Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Costruzione del periodo ipotetico dell'irrealtà
Le due varianti riscontrate sono:
- Congiuntivo nella protasi e condizionale nell'apodosi italiano standard
- Imperfetto nella protasi ed apodosi italiano neo-standard
La seconda variante non può considerarsi informale, ma bensì di medio/alta formalità in quanto è ormai diventato un modo di approcciarsi piuttosto che un tempo. La prima variante è troppo marcata, alta e adatta solo alla scrittura.
Espressione del pronome complemento indiretto
Le due varianti riscontrate sono:
- "gli" italiano neo-standard
- "le/loro" italiano standard
La prima variante è da considerarsi neutra, accettata e vista come abbastanza formale, mentre la seconda come più marcata e alta nonostante sia la scelta corretta.
Facciamo fatica a considerare gli esempi dell'italiano neo-standard come tali, e non invece come esempi dello
standard.“Domani vado al mare” “Non so: avrà vent’anni”
Quello che oggi definiamo standard oggi è rappresentato dai tratti del neo-standard. Nei due esempi sopra si può vedere come normalmente si usi il presente al posto del futuro, il quale è destinato invece all’uso ipotetico. La nuova realtà parlata italiana fa uso dei tratti cosiddetti neo-standard.
La condizione di dilalia comporta da un lato si l’entrata dell’italiano nella quotidianità e di conseguenza il mutamento del suo paradigma, ma allo stesso tempo comporta un0interferenza con la regionalità ed il suo dialetto. Si viene a creare quello che è chiamata Italiano Regionale. In situazione di diglossia ciò non accadeva, le due varietà si guardavano da lontano e non dialogavano; mentre oggi la situazione è cambiata e l’italiano ed il dialetto dialogano, portando con sé la possibilità di
interferenza (relazione tra italiano neo-standard e regionalità). Questo fenomeno in pratica fa sì che una stessa modalità neo-standard venga resa diversamente a seconda della regione in cui ci si trova (con diversi accenti, cadenze, pronunce...). Di conseguenza all'interno dell'italiano neo-standard troviamo tratti sia ripresi dal parlato, sia ripresi dal dialetto. In situazione di dilalia i dialettofoni risultano il 4% della popolazione, esattamente la situazione opposta all'unità d'Italia, dove solo il 4% era italofono. Quando si passa da diglossia a dilalia, vi è la modificazione del paradigma dell'italiano che da standard diventa neo-standard e di conseguenza l'italiano diventa una lingua anche parlata. Così come cambiano le funzioni dell'italiano, cambiano le funzioni anche del dialetto: - In situazioni di diglossia il codice esclusivo di riferimento della conversazione quotidiana era in dialetto, aPrescindere dalle condizioni diastratiche;
In situazioni di dilalia il codice di riferimento della quotidianità è l'italiano, con limitazioni però diastratiche, cioè se i parlanti sono più o meno scolarizzati, più o meno anziani… Possiamo dire che il dialetto è una risorsa "aggiuntiva" del repertorio, gestita insieme all'italiano (creando cioè l'uso misto di italiano e dialetto, i quali non sono più due entità polarizzate ma dialoganti).
Esempi di italiano unito al dialetto possiamo trovarli in:
- Fenomeni di alternanza di codici, scegliendo l'uno o l'altro codice a seconda del destinatario (cambia il destinatario cambia anche il codice da utilizzare, ad esempio in casa uso il dialetto, con gli estranei l'italiano). Nell'esempio riportato sotto vediamo che il codice usato tra le due amiche è il dialetto, mentre quello usato con il bambino è l'italiano.
Tendenzialmente potremmo dire che con i più giovani si usa l'italiano, mentre in contesti più intimi si usa il dialetto; quindi quando cambia interlocutore cambia anche il codice.
Utilizzo dell'italiano e del dialetto in presenza del medesimo interlocutore, cioè non cambio codice a seconda del destinatario ma anzi li uso entrambi. Questo è il caso di code-mixing e code-switching (tag-switching).
Code-mixing: con il medesimo destinatario viene usato sia il dialetto che l'italiano, ad esempio si inizia la frase in dialetto e si termina in italiano. È importante osservare dove avviene il passaggio da un codice all'altro; gli studiosi ci dicono che se esso avviene all'interno della frase questo non è intenzionale o volontario, anzi tutt'altro. Quando il passaggio da un codice all'altro è interno alla frase si chiama INTRAFRASALE, e porta dietro di sé anche il concetto di non intenzionalità.
Questo modo di parlare è considerato medio-basso dal punto di vista della formalità.
