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ROUTINE/PARTELA
Partendo dall'azione che si svolge nella rappresentazione si passa al concetto di routine. L'azione che si svolge durante la rappresentazione e che può essere ripetuta in altre occasioni.
FACCIATA
La facciata è ssa ed è ciò che adotta l'attore durante la rappresentazione, è l'equipaggiamento espressivo. È composta da tre parti:
- Ambientazione = il mobilio, l'ornamento, gli accessori - dettagli di sfondo che forniscono lo scenario
- Apparenza = è lo status - è la natura estetica
- Maniera = è il ruolo, gli stimoli la cui funzione in un dato momento è quella di avvisarci del ruolo interattivo che l'attore pensa di svolgere nella situazione che sta per verificarsi - quello che noi effettivamente siamo
Il ruolo che ricopriamo all'interno della società:
- Parallelismo con gli utenti di internet:
- Apparenza - costruzione della maschera sociale
- Maniera - atteggiamenti, posizione e modo più o meno provocante o scherzoso in cui ci mostriamo
Per Go man l'importante è che non ci siano mai contraddizioni fra ambientazione, apparenza e maniera.
Durante le rappresentazioni, così come nella vita (continua il parallelismo vita-palco tra gruppi di gestiscenico), si può incorrere in successi o fallimenti. Go man individua i seguenti involontari:
- Perdita momentanea del controllo dei propri muscoli, che può comunicare incapacità, scorrettezza o insolenza (inciampa, ruzzola, casca, sbaglia, rutta...)
- Agire in modo da dare l'impressione di essere troppo o troppo poco interessato all'interazione (balbetta, dimentica la parte, appare nervoso, si imbarazza, ride...)
Rappresentazioni che risentono di una
regia inadeguata, 3. Mettere in scena ambientazione disordinata—> il pubblico è disposto ad accettare in buona fede le indicazioni che vengono rappresentate ma sa che può essere facilmente sviato per cui è sospettoso quando fra apparenza evengono utilizzati simboli che possono essere equivoci (contraddizione realtà). L'EQUIPE —> la rappresentazione viene meglio se l'attore non è solo sulla scena reciproca,- interdipendenza ogni componente dell'equipe è obbligato a darsi della buona condotta e del comportamento die suoi compagni parte del segreto- sono obbligati a definirsi gli uni gli altri come persone messe a correggere solo quando il pubblico non c'è- l'errore (es: genitori concordi davanti ai figli) La ribalta e il retroscena Davanti c'è il palco e dietro ci sono le quinte e il dietro le quinte. La ribalta è il palcoscenico, il retro scena è il dietro le quinte. RIBALTA—> è il luogo dove si svolge la rappresentazione
cortesia- = come l'attore tratta gli altri
decoro- = come l'attore si comporta quando gli altri lo guardano (ma non interagisce)
RETROSCENA
Il —> i fatti eliminati dalla ribalta (es: pensare ad un ristorante, la sala dove ci sono i tavoli è la ribalta mentre il retroscena sono le cucine. Un cameriere non si comporta nello stesso modo fra sala e cucina perché quando sa di essere guardato adotta determinati comportamenti).
Esistono però dei territori che, in un momento particolare e in un certo senso, funzionano come ribalta e altre volte e in altro senso come retroscena.
O ancora un retroscena può diventare a nostra insaputa un palcoscenico così come qualsiasi territorio può diventare in qualsiasi momento un retroscena se vi si assumono comportamenti tipici.
Questa teoria si colloca prima dell'avvento di internet — con l'avvento di internet e dei social network la
La situazione è un po' cambiata perché cambiando gli strumenti e ampliando la possibilità di indossare maschere, la teoria si è ampliata. Nonostante questa evoluzione, la teoria è sempre valida. Cambiano gli arti zi.
Rapporto fra le persone e i beni di lusso
Materialismo, consumi e creatività
Scarpe bianche 3 modelli apparentemente equivalenti. La scelta avviene in base al gusto. Questi 3 oggetti però non sono solamente delle scarpe, ci sono dei preconcetti —> la marca fa cambiare significato, sia per noi che per gli altri, a ciascun oggetto.
Se si guarda il valore del disegno della marca, non dal punto di vista del marketing, ma dal significato simbolico punto di vista delle persone che vedono quel brand si osserva il dell'oggetto scarpa per noi e gli altri.
Noi nasciamo e siamo circondati n dall'inizio della nostra vita da oggetti e da beni tipicamente brandizzati. Per noi è normale vivere in questi ambienti.
