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La semiosi illimitata e deriva
4.6 Da un punto di vista storico si possono identificare due idee di interpretazione. Da un lato si assume che interpretare un testo significhi metterne in luce il significato intenzionato dall'autore o in ogni caso, la sua natura oggettiva, la sua essenza, che in quanto tale è indipendente dalla nostra interpretazione. Dall'altro lato, si assume invece che i testi possano essere infinitamente interpretati. Tale attitudine verso i testi riflette un'attitudine corrispondente nei confronti del mondo esterno.
Interpretare = reagire ad un testo del mondo o al mondo di un testo producendo altri testi. Le due opzioni sono esempi di fanatismo epistemologico. La prima è esemplificata da vari tipi di fondamentalismo e varie forme di realismo metafisico. In questo caso la coscienza si da come adaequatio rei et intellectus. L'opzione alternativa rappresentata nei suoi termini più estremi, la semiosi ermetica.
La deriva ermetica
caratteristica principale della deriva ermetica ci è sembrata essere l'abilità incontrollata nelloslittare da significato a significato, da somiglianza a somiglianza, da una connessione all'altra. La semiosi ermetica contrariamente a quanto fanno le teorie contemporanee della deriva, non asserisce l'assenza di un significato universale univoco e trascendentale. Essa assume che ogni cosa può rimandare a qualsiasi altra cosa proprio perché c'è un soggetto trascendente forte, l'Unoneoplatonico. Esso essendo il principio della contraddizione universale, estraneo a qualsiasi determinazione e dunque contemporaneamente il tutto, il nulla, e fonte indicibile di ogni cosa, fa sì che ogni cosa si connetta a ogni altra grazie a una ragnatela labirintica di mutui riferimenti. Deriva ermetica e semiosi illimitata La semiosi ermetica può evocare la semiosi illimitata di Peirce. In prima istanza, certe citazioni tratte da Peircesembrano confermare il principio di una deriva interpretativa infinita. La semiotica di Peirce è infatti basata su un principio fondamentale: "Un segno è qualcosa conoscendo il quale conosciamo qualcosa di più". Al contrario, la norma della semiosi ermetica sembra essere che: "Un segno è qualcosa conoscendo il quale conosciamo qualcos'altro". Conoscere di più significa che, nel passaggio da interpretante a un altro, il segno riceve sempre maggiori determinazioni sia per quanto concerne l'estensione che l'intensione. Procedendo nella semiosi illimitata, l'interpretazione si avvicina, anche se in modo asintotico, all'interpretante logico finale, e a un certo stadio del processo interpretativo, abbiamo una conoscenza maggiore del contenuto del reprentamen da cui la catena interpretativa aveva preso avvio. In effetti sappiamo qualcosa in più sul segno perché lo interpretiamo "in someresprect or capacity”. La semiosi è virtualmente illimitata ma i nostri scopicognitivi organizzano, incorniciano e riducono questa serie indeterminata e infinita di possibilità.Nel corso di un processo semiosico ci interessa sapere solo ciò che è rilevante in funzione di undeterminato universo di discorso. La deriva ermetica invece potrebbe essere definita come un casodi neoplasma connotativo. Il fenomeno della connotazione può essere rappresentato dal diagrammasuggerito da Hjelmslev:E CE CIl diagramma vorrebbe dare un’idea della crescita connotativa di tipo canceroso:C EE CE CIn cui a un certo punto un’associazione semplicemente fonetica apre una nuova catena pseudo-connotativa in cui il Contenuto del nuovo segno non dipende più dal Contenuto del primo. In talmodo si assiste ad un fenomeno di deriva analogo a quello che si verifica in una catena di proprietàa, b, c, d, e, f, g, h, in modo che ogni cosa abbia in comune
solo alcune proprietà con le altre. Alla fine non c'è nessuna proprietà in comune che unisce A a E se non quella di appartenere alla stessa rete di somiglianza di famiglia. Nel momento in cui perveniamo alla conoscenza di E ogni nozione riguardante A è ormai scomparsa. Le connotazioni proliferano in modo canceroso così che a ogni gradino ulteriore il segno precedente viene dimenticato, obliterato, poiché il piacere della deriva sta tutto nello slittamento da un segno all'altro e non vi è scopo al di fuori del piacere stesso per il viaggio labirintico che si compie tra i segni o le cose. Se invece dovessimo rappresentare il processo della semiosi illimitata, probabilmente dovremmo abbozzare un diagramma del genere:E C C E C CIn cui ogni Oggetto Immediato di un rappresentamen viene interpretato da un altro segno, e così via, potenzialmente all'infinito. In questo modo si produce una sorta di crescita del significato.
globale della prima rappresentazione, un insieme di determinazioni, dato che ogni nuovo interpretante spiega su una base diversa l'oggetto di quello precedente e alla fine si conosce di più sia del punto d'origine della catena, che della catena stessa.
