo critico e autonomo. L'arte scompare perché sopraffatta dalla commercializzazione e la cultura è rimpiazzata da un intrattenimento banale.

L'analisi dell'industria culturale prosegue nel dibattito sulla sfera pubblica di Habermas. Egli afferma che lo sviluppo dei media hanno promosso la democrazia e la nascita della sfera pubblica: Arena di pubblico.

Il dibattito in cui si discutono questioni di interesse generale si formano le opinioni. Secondo Habermas, la sfera pubblica nasce nel 700 nei salotti e nei caffè di Londra-Parigi.

Il dibattito democratico nelle società moderne è stato soffocato dall'espansione dell'industria culturale; l'opinione pubblica si costruisce attraverso il controllo e la manipolazione, ad esempio la pubblicità. L'intrattenimento fornito dai media prevale sul dibattito, indebolendo così la partecipazione alla vita civile e soffocando la sfera pubblica. In questo modo, i media contribuiscono alla crisi dei sistemi democratici.

Critiche: i salotti letterari sono riservati alle élite e i media sono considerati spazi di dibattito pubblico. Richard Sennett ha spiegato le origini della divisione tra sfera pubblica e sfera privata e di come quella privata abbia iniziato a prevalere su quella pubblica. L'avvento dei media ha stimolato tecniche di autorappresentazione.

al servizio di chi vuole adattare la propria immagine alle attese del pubblico: tramonto del pubblico funzionario dedito ai doveri d'ufficio punto un tempo e la sfera pubblica era costruita sull'esclusione di determinati gruppi sociali e le studiose femministe ritengono che Habermas non abbia considerato le disuguaglianze di genere. Nancy Fraser afferma che i borghesi hanno una concezione della sfera pubblica maschilista.

Mass media e ideologia: Destutt de Tracy coniò il termine ideologia: scienza delle idee che rimanda all'influenza delle idee sulle credenze sulle azioni degli individui. Egli aveva una visione neutrale dell'ideologia mentre Marx vede nell'ideologia un elemento decisivo per la produzione dei rapporti di classe: le classi dominanti controllano le idee sociali per mantenere la propria posizione di dominio. Inoltre, la religione è ideologica poiché induce i poveri a essere contenti della propria sorte. I Mass media espandono

L'ambito dell'ideologia nelle società moderne con ogni tipo di contenuto e di genere. Uno dei mezzi per diffondere un'ideologia è il discorso che sono sistemi di pensiero che vanno a plasmare la vita sociale.

INTERAZIONISMO SIMBOLICOv Blumer analizza le influenze mediatiche a partire dalle persone che le subivano e individua nell'approccio interazionista la teoria del panico morale che a sua volta discende dalla teoria dell'etichettamento di Charles Lemert e Howard Backer.

Secondo John Thompson gli individui sono stati concepiti come passivi all'interno dei messaggi mediali anziché agenti attivi. Egli elabora la teoria dei media in cui distingue tre tipi di interazione:

  1. Interazione faccia a faccia -> prevede la compresenza ovvero la condivisione di un sistema spazio-temporale; Erica di indizi simbolici; ha destinatari specifici ed è dialogica
  2. Interazione mediata -> prevede la separazione dei contesti ovvero l'estensione nel tempo
nello spazio; ha una gamma ristretta di indizi simbolici; a destinatari specifici ed è dialogica. La quasi interazione mediata prevede la separazione dei contesti, ovvero un'estensione nel tempo e nello spazio; ha una gamma ristretta di indizi simbolici; ho una serie indefinita di destinatari potenziali ed è monologica. Questi tre si intrecciano nella nostra vita quotidiana modificando gli equilibri tra pubblico e privato. TEORIE POSTMODERNE Jean Francois Lyotard parla di declino delle grandi metanarrazioni moderne. Secondo Zigmund Bauman questa crisi rappresenta uno sviluppo positivo che ci costringe ad affrontare la modernità senza grandi illusioni, dato che viviamo in un'epoca di modernità riflessiva o postmodernità. Il mondo postmoderno è caratterizzato da: - assenza di certezze - accostamento e ibridazioni di stili e generi - uso disinvolto dei prodotti culturali - campionamento, rivisitazione e manipolazione della musica - in ambito

artistico si hanno tendenze postmodernista che respingono il concetto di avanguardia e mescolano forme alte e popolari

Jane baudrillard ritiene che i mass media in particolare la televisione abbiano trasformato la natura della vita in quanto non rappresentano il mondo ma definiscono cosa è il mondo. Un tempo era possibile separare il mondo reale dalle rappresentazioni dei media ma questo confine è scomparso: La realtà viene plasmata e determinata dai media. L'iperrealtà è un mondo in cui il garante ultimo della realtà è il passaggio in televisione sugli altri media, che rende quel mondo più reale del reale; questa iperrealtà è costituita dai simulacri: immagini che non sono radicate nella realtà esterna e ricavano il loro significato da altre immagini. Le nuove teorie dei media si concentrano sul mezzo ignorando i modi in cui il pubblico, considerato passivo, fruisce dei prodotti mediali.

