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sessuale. 3. INEVITABILI CLICHÉ? LA PRESBIOPIA MORALE DEI PUBBLICITARI ITALIANI NELLA
PRODUZIONE DELLE IMMAGINI DI GENERE di Paola Panarese
CAPITOLO 3-
– INEVITABILI CLICHE? LA PRESBIOPIA MORALE DEI PUBBLCIITARI ITALIANI NELLA PRODUZIONE
DELLE IMMAGINI DI GENERE
3.1 ZONE D’OMBRA
Tradizionalmente gli studi sulla pubblicità hanno focalizzato l’attenzione su tre ambiti principali di
analisi: il contenuto dei messaggi, l’influenza su atteggiamenti gusti e mode e il ruolo nel sostegno
del capitalismo e consumismo. La pubblicità è una forma di comunicazione argomentativa retorica
che tende a cambiare l’orientamento o a influenzare le persone, è riferita a un pubblico di massa ed
ha alcune peculiarità come: la brevità e l’attrattività del contenuto, la parzialità, la sintesi, la
tendenza alla semplificazione e all’enfasi del contenuto, ma soprattutto: RIPETITIVITA’ (favorisce la
percezione e memorizzazione dei messaggi oltre a coprire più target); PERSUASIVITA’ (occupare ogni
singole spazio per arrivare anche alle persone più sfuggenti). Nell’ambito pubblicitario si individua la
MIOPIA MORALE (incapacità di vedere questioni etiche) e MUTISMO MORALE (la riluttanza a parlare
di problemi etici che si verificano in ambito lavorativo). Un ulteriore dibattito sul ruolo sociale della
pubblicità che vede due punti di vista legati alle metafore dello SPECCHIO (la pubblicità riflette i
valori dominanti della società e non può modificarli) e dello STAMPO (la pubblicità è in grado di
influenzare e modellare la società.
3.2 METODO
Si è scelto di effettuare un’indagine sugli orientamenti culturali e le condotte che rientrano nella
produzione delle immagini di genere nel mondo pubblicitario con una ricerca volta a verificare
l’esistenza di miopia morale e mutismo morale. Sono state fatte le seguenti domande ● esiste la
percezione di un problema (etico) relativo alla rappresentazione del genere in Italia tra i pubblicitari
italiani? ● come viene tematizzato tale problema ● a che si attribuisce la colpa e come si risolve il
problema ● esiste una correlazione tra punti di vista e genere, ruolo professionale ed esperienza
lavorativa. Sono state realizzate quindi 40 interviste (20M e 20F) in particolare a dirigenti
pubblicitari.
3.3 PROFILI EGLI INTERVISTATI.
Il nome degli intervistati è stato nascosto specificando però tramite sigle il proprio ruolo ed il sesso.
3.4 CONSAPEVOLEZZE DIFFUSE
Dalle interviste è emerso che c’è una disparità di pensiero tra uomo e donna riguardo l’argomento
degli stereotipi. Secondo le donne è attuale e non sufficientemente indagato e marginalizzato dai
colleghi, mentre per gli uomini l’argomento è trito e in parte superato e marginalizzato perché non
urgente. La donna è spesso rappresentata come casalinga che si prende cura dei figli o come prede
seduttive, assumendo quindi valutazioni negative. Già dal punto di vista maschile gli stereotipi sono
maggiori e vari e spesso incrementano lo stato dell’uomo assumendo quindi valenza positiva. Il
problema alla base non è dovuto tanto alla singola pubblicità, ma all’insieme delle stesse che crea
rigidi stereotipi che soprattutto nelle donne assumono valenza negativa ingabbiando la donna in
spazi più limitati rispetto a quelli maschili.
3.5 CORNICI DI SESSO
Le ragioni principali dell’esistenza di stereotipi secondo gli intervistati sono la brevità della
pubblicità, che costringe i pubblicitari ad agganciarsi a dei luoghi comuni per far sì che il messaggio e
il ruolo del protagonista venga percepito, e il problema culturale che costringe all’utilizzo di
stereotipi poiché il pubblico è ampio e l’unica cosa che lo lega è la cultura tradizionalista. È quindi il
problema culturale e la cultura sessista intrinseca nella società italiana che orienta clienti, pubblico e
agenzie.
3.6 METAFORE DI RELAZIONE.
Dalle interviste non esce una risposta univoca sul ruolo della pubblicità nella società. Per alcuni,
infatti, prevale l’immagine dello specchio, ovvero la pubblicità riflette la realtà, anche se prevale
maggiormente la metafora della rappresentazione, ovvero una ricostruzione di ciò che è la realtà e
non una riflessione. Minoritaria è la metafora del megafono che amplifica contenuti e tendenze
provenienti dal contesto sociali. I diversi punti di vista si riassumono con la visione della pubblicità
come una specie di nuvola, acqua evaporata dalla terra che condensata ad alta quota viene
riscaricata giù.
3.7 RESPONSABILITA’ DI ALTRI.
La conclusione del sondaggio risulta constatare come gli addetti ai lavori della pubblicità sono
consapevoli del problema legato agli stereotipi di genere, ma non si ritengono responsabili facendo
ricadere le colpe a qualcosa di distante a loro come la società o vertici. La società, infatti, non
sarebbe in grado di capire un’immagine se non rappresentati con gli stereotipi. Si tratta quindi di una
sorta di presbiopia morale, si mette a fuoco il problema solo se allontano da loro, e le uniche
soluzioni offerte spostano il problema da essi invocando maggiore cultura e educazione.
