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Percorsi in Comune

1. Cittadini e partecipazione nella società digitale

1.1 Fare esperienza

La comunicazione risponde a una sempre più pressante domanda sociale, dovuta ai processi di

trasformazione che hanno investito la società. La socializzazione diventa “un punto d'incontro o di

compromesso tra i bisogni e i desideri dell'individuo e i valori dei diversi gruppi con i quali entra in

relazione”. L'esperienza della modernità produce una conoscenza più vasta, più ampia, ma più

superficiale. L'immaginazione consiste nella possibilità di mescolare nella propria mente le tante

informazioni che ci arrivano dalla varietà di mondi sociali frequentati, così come dalla capacità di

usare tali informazioni per rappresentarci il contesto in cui siamo chiamati ad agire. L'ampliamento

dell'immaginazione individuale favorisce la possibilità di un uso più originale delle informazioni

ricevute. Il motivo per cui la decisione di Rosa Parks di non cedere il posto in autobus a un bianco

suscitò scalpore risiede proprio nel fatto che Parks eseguì qualcosa fino ad allora inimmaginabile.

La sua decisione di contraddire il senso comune sviluppa poi una riflessività collettiva, che avvia

un processo verso una nuova rappresentazione sociale, che modificherà il senso comune.

1.3 La cittadinanza dell'io plurale

Nel suo studio sulla cittadinanza Marshall distingue 3 elementi caratterizzanti la cittadinanza della

società democratiche: a) i diritti civili, necessari alla libertà individuale: libertà di parola, di fede, di

pensiero, di proprietà e di ottenere giustizia; b) i diritti politici, possibilità di avere accesso attivo o

passivo all'esercizio del potere politico; c) i diritti sociali, in grado d'assicurare sicurezza economica

e benessere. A questi si sommano anche elementi di natura culturale e tecnologica. È

quell'attribuzione di cittadinanza espressa spesso attraverso il sentire: sentirsi italiano, francese,

europeo, oppure più recentemente cittadino del mondo. La cittadinanza si declina in modo plurale

e, soprattutto, assume connotati valoriali (esempio dei migranti di seconda o terza generazione).

La cittadinanza diventa sempre più qualcosa che si costruisce giorno per giorno, piuttosto che

diritti acquisiti formalmente e in maniera definitiva. Ma se la cittadinanza è una risorsa che si

costruisce dinamicamente e incessantemente attraverso le interazioni di cui ciascuno di noi

dispone, allora diventa interessante partire dalle risorse che ciascuno può mettere in campo, cioè

dal capitale sociale che si possiede.

1.4 Il capitale sociale

Per Bourdieu il capitale sociale è costituito dalla somma delle risorse, materiali o meno, che

ciascun individuo o gruppo sociale ottiene grazie alla partecipazione a una rete di relazioni

interpersonali basate su principi di reciprocità e mutuo riconoscimento. È una risorsa individuale

frutto dell'insieme di relazioni che ciascuno gestisce nella sua vita quotidiana.

Si ha un’involuzione della solidità del capitale sociale, attribuita da Putnam allo sviluppo di alcune

caratteristiche delle società tardo-moderne, che attenuano le forme di solidarietà per il ritrarsi degli

individui in una solitudine. Si attenua la propensione a perseguire l'interesse generale e si

favorisce la chiusura nella propria dimensione privata e consumistica.

La crisi di militanti e iscritti sembra confermare un disallineamento dei cittadini. Significativo è il

caso italiano, dove il ruolo dei cosiddetti partiti-pigliatutto (DC e PCI) aveva costituito una

centralità. L’adesione politica era collegabile a una più complessiva adesione valoriale.

È in questo contesto che i politologi teorizzano il voto d'appartenenza, in cui il senso di lealtà

dell’elettore diventa una componente identitaria significativa, che guida atteggiamenti e

comportamenti. Pur essendo ovviamente garantita la libertà d'opinione, il vincolo di fedeltà è

vissuto come particolarmente solido e caratterizzante l'intero ciclo di vita. Se ci si sofferma sul caso

italiano, sono ovvi i riferimenti alla centralità di luoghi della socializzazione comunitaria quali le

case del popolo, le associazioni ricreative cattoliche e laiche. Tuttavia, negli anni, al voto

d'appartenenza si affianca il voto d'opinione, in cui s'attenua il carattere di fedeltà ed emerge

l'esigenza per la classe politica di vedersi rinnovare la fiducia di volta in volta.