Code-switching
Il passaggio da un codice all'altro avviene sempre all'interno della frase, però in questo caso avviene dopo una piccola pausa. Il parlante si ferma e crea una frase in un codice diverso da quello usato precedentemente. Il passaggio in questo caso viene chiamato INTERFRASALE, e porta con sé l'intenzionalità del cambio di codice. Nell'esempio sottoriportato, viene interrotta la comunicazione in un dato codice e se ne attiva un'altra con un codice diverso. Probabilmente ciò è dovuto all'intenzione di dare più enfasi, espressività, più vicinanza e più immediatezza al messaggio che voglio divulgare, caratteristiche che solo il dialetto può esaudire.
Naturalmente può avvenire anche il contrario, cioè che una frase totalmente in dialetto venga conclusa con
un’esclamazione in italiano. Nell’esempio sotto riportato, probabilmente siamo in presenza di un tentativo di “traduzione” dell’affermazione dialettale. Il motivo per cui si passa dal dialetto all’italiano potrebbe essere l’esigenza di ribadire un concetto in modo più autorevole, dato che l’italiano è la lingua dell’ufficialità. Tag-switching Si tratta di un passaggio di codice intenzionale ed interfrasale. Solitamente è rappresentato da un singolo elemento come una parola, un’interiezione, un allocutivo… Ovvero un qualcosa che interrompe un attimo il flusso della frase. Nell’esempio sotto riportato, viene usato sia per dare autorevolezza alla frase, sia soprattutto per deferenza e rispetto verso la persona che sta parlando. Possiamo concludere che a seconda del destinatario o dei contesti in cui mi trovo, seleziono un codice piuttosto che l’altro. L’uso misto dell’italiano edel dialetto è un fenomeno molto vasto, una varietà medio-bassa della lingua molto usata dalla popolazione attraverso code-mixing ma soprattutto code-switching (il quale ci fornisce il motivo per cui le persone usano l'italiano o il dialetto). Lo studio dei comportamenti per cui un parlante sceglie l'italiano piuttosto che il dialetto o viceversa, ci fa capire che le due varietà sono viste ancora come due entità polarizzate, nonostante siamo in una situazione di dilalia. È vero che l'italiano è sceso nella quotidianità ed ha cambiato il suo paradigma, ma nonostante ciò viene sempre visto e pensato come una lingua ufficiale, alta e poco coinvolgente, al contrario del dialetto che invece è percepito come vicino, sincero, affettivo... Mentalmente le persone vedono ancora l'italiano ed il dialetto come polarizzate, esattamente come erano in situazione di diglossia. Tutto ciò ha conseguenze anche.Sulle manifestazioni pubblicitarie del dialetto e dell'italiano. Si inizia a parlare di dilalia dalla metà degli anni '80 in Italia. In questa situazione l'italiano, oltre a mantenere le sue funzioni di lingua ufficiale e alta, entra anche nella quotidianità mescolandosi, o addirittura scalzando, quello che è il dialetto.
Cosa succede al dialetto (varietà bassa) in questo contesto? Il dialetto rimane comunque il codice di riferimento della conversazione quotidiana, ma si fronteggia con delle limitazioni diastratiche. In situazione di diglossia ogni strato sociale usava il dialetto nella quotidianità, mentre in condizioni di dilalia questo aspetto rimane proprio solo di alcuni strati sociali, cioè il 4,2% della popolazione che è analfabeta o prima di scolarizzazione (questo secondo i dati ISTAT). Oltretutto il dialetto viene escluso come codice per la prima socializzazione, in quanto gli adulti preferiscono usare l'italiano.
per parlare con i più piccoli e le nuove generazioni (in diglossia invece L1 era il dialetto). Oggi come oggi la varietà bassa è considerata come una risorsa aggiuntiva dalla maggior parte della popolazione, per provocare una determinata reazione nell'interlocutore. Quest'ultima proprietà del dialetto si può vedere nell'uso del code-mixing e code-switching, cioè quelle persone che prediligono l'uso misto di italiano e dialetto: il secondo seleziona un codice emotivo mentre il primo uno di autorevolezza. Dato che il code-switching prevede un ed un unico destinatario, il parlante selezionerà uno dei due codici in base alla funzione che vuole svolgere nel messaggio emanato. Questo concetto, di due varietà da scegliere in base alla funzione, richiama e ricorda quello che era il concetto di diglossia: dove la varietà bassa veniva appresa per prima in quanto lingua materna e della casa, mentre la varietà alta era appresa successivamente per scopi formali e ufficiali.è che il dialetto è ancora percepito come una parte importante dell'identità personale e sociale delle persone. Nonostante l'italiano sia diventata la lingua ufficiale e prevalente, il dialetto continua ad avere un impatto emotivo e a essere associato a valori culturali e tradizioni locali. Questo può spiegare perché le differenze funzionali tra l'italiano e il dialetto sono ancora così evidenti, anche in situazioni di bilinguismo.è che il dialetto crea solidarietà, in quanto attiva emotività, vicinanza, simpatia e una serie di caratteristiche fondamentali per la costruzione di relazioni autentiche e profonde.