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ODDS
Tra le varie misure utilizzate, la più diffusa sono gli odds ratio (Or) che misurano l’associazione tra variabili categoriali
basandosi sui rapporti.
Per calcolare l’Or si parte dall’odds (w) che è il rapporto tra la probabilità (p) che un evento si verifichi e la probabilità
che non si verifichi (1-p).
Essi variano tra 0 e infinito.
1 indica pari probabilità.
Tra 1 e infinito indica una probabilità superiore.
Un valore tra 0 e 1 indica una probabilità inferiore.
RICORDA: le probabilità non possono mai essere negative.
L’Odds ratio è invece il rapporto tra due odds (w1/w2).
Nel nostro caso misura il vantaggio o lo svantaggio di un gruppo sociale rispetto a un altro nella probabilità di raggiungere
un dato livello di istruzione piuttosto che un altro.
L’odds ratio misura le effettive probabilità, non considerando i marginali, ma è una misura parziale (solo due origini e due
destinazioni).
Gli odds ratio generalizzati prevedono che per ogni cella della tavola (combinazione di origine e istruzione) si calcola una
combinazione di odds ratio che confrontano la probabilità di chi ha quell’origine di raggiungere quella destinazione rispetto
a ogni altra origine e destinazione.
Gli odds ratio vengono sintetizzati in una misura geometrica (org) che ha valore tra 0 e infinito.
Si ottiene un valore per ogni cella e questi valori costituiscono la tavola di mobilità di istruzione relativa che misura la
struttura delle opportunità di istruzione non in termini di flussi ma di maggiori o minori probabilità relative di ottenere un
determinato titolo di studio.
Esempio:
Odds per i figli di genitori con licenza media di laurearsi piuttosto che diplomarsi: 1.797/6.085 = 0,29.
Le probabilità di laurearsi sono inferiori a quelle di diplomarsi.
Odds per i figli di genitori laureati di laurearsi piuttosto che diplomarsi: 1.339/788 = 1,69.
Le probabilità di laurearsi sono superiori a quelle di diplomarsi.
Odds ratio: 0,29/1,69 = 0,17.
I figli di genitori con licenza media hanno meno probabilità di laurearsi piuttosto che diplomarsi rispetto ai figli di genitori
laureati. Tavola di mobilità di istruzione relativa 52
La tavola di mobilità di istruzione relativa che misura la struttura delle opportunità di istruzione non in termini di flussi ma
di maggiori o minori probabilità relative di ottenere un determinato titolo di studio.
Per ogni cella della tavola (16 celle) calcoliamo la probabilità di raggiungere quella destinazione partendo da una determinata
situazione.
Vediamo che i valori più alti sono agli estremi (e in realtà nella diagonale principale) a causa dell’effetto pavimento e tetto.
Quando sono da 0 a 1 sono negative, quando sono da 1 a + infinito sono positive.
La prima cella (elementare-elementare) presenta un valore di 21.71, questo vuol dire che i figli di elementari hanno 21
volte in più la probabilità rispetto a figli con altre origini di avere la licenza elementare piuttosto che la media, diploma o
laurea.
All’estremo opposto, i figli laureati hanno quasi 12 volte la probabilità di prendere una laurea piuttosto che un titolo
inferiore.
In una situazione ideale di assenza di Doi tutti i valori sarebbero uguali a 1.
L’aumento delle opportunità di mobilità ascendente non si è distribuito in maniera equa tra i diversi gruppi sociali.
Nonostante l’aumento della partecipazione, esiste ancora una forte riproduzione intergenerazionale dei livelli di istruzione.
Bisogna però precisare:
- Queste analisi non controllano per gli effetti di composizione, cioè per le diverse caratteristiche individuali che
caratterizzano i gruppi messi a confronto (questi effetti possono essere controllati con modelli multivariati).
- Non considerano i cambiamenti nel tempo della Doi, riportano un quadro della situazione non temporalmente
situato.
Lezione 13
La disuguaglianza di opportunità di istruzione nel tempo
La domanda che ci poniamo è: l’espansione della partecipazione scolastica ha influito sulla disuguaglianza delle opportunità
di istruzione?
Si può rispondere con i dati visti nella tabella della scorsa lezione (vedi link).
L’espansione scolastica è una delle principali caratteristiche delle società contemporanee e fino ad ora abbiamo
ricostruito la discussione tra la teoria della modernizzazione secondo cui con l’espansione le disuguaglianze diminuiscono, e
la teoria della riproduzione, secondo cui la scuola non ha particolare efficacia equalizzatrice.
Il modello delle transizioni scolastiche
Per studiare le disuguaglianze nel tempo utilizziamo il modello delle transizioni scolastiche (utilizzato da Mare nel 1980-
1981).
Per transizione si può intendere il passaggio da un livello di istruzione al successivo con il conseguimento di un titolo
superiore (ad es. passaggio da scuole medie e superiori, superiori università).
Il modello rappresenta il sistema scolastico come una serie di passaggi in corrispondenza dei quali gli studenti sono
sottoposti ad una selezione, perché devono decidere se proseguire o meno gli studi, differenziata a seconda dell’origine.
53
Il modello stima le probabilità di effettuare una determinata transizione scolastica (t) condizionata all’aver effettuato la
transizione precedente (t-1).
