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12.1. La forma di governo semipresidenziale: il modello francese e le sue imitazioni
12.1.1. L'archetipo francese
La Francia dal 1950 aveva molte turbolenze politiche ed istituzionali, date dalla fine della precedente repubblica e l'avvento della V. In quella fase vi fu la guerra d'Algeria, facendosi appello a Charles de Gaulle affinché governasse la situazione francese anche di tipo costituzionale. Così nacque la costituzione del 1958 che delinea la forma di governo semi presidenziale, con elezione diretta del presidente della Repubblica.
Tale forma ha 3 elementi costitutivi:
- elezione diretta a suffragio universale del PR, che è capo dello stato e dell'esecutivo
- attribuzione al PR di poteri importanti ed indipendenza dal parlamento
- Governo guidato da un primo ministro con fiducia del parlamento
Tale forma combina elementi dei diversi modelli parlamentari e presidenziali.
Tra i poteri del PR senza
controfirma del governo, si ha la nomina del primo ministro e su proposta di questo nomina e revoca i ministri, può sottoporre a referendum le leggi sull'organizzazione dei pubblici poteri, scioglie l'assemblea nazionali (...) Quando la medesima coalizione vince le elezioni, il Presidente, leader del partito o della coalizione ha la massima espansione di potere conferiti dalla Costituzione. Nomina il primo ministro, uomo di fiducia e che si occupa della direzione politica del governo e indirettamente condiziona il parlamento. Quando il PR è espressione di una coalizione diversa, il primo ministro è espressione di una fiducia con il partito morno, data dalla coabitazione e dalla natura oscillante. Per evitare oscillazioni, dal 2000 il PR ha mandato di 5 anni, come per il parlamento.
12.1.2. Circolazione del modello Il buon funzionamento di questo governo dipende dal senso di responsabilità delle personalità protagoniste della vita politica francese.
Il quadro delle regole potrebbe trovare applicazioni tali da determinare stallo istituzionale, ed è ciò che accade nei paesi dell'europa centro-orientale dopo il 1989, nella costituzione rumena e quella polacca che hanno adottato tale forma di governo. La clonazione della forma di governo francese non è totale, ma si rinvengono solo delle tracce, ad esempio in quella rumena e polacca, l'ampiezza del potere del PR prefigura un assetto bicefalo dell'esecutivo data la non presenza di controfirma ministeriale degli atti. La democrazia nelle varie fasi si è consolidata, recuperando caratteristiche parlamentari a scapito di quelle presidenziali. Queste evoluzioni hanno inciso sulla forma di governo, dando luogo ad un passaggio dall'una all'altra. Alla forma semipresidenziale si riconducono anche Portogallo e Finlandia, in cui il PR è eletto a suffragio universale, ma ha ruoli meno netti del PR francese. Anche in america latina.l’introduzione in alcuni stati dell’organo esecutivo diverso dal Presidente e la previsione disfiducia può far pensare ad una parlamentarizzazione dei sistemi.Il semipresidenzialismi ha operato ed opera anche in alcune ex colonie francesi e in molti ordinamenti islamici,12.2. "Iper Semipresidenzialismo": il sistema di governo della Federazione russaSe ci si limita ad un’analisi solo formale della costituzione del 1993, la presenza dei due elementi centrali, puòindurre ad una conclusione semplice: la Russia è semipresidenziale, ma il vero problema è che le formule delsemipresidenzialismo francese non si innestano in un terreno di valori delle democrazie occidentali: il recepimentocostituzionale è solo di facciata.Il presidente della Russia secondo le leggi è capo dello stato e lo rappresenta nelle relazioni internazionali enazionali. Viene eletto a suffragio universale dai cittadini della federazione per 6 anni e nonpiù di 2 mandaticonsecutivi. L’ordinamento si fonda sull’unità del potere statale, esercitato in base alla divisione tra legislativo, esecutivo e giudiziario dal Presidente della Federazione, dall’assemblea federale, dal Governo e dai tribunali. L’impianto costituzionale assegna al presidente della federazione la preminenza che è stata rafforzata dallapolitica. Egli è garante della costituzione della federazione, dei diritti e delle libertà della persona e del cittadino. Coordina ipoteri dello stato, definendo gli orientamenti e la politica estera dello stato. Esercita dunque il potere di indirizzopolitico-costituzionale e lo esercita in via esclusiva. Egli ha iniziativa legislativa e potere di veto, superabile solo con la maggioranza dei 2⁄3 di ogni camera. Puòsciogliere la Duma quando non esprime fiducia al governo proposto dal presidente o la revoca. Questi poteri,insieme anche al potere autonomo di revoca del Governo,
alla presentazione delle candidature dei giudici, determina una preminenza del presidente, che dà luogo ad un sistema di governo di certo non democratici.