La semiosi illimitata e decostruzione
Se la semiosi illimitata non ha nulla a che fare con la deriva ermetica, viene però citata un'altra forma di deriva, quella celebrata dalla decostruzione. Secondo Derrida, un testo scritto è una macchina che produce un indefinito differimento. Avendo per natura una "essenza testamentaria", un testo gode oppure soffre dell'assenza del soggetto della scrittura e della cosa designata o del referente. Quando un segno soffre dell'abbandono del suo autore o del suo referente non significa necessariamente che questo segno non abbia un significato letterale. Derrida mira dunque ad instaurare una pratica per sfidare quei testi che sembrano dominati
dall'idea di un significato definito, definitivo e autorizzato. Vuole sfidare quella metafisica della presenza strettamente legata a un concetto di interpretazione basato sull'idea di un significato definitivo, vuole mostrare il potere del linguaggio, e la sua capacità di dire più di quanto non pretenda di dire letteralmente. Una volta che il testo è stato privato dell'intenzione soggettiva che starebbe dietro esso, i suoi lettori non hanno più il dovere o la possibilità di restare fedeli a questa intenzione assente. È così possibile concludere che il linguaggio è preso in un gioco di significanti molteplici, che un testo non può incorporare nessun significato univoco e assoluto, che non c'è un significato trascendentale, che il significante non può mai stare in relazione di co-presenza rispetto a un significato che è continuamente differito e dilazionato, e che ogni significante sicorrela a un altro significante in modo che nulla si ponga al di fuori della catena significante che procede ad infinitum. Espressione ad infinitum ≈ espressione usata da Peirce per definire il processo di semiosi illimitata. È dunque legittimo dire che la deriva infinita di cui parla la decostruzione sia una forma di semiosi illimitata di Peirce? Un sospetto del genere può essere incoraggiato dal fatto che Rorty occupandosi della decostruzione e del "testualismo", le ha etichettate come casi di "pragmatismo". Per Rorty il realista è colui che crede nell'esistenza della verità filosofica in quanto convinto che sotto a tutti i testi ci sia qualcosa, il pragmatista, invece non crede affatto nell'esistenza di tutto ciò. Non pensa nemmeno che ci sia qualcosa che possa essere individuato come i fini con cui costruiamo i dizionari e le culture, e rispetto ai quali verificare gli stessi dizionari e culture. Il pragmatismo diRorty è diverso da quello di Peirce, ritiene infatti che Peirce sia il più kantiano dei pensatori. Mentre Derrida è posto all'interno dei suoi confini. Derrida a proposito di Peirce Derrida scrive che Peirce va molto lontano nella direzione di ciò che abbiamo chiamato la destrutturazione del significato trascendentale che prima o poi porrebbe un termine rassicurante al rinvio da segno a segno. Peirce da solo Per Peirce l'interpretazione infinita è possibile perché la realtà ci appare sotto forma di un continuum in cui non ci sono individui assoluti; a questo proposito Peirce parla di sinechismo. La realtà è un continuum che nuota nell'indeterminatezza e proprio per questo motivo il principio della continuità è il "fallibilismo oggettivato". Se la possibilità dell'errore è sempre presente, la semiosi è potenzialmente illimitata. In questo modo Peirce sta affermando ilprincipio di contestualità: qualcosa può essere veritieramente asserito entro i confini di un universo di discorso dato e sotto una certa descrizione, ma tale asserzione non esaurisce tutte le altre determinazioni, potenzialmente infinite, di quell'oggetto. Ogni giudizio è congetturale e in questo universo "invaso dai segni" è comprensibile che un segno debba "lasciare al proprio interprete di dotarlo di una parte del suo significato". L'idea di significato di Peirce è tale da implicare qualunque riferimento a uno scopo. L'idea di uno scopo, abbastanza naturale per un pragmaticista è invece piuttosto imbarazzante per un pragmatista. Forse, l'idea di uno scopo non ha nulla a che fare con un soggetto trascendentale, ma ha a che fare con l'idea di interpretare secondo un fine extra-semiosico. Ogni atto semiosico è determinato da un Oggetto Dinamico dato che l'Oggetto Dinamico può
Essere non solo un elemento dell'arredo del mondo fisico, ma anche un pensiero, un'emozione, un gesto, un sentimento, una credenza. Sembrerebbe ragionevole sostenere che, l'Oggetto di cui andare alla ricerca possa essere l'universo delle cose desiderate dal capitano in quel momento", vale a dire l'intenzione dell'enunciatore. Una volta che il rapresentamen complesso come può esserlo un testo è stato scritto, acquista una sorta di indipendenza semiosica e l'intenzione del suo enunciatore può divenire irrilevante alla luce di un oggetto testuale che si suppone interpreteremo secondo leggi semiotiche stabilite culturalmente. Peirce tuttavia incoraggia una presa di posizione più forte, quando interpretiamo un testo parliamo di qualcosa che preesiste alla nostra interpretazione e i destinatari del nostro atto interpretativo dovrebbero concordare, in qualche misura, sul rapporto tra la nostra interpretazione e l'oggetto.
he solo attraverso l'interpretazione soggettiva del lettore. Tuttavia, è possibile analizzare alcuni elementi del testo per comprenderne meglio il significato. Per formattare il testo utilizzando tag HTML, possiamo utilizzare i seguenti tag: - `` per evidenziare il testo in corsivo: che l'ha determinata. - `` per evidenziare il testo in grassetto: È vero che di un testo in quanto Oggetto Dinamiconon si può dire nulla di "oggettivo" dato che lo si può conoscere solo attraverso l'interpretazione soggettiva del lettore. - `` per creare un testo in apice: È vero che di un testo in quanto Oggetto Dinamiconon si può dire nulla di "oggettivo" dato che lo si può conoscere solo attraverso l'interpretazione soggettiva del lettore. - `` per creare un testo in pedice: È vero che di un testo in quanto Oggetto Dinamiconon si può dire nulla di "oggettivo" dato che lo si può conoscere solo attraverso l'interpretazione soggettiva del lettore. Il testo formattato con i tag HTML sarà quindi: che l'ha determinata. È vero che di un testo in quanto Oggetto Dinamiconon si può dire nulla di "oggettivo" dato che lo si può conoscere solo attraverso l'interpretazione soggettiva del lettore.