3.8. Patologie percettive
Gli intervistati riconoscono la rigidità, la povertà e la bassa qualità delle immagini di genere della
pubblicità italiana e sono piuttosto critici nei loro confronti. Rintracciano il problema principale nella
rigidità dei ruoli, delle estetiche e delle intelligenze femminili: apprezzano le immagini di genere più
“eccentriche”, considerandole non una rottura dei cliché, ma nuovi stereotipi. Dichiarano di pensare
che il problema risieda nei vincoli tecnici e strategici da cui non possono derogare, ma svelano di
credere che le origini della questione siano soprattutto culturali. Invertendo la gerarchia rintracciata
nell’indagine di Drumwright e Murphy, secondo la quale la miopia morale cresce al crescere della
dimensione del contesto considerato, i pubblicitari italiani vedono nelle rappresentazioni di genere
un problema relativo soprattutto all’influenza delle immagini sulla società, poco legato alle pratiche
organizzative e professionali, quasi del tutto indipendente dall’attività individuale. Se per i
pubblicitari americani il mutismo morale si lega all’idea che i destinatari siano attivi e critici, e
dunque capaci di fronteggiare eventuali distorsioni, per gli italiani la scelta del silenzio si lega alla
convinzione che l’audience non sia in grado di cogliere ritratti di genere non mainstream, perché
immersa in un contesto culturale arretrato e sessista. Non sembra nemmeno si possa parlare di
miopia morale, ma semmai di una sorta di presbiopia morale, un difetto della percezione che
permette di mettere a fuoco il problema della rappresentazione di genere in pubblicità solo
allontanandolo da sé e dalle proprie più dirette responsabilità. II. CONTESTI DI RAPPRESENTAZIONE
DEL SÉ
CAPITOLO 4 – IL CASO ADOTTA UN RAGAZZO
INTRODUZIONE. Il dating online rappresenta un’interessante arena per osservare le pratiche
identitarie e i processi relazionali abilitati dalle piattaforme digitali. Nello specifico è importante il
caso di “Adotta un ragazzo” una piattaforma di dating online che costruisce un ambiente connotato
in termini di girl power, dove sono le donne a predominare e a scegliere l’uomo come una sorta di
merce. È basato sull’inversione dei ruoli, molto importante è quindi osservare: le strategie di self-
presentation di un campione di utenti donne.
4.1 GENERE E TECNOLOGIE DIGITALI.
In internet sin dalla nascita si rintracciavano valori prettamente maschili. Negli anni la letteratura si è
indirizzata verso la natura neutra del digitale, dando vita negli anni 90 al cyberfemminismo. Il dating
si pone in contrapposizione con lo scopo con cui sono nati social come Facebook, dove persone
conosciute nella vita (offline) si incontravano nuovamente sulla rete (online). Nel dating avviene
l’esatto contrario, si tenta di instaurare contatti online, con la possibile prospettiva di organizzare
incontri offline.
4.2 PIATTAFORME DIGITALI COME AMBIENTI: AFFORDANCES E CONSTRAINTS
Le affordances rappresentano le proprietà di un oggetto mentre i constraints sono i limiti imposti da
ciascun ambiente.
4.3 ONLINE DATING E GLI STEREOTIPI DI GENERE
Gli stereotipi mostrano una doppia natura in quanto rappresentano al contempo un fenomeno
individuale e sociale. Gli stereotipi di genere in particolare tendono ad attribuire specifiche
caratteristiche a uomini e donne. La mobile dating apps tende a rafforzare atteggiamenti
riconducibili ai ruoli di genere tradizionali, ad esempio spesso è l’uomo che tende a fare la “prima
mossa” e le donne adottano un atteggiamento rispettabile (romantica, emotiva, sincera…). Vi è in
oltre la presenza di un secondo tipo di stereotipo femminile opposto al primo, quello che vede le
donne come soggetti sessualizzati, presenti soprattutto nelle pubblicità e rappresentate in maniera
quasi erotica dove diventa soggetto attivo.
4.4 “ADOTTA UN RAGAZZO” – IL CASO DI STUDIO
Per studiare la piattaforma “Adotta un ragazzo” sono stati creati due profili (M e F) senza includere
informazioni personali. La fascia di età (30-35) era quella che permetteva alle donne di aver
raggiunto indipendenza economica e personale. È stata utilizzata la tecnica directed content analysis
(qualitativa) per le descrizioni complete. Lo schema di coding è stato strutturato al fine di analizzare
la “descrizione” e “le liste della spesa” (quest’ultima era la sezione dedicata alle donne dove
mettono i requisiti che deve avere il ragazzo”. Sono stati quindi utilizzati codici per catalogare i
profili: “Girl power” per profili che enfatizzano l’indipendenza e sicurezza; “elusione” per aggirare i
limiti della piattaforma come lasciare in bianco il campo, utilizzare ironia per non fornire
l’informazione, utilizzare citazioni…; “stereotipo” per le descrizioni che aderiscono al tradizionale
stereotipo di genere della donna rispettabile e che in un certo qual modo non hanno quindi aderito
all’inversione dei ruoli.
4.5 CONCLUSIONI
“Adotta un ragazzo” si distingue da altre piattaforme: si pone l’obiettivo di smentire i tradizionali
stereotipi di genere; solo le donne possono avviare una conversazione; è basato sull’inversione dei
ruoli; tutta la piattaforma gira secondo metafore che vede l’uomo come oggetto; infatti, nella
compilazione del profilo masc