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VERSO LA LOGICA MANAGERIALE
Ora parleremo di Taylor. Con l’inizio del XX secolo e la fine del XIX c’è un aumento dei
volumi produttivi e si aprono dei mercati
Aumenta la complessità dei processi produttivi
C’è un aumento dei volumi produttivi
I processi di industrializzazione sono sempre piu estesi e potenti
C’è la ricerca di profitti sempre piu grandi e di sostenibilità dei conti pubblici da
parte degli Stati
Avvengono processi di razionalizzazione sempre piu stesi della società
Tutti questi punti portano agli inizi del XX secolo (in piena cultura positivista) a cercare
‘soluzioni razionali’ per le strutture organizzative entra in campo il management
come scienza
Di questa rivoluzione Frederick Taylor (1856-1915) è il maggior rappresentante. È il
padre dello Scientific Management (o Organizzazione Scientifica del Lavoro o
Taylorismo). È il padre (in un certo senso) della disciplina organizzativa, incorpora una
rottura (rivoluzionaria) col passato delle teorie organizzative, ed è considerato
un’ancora centrale nell’attuale pensiero organizzativo e nell’attuale pratica
manageriale (nonostante le indiscutibili differenze o le supposte prese di distanza)
DI TAYLOR CI OCCUPEREMO SUCCESSIVAMENTE MENTRE IN QUESTA PARTE CI
OCCUPEREMO DI FAYOL
Hnery Fayol (1841-1925) per anni fu un consulente aziendale delle amministrazioni
pubbliche., la sua opera principale è ‘L’amministrazione industriale e generale (1916)
dove è esposta la Teoria della Direzione Amministrativa (TDA). In generale, è una
ricetta per uno svolgimento efficace ed efficiente delle attività dirigenziali delinea
ruoli, compiti e caratteristiche delle funzioni
Stila i (14) principi del management: cioè i criteri a cui i dirigenti si devono attenere
per svolgere adeguatamente il loro ruolo, e in questi principi ci sono indicazioni precise
di progettazione delle strutture organizzative. Questi principi sono un’innovazione per
le strutture organizzative.
Di questi principi che danno indicazioni noi ci soffermeremo su 3 che risultano
emblematici: unità al comando, unità di direzione e ampiezza del controllo
PRINCIPIO DI UNITA’ DI COMANDO ciascuna organizzazione deve prevedere che ogni
membro abbia un unico superiore che possa esercitare autorità nei suoi confronti
No ridondanze
No sovrapposizioni
No lacune (tutte le figure devono avere un superiore)
Tutto ciò che non corrisponde a questo principio è disfunzionale!
PRINCIPIO DI UNITA’ DI DIREZIONE le unità organizzative (anche i singoli membri)
che tendono ad essere omogenee (che hanno caratteristiche in comune e obiettivi
similari) devono essere gestite dallo stesso dirigente
Possibilmente devono essere concentrati nello stesso ambiente fisico (ad esempio chi
si occupa di gestione del personale (dei diversi aspetti della gestione) deve dipendere
da un dirigente unico ed essere concentrato in uno stesso ufficio o stabilimento.
L’innovatività della direzione amministrativa è quella di introdurre un’indicazione
precisa di progettazione, secondo la quale ‘o è cosi o l’azienda diventa disfunzionale’.
Tutto ciò che non corrisponde a questo principio è disfunzionale!
PRINCIPIO DELL’AMPIEZZA DEL CONTROLLO
Ogni superiore non deve avere piu subordinati di quanto non ne possa
sovraintendere con efficacia ( il numero di subordinati che un superiore può
sovraintendere efficacemente va da un numero minimo di 5 a un massimo di
16, a seconda delle specifiche situazioni).
Tutto ciò che non corrisponde a questo principio è disfunzionale!
Fayol inoltre enfatizza e consolida l’importanza dell’organigramma come strumento di
rappresentazione organizzativa
Indica con chiarezza che ogni unità organizzativa ha un solo responsabile
Rappresenta con chiarezza la linea di trasmissione dell’autorità gerarchica
Indica con chiarezza i confini delle unità organizzative ( e le responsabilità)
Consente di apire se la centralizzazione del potere sia ben bilanciata (
equilibrio tra delega e accentramento delle funzioni di comando e controllo)
Permette all’organizzazione e alle sue singole unità di procedere nelle proprie
attività anche senza il diretto responsabile (perché l’organigramma dovrebbe
permettere che ne fa le veci in sua assenza)
L’organigramma è stato un artefatto tecnologico che rappresenta un’innovazione
organizzativa e deriva dall’innovazione delle strutture organizzative che Fayol
introduce alla fine del secolo scorso.
Urwick e Gulick (altri due pionieri di questa prospettiva) favoriscono la diffusione delle
idee di Fayol durante la prima parte del XX secolo anche negli USA (in cui erano già
ampiamente diffuse anche le idee di Taylor, il quale di conversa era importato in
Europa)
Essi curano e traducono in inglese i testi di Fayol mettono in contatto il mondo dei
ricercatori americano con quello europeo. I testi cominciano ad essere introdotti nelle
università americane, e in quel momento sono costruiti i primi dipartimenti di business
administration e management ad Harvard (1908) e alla Columbia University di NY.
