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LE DOMANDE SECONDO LA LORO FUNZIONE

- domande introduttive = servono ad avviare il questionario in modo semplice e

lineare , creando un clima favorevole all’intervista. Le prime domande devono

essere generali, non difficili ne emotivamente delicate, e possibilmente collegate al

tema principale della ricerca. Se il tema è sensibile è meglio iniziare con una

domanda neutrale e generale che metta a proprio agio l’intervistato. Le domande

anagrafiche possono essere poste più avanti o alla fine. Se si inizia con domande

non legate al tema bisogna introdurle con una breve giustificazione. Sono anche

utili delle formule introduttive per passare da una sezione del questionario a

un’altra.

- le domande filtro = servono a selezionare gli intervistati in base a determinate

caratteristiche, determinano se una domanda condizionata successiva è rilevante o

meno per l’intervistato. (Esempio tipico: si chiede se l’intervistato possiede una

certa proprietà e in base alla risposta si o no si procede).

- le domande sonda ed i probe = servono a stimolare l’intervistato a chiarire,

approfondire o completare una risposta insufficiente. Sono utili con intervistati

timidi, reticenti o poco concentrati. I probe sono domande o stimoli secondari usati

quando la risposta alla domanda principale è vaga o inadeguata: il loro scopo è

trasformarla in una risposta utile per gli obbiettivi l’intervista. Esistono molti tipi

di probe: brevi segnali di attenzione, pause strategiche, frasi neutre di rilancio,

riepiloghi di quanto detto, domande suppletive, riformulazione della domanda

quando la risposta è confusa. Servono in breve a mantenere un clima collaborativo

e interessato, in alcuni casi possono essere usate in versione antagonista per

provocare una risposta più sincera.

- le domande ad imbuto = sono una sequenza di domande sullo stesso tenace parte

da quesiti generali e spesso aperti per poi procedere verso domande più specifiche

e generalmente chiuse. Servono a guidare l’intervistato verso l’oggetto preciso

dell’indagine e sono spesso abbinate a domande filtro. Esiste anche l’imbuto

rovesciato in cui si procede dal particolare al generale. In entrambe le strategie

occorre cautela.

- le domande di controllo = servono per verificare l coerenza delle risposte

dell’intervistato, ad esempio riproponendo lo stesso tema in forma diversa. Nella

pratica però il loro utilizzo è complesso: per proprietà semplici eventuali

incoerenze permettono solo di eliminare l’item o l’intervista. Per atteggiamenti e

opinioni le domande non sono mai identiche ma mirano a diversi aspetti dello

stesso concetto. Le domande di controllo funzionano meglio come pluralità di

indicatori di un concetto, piuttosto che come strumenti per beccare bugie.

- le domande delicate : come rilevare argomenti delicati e non facilmente trattabili?

Le domande delicate toccano più da vicino (1. La sfera strettamente privata: affetti,

comportamento sessuale… 2. Gli interessi economici: proprietà, redito,

indigenza… 3. L’affiliazione politica e religiosa 4. Le situazioni personali

negative: malattie, problemi sociali, disgrazie.. 5. I comportamenti devianti: alcool,

stupefacenti…). Le domande delicate secondo la letteratura dovrebbero essere

collocate verso la fine. Non vanno utilizzati termini che potrebbero imbarcare o

disturbare l’intervistato. Strategie per le domande delicate (per far si che

l’intervistato non risponda per essere conforme alla desiderabilità sociale): usando

termini scelti dall’intervistato, usare la tecnica “così fan tutti” (generalizzare),

usare la tecnica “dato per scontato”, usare un riferimento autorevole per

l’intervistato (qualche personaggio famoso), usare una strategia soft, usare una

strategia soft premettendo osservazioni che informino sui comportamenti

alternativi o li giustifichino, usare domande indirette (domande proxi). Se una

domanda ha ampie probabilità di ricevere risposte false va eliminata.

- le domande di verifica = servono per ottenere informazioni più precise sul

comportamento dell’intervistato, e non sulla sua opinione in merito. È una

domanda volta a realizzare una conferma empirica.

Tipi di domande in un questionario:

- strutturali, ovvero socio-anagrafiche (genere, età, luogo di nascita), sociali: ascritte

(status genitori), acquisite (titolo di studio), temporanee (professione, stato civile,

comune di residenza…).

- rilevazione di atteggiamenti, ovvero percezioni, motivazioni, sentimenti, giudizi e

valori.

- Rilevazione di comportamenti, ovvero azioni.

“ALTRO” / “NON SO” / USO DI GADGET

1. “Altro” = viene inserito alla fine di una lista di risposta quando: opinioni e

atteggiamenti (impossibile garantire esaustivi) / proprietà discrete ma vaste o in

evoluzione (hobby, generi di libri) / insiemi noti ma con categorie poco frequenti.

È importante far specificare cosa si intende per altro per riclassificare

correttamente le risposte. Solo dopo la codifica può restare una categoria

residuale altro ma deve avere frequenze molto basse.

2. “Non so” = serve come “uscita di sicurezza” quando la domanda è troppo

complessa o l’intervistato non ha opinioni. Tuttavia può essere usato anche per

evitare di esporsi o per indifferenza verso la ricerca. Un numero elevato di “non

so” indica che la domanda non funziona. Non va usato per variabili oggettive.