Il cittadino ritiene di dover e poter scegliere il proprio comportamento elettorale, grazie anche alla

frequentazione di un maggior numero di ambienti sociali, e dell'affermazione delle rappresentazioni

mediali della realtà, a cui ha sempre più facilmente accesso per l'affermazione dei media elettronici

e soprattutto della televisione. Tali evoluzioni si riflettono anche nei rapporti con le istituzioni e gli

enti pubblici, verso i quali i cittadini sviluppano un maggior numero di richieste e, mostrano di

diventare sempre più esigenti quanto più appaiono consapevoli del proprio ruolo nello spazio

pubblico.

1.5 Nuove forme di partecipazione

La minore partecipazione dei cittadini si spiegherebbe, con 2 motivazioni: da un lato, la certezza

sulla tenuta dei sistemi democratici, che rende meno urgente l'impegno per la difesa di libertà

fondamentali; dall'altro lato si allargano le possibili forme di partecipazione e si allontana la

concezione della partecipazione legata ai partiti politici. I media assumono un ruolo sempre

maggiore nel modellare forme e caratteri di tale mobilitazione cognitiva. Si amplia il numero di

quanti sono esposti alle informazioni riguardanti la vita politica e la cosa pubblica, anche per la

maggiore semplificazione del linguaggio e l'immediatezza che questi mezzi consentono.

2 famiglie teoriche: da una parte, chi ritiene che le distrazioni prodotte dall'articolazione delle

esperienze individuali favorisca la caduta dell'uomo pubblico, rinchiudendo l'individuo all'interno di

un privatismo, che attenua la fiducia nelle istituzioni e l'interesse per le stesse; dall’altra parte,

diversi autori sostengono come le peculiari esigenze dei cittadini si sostanzino in nuove forme

d'impegno e partecipazione, meno tradizionali, ma positive per l'arricchimento della vita pubblica.

Forme di partecipazione efficacemente sintetizzate da Macello e Quaranta nelle espressioni di

partecipazione invisibile e individuale: dal rispetto dell'ambiente; all'interesse per decisioni

amministrative riguardanti il proprio quartiere. All'incremento dell'interesse per la vita democratica,

corrisponde, una crescente insoddisfazione e disillusione sull'efficacia delle risposte politiche

formulate, che induce alla sfiducia.

Rosanvallon definisce la democrazia dell'espressione, cioè la possibilità da parte di tanti di

prendere la parola, che può condurre alla democrazia del coinvolgimento, intesa come l'attiva

individuazione di nuove pratiche d’intervento. Il punto centrale è passare dall'osservazione,

all'azione. Nell'analisi di Rosanvallon c'è il riconoscimento di un ruolo attivo del cittadino nel

sorvegliare e giudicare il potere. La sfiducia, dunque, assume una dimensione ambivalente: può

essere costruttiva se funziona come azione di stimolo, ma anche degenerare in diffidenza e

allontanamento dai luoghi e dalle forme della decisione. Per Rosanvallon questa declinazione in

negativo della sfiducia in un controllo paralizzante conduce al populismo, inteso come

insoddisfazione per ogni forma di rappresentanza. Il ragionamento sviluppato da Rosanvallon è

collegabile alle riflessioni di Norris sulla cittadinanza critica oppure a quelle di Schudson sul

cittadino monitorante. Le prospettive di questi due autori appaiano condizionate da una maggiore

centralità attribuita alle logiche dei media e della comunicazione. C'è la crescente consapevolezza

di come la comunicazione debba sempre più rispondere a esigenze di accountability, piuttosto che

a quelle di convincere attraverso efficaci politiche seduttive. Schudson ritiene che alla fine del xx

