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LA SCUOLA NEI MAGGIORI STATI ITALIANI PREUNITARI

Si possono distinguere complessivamente due grandi aree riguardo l'istruzione pubblica negli Stati preunitari italiani verso la prima metà dell'Ottocento: 1. SPINTE RINNOVATRICI: - GRANDUCATO DI TOSCANA: Ferdinando III e poi Leopoldo II lasciarono libero spazio alle iniziative private, oscillando tra indifferenza e politica tollerante. Fu lo Stato che diede il maggior impulso all'istruzione degli asili infantili, infatti, per iniziativa di Frassi, ne vennero aperti diversi grazie non solo allo spirito filantropico, ma anche ad una continuità educativa che permetteva di dedicarsi agli studi prima di immettersi nel mondo del lavoro. Tale fervore culturale confluì nell'istituzione dell'istituto per la formazione dei contadini. - LOMBARDO-VENETO: ebbe il numero maggiore di asili infantili, grazie soprattutto all'azione svolta da Aporti, il cui obiettivo fu di migliorare le condizioni di vita.

dell’infanzia più disagiata per favorirne l’inserimento sociale(cattolicesimo liberale), mentre l’istruzione media rimase nelle mani del clero.Tale crescita delle istituzioni al nord evidenziò la consapevolezza della borghesiasettentrionale dell’importanza dell’istruzione per lo sviluppo socio-economico.

➔ REGNO DI SARDEGNA: si sviluppò un processo di riforma culturale che portòalla promulgazione della “Legge Boncompagni”, che istituiva la scuola di metodoper la formazione dei maestri elementari e prevedeva la gestione diretta delloStato sull’istruzione, sottraendo potere al clero, le cui istituzioni religiosedovevano possedere un’abilitazione statale all’insegnamento, per cui i titolivescovili non erano più validi. Con la nomina di un Provveditore agli studi perogni capoluogo di provincia cominciò a delinearsi una struttura amministrativacentralizzata, che verrà definita

successivamente con la Legge Casati (1859).

DICHIARATA OSTILITÀ:

  • STATO PONTIFICIO: Leone XII istituì la “Congregazione degli Studi”, che si occupava dell’intera attività della pubblica istruzione, ma mancante era la convinzione che il ruolo della religione potesse tradursi in un impegno educativo, poiché l’istruzione veniva considerata una possibile causa di disordine e sovversione sociale e non strumento di miglioramento e crescita per il popolo.
  • REGNO DELLE DUE SICILIE: i Borbone mantennero una linea indifferente per il processo di decadimento dell’istruzione pubblica, a causa del quale l’attività educativa tornò totalmente nelle mani del clero, portando, con la feroce repressione del 1848, all’interruzione dell’esperienza delle scuole private universitarie, soprattutto letterarie, giuridiche e filosofiche. Inoltre, con il regno di Ferdinando II mancò qualsiasi iniziativa seria che
favorisse la formazione dell'amoderna figura dell'insegnante laico al servizio dello Stato, poiché l'istruzione doveva ribadire esclusivamente il primato della religione e del trono e rafforzare l'obbedienza e la fedeltà del popolo. LA LEGGE CASATI Fu promulgata da Vittorio Emanuele II di Savoia e costituisce l'atto di nascita del sistema scolastico italiano, nonché la sua impalcatura fondamentale. Prevede l'organizzazione di un sistema centralistico-burocratico di tipo piramidale ispirato alla riforma napoleonica in Francia, in cui il Ministro governa l'insegnamento pubblico, assistito dal Consiglio Superiore della pubblica istruzione, dagli ispettori generali, da un Provveditore agli studi in ogni provincia e dal Consiglio provinciale. L'ordinamento scolastico predilige l'istruzione superiore, in quanto i gruppi elitari garantivano la continuità socio-economica e politica delle classi al potere. Si stabiliva inoltre cheil Consiglio Superiore dovesse presentare ognicinque anni una relazione sullo stato dell'insegnamento pubblico, ma la prima verifica mostrò che l'aumento di scuole, maestri e studenti era affiancato dalla presenza di un grave assenteismo scolastico, provocato dalle condizioni di miseria e dal lavoro infantile, motivo per cui i programmi vennero semplificati, benché scaturisse l'intenzione di definire le conoscenze minime di tipo strumentale e non l'emancipazione delle classi popolari. I programmi del 1867 costituirono un tentativo realistico di lotta all'analfabetismo, ma si rivelarono un fallimento a causa del tempo ridotto di frequenta scolastica (solo due anni), delle differenze di sesso, dell'obiettivo unico di una maggiore produzione e del controllo della Chiesa sullo Stato, poiché il parroco avrebbe esaminato gli allievi sull'istruzione religiosa. Un ulteriore passo avanti fu effettuato con la "Legge Coppino", che

Stabiliva sanzioni per chi evadesse l'obbligo scolastico, che però non poteva essere preteso da coloro che possedevano scarse possibilità economiche, che erano ammalati e che vivevano troppo distanti da una sede scolastica, rendendo nullo lo sforzo di garantire la frequenza.

