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POSITIVISMO

Lo studio della realtà sociale utilizzando gli apparati concettuali, le tecniche di osservazione e misurazione, gli strumenti di analisi matematica e i procedimenti di interferenza delle scienze naturali.

Ontologia: posizione di realismo ingenuo. Si parte dal presupposto che esiste una realtà sociale esterna all'uomo (a prescindere dal soggetto) e che può essere colta in sé, che può essere conosciuta nella sua essenza.

Epistemologia: posizione dualista, oggettivista basata su ricerca e individuazione delle leggi naturali. Dualista perché soggetto e oggetto sono due entità indipendenti. Oggettivista perché l'oggetto di studio può essere studiato senza influenzarlo (o senza essere influenzato), i valori non deformano la lettura della realtà. I fatti sociali sono dati esterni e immodificabili. La conoscenza assume la forma di leggi fondate sulla categoria di causa-effetto che sono

Le leggi scientifiche sono regolarità che descrivono i fenomeni naturali, dunque esistono nella realtà esterna indipendentemente dagli osservatori. Il compito dello scienziato è scoprirle.

La posizione sperimentale è la tecnica ideale, l'esperimento come riproduzione artificiale delle situazioni sociali in laboratorio, e manipolativa, i metodi e le tecniche si basano sulle variabili che vengono controllate nelle loro interazioni. Si usa il metodo sperimentale, assunto sia nel modo di procedere induttivo (dal particolare al generale) sia nella sua formalizzazione matematica (non sempre raggiungibile, ma a cui si aspira sempre).

I tipi centrali di ricerca sono la ricerca quantitativa con l'osservazione e l'analisi per variabili. L'induzione (dal particolare al generale) è il tutto volto a spiegare. La scienza sociale, per il positivismo, è una scienza sperimentale in cerca di leggi immutabili, i cui risultati sono veri o tendono alla verità.

Autori: Comte, Spencer e...

Durkheim

NEOPOSITIVISMO

Abbiamo due fondamentali revisioni della corrente positivistica del Settecento ovvero il neo e il post positivismo. Il positivismo logico, nato dalle discussioni del circolo di Vienna, ha dato origine al neopositivismo. L'emigrazione negli USA di alcuni membri del circolo, a causa delle persecuzioni naziste, contribuirono alla diffusione di questa corrente. Essenziale è la centralità delle questioni epistemologiche. In contemporanea si sviluppa anche il cosiddetto "linguaggio delle variabili", un linguaggio mutuato dalle scienze matematiche e statistiche per cui ogni oggetto sociale veniva analiticamente definito sulla base di variabili e a queste ridotto. Ugualmente avveniva per i fenomeni sociali derivati dai rapporti tra le variabili. La variabile è neutrale, oggettiva e operativizzabile matematicamente. La ricerca sociale risulta dunque spersonalizzata. La concezione novecentesca di "scienza", rispetto a quella positivistica,

Era profondamente cambiata. Mentre prima regnava una concezione meccanica della realtà, la sicurezza delle leggi immutabili e la fede nel progresso scientifico, ora invece si può parlare di un tramonto dell'ideale classico di scienza come sistema compiuto di verità necessarie. Gli sviluppi nelle scienze, quali ad esempio la relatività di Einstein o il principio di indeterminazione di Heisenberg, introdussero elementi di probabilità e incertezza.

Realismo (la realtà sociale è reale) critico. La realtà è conoscibile in maniera ontologica: imperfetta e imprecisa per la natura probabilistica delle sue leggi e perché la conoscenza umana è imprecisa di suo.

Si attenuano, si affievoliscono il dualismo, oggettivismo e individualismo.

Epistemologia: inizia a emergere la consapevolezza che ci possono essere oggetti di disturbo. Inizia a farsi strada l'ipotesi che i valori, l'esperienza (personalità del ricercatore)...

possano interferire nella lettura dell'oggetto. La oggettività si può raggiungere solo in modo approssimativo. Si ammette che possano starci più teorie sulla spiegazione dello stesso fatto. Si tende a individuare leggi ma le si considera limitate nella loro portata, probabilistiche nella loro cogenza (non costrittive per tutti), provvisorie nel tempo (non eterne, suscettibili al cambiamento). Questo concetto di legge lascia spazio a possibilità di accidentalità, di presenza di disturbi. posizione ancora sperimentale e manipolativa ma (1) emerge deduzione (=dal metodologia: generale al particolare) (soprattutto da principio della falsificabilità di Popper ovvero il confronto tra teoria e dato empirico non deve avvenire in positivo, ma deve avvenire in negativo mediante la constatazione dell'inesistenza di dati che contraddicono le ipotesi dimostro che non ci sono dati che confutino la teoria) accanto all'induzione e (2)

Emergo-notecniche qualitative vicino a quantitative dove fine ultimo è spiegare. Scienza cerca leggi anche probabilistiche e i risultati sono probabilisticamente veri.

INTERPRETATIVISMO → posizione costruttivismo (costruire; non esiste una realtà data ma solo un'ontologia costruita, ogni individuo costruisce la propria realtà; realtà oggettiva non esiste e se dovesse esistere non possiamo conoscerla) e relativismo (significati variano di gruppo in gruppo, cultura e cultura ecc; non esiste realtà assoluta ma tante relative quanto sono le prospettive con cui esseri umani vedono fatti sociali).