3. Uso di gadget = sono oggetti manipolabili (cartoncini, pannelli, simboli…) usati

per facilitare la comprensione, presentare scale o lunghe liste, rendere l’intervista

più varia e chiara. Sono molto apprezzati dagli intervistati ma conviene evitarli

con soggetti anziani o poco scolarizzati.

PRINCIPALI DIFETTI DELLE DOMANDE

Molte domande chiedono all’intervistato di riflettere su temi nuovi o formulati in

modo insolito: le risposte sono spesso improvvisate e influenzate da preconoscenze,

desiderio di compiacere, contesto, linguaggio.

Il questionario è quindi uno strumento inevitabilmente imperfetto, soggetto a errori

legati a validità, attendibilità e alla natura comunicativa e culturale dello scambio.

Domande false

Propongono affermazioni ideologiche mascherate da domande; servono più a

diffondere un messaggio che a rilevare dati.

Domande viziate (tendenziose)

Inducono implicitamente una risposta. Per evitarle si può usare il doppio livello

dichiarativo neutrale. In rari casi domande volutamente cariche servono per

selezionare soggetti con opinioni estreme.

Questioni delicate e reazione all’oggetto

Domande su sesso, politica, devianza o temi imbarazzanti richiedono formulazioni

non giudicanti, linguaggio prudente, risposte che non mettano a disagio, passaggi

graduali (domande a grappolo).

Tecniche: domanda diretta, cartellini numerati, approccio indiretto (“conosce

qualcuno che…? E lei?)

Desiderabilità sociale

Gli intervistati tendono a dare risposte socialmente accettabili: per ridurre il problema

bisogna usare doppio livello dichiarativo, bilanciare la desiderabilità delle opzioni,

normalizzare comportamenti indesiderabili, usare eufemismi, permettere giudizi

positivi prima di quelli critici, consentire di dire “non ho opinioni”.

Doppie domande

Una domanda che contiene due quesiti in uno (spesso unite da “e” o “o”), da cui non

si può capire quale parte sia stata considerata dall’intervistato.

Vanno sempre evitate o scisse in due domande.

Domande astratte o troppo generali

Concetti vaghi (felicità, giustizia…) generano risposte poco utilizzabili. Vanno

scomposti in più domande specifiche o affrontati con tecniche “a imbuto”.

Domande sul passato

la memoria è imprecisa e filtrata psicologicamente: l’intervistato ricostruisce e

razionalizza. Le cautele da prendere sono: usare domande generali per riattivare il

ricordo, poi porre la domanda specifica che andrà in matrice dati, distinguere tra

comportamenti abituali e recenti, definire con precisione l’unità di tempo (“ultimo

anno” = ultimi 12 mesi? Anno in corso?)

Le domande sul passato recente sono meno problematiche ma richiedono comunque

definizioni temporali chiare.

L’EDITING DEL QUESTIONARIO

Il questionario deve essere chiaro, leggibile, ordinato e graficamente curato. Elementi

fondamentali: aspetti grafici: buona stampa, margini ampi, spazio sufficiente tra le

domande, caratteri grandi, tutte le risposte di una domanda chiusa devono stare sulla

stessa pagina, nelle domande aperte lasciare diverse righe ben distanziate, distinguere

graficamente domande istruzioni e note per l’intervistatore, gadget maneggevoli e

ben confezionati.

Frontespizio e informazioni introduttive: indispensabile soprattutto nei questionari

autoamministrati. Deve contenere: committente, scopi generali, garanzia di

anonimato, motivazione dell’intervistato e istruzioni generali.

Istruzioni: nei questionari autoamministrati vanno spiegate chiaramente le regole di

riposta (una sola risposta? Più risposte? Come barrare?), non elencare tropperegole

complicate all’inizio (meglio una metaregola e poi istruzioni specifiche vicino a

ciascun item complesso).

Linguaggio: semplice, quotidiano, senza tecnicismi, frasi brevi e senza gergo,

attenzione a termini ambigui, il pre-test è essenziale per individuare fraintendimenti,

evitare eccessiva semplificazione che può risultare offensiva (il livello linguistico

deve adattarsi all’intervistato).

Ruolo dell’intervistatore: deve leggere correttamente le domande, non leggere le liste

di risposta, usare probe in maniera naturale e creativa, eventuali note finali (clima,

osservazioni) vanno scritte in spazi appositi.

REGISTRAZIONE DEI DATI

Domande chiuse

Segnare la risposta con una croce a penna dentro la casella, in caso di errore cerchiare

la croce sbagliata e metterne una nuova sulla risposta corretta, utile standardizzare

queste procedure per evitare confusione.

Domande aperte

Più difficili da registrare: l’intervistatore deve selezionare ciò che è rilevante per la

ricerca, deve mantenere presenti ipotesi e concetti guida per distinguere ciò che è

importante da ciò che è solo aneddotico, le domande aperte none esplorano tutto il

mondo vitale: offrono solo uno sguardo limitato coerente con il questionario.

Modalità di trascrizione

Riportare le parole dell’intervistato fedelmente con il suo lessico, l’intervistatore può

eliminare solo elementi superflui: dettagli, ripetizioni, divagazioni; tutto ciò che è

significativo

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Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sofiavalentii di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia e metodologia della ricerca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Pandolfini Valeria Silvia.
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