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DIFFERENZAZIONE CULTURALE: IL TRIBALISMO CULTURALE

Michel Maffesoli ne "Il tempo delle tribù" (1988) introduce il concetto di tribalismo

culturale -> in assenza di una tradizione, ci troviamo in un contesto di forte

effervescenza culturale: siamo entrati nell’era delle "tribù", dei piccoli gruppi, di

aggregazioni effimere ed effervescenti. Si tratta in particolare di "tribù giovanili",

degli aggregati in cui i giovani si rifugiano per opporre un'identità collettiva al mondo

degli adulti e delle grandi organizzazioni tradizionali (partiti, chiesa, aziende, ecc.)

-> sono di natura dinamica, fugace, fluida, fatte di sentimenti, emozioni e sensibilità

estetiche condivise (es. amore per uno stile di musica). Queste tribù consentono

all’individuo di muoversi tra vari raggruppamenti e conseguire l’appagamento di un

esistenza plurale -> si parla di "mente vagabonda" (the homeless mind), che passa

da un gruppo all'altro senza però trovare mai una piena coincidenza con i propri

valori e significati più profondi. Questa pluralità rischia di farci perdere la nostra

identità e i nostri valori. TENDENZE DI OMOGENIZZAZIONE

Negli anni Trenta, Antonio Gramsci ha sostenuto che le classi dominanti di una

società ottengono legittimità e mantengono il potere incoraggiando interpretazioni

morali e culturali ad esse favorevoli, imponendo cioè un'egemonia culturale. Con la

globalizzazione, alcuni eventi e prodotti culturali si sono diffusi e sono diventati

è

omogenei come mai accaduto in passato, influenzando diversi settori e ambiti di

vita nel mondo (esempio: McDonald's, Disney). Anche nell’era della globalizzazione,

tuttavia, la più importante identità di gruppo rimane ancora la cultura nazionale,

ovvero l’insieme di pratiche e credenze condivise all’interno di uno stato-nazione.

Secondo Anderson, le nazioni sono comunità immaginate: i loro membri condividono

un assunto di comune appartenenza, anche se provengono da classi e retroterra

culturali diversi. Sono manufatti culturali che si basano proprio sull’ «immagine di

essere una comunità». TENDENZE DI DIVERSIFICAZIONE

Alcuni aspetti culturali portati dalla globalizzazione hanno dato spazio a fenomeni

culturali più diversificati ed eterogenei, plurali (es.: lingue indigene, tante

subculture che convivono). Ai giorni nostri, i conflitti culturali delle società occidentali

sono rappresentati da accesi dibattiti. Con il termine multiculturalismo si indicano

credenze o politiche di differenti gruppi etnici o culturali all’interno di una stessa

società, acetate su basi paritarie. Con il termine etnocentrismo, invece, si indica la

tendenza a giudicare le cose dal punto di vista della propria cultura -> i conflitti

culturali e l'etnocentrismo sono rischi insiti in una società multiculturale.

è

La cultura una delle dimensioni principali di analisi della sociologia. Si compone di

complessi sistemi di credenze, simboli, significati, valori, norme e pratiche (es:

riti), tra loro interconnessi. La nozione di "habitus" identifica disposizioni culturali

interiorizzate che sono visibili nell’agire sociale. La cultura contemporanea, di tipo

post-tradizionale, si caratterizza per il rischi quali fondamentalismo, relativismo e

tribalismo, processi di diversificazione ed omogenizzazione, oltre che per i

fenomeni legati alla comunicazione di massa e via internet.

16

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Le strutture sociali sono modelli capaci di influenzare durevolmente e regolare sia

le azioni individuali che le interazioni sociali tra individui e gruppi. Sono elementi

della società che esistono indipendentemente dagli individui. Le strutture sociali sono

invisibili, ma molto potenti -> esistono e ci influenzano, anche quando non ce ne

è

accorgiamo. Per coglierle, però, necessaria una grande immaginazione

è

sociologica. La storia costellata da esempi di disuguaglianza di potere nella

è

struttura sociale (es: razzismo, sessismo). Essa riscontrabile nella capacità che

hanno alcuni, più potenti di altri, di influenzare il comportamento altrui, anche

attraverso l'emanazione di leggi che escludono i gruppi subordinati e riproducono

l'asimmetria di potere. La struttura sociale…

è

E' nascosta alla vista: non osservabile direttamente, diventa chiara soltanto

• è

quando assente; è

Dura nel tempo: persistente, anche quando, tutto attorno, altre cose

• cambiano;

E' essenziale per quello che si vuole costruire e/o comprendere nel mondo

• sociale.

I soggetti vedono la struttura sociale come organizzata per livelli sempre più ampi:

ruolo status

i livello più vicini all'individuo sono quelli di e . Essi possono poi essere

istituzioni

aggregati in livelli più ampi, chiamati (es: familiari, scolastiche,

norme sociali

economiche, politiche). Tutti questi livelli sono regolati da . La struttura

è

sociale quindi una articolazione di status, ruoli e istituzioni nella quale gli individui

vivono, dando vita a gruppi e sistemi di relazioni di varia complessità. E' dunque la

cornice entro la quale (e grazie alla quale) si svolgono le azioni sociali. L'agency,

è

invece, la facoltà di far accadere le cose, di intervenire sulla realtà, di esercitare

un potere causale.