Epistemologia: interdipendenza e orientamento all'individualità perché non esiste separazione tra soggetto conoscente e conosciuto dove la realtà non è spiegabile nella sua oggettività ma in riferimento ad un determinato spaccato di senso e significato. Oggettività si recupera nel metodo della valutabilità.

la recuperiamo negli enunciati di possibilità che sono connessioni causali più concrete e specifiche delle leggi che sorgono dall'intrecciarsi di una serie di fattori che si sono concatenati in un certo modo.

metodologia: interazione empatica tra soggetto studiante e studiata rispetto asperimentazione e manipolazione. abbiamo interpretazione rispetto a osservazione e induzione rispetto a deduzione e tecniche qualitative rispetto quantitative e analisi per casi e non per variabili. il fine non è più spiegare realtà sociale ma comprendere. l'ideale che si persegue è di una scienza interpretativa in cerca di significati con risultati che saranno enunciati di possibilità modellizzabili in tipi ideali.

tipi di ricerca: qualitativa

autori: Simmel, Weber

Radicalizzazioni e critiche

La radicalizzazione di entrambi gli approcci possono avere gravi conseguenze: l'estremizzazione dell'approccio positivista conduce

Ad una progressiva riduzione della portata della ricerca, inaridendola sul dato empirico e limitandola alla sola descrizione dello stesso; l'estremizzazione dell'approccio interpretativista, soggettivista, pone in discussione l'esistenza stessa della scienza sociale e afferma che la realtà è pura costruzione soggettiva. Uno sviluppo recente del paradigma interpretativista è il "postmodernismo" che si esprime in un rifiuto della tradizionale visione di scienza come ordine e razionalità a favore dell'esaltazione delle differenze, del paradosso.

Cap. 2 - Ricerca Quantitativa e qualitativa

Il dibattito tra ricerca quantitativa e qualitativa ha a lungo dominato le vicende del secolo scorso, alternando periodi in cui si preferiva il primo (anni '40-'60) e periodi in cui si diffondeva il secondo ('20 nella Scuola di Chicago). Per descriverne le differenze, esponiamo innanzitutto due ricerche, una sotto ispirazione del

paradigma positivista e l'altra sotto quello interpretativista, con oggetto la stessa tematica ovvero la delinquenza giovanile. Ricerca "Crime in the making" di Sampson e Laub (1993) Samson e Laub trovano ca 60 scatoloni di dati empirici in una cantina della Biblioteca della Law School di Harvard contenenti il materiale di una ricerca longitudinale durata 24 anni da Gluck e Sheldon. Si tratta dunque di un'analisi secondaria. I dati analizzati erano su 500 ragazzi devianti (autori di reato) e 500 non devianti + i loro amici, familiari, operatori sociali, colleghi + info da scuole, case di correzione e ogni luogo dove potevano reperire info su di loro. Quando la ricerca è lunga viene detta longitudinale. I due studiosi decisero di usare questi dati perché potevano essere adeguati per una nuova ipotesi di ricerca. Essendo tanti dovevano essere organizzati, andavano divisi in variabili → dipendenti: devianza ufficiale (tramite denunce ecc) e non ufficiale (informale,

La devianza è costituita da comportamenti di cattiva condotta riferiti da loro o da altri come fumare, scappare di casa, marinare la scuola, ecc. Questi comportamenti possono essere influenzati da variabili di base, come la povertà, la dimensione della famiglia, la disgregazione familiare, l'affollamento abitativo, lo status socio-economico, la devianza dei genitori, ecc. Queste variabili sono considerate condizioni strutturali oggettive. Allo stesso tempo, ci sono anche variabili di processo che fanno riferimento ai legami informali con la famiglia, gli amici, i parenti, gli insegnanti, gli operatori sociali. Le variabili sono caratteristiche, attributi e condizioni di persone o situazioni che possono cambiare nel tempo. Nello studio della devianza, la devianza stessa è considerata una variabile dipendente, cioè dipende dal variare di altre caratteristiche, mentre le variabili indipendenti sono quelle che il ricercatore andrà a manipolare. Una volta che le variabili sono state identificate, vengono messe in relazione tra loro e si cercano delle corrispondenze, ad esempio tra disgregazioni sociali e legami. I risultati delle analisi sono stati ottenuti utilizzando il metodo della

strumento statistico della regressione multipla. Riscontrarono forti correlazioni tra variabili di base e processuali (es. struttura della famiglia influenza legami) ma non si aspettavano che le variabili di base incidevano sulla devianza solo indirettamente, la mediazione delle variabili sociali → disgregazione familiare incide su devianza tramite il legame/controllo dei genitori sui figli = disgregazione produce devianza quando c'è meno controllo/legame con i figli. Conclusa la ricerca empirica, si torna alla teoria: i processi familiari di controllo informale hanno effetto inibitorio sulla delinquenza degli adolescenti ed è sorprendente che la sociologia criminale ignori la famiglia. Arrivarono anche a descrivere un modello teorico dinamico di crimine, devianza e controllo sociale informale lungo il ciclo di vita nel quale divisero il corso dei primi 45 anni di vita in 5 fasi, in ognuna delle quali misero in evidenza il ruolo dei fattori che favorivano.l'insorgere del comportamento deviante e di quelli che potevano inibirlo. Ricerca "Islands"
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
7 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mariannamart di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Iannone Roberta.