LA SINISTRA AL POTERE

Nell'ottica del positivismo e in particolare con Gabelli si assiste all'avvento di una tendenza nozionistica richiesta all'allievo e alla presa in considerazione dell'aspetto psicopedagogico dell'istruzione, cioè la necessità di seguire i ritmi di apprendimento del fanciullo e le particolari modalità di acquisizione, con il fine di formare una mente autonoma. Ciò non venne però apprezzato dai ceti dominanti, che vedevano nel progetto l'offerta di uno strumento all'allievo per diventare maestro di se stesso, infatti con la "Riforma dei programmi della scuola elementare" del ministro Bacelli.

prevalse il principio di istruire quanto basta affinché l'allievo non diventi ostacolo al potere, per questo negli stessi anni nascono i primi movimenti associativi e sindacali degli insegnanti, che miravano a vincere l'ignoranza e a sconfiggere l'analfabetismo.

IL NUOVO SECOLO

Con il notevole miglioramento delle condizioni socio-economiche e culturali, vennero emanate alcune misure legislative anche in materia scolastica:
  • LEGGE NASI (1903): ridusse il potere delle autorità comunali nella nomina e nel licenziamento dei maestri e permise alle donne di percepirne lo stesso stipendio.
  • LEGGE ORLANDO (1904): ripristina la durata dell'istruzione elementare a quattro anni per gli alunni che intendono proseguire gli studi e istituisce per gli altri una quinta e sesta classe, estendendo l'obbligo scolastico fino ai dodici anni di età, nonché corsi serali e festivi, che però non diedero miglioramenti.
Nel 1905 il ministro Bianchi

nominò la Commissione d'inchiesta con l'obiettivo di riordinare l'istruzione secondaria, per cui nel 1909 vennero proposte tre tipologie di scuola secondaria inferiore, ovvero ginnasio, scuola tecnica e complementare, con la premessa che i primi due avessero in comune varie discipline.

LEGGE DANEO-CREDARO (1911): a seguito della Legge Orlando, l'autonomia nell'istruzione elementare fu traslata ai soli comuni capoluoghi di provincia e di circoscrizione e furono redatti nuovi programmi da Orestano, che evidenziarono l'importanza della gradualità dell'apprendimento e del rapporto con il mondo, nonché l'obiettivo di facilitare l'apprendimento sulla base delle differenze socio-linguistiche.

LA RIFORMA GENTILE: Nel primo dopoguerra, a seguito dell'accusa verso la pubblica istruzione di non essere in grado di formare le nuove generazioni, nacque un organismo di propaganda educativa, affidato al Ministero della pubblica istruzione.

che poi organizzò due nuovi strumenti di cui servirsi, ovvero la rivista "Educazione Nazionale" e un'associazione di insegnanti denominata "Fascio di educazione nazionale". Gentile, grazie all'appoggio del nascente regime fascista, sottolineò l'importanza della disciplina nella scuola, che aveva l'obiettivo di assicurare l'obbedienza all'autorità statale, e promulgò una nuova riforma, che elevò l'obbligo scolastico ai quattordici anni alle sole classi istituibili nel raggio di due chilometri dall'abitazione e dichiarò obbligatoria l'istruzione dei fanciulli ciechi: - SCUOLA MATERNA: denominata grado preoperatorio dell'istruzione elementare e istituita facoltativamente per i bambini dai tre ai sei anni, ma poi abbandonata dal regime, che favorì quindi l'ulteriore sviluppo dell'iniziativa privata e religiosa. - SCUOLA ELEMENTARE: durata complessiva

cinque anni, divisi in grado inferiore per i primi tre e grado superiore per i restanti, per il cui passaggio era necessario un esame obbligatorio, mentre dopo la quinta classe venne previsto un corso integrativo di istruzione elementare non obbligatoria di tre anni.

➔ SCUOLA MEDIA: comprendeva

SCUOLA COMPLEMENTARE: senza possibilità di proseguire gli studi.

➢ GINNASIO (TRE ANNI): scuola per eccellenza, che portava all'università.

➢ ISTITUTO MAGISTRALE INFERIORE (QUATTRO ANNI)

➢ ISTITUTO TECNICO INFERIORE (QUATTRO ANNI)

➢➢ SCUOLA D'ARTE

A sua volta la scuola media superiore comprendeva:

ISTITUTO MAGISTRALE SUPERIORE (TRE ANNI): con possibilità di proseguire gli studi universitari iscrivendosi alla facoltà di Magistero, funzionale alla preparazione degli insegnanti, in particolare pedagogico-filosofica.

LICEO SCIENTIFICO (QUATTRO ANNI)

LICEO FEMMINILE (TRE ANNI)

LICEO CLASSICO (TRE ANNI)

ISTITUTO TECNICO SUPERIORE (QUATTRO ANNI)

POLITICA DEI RITOCCHI

Fin da subito le iscrizioni diminuirono del 60% e al regime parve necessario modificare l'ordinamento scolastico con la "politica dei ritocchi", che adeguò il sistema scolastico nazionale all'esigenza di rafforzare il controllo e la costruzione del consenso, facendo della scuola uno strumento di propaganda ideologico-politica. Nel 1923 fu imposta l'obbligatorietà del tesseramento al Partito Nazionale Fascista, come condizione discriminante per partecipare ai concorsi, e il giuramento dei professori universitari. Gentile istituì nella scuola complementare un corso integrativo di due anni per preparare gli esami di ammissione e rese possibile il passaggio dalla scuola complementare a quelle industriali, agrarie e commerciali. Inserì corsi facoltativi di religione nelle medie inferiori, autorizzandone l'insegnamento presso gli istituti magistrali. La politica ebbe inizio con i provvedimenti del ministro Fedele, che

Le commissioni deg modificarono la composizione.
Dettagli
A.A. 2022-2023
7 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher IlariaBeatrice di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sistema educativo italiano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Sanzo Alessandro.