secolo si possa osservare un cittadino americano molto più attento ai diritti di quanto non sia mai

avvenuto nel passato e quindi in grado di esprimere una cittadinanza che definisce più

consapevole e raffinata. Si amplia la possibilità di richiedere giustizia, così come di far valere i

propri diritti civili, rivendicati attraverso movimenti sociali e organizzazioni politiche che

politicizzano nuove arene dove esprimere il confronto pubblico. Fra queste Schudson fa rientrare

anche le scuole, i luoghi di lavoro, le associazioni professionali. In questo modo si politicizzano e si

democraticizzano relazioni della vita non appartenenti alla politica. Schudson è ben consapevole di

come queste evoluzioni conducano a una progressiva diminuzione del ruolo dei partiti e a una

crescita di quello dei media, con la loro tendenza a personalizzare la politica e a enfatizzare il

conflitto; tuttavia ritiene che tali trasformazioni favoriscano una democrazia di massa in cui i singoli

si familiarizzano con i diritti individuali, quelli per i quali nascono e combattono i nuovi soggetti

sociali degni anni ‘60. Attraverso questa tesi si sottolinea come la sensibilità per i propri diritti in

tante sfere della vita associativa abbia di fatto accresciuto l'attività politica dei singoli, svolta in tanti

differenti luoghi: le coppie gay e lesbo sono politiche quando cercano di sposarsi legalmente. Altri

fanno politica quando indossano una spilla con su scritto "Non fumare, grazie", quando insegnano

ai loro figli a leggere le etichette nutrizionali al supermercato. Questa citazione fa ben comprendere

come la politica sia fuoriuscita dai luoghi classici della sua definizione e discussione, e preveda

una partecipazione continua ogni volta che ci si trova a ragionare, decidere e agire su temi e

fenomeni che hanno ricadute pubbliche, anche se si formano e sviluppano nella dimensione

usualmente definita privata. Per la moltiplicazione, specializzazione e complessi di azione dei temi

dibattuti nella sfera pubblica, si richiederebbe al cittadino una competenza che dovrebbe passare

attraverso una conoscenza onnicomprensiva. Pertanto, al cittadino ben informato si sostituisce il

cittadino monitorante, sono forse meglio informati dei cittadini del passato, ma non possiamo dire

con certezza che sappiano cosa fare con il loro bagaglio di conoscenze.

2. Cittadini e istituzioni nella società digitale

La comunicazione digitale ha ampliato gli ambienti sociali frequentati dai singoli individui.

McNair parla di caos culturale dovuto al fatto che ognuno di noi riceve informazioni:

- provenienti direttamente dalle fonti (politici che postano sui social)

- mediate dal sistema giornalistico

- che arrivano da amici e followers, in grado di rimediare i messaggi

Questo può portare a una democratizzazione della sfera pubblica, grazie alla possibilità di

arricchire il discorso pubblico, ma diventa più difficile stabilire la rilevanza degli eventi di cui si

discute e soprattutto si riduce la condivisione dei principi attraverso cui si seleziona ciò di cui si

vuole parlare. La comunicazione digitale accentua questo processo attraverso la moltiplicazione

del numero di emittenti e di destinatari e attraverso la disintermediazione, che trasforma gli utenti

in prosumers: consumatori e produttori. Se prima le testate rappresentavano le piazze dove i

giornalisti esponevano temi e soggetti, adesso, nello spazio digitale, ogni attore si mette in piazza.

Singer utilizza 5i per descrivere le evoluzioni apportate al giornalismo dalla comunicazione digitale:

- immersive (coinvolgente): siamo immersi nell’informazione e nei media (overload informativo);

- interconnesso: ciascuno di noi è un puntino in potenziale contatto con ogni altro nodo della rete;

- individualizzato: la ricchezza informativa in circolazione determina diete mediali molto più

personalizzate e ciascuno di noi assembla queste informazioni in modo individualizzato;

- iterativo (ripetitivo): sistema costantemente aggiornato, l’informazione digitale è cumulabile,

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
13 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elisalizza di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia della comunicazione pubblica e istituzionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Solito Laura.