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A partire dagli anni Sessanta abbiamo un declino della fecondità in tutti i paesi.

Là dove c’è più occupazione femminile c’è più fecondità.

La sociologia della famiglia ci dice di prestare attenzione a 2 spiegazioni ad esse

correlate.

- come le società reagiscono all’aumento dell’occupazione femminile

- come le diverse società sostengono il costo dei figli e ne promuovono

l’autonomia economica.

Inoltre possiamo vedere

- nei paesi mediterranei abbiamo un poco sostegno all'occupazione delle

donne con i figli e un poco sostengo per il costo dei figli

- Nei paesi scandinavi abbiamo una forte occupazione femminile e un'offerta

di servizi educativi per la precoce autore minazione dei figli.

Possibili spiegazione della riduzione del tasso di fecondità.

Ciò può dipendere da orientamenti culturali e personali, oppure da decisioni

relative alla procreazione che risentono inoltre di ciò che avviene sia nella vita

individuale che familiare.

In italia abbiamo 2 modelli di famiglia dal punto di vista di fecondità.

- Nelle regioni del Nord abbiamo un numero contenuto di figli,

- Nel sud abbiamo un numero elevato di figli.

E’ interessante notare che con il passare del tempo nelle regioni del Meridione si è

ridotto più drasticamente il numero di figli per famiglia mentre nelle regioni del

centro nord è ripreso il tasso di fecondità dato dalle donne straniere.

Un secondo mutamento lo abbiamo a partire dagli anni 50 del XX secolo dove il

modello ideale della famiglia passa dalla famiglia con 2/4 figli a 2 figli.

E’ sostanzialmente in questo periodo che noi assistiamo alla seconda rivoluzione

contraccettiva, dove non riguarda più il numero limitato dei figli. Pertanto lo stato

normale della coppia è quello della non procreazione. Vengono attuate delle

strategie contraccettive dove lo stato normale della coppia è quello di non

procreare.

Si ha una riduzione delle fecondità dove non è soltanto legata allo sviluppo di

strategie contraccettive ma era vietata la diffusione di informazioni e la vendita di

contraccettivi fino al 1975.

Fare il figlio/a è una scelta, un desiderio per i genitori.

Questo si accompagna con un mutamento della visione della sterilità.

Un tempo poteva essere vista come un mancato compimento dell’identità

femminile adulta o del progetto di continuità familiare, oggi viene vista come un

ostacolo nella realizzazione di una scelta.

Le trasformazioni ci portano a un contesto dove l'età dei figli è meno articolata,

mentre più articolazione l'abbiamo nella parentela fra nonni e nipoti ecc..

Allo stesso tempo la scuola viene vista come un'istituzione di curricula di

crescita e curricula di genitori. Da un lato è uno strumento di emancipazione

sociale, ma dall’altro è uno strumento di rafforzamento della stratificazione sociale.

30 novembre

Le migrazioni

L'obiettivo è cercare di mettere da parte il senso comune, i pregiudizi.

Massey afferma che gli esseri umani sono stati da sempre una specie

migratoria.

Se volgiamo lo sguardo al passato fin da sempre le persone emigrano da un

posto all’altro per scopi lavorativi, di salute ecc.( es colonizzazione, mercanti

medievali ecc..) Si ha appunto una mobilità dell'essere umano.

Soltanto di recente l'emigrazione è diventata anche un aspetto politico a partire

dagli anni ‘70 a causa della crisi economica (crisi prolifera). Si ha questo

cambiamento quando ci rendiamo conto che le persone, che emigravano a causa di

questioni lavorative, preferiscono insediarsi negli stati europei.

Che cos’è l’immigrato?

La definizione varia a seconda dei sistemi giuridici ma anche di come si è sviluppato

il fenomeno migratorio nei diversi paesi.

La definizione più utilizzata è quella proposta dalle nazioni unite.

Le dimensioni che possiamo ricavare sono:

- Attraversamneto di un confine anzionale

- il paese di destinazione( un paese diverso)

- Permanenza prolungata nel nuovo paese, fissato convenzionalmente a 1

anno.

Una questione al centro del dibattito sono quelle delle seconde generazioni, ossia

figli di immigrati che non hanno sperimentato l’emigrazione.

Se non rappresentano il documento della cittadinanza al compimento dei 18 anni

risultano stranieri.

Quando utilizziamo il termine immigrato o extra comunitario?

Non lo utilizziamo per tutti, è un termine che definisce “cosa non si è”, ossia non si

è dell’unione europea. Non riconosce il soggetto, ma riconosce cosa non è.

Inoltre si utilizza questo termine per parlare di soggetti stranieri.

Si applica l’etichetta di immigrato spesso anche quando parliamo di cittadini

provenienti da paesi poveri, ma che si distinguono per l’eccellenza sportiva, nella

musica sport.

Non è facile definire l’immigrato. Questo ci pone di pensare che da un lato le

migrazioni sono dei processi che si evolvono e si modificano ma allo stesso

tempo è fondamentale considerare che il fenomeno prende forma da dei sistemi di

relazioni.

A livello di uso del linguaggio si può distinguere:

- emigrazione ci si riferisce all’uscita paese d'origine

- immigrazione si riferisce all'ingresso del paese ricevente

Ma utilizziamo anche il termine migrazione dove abbraccia diverse direzioni di

mobilità geografica seguite da insediamenti.