12.3. Un modello non esportabile: la forma di governo direttoriale svizzera
Per forma di governo direttoriale si intende un'articolazione del potere statale caratterizzata dalla preminenza del legislativo sull'esecutivo (esecutore della volontà dell'assemblea). Questa forma di governo è tipica della Svizzera. L'assemblea è bicamerale ed eletta per 4 anni, con un Consiglio nazionale che rappresenta la popolazione dei Cantoni. Il consiglio degli stati rappresenta i cantoni stessi. Nella produzione delle leggi il bicameralismo è paritario, mentre l'esecutivo resta in carica per 4 anni, svolgendo funzioni di governo e capo di stato. A turno ogni anno un componente svolge il ruolo di Presidente federale. I 7 membri del direttorio sono scelti in modo da rappresentare realtà etniche.
religiose, geografiche e politiche. Non è prevista né revoca del mandato né sfiducia, però il direttorio può sciogliere l'assemblea anticipatamente. Questa forma di governo in Svizzera ha lasciato aperto l'intervento diretto dei cittadini nel governo della cosa pubblica e di controllo degli organi rappresentativi. Concorre alla buona riuscita del modello di governo una tradizionale omogeneità, senza fratture ideologiche significative tra i partiti, i quali collaborano nelle coalizioni. Tale formula assicura un governo con un potere condiviso tra le varie componenti della società. 12.4. Un esperimento abbandonato: la forma di governo "semiparlamentare" (o "del premierato") in Israele; la singolare esperienza del Sudafrica Fino al 2001 Israele sperimenta una forma di governo in cui avviene l'elezione del primo ministro per porre freno alla fragilità dei governi israeliani e di assicurare un quadrostabile:- egli viene eletto direttamente- le elezioni politiche del parlamento sono tenute simultaneamente al primo ministro- entrambi durano in carica 4 anni- primo ministro nomina e sceglie i ministri- il parlamento può revocare la fiducia del primo ministro e ai singoli ministri, ma in entrambi i casi il governo cade- il parlamento a maggioranza assoluta vota lo scioglimento del primo ministro, e si auto scioglie- il primo ministro può sciogliere il parlamento che ostacoli la politica del governo può dimettersi per indire nuove elezioni
La difficoltà di inquadrare questa forma sta nella breve durata, circa 10 anni. L'espressione semipresidenzialismo data a questo sistema è divenuta sempre più vicina al parlamentarismo classico, tentando di delineare una classe asé stante.
La costituzione della repubblica del sudafrica delinea un carattere monocratico in cui il capo dello stato viene eletto dall'assemblea nazionale. Il sistema
del governo previsto dalla costituzione adottata consente la transizione al sistema democratico e pluralista creando un governo in cui si condividevano le forze politiche del paese. La costituzione del 1996 ha optato per una soluzione parlamentare, ma con una serie di correttivi. Essa disegna il presidente della repubblica con ruolo centrale, essendo sia capo dello stato e dell'esecutivo, garantendo la costituzione in quanto legge suprema dello stato. Ha uno stretto legame con il Parlamento che talvolta può essere revocato. Anche verso l'esecutivo ha un ruolo fondamentale, lo esercita sviluppando la politica nazionale. 12.5. Rafforzamento dell'esecutivo e divisione dei poteri nelle democrazie contemporanee Lo stato di democrazia pluralista ha subito una trasformazione politico-sociale. L'espansione delle finalità dello stato e la necessità di coordinamento dell'esercizio delle funzioni ha inciso sulla separazione dei poteri, riposizionando.le funzioni classiche dello stato. La separazione dei poteri rigida non consente il coordinamento di una pluralità di funzioni facenti capo a poteri diversi e interdipendenti. Si è andata configurando una funzione d'indirizzo politico, capace di determinare obiettivi e finalità politiche. La funzione d'indirizzo politico ha assunto un ruolo decisivo: gli strumenti di cui si avvale per la sua attuazione sono gli atti posti in essere dai poteri dello Stato. Il conseguimento delle finalità politiche generali è subordinato all'organicità e continuità dell'indirizzo politico e del coordinamento delle funzioni. La prima tendenza è monistica, rafforzandosi la relazione Governo-maggioranza parlamentare all'interno della quale si determinano i contenuti dell'indirizzo politico. Altra tendenza è di razionalizzare il rapporto tra governo-parlamento. L'espressione più evidente del parlamentoContemporaneo va riconosciuta del rafforzamento del ruolo del Governo e in particolare il primo ministro. L'esercizio non si limita a dare esecuzioni a decisioni altrui, ma è organo governante. In particolari circostanze politiche il capo dello stato assume un ruolo rilevante. Qualunque sia la forma di governo si deve provvedere alle finalità dello stato, anche se la produzione legislativa ha dato vita ad un deterioramento del legislatore. Tutto ciò ha contribuito a dar vita a poteri dell'amministrazione e della giurisdizione di discrezionalità che non gli spetterebbero. La costituzione e la garanzia della Corte costituzionale sono gli unici a contenere i rischi di una tirannia della maggioranza.
13. Organizzazione dello stato (cap.9)
Sezione I. L'organizzazione del popolo: rappresentanza, sistemi elettorali, partiti politici, democrazia diretta
13.1. Il popolo sovrano
La maggioranza degli stati si fonda sul concetto di sovranità popolare.
a tra i cittadini e per promuovere l'unità e l'identità nazionale. La nazione era considerata come un'entità sovrana, con il potere di autogovernarsi e di prendere decisioni politiche ed economiche. Questo concetto di nazione ha avuto un impatto significativo sulla storia e sulla politica mondiale, influenzando il modo in cui le nazioni si sono organizzate e hanno interagito tra loro.