Siamo abituati a compiere scelte in base a tutti gli stimoli che riceviamo. Ma questi stimoli ci rappresentano veramente? E se lo fanno, cosa vuol dire riconoscerci e riconoscere attraverso gli oggetti? Il concetto alla base di questo ragionamento è legato al fatto che gli oggetti non sono solo beni di cui ci circondiamo perché ci piacciono o rappresentano, ma vengono interpretati da un punto di vista etnografico come elementi di un sistema di comunicazione alla base del funzionamento della società e un modo attraverso cui le persone si conoscono e conoscono le norme sociali, così da far sì che la società persista. La pubblicità ed il marketing spingono i consumi non incrementando il bisogno di oggetti, ma piuttosto "il desiderio di desiderare". Noi diventiamo consumatori nel significato più ampio del termine, non solo consumatori di un insieme specifico di oggetti o delle merci.comunicare.> Il è quello diconsumo è un processo rituale> Il che svolge un'importante funzione di integrazione econtrollo sociale —> perché attraverso diversi stili di consumi e abitudini noi possiamoidenti care sistemi sociali> Analizzando i diversi sottoinsiemi culturali (abbigliamento, alimentazione, cura delcorpo,..) è possibile comprendere l'interpretazione del mondo ed evincere i valori sui quali sifonda un dato sistema sociale.Osservando i comportamenti e gli atteggiamenti delle persone in relazione a degli oggetti sipuò percepire che genere di persone ho di fronte e a che gruppi di appartenenza fannoriferimento. Paninari:Inizio anni ’90 a Milano nasce l gruppo dei hanno un abbigliamento che oltre aessere alla moda per loro, tramanda un codice che si può modi care. Avevano un luogospeci co in cui trovarsi (Piazza San Babila) e tutto un insieme di pensieri e ideologie moltochiari.103fi fififi fi fi fi fi
fi fi fi
Sempre nello stesso periodo a Milano in via Torino c'era un altro gruppo di ragazzi che si identificava sempre tramite abbigliamento e modo di comportarsi ma con uno stile diverso: darki (con pantaloni di pelle, capelli cotonati, trucco sugli occhi e carnagione pallida).
gli oggetti de niscono la rappresentazione di una persona al di là di quello che si acquista Mary Douglas Baron Isherwood:
Secondo e per dare senso al mondo circostante,
Gli individui utilizzano gli oggetti considerandoli un mezzo per trasmettere e condividere significati e valori relazionali e/o sociali (non economici) all'interno delle diverse culture.
beni sono necessari visibili e stabili le categorie
I per rendere della cultura.
creare e conservare rapporti sociali:
Servono a mettono le persone in relazione fra loro e rafforzano i legami sociali. La funzione del consumo è generare senso.
Baudrillard, oggetti
Secondo alla fine degli anni '60, gli oggetti non devono essere
consideratiinseriti in un sistema relazione sintatticasingolarmente ma, —> sposta l’attenzione sullache le merci stabiliscono tra di loro.Il messaggio espresso dal singolo prodotto acquista signi cato solo nei rapporti e nellerelazioni che instaura con gli altri messaggi.Il sistema dei bisogni è il prodotto del sistema della produzione.Che signi cato hanno gli oggetti nella nostra vita quotidiana?Alcuni hanno un signi cato simbolico condiviso e riconosciuto altri hanno valore simbolicosolo per noi stessi.Gli oggetti mostrano a noi e agli altri chi siamo.Belk ha sviluppato il concetto di materialismoMATERIALISMO —> non ha una connotazione ne positiva ne negativa, è solo unatteggiamento particolare orientato ai consumi, strettamente connesso all’importanzache il consumatore attribuisce ai beni terreni (possessions). Da un lato la possessività èstrumentale allo sviluppo della propria identità, dall’altro puòindurre a comportamenti "anti-sociali", tipici di alcuni collezionisti.POSSESSIONS = beni a cui siamo legati (materiali o non)
I beni a cui siamo legati non sono solo oggetti tangibili, ma anche alcuni tipi di esperienze (come le vacanze), il denaro, terreni e altri simboli che ci rappresentano, come il proprio nome, il cognome, il titolo, o le persone con cui ci identifichiamo, su cui esercitiamo una sorta di controllo, come i colleghi o i dipendenti.
Quando ci sono alti livelli di materialismo:
- Ruolo predominante: i beni assumono un ruolo predominante nelle persone
- Fonti di grandi soddisfazioni o dolorose insoddisfazioni: diventano fonti di grandi soddisfazioni o dolorose insoddisfazioni quando non riusciamo ad averli - possono renderci felici o infelici con sfumature che dipendono dalle differenze delle persone
Le 3 scale di Belk:
- Possessività: le persone sono tanto più possessive quanto più vogliono mantenere il controllo sugli oggetti che possiedono
- Non generosità: non
volontà di condividere qualcosa di proprio con altri. È una caratteristica che può variare con le diverse persone con cui ci si relaziona
Invidia3. — tutto ciò che non posso possedere e non rientra nella mia sfera di disponibilità diventa motivo di invidia verso chi lo possiede
Preservazione4. — volontà di rendere tangibile un ricordo che non è materiale
Dopo aver identificato queste tre scale Belk le testò in una ricerca condotta nel 1984 su diversi gruppi della popolazione americana.
Effetti del materialismo
- Il materialismo è uno sforzo competitivo per cercare di avere più degli altri