Ad ogni transizione delle persone fuoriescono dal nostro modello perché sono le persone che hanno deciso di non
continuare gli studi.
n n
Si stimano quindi coefficienti per transizioni scolastiche e, dalla seconda transizione in poi, le probabilità stimate hanno
carattere condizionato, nel senso che riguardano solo gli individui che sono “sopravvissuti” fino a quel punto, cioè che
hanno ottenuto il titolo precedente.
Il modello può essere usato sia per valutare la DOI in un momento preciso, sia per studiarne il cambiamento nel tempo,
per esempio suddividendo i soggetti a seconda dell’anno o della coorte di nascita.
Questa figura misura la probabilità di conseguire un titolo di studio a seconda del titolo di studio dei genitori per coorte di
nascita.
Sull’asse orizzontale troveremo le coorti nascita (dal 1929 al 1989) mentre sull’asse verticale abbiamo la probabilità (da -
0,6 a 0).
La figura considera tre transizioni, l’ottenimento della licenza media, del diploma e della laurea.
Abbiamo tre diverse categorie: coloro che hanno i genitori con licenza media (pallino scuro), coloro che hanno genitori con
diploma (pallino chiaro), e coloro che hanno genitori laureati (che non vediamo nel grafico perché è la nostra categoria di
riferimento, quella con la quale andiamo a confrontare i figli di medie e diplomati).
Quello che studiamo è lo svantaggio o il vantaggio dei figli di genitori con licenza media o superiore hanno rispetto ai figli di
laureati di compiere queste tre transizione.
In questo caso vediamo che i figli di laureati sono sullo 0 e rappresentano una retta mentre i figli di medie e superiori
sono al di sotto quindi c’è inavvertitamente uno svantaggio per loro rispetto ai figli di laureati.
La disuguaglianza però si è ridotta nel tempo, (vedi licenza media diventata universale) con l’eccezione della laurea.
La diminuzione esponenziale per le disuguaglianze tra i figli di genitori con licenza media nella transizione della licenza media
si è avuta proprio negli anni 60-70, infatti la curva si appiattisce e lo svantaggio diminuisce.
Guardando il diploma invece per i nati nel ’29 chi ha i genitori con licenza media ha una grande disuguaglianza (quindi meno
probabilità di ottenere il diploma) ma arrivando agli anni 80 questa disuguaglianza diminuisce. Stessa cosa per i figli di
diplomati, si verifica una diminuzione delle disuguaglianze.
Per la laurea non ci sono stati aumenti o diminuzioni di vantaggi o svantaggi; questo vuol dire che le disuguaglianze che
sono diminuite per le scuole medie e superiori, sono invece rimaste invariate per la laurea.
In conclusione: la Doi associata all’istruzione dei genitori si è ridotta nel tempo, con l’eccezione della laurea.
Ma le percentuali possono essere influenzate dai marginali, e quindi dall’espansione scolastica.
Per avere una visione più dettagliata è necessario calcolare la disuguaglianza relativa nel tempo per capire come è
cambiata la doi al netto dell’espansione scolastica. 54
Una distribuzione più ugualitaria della scolarità non corrisponde necessariamente a un cambiamento dei meccanismi di
allocazione dei titoli di studio. Lo svantaggio degli studenti di classe bassa può rimanere immutato anche in presenza di un
aumento consistente della partecipazione.
Questo perché i processi di distribuzione e allocazione dei titoli di studio sono governati da meccanismi diversi.
I meccanismi che agiscono sulla distribuzione influiscono su tutti allo stesso modo mentre quelli che agiscono sull’allocazione
possono avere effetti differenziati su gruppi sociali.
Per valutare la variazione della Doi nel tempo bisogna dunque osservarla al netto dell’aumento della partecipazione
scolastica, con misure di disuguaglianza relativa basaste sugli odds ratio.
Questa figura mostra le differenze di probabilità relative di conseguire un titolo di studio a seconda del titolo di studio dei
genitori, per coorte di nascita.
Notiamo subito una differenza rispetto alla transizione della licenza media. Si osserva una riduzione delle disuguaglianze ma
non sono scomparse e anzi rimangono elevate anche nelle coorti recenti, soprattutto per i figli di genitori con licenza
media.
In termini di classi sociali, la riduzione ha riguardato soprattutto le classi agricole; l’aumento delle opportunità di istruzione
dei figli delle classi agricole è stato reso possibile dalla diminuzione dei costi della frequenza scolastica, dovuta alla
diffusione delle scuole e al miglioramento della rete dei trasporti.
Passando al diploma la situazione è piuttosto stazionaria e le disuguaglianze son le stesse negli anni.
Interessante invece la disuguaglianza nel conseguimento della laurea. Si parte dal ’29 con una piccola disuguaglianza
rispetto ai figli di diplomati per poi arrivare alle ultime coorti con una disuguaglianza aumentata.
È chiaro che negli anni 20 i figli di genitori con licenza media o diploma che conseguivano la laurea erano pochi rispetto a
quelli degli anni 80, motivo per cui le disuguaglianze erano inferiori, perché erano persone “scelte”.
Cosa può incidere su questa disuguaglianza che rimane stabile nel tempo?
Il modello di scelta.
Modello di scelta –
U = (B x p) C
La U è l’utilità di continuare ad andare a scuola piuttosto che fare altro è data dai benefici attesi (B) moltiplicato per le
probabilità