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TALCOTT PARSONS
Talcott Parsons (1902/1979) è stato direttore del nuovo dipartimento di relazioni sociali, la sua teoria è stata dominante nelle scienze sociali fino agli anni '70: l'obiettivo di Parsons era quello di comprendere come evitare la terza guerra mondiale, cioè trovare un modo per tenere la società in equilibrio. Prosegue la tradizione dell'oggettivismo, abbandona l'analogia tra società e organismo vivente, ma mantiene i due concetti di struttura (connessione tra le parti) e funzione (conseguenze benefiche che ogni parte comporta per l'insieme): per questo il suo approccio è definito struttural-funzionalismo secondo cui le parti (le istituzioni) svolgono una funzione utile per il tutto. Parsons parte da una concezione astratta di società, considerata come un sistema, cioè un insieme coerente e interrelato di parti che tende al mantenimento di uno stato di equilibrio: secondo lui, il problema.centrale della sociologia e della società moderna è l'ordine sociale e il fondamento della sociologia deve essere una teoria sistematica e generale; aveva percepito l'esigenza di ricondurre all'interno di un paradigma concettuale generale l'interpretazione dei fenomeni particolari e la preoccupazione di rafforzare il senso di coesione sociale in una società come quella americana caratterizzata da processi di immigrazione che causava il problema della coesistenza di una grande varietà di gruppi etnici eterogenei e di conflitti razziali. I problemi di fondo: - Il volontarismo dell'azione umana, cioè l'idea secondo cui l'azione umana non è un mero adattamento alle circostanze esterne e non è spiegabile come conseguenza di quelle, ma è invece il prodotto dello sforzo (effort) che gli esseri umani compiono per trasformare la loro situazione in conformità ai fini che si prefiggono. - Il problemadell'ordine sociale, che ruota attorno al quesito di come sia possibile che le azioni di più individui impegnati a perseguire fini diversi mediante mezzi scelti razionalmente, producano interagendo assetti sociali durevoli senza che sia di regola necessario ricorrere all'uso della violenza e dell'inganno per assicurarne la stabilità.
Parsons vuole conciliare ordine sociale e volontarismo, cioè spiegare perché gli individui liberi di scegliere i fini e mezzi che preferiscono, salvo eccezioni, scelgono solo quelli che non minacciano e spesso rafforzano l'ordine sociale. Lo schema AGIL rappresenta 4 funzioni (imperativi o prerequisiti funzionali) che ogni sistema deve essere in grado di assolvere per poter funzionare (la funzione principale è la cultura poiché consiste nella trasmissione dei valori riguardo l'ordine sociale, cioè le strutture):
- Adattamento: la funzione che riguarda l'insieme dei rapporti tra il
socializzazione ex. famiglia, scuola, istituzioni religiose). Parsons distingue 5 variabili dei modelli, tra le quali ogni azione deve scegliere, cioè sono scelte binarie riguardanti alcuni atteggiamenti culturali che sono riscontrabili al di sotto di ogni sistema di azione:
- universalismo/particolarismo: alcuni ruoli richiedono di trattare le persone secondo regole universali, in altri si tiene conto delle caratteristiche individuali (ex. il giudice applica le stesse regole per tutti, l'amico fa qualcosa per una persona e non per un'altra);
- diffusione/specificità: alcuni ruoli sono più circoscritti di altri (ex. con l'elettricista si istaura un ruolo in considerazione delle sue competenze, con il coniuge in maniera globale);
- affettività/neutralità affettiva: alcuni ruoli sono basati su relazioni formali, altri su dimensioni emotive (ex. le relazioni con il cliente sono neutre, quelle con il figlio sono basate sull'affetto);
ascrizione/acquisizione: alcuni ruoli dipendono da status ascritti definiti alla nascita e altri da ciò che si è stati in grado di realizzare (ex. figlio, impiegato);
orientamento all'io/orientamento alla collettività: alcuni ruoli hanno interessi privati, altri hanno interessi sociali (ex. l'imprenditore è orientato verso il proprio profitto, il medico è orientato verso il benessere dei pazienti);
L'ego sceglie la variabile strutturale prima di iniziare l'interazione con altri e l'ordine sociale si riproduce grazie alla reciprocità delle aspettative. L'azione sociale comprende diversi elementi che si influenzano:
- il soggetto, cioè l'attore sociale (individuo, gruppo, collettività)
- la finalità dell'azione, cioè il risultato futuro verso cui si orienta l'azione
- la situazione, cioè le condizioni oggettive (gli elementi su cui l'attore non ha controllo) e i
mezzi (gli elementi sui quali l'attore ha la possibilità di controllo) entro quali si sviluppa l'azione- l'ordine simbolico normativo, cioè l'insieme delle rappresentazioni, modelli e regole culturali che orientano l'agire e qualificano le possibilità di controllo
Gli attori sociali scelgono volontariamente i loro fini ma nel perseguirli riproducono le norme sociali che sono dominanti in un dato sistema sociale e sono automaticamente interiorizzate; l'elemento normativo dà concretezza al fine e in caso contrario avviene la sanzione che ricompone l'equilibrio della società.