Parliamo di migrazioni interne quando abbiamo uno spostamento da un territorio

all’altro, all’interno di un medesimo paese.

Ci sono delle caratteristiche in parte diverse da migrazioni internazionali

Gli attori delle migrazioni

Le migrazioni sono costruzioni sociali complesse in cui agiscono tre principali

gruppi di attori:

- le società di origine che hanno la capacità di rispondere al benessere, alla

libertà, ai diritti ai propri cittadini

- migranti attuali e potenziali: coloro che hanno aspirazioni, propri progetti

- società riceventi: ossia quelle società che regolano gli ingressi all’arrivo di

popolazioni straniere.

Ciastel e Miller analizzano in particolare come l'interazione fra i vari attori dà la

creazione di un fenomeno ossia le minoranze etniche. Quest’ultime fanno

riferimento a gruppi di immigrati stranieri, stabilmente insediati in un paese e che

danno vita a nuove generazioni ma che non sono considerati come membri a

pieno titolo della società in cui vivono , con la conseguente esposizione a

condizioni discriminate.

Le caratteristiche che individuano sono:

- sono gruppi subordinati all'interno della società

- presentano aspetti fisici e culturali soggetti a valutazione negativa da parte dei

gruppi dominati

- acquistano autocoscienza del gruppo essendo accomunati da appartenenze

linguistiche, religiose ecc…

Tale concetto può implicare sempre marginalità sociale e di esclusione che

conducono a situazioni di conflitto sociale.

Diverse figure di immigrati

All’interno dei flussi migratori c’è stata una trasformazione a livello della figura

dell’immigrato con una sola figura sociale.

Si parla appunto della figura “breadwinner”, tipica delle prime immigrazioni di

massa: uomo, lavoratore manuale.

Successivamente si passa a diverse connotazioni da cui associare alla figura

dell’immigrato:

- Gli immigrati per lavoro: non sono più prevalentemente uomini, non c’è più la

connotazione di soggetti poco qualificati, ma l'inserimento lavorativo avviene

prevalentemente nei settori di occupazioni che sono meno ambite per coloro

che sono nati e vivono nel paese di origine.(es lavori sporchi, pericolosi. Tali lavori

sono stati chiamati i lavori delle “tre”.) Inoltre i lavori sono scarsamente tutelati con

rilevante diffusione di rapporti di lavoro irregolari.

- Gli immigrati stagionali: si distinguono dai primi perchè sono sottoposti a

regolamentazione specifica, ovvero hanno un’autorizzazione all’ingresso per

periodi limitati per rispondere ad esigenze temporanee e definite dalla

manodopera (es stranieri che lavorano nei campi per raccogliere il grano).

Troviamo quindi delle migrazioni circolari.

- Gli immigrati qualificati e imprenditori: rappresentano una quota crescente dei

flussi migratori su scala internazionale, specificamente verso paesi in cui

esistono specifici programmi per il reclutamento di questa tipologia di immigrati.

-Gli immigrati ricongiunti: ossia tipica dei familiari, diventa un motivo rilevante in

Europa dalla metà degli anni ‘70. Come conseguenza aumenta la quota di

popolazione che non partecipa al mercato(figli) del lavoro. A sua volta aumenta la

domanda ai servizi sociali/educativi.

- Rifugiati e richiedenti asilo: sono componenti della popolazione migratoria

che è cresciuta negli ultimi anni.

La convenzione delle Nazioni Unite 1951 definisce il rifugiato come una persona

che risiede al di fuori del paese di origine che non può tornare o'non vuole

tornare a causa di un timore di persecuzione per motivi di razza, di religione, di

orientamento sessuale ecc. Tale rifugiato deve dimostrare che per i motivi analizzati

precedentemente non può tornare al paese di origine.

Mentre il richiedente asilo è una persona che si sposta attraverso la frontiera in

cerca di protezione ma non rientra nella Convenzione di Ginevra, non potendo

dimostrare che è oggetto di una persecuzione.(es migrazioni per catastrofi naturali).

Alcuni attori parlano di migrazioni forzate.

- Migrazioni irregolari e non volute: è la persona che è entrata in un paese di

destinazione in maniera regolare ma rimane nel paese anche quando il titolo di

permesso scade.

Il clandestino è la persona che entra nel paese di destinazione senza documenti

Mentre la vittime del traffico e di esseri umani è la persona che viene coinvolta

nell’attraveso della frontiera con la forza o con l’inganno (es donne straniere e

prostitizione forzata.)

- Migranti di seconda generazione: figli di immigrati nati nel paese ricevente o

nati nel paese di origine e ricongiunti in seguii.

Da un punto giuridico coloro che sono immigrati con i genitori hanno uno status

simile a quest’ultimi ovvero devono avere la necessità di acquisire la

cittadinanza e il permesso di soggiorno.

Nel primo caso si parla di migranti senza migrazione nati e cresciuti al di fuori

del paese d'origine verso i quali i paesi di destinazione hanno atteggiamenti

diversi: - ius solis: sono considerati cittadini in quanto nati sul territorio

nazionale

- ius sanguinis: cittadinanza si trasmette per discendenza da coloro

che sono cittadini: s

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A.A. 2022-2023
26 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fra.leu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Milano F..