Il pubblico attivo

Diversi modelli di risposta del pubblico, che prevedono un passaggio graduale da modelli unidirezionali a modelli bidirezionali:

  • Modello ipodermico: In cui il messaggio è paragonato a un farmaco che viene iniettato da una siringa e viene ricevuto dal pubblico passivamente: i media drogano il pubblico annientando la loro capacità di pensare criticamente. Katz e Lazarsfeld hanno osservato che la risposta del pubblico si forma in due fasi:
    1. Quando il messaggio raggiunge il pubblico
    2. Quando il messaggio viene reinterpretato attraverso l'interazione sociale con pressioni autorevoli che influenzano la risposta
  • Modello della gratificazione: Il pubblico ha un ruolo attivo nell'uso dei media per soddisfare le proprie esigenze
  • Modello della ricezione: Si focalizza sui modi in cui la classe di appartenenza e il background culturale influenzano le interpretazioni dei differenti testi mediali
  • Il modello dell'interpretazione: Si focalizza sul processo
attraverso cui il pubblico filtra le informazioni in base alle proprie esperienze legando tra loro testi diversi o utilizzando un tipo di media per contestarne un altro; qui il pubblico ha un ruolo importante: è in grado di elaborare una risposta autonoma al messaggio. Le disuguaglianze nelle rappresentazioni mediatiche persistono gli stereotipi: - Donne: rappresentate in veste di casalinghe, come oggetti di desiderio, come infermiere, assistenti e segretarie -> annientamento simbolico delle donne in televisione -> se le donne infrangono i ruoli di genere le devono in qualche modo scontare. Oggi le figure femminili ritratte sono più diversificate, forti e indipendenti. - Minoranze etniche: neri e asiatici sono spesso assenti, presenti come gruppi sociali a rischio o stereotipati. - Disabili: sono spesso assenti o sono personaggi malvagi o mentalmente instabili. Non ricoprono mai i ruoli secondari ma sempre incentrati sulla loro disabilità. Le rappresentazioni mediatichesettori per creare conglomerati mediatici più potenti. La lotta contro gli stereotipi sociali è fondamentale per contrastare la discriminazione e l'emarginazione sociale. I media globali hanno un ruolo importante in questo processo, poiché possono contribuire al rafforzamento dei pregiudizi verso determinate categorie. È quindi necessario promuovere una maggiore consapevolezza e responsabilità da parte dei media nel rappresentare in modo equo e inclusivo tutte le persone. Negli ultimi anni, i mercati nazionali si sono trasformati in un mercato globale, grazie anche alle nuove tecnologie che hanno permesso la fusione di media un tempo separati. Secondo David Held, ci sono stati cinque cambiamenti fondamentali che hanno contribuito a creare il nuovo ordine mediatico globale. Il primo cambiamento è la crescente concentrazione della proprietà dei media globali, che sono dominati da un piccolo numero di potenti gruppi imprenditoriali. Questo porta a una limitazione della diversità di voci e punti di vista rappresentati nei media. Il secondo cambiamento è il passaggio dalla proprietà pubblica a quella privata delle aziende dei media e delle comunicazioni. La privatizzazione ha portato a una maggiore commercializzazione dei contenuti mediatici e a una maggiore dipendenza dai profitti. Il terzo cambiamento è lo sviluppo delle imprese transnazionali, che hanno investito e acquisito aziende mediatiche in tutto il mondo. Questo ha portato a una maggiore omogeneizzazione dei contenuti mediatici e a una perdita di identità culturale locale. Il quarto cambiamento è l'integrazione dei prodotti mediali, che vengono prodotti e distribuiti in modo sempre più vario e interconnesso. Questo ha portato a una maggiore convergenza tra diversi tipi di media, come la televisione, la stampa e Internet. Infine, il quinto cambiamento è l'aumento delle fusioni aziendali, con alleanze tra aziende di differenti settori per creare conglomerati mediatici più potenti. Questo ha portato a una maggiore concentrazione del potere mediatico nelle mani di poche grandi aziende. In conclusione, il nuovo ordine mediatico globale ha portato a una serie di cambiamenti che hanno influenzato la diversità, l'indipendenza e la rappresentazione equa nei media. È importante essere consapevoli di questi cambiamenti e lavorare per promuovere una maggiore pluralità e inclusione nei contenuti mediatici.ramiimperialismo mediatico: posizione dominante dei paesi industrializzati nel settore dei media (> Stati Uniti). tali tesi sifonda sul modello dell'ago ipodermico: presume che i prodotti culturali occidentali sono somministrati aiconsumatori passivi.Attraverso i media elettronici i prodotti culturali occidentali si sono diffusi in tutto il pianeta favorendo il punto divista del nord globale.flussi inversi: prodotti mediali della ex colonie che diventano popolari nei paesi un tempo colonizzatori; Ciao mostrache l'imperialismo mediatico non è assoluto o incontestabile.Roland robertson definisce il mondo moderno non globalizzazione ma GLOCALIZZAZIONE: mescolanza di processiglobali e locali: per vendere i prodotti in paesi diversi le imprese transnazionali devono adattarsi alle culture locali.per contrastare gli imperi mediatici globali sono necessarie nuove tecnologie punte, uno dei medi alternativi el'independent media center o indymedia: associazione globalelico per la diffusione di informazioni alternative e la promozione di una visione critica del sistema economico globale.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
46 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chiaragnt di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Leonini Luisa.