ROBERT MERTON
Robert Merton (1910/2003) effettua delle critiche al funzionalismo che considera teorie vaste e astratte da non essere verificabili empiricamente e, al contrario, unisce la teoria alla ricerca empirica, cioè verificabile con l'osservazione. Merton critica l'unità funzionale, cioè non è vero che tutte
le parti di una società interagiscono in modo così unitario da favorire l'integrazione complessiva (ex. religione era considerata un elemento integrativo della società, oggi può essere un elemento di conflitto poiché nella società ci sono diverse religioni); critica il funzionalismo universale, cioè non tutto ciò che svolge una funzione è funzionale alla società e l'analisi funzionale è troppo concentrata sulle funzioni positive ma occorre valutare anche le disfunzioni (ex. schiavitù negli Stati americani del sud che ha sviluppato eccessivamente il settore agricolo, tralasciando gli altri e causando la perdita della guerra); critica l'indispensabilità della funzione, cioè non è vero che una funzione può essere svolta solo da un elemento perché la stessa funzione può essere svolta da elementi alternativi detti equivalenti funzionali (ex. religione peralcuni assicura conforto, cura e supporto psicologico ma per altri individui è assicurato da altri elementi). Inoltre, Merton crede che gli uomini non siano sempre coscienti delle funzioni che assolvono i loro comportamenti, quindi, bisogna distinguere tra le funzioni manifeste e le funzioni latenti:
- funzioni manifeste: conseguenze oggettive e volute dagli individui coinvolti che contribuiscono all'adattamento del sistema o di un gruppo;
- funzioni latenti: conseguenze che, pur essendo funzionali, non sono né volute né riconosciute dagli individui coinvolti ma sono osservabili dal ricercatore (ex. danza della pioggia/ricerca di Mayo);
CONFLITTUALISMO
Negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, nella società occidentale inizia un periodo di grande sviluppo sociale tecnologico, ma soprattutto mostra una complessità strutturale in cui il conflitto è inevitabile e ha un carattere permanente: il conflittualismo deriva dalle idee marxiste
(aspetto economico che determina gli altri aspetti), c'è una separazione tra fatti e valori e nella società non c'è un gruppo dominante ma esistono diversi poteri e status. I maggiori esponenti sono Dahrendorf, Coser e Collins.
RALF DAHRENDORF
Ralf Dahrendorf (1929/2009) individua diversi fattori che caratterizzano lo sviluppo della società industriale. Nella società industriale la società è pluralista, sempre più attenta ai problemi sociali e si avvia verso la democrazia rafforzando le politiche pubbliche di intervento sociale proprie del welfare state; avviene un forte ampliamento dell'apparato burocratico dello Stato che viene strutturato a diversi livelli gerarchici e ci sono nuove forme di imprenditorialità, cioè le grandi aziende operano in un mercato in cui c'è concorrenza e questo richiede professionisti del management (non c'è più il capitalista con i mezzi di produzione).
maesistono manager che prestano il servizio e sono stipendiati); avviene l’espansione della classe mediapoiché parte del proletariato confluisce nella classe media, l’aristocrazia operaia non è interessata allarivoluzione ma a condurre una lotta nei limiti istituzionali per acquisire uno spazio politico maggiore nellasocietà capitalista, parte della classe operaia ha stili di vita borghesi e rinuncia alla lotta di classe. Esiste unatendenza al conflitto nel sistema sociale: nella società la materia del contendere non è più la proprietà ma èil potere inteso come la capacità di decidere, controllare e imporre i propri interessi, il potere non risiedesolo nel possesso dei mezzi di produzione ma anche nel possesso di conoscenze tecniche per ricoprire ruolifunzionali; il passaggio da una lotta per la proprietà a una per il potere spiega anche perché i conflitti siverificano non solo nelle
società capitaliste ma anche in quelle socialiste, dove la proprietà è collettiva mala stratificazione burocratica e manageriale presenta differenziazioni tali da creare dissidi e rivolte, inoltre, è ridimensionata la possibilità di una rivoluzione ma è comunque presente una lotta di classe.