Le componenti della struttura sociale sono tra loro correlate, ma pur sempre

distinguibili:

1. Ruoli e gerarchie sociali (dimensione verticale -> crea la stratificazione

sociale);

2. Istituzioni e norme sociali (dimensione orizzontale -> fanno da collante,

definiscono come stanno insieme gli elementi gerarchici).

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è

Lo status la posizione che un individuo occupa all'interno di un sistema sociale. Ogni

persona ha molti status, dal momento che molte sono le "dimensioni" della sua

esistenza (es: essere padre e professore), e da ognuno di questi status deriva una

serie di implicazioni -> c'è una pluricollocazione. Si distinguono in:

Status ascritti, che vengono assunti dalla nascita, senza un'azione o una

• à à

volont dell'individuo (es: il genere, l'et , l'essere italiani);

Status acquisiti, che derivano da scelte dell’individuo o di altri (es: il diventare

• dottore, studente, marito, ecc…).

è

Il ruolo un insieme di comportamenti orientati secondo le aspettative legate ad un

determinato status, ovvero ciò che un individuo deve essere o fare per occupare

una determinata posizione (status). In sostanza, il fatto che un individuo sia in una

determinata condizione o posizione implica che gli altri si aspettino da lui certe

azioni e un determinato contegno, in funzione delle “prescrizioni” della cultura del

è

luogo e del tempo. Un ruolo quindi l'insieme dei comportamenti che ci si attende

da parte di chi occupa una certa posizione sociale. Implica delle aspettative

reciproche di azione con altri soggetti nella stessa struttura. Ad ogni status

corrispondono diversi ruoli (es: un insegnante si comporta in un certo modo con i

suoi studenti e in un altro con i colleghi), perciò talvolta ci possono essere dei conflitti

rispetto ai ruoli ricoperti (conflitto di interessi). L'apprendimento dei ruoli avviene

grazie al processo di socializzazione.

è

Il sistema status-ruolo l'unità della posizione del soggetto nel sistema sociale

rispetto agli altri soggetti. E' un sistema di status e ruoli, strutturato in base ad uno

o più criteri ordinativi (a loro volta ordinati tra loro). Ruoli e status sono i primi

elementi della struttura sociale. Si parla di sistema status-ruolo perché sono

collegati, seppur distinguibili dal punto di vista teorico.

Esempio -> lo status di studente comporta diversi ruoli all'interno

dell'organizzazione universitaria:

Ruolo 1: studiare, acquisire competenze;

• Ruolo 2: intervenire, fare domande, essere co-protagonista dell'offerta

• didattica;

Ruolo 3: proseguire in termini di carriera e risultati;

• Ruolo 4: collaborare, confrontarsi, socializzare con gli altri studenti;

• Ruolo 5: diventare autonomi e crescere;

• Ruolo 6: essere soci di un'associazione studentesca, rappresentati degli

• studenti; 18

Ruolo 7:

Gli status-ruoli formano organizzazioni dotate di una certa stabilità nel tempo,

ovvero le gerarchie e le istituzioni. All'interno delle gerarchie le posizioni sociali sono

durevoli, disposte dall'alto verso il basso, e garantiscono ad alcuni individui e gruppi

un potere maggiore/minore e uno status più/meno elevato di altri, a seconda della

loro collocazione in quella stessa gerarchia. Le gerarchie sociali sorgono e si

mantengono in qualunque situazione in cui un gruppo sia in grado di usare il

possesso di una qualche risorsa o di un certo attributo come base per la

rivendicazione di vantaggi speciali rispetto agli altri -> possono creare privilegi e

discriminazioni dovuti a status ascritti (razzismo, patriarcato). La stratificazione

sociale può essere determinata da diversi fattori ascritti e acquisiti:

Risorse economiche;

• Genere;

• à;

Et

• Appartenenza religiosa;

• Prestigio;

• Potere;

• Ecc…

Esempio: l'antica Grecia aveva una rigida gerarchia sociale -> solo gli uomini liberi

potevano essere cittadini e prendere parte al governo. I politici erano in cima,

seguiti da soldati e altri cittadini maschi, poi dai bambini maschi. Le donne e le

bambine avevano molti meno diritti, così come gli stranieri -> non erano considerati

cittadini. Le persone schiavizzate, invece, non avevano nessun diritto.

I DIVERSI SISTEMI DI STRATIFICAZIONE SOCIALE

I sistemi fondamentali di stratificazione delle società umane sono quattro:

ù à,

1. Schiavit -> forma estrema di disuguaglianza caratteristica dell'antichit ma

anche del colonialismo;

2. Casta -> associata alle culture del sub-continente indiano e alla credenza

induista nell'incarnazione;

3. Ceto -> caratteristico del feudalismo europeo;

4. Classe -> vasto gruppo di individui che condividono lo stesso tipo di risorse

economiche, le quali influiscono sulle loro condizioni di vita.

Le gerarchie sociali implicano:

L'assegnazione di individui e gruppi a differenti status;

• 19 à &egra

Dettagli
A.A. 2023-2024
78 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martaa.cavagnini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Moscatelli Matteo.