Fayol e Taylor (il fayolismo e il taylorismo) sono prospettive legittimate
istituzionalmente ed evidentemente anche criticate).
Il graduale aumento della complessità delle organizzazioni produce all’inizio del XX
secolo un effetto (tra i tanti):
Si afferma definitivamente la tendenza in ambito pubblico alla burocratizzazione
e alla razionalizzazione delle organizzazioni (apparati amministrativi) a partire
dalla distizione di ruoli, responsabilità e uffici
Inizia la cosiddetta ‘rivoluzione manageriale’ (una innovazione dirompente) in
ambito privato. C’è la tendenza a separare sempre di piu la figura del
proprietario da quella del gestore dell’impresa (prima le due figure tendevano a
coincidere), e nasce il manager per come noi oggi lo conosciamo.
Continueremo il discorso con riferimento alla burocratizzazione in ambito pubblico, ma
burocratizzazione e rivoluzione manageriale sono processi legati tra loro
LEZIONE 06/05
Abbiamo iniziato il modulo che riguarda l’innovazione delle strutture organizzative ed
eravamo arrivati a parlare della divisione del lavoro, abbiamo affrontato la teoria di
Fayol ed eravamo arrivati al punto in cui dovevamo parlare del processo di
burocratizzazione e della rivoluzione manageriale.
Il nostro modo di concepire la burocrazia è un po’ negativa, ma non dobbiamo vederla
cosi. La burocratizzazione è stata un’innovazione, a partire da una distinzione dei ruoli
e degli uffici. Quando parliamo di burocrazia parliamo di un processo organizzativo, e
noi tendiamo a ricondurlo solo all’ambito pubblico, ma in realtà comprende tutta la
società. Nel privato abbiamo la rivoluzione manageriale, cioè la tendenza a separare
sempre di piu la figura del proprietario da quella del gestore dell’impresa. Lo stesso
Schumpetger durante i suoi studi si accorse che era avanzato un processo di
razionalizzazione generale della società, e questo costituiva un passaggio rispetto alla
figura epica dell’imprenditore dell’800. Qui nasce il manager: in questa fase si crea
proprio una nuova figura professionale.
Nelle prossime slide si farò riferimento alla burocratizzazione in ambito pubblico, ma
burocratizzazione e rivoluzione manageriale sono processi legati tra loro fanno
parte del processo di razionalizzazione della società in generale dell’economia.
Ora parleremo dell’ambito pubblico, capendo perché la burocratizzazione è stato un
processo di innovazione assoluta.
L’assetto delle organizzazioni pubbliche (Stato, comuni, ecc) e la distinzione dei ruoli
che oggi diamo per scontato, non è sempre stato cosi, ma è frutto di un processo di
lungo periodo.
Coincidenza di res pubblica e res privata (di fatto tutto era proprietà di chi lo
gestiva, in primis il monarca, ma anche coloro che gestivano gli affari della res
pubblica)
Scarsa distinzione di uffici (intesi come doveri) in senso orizzontale
Da questo mondo si passa a uno Stato moderno in cui si afferma una logica di diritto e
burocratica e in cui si afferma la distinzione tra potere politico e potere esecutivo: al
primo il compito di formulare le leggi, al secondo il compito di applicarle, grazie a una
‘macchina amministrativa’
I funzionari e dirigenti di una pubblica amministrazione devono agire in modo
impersonale e disinteressato, in assenza di legami di interesse con i
rappresentanti politici (seguire un principio di imperturbabilità e di assenza di
discrezionalità)
C’è una netta divisione degli uffici sia in senso verticale (gerarchico) che in
senso orizzontale (ci sono uffici, unità, ministeri, che si occupano di qualcosa di
specifico)
Non era cosi in uno stato pre-moderno, dove i confini erano molto piu confusi. Lo
spartiacque tra i due momenti e le ragioni della transizione sono diverse:
Rivoluzione francese (e prima ancora americana), la quale mette in discussione
il potere assoluto del monarca ripensamento che fa nascere lo stato di diritto
e la burocratizzazione della res pubblica. Si taglia la testa al re, mentre negli
USA si decide di rendersi autonomi da un dominio monarchico, e tutto ciò ha
impatto sulla macchina amministrativa.
Espansione dei domini territoriali degli imperi rende la gestione sempre piu
complessa gradualmente l’espansione su tutto il globo degli imperi europei
rende la macchina amministrativa pre-moderna inefficace per gestire la vastità
dei territori, dei Paesi e delle economie di cui gli imperi fanno parte
Ascesa della borghesia e rivendicazione di un ruolo di gestione e di uno status
sociale da cui chi non era aristocratico era precluso
Con il XIX e il XX secolo questo processo giunge a maturazione innovando
profondamente l’amministrazione pubblica
Distinzione del ruolo politico e dirigenziale un conto è un assessore, un’altra
cosa un dirigente del Comune
Assenza di sovrapposizione tra uffici interni assegnazione esclusiva di un
compito a ciascun ufficio, evitando ridondanza (non ci sono tre o quattro
ministeri della scuola, ce n’è uno, che ha una funzione specifica)
Chiarezza delle linee di trasmissione dell’autorità tra i vari uffici e delineando
linee gerarchiche precise lo abbiamo visto quando Fayol dice che per
funzionare bene le autorità devono avere