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Gli attacchi contro gli ebrei nell'antico Egitto

Gli attacchi contro gli ebrei non finirono comunque con il compromesso di Claudio, tanto che negli anni successivi la popolazione ebraica di Alessandria venne gradualmente eliminata e anche nel resto dell'Egitto subì gravi perdite. Le storie sugli ebrei scritte dagli egiziani si diffusero molto nel mondo antico. Non stupisce così che lo storico Tacito le riprese per motivare la turbolenta riottosità della Giudea sotto il potere romano. Comunque, per molti secoli gli ebrei rimasero pressoché irrilevanti per il modo in cui i romani concepivano se stessi, al contrario degli egiziani. Anche se le cause dell'antigiudaismo egiziano rimangono congetturali, il suo profilo e le sue conseguenze sono abbastanza chiari. Le caratteristiche di misantropia, empietà, illegalità e univoca inimicizia che l'antico Egitto aveva di tanto in tanto attribuito a Mosè e al suo popolo sarebbero rimaste per i millenni venturi. Anche la logica politica dell'antigiudaismo egiziano ebbe fortuna.

Cristianesimo primitivo: sulla via di Emmaus, sulla via di Damasco Gesù rivoluzionò l'ebraismo, insegnando ai propri discepoli un modo nuovo per leggere le vecchie Scritture. Ciò che resta di tale insegnamento è trasmesso dal Nuovo Testamento, formato però da documenti scritti in greco da autori anonimi molto dopo la morte di Gesù. Questi autori si basarono sulle molte tradizioni scritte e orali che riportavano i dicta et facta di Gesù e che oggi sono in gran parte perdute; queste tradizioni vennero selezionate, editate, emendate, ordinate e raccolte in modo da adattarle alle letture e ai bisogni particolari dei singoli autori. Noi non abbiamo accesso né all'insegnamento del Gesù storico né a queste prime tradizioni ma abbiamo la testimonianza di S. Paolo (I secolo d.C.). La sua storia è nota: sulla via di Damasco egli vide Cristo risorto, quindi si convertì e produsse i più antichi documenti pervenutici del movimento cristiano.

Gesù. Questo documento modifica il significato di "ebreo" e "giudaismo" dal momento in cui Paolo iniziò a predicare (forse) prima agli ebrei e ai gentili, riflettendo molto sulla relazione tra questo nuovo movimento e le tradizioni giudaiche precedenti, in particolare quelle sul patto Dio-Israele. Dell'insegnamento di Paolo ci rimane poca traccia: 7 epistole dirette a comunità specifiche che Paolo aveva visitato. Gli scritti originali, quelli corrotti e quelli fittizi attribuiti a Paolo furono per secoli letti da milioni di persone. Tali scritti sono, fra le altre cose, manifesti di una rivoluzione cognitiva. La morte e la resurrezione di Gesù demarcano una trasformazione totale di ciò che gli uomini possono conoscere e di come possono conoscerlo. La sapienza dei giudei e la filosofia dei greci non sono niente in confronto a questa nuova conoscenza. Non solo, secondo Paolo le categorie di classificazione che comprendono il vecchio mondo (giudeo/greco, schiavo/libero, circonciso/non circonciso etc) non contano.

più in questa nuova creazione avvenuta in Cristo. Il superamento delle dicotomie non toglie che esse rimangano tuttavia valide nel mondo terreno, materiale, carnale. La posizione di Paolo nei confronti degli ebrei è poi più complessa: egli cercò di capire la relazione fra vecchio/nuovo Israele e si ri-appropriò della categoria di giudeo, di discendente di Abramo e figlio di Dio, per farvi rientrare tutti i credenti, quindi in funzione universalista. Le lettere di Paolo sono infatti manuali per un nuovo metodo di lettura delle antiche scritture, promuovono una parte esegesi scritturale e quindi una parte di rapporto con il giudaismo. La lettera ai Galati fa ciò rileggendo la storia familiare di Abramo e associando Agara/Ismaele alla carne e alla schiavitù, Sara/Isacco alla promessa e alla libertà. La legge mosaica, il popolo ebraico e il loro sistema politico (vecchia Gerusalemme) non sono gli eredi della promessa di Dio ad Abramo ma sono condannati come la carne allaschiavitù e all’esilio; la Gerusalemme terrena deve essere rigettata, rimpiazzata da quella celesta che è resa libera dalla fede in Gesù. L’uso della distinzione carne/spirito non è partoriginale ma è rilevante perché Paolo se ne servì per spiegare perché non fosse nec che i nuovi convertiti seguisseropratiche ebraiche trad (es la circoncisione) e anche perché venne succ interpretata come un attacco al giudaismo.È possibile che Paolo volesse che qst allineamento polarizzato di Ger terr, circoncisione, lettera, carne,schiavitù, spirito e libertà fosse interpret in maniera retorica e specifica… cmq sia qst opposizioni prod ilpotenziale per letture ancora più polarizzate e più critiche del giudaismo. Cfr in part interpret della seguentecitazione: la lettera uccide, lo spirito invece dà la vita > chi giudaizza passa dallo spirito alla carne, dalla salvezzaalla distruzione.compie un part tipo di errori interpretativi (es ecc attaccamento al signif letterale) e quindi di fede. Molti lettori delle gen succ fecero di Paolo l'apostolo del dualismo radicale; in verità egli valutava il mondo spirituale molto più altamente di quello fenomenico e mat ma cmq non rappr il mondo e le sue nec come il male. Egli credeva inoltre che la fine del mondo fosse imminente, che la nuova creazione fosse prossima e che nel frattempo i seguaci di Gesù dovessero rispettare (e non rompere) la relazione con il mondo e con le sue leggi. Certo, un'att ecc e mal diretta al mondo e alle sue leggi poteva risultare deleteria spiritualmente... perché cmq la carne tende alla morte mentre lo spirito alla vita, i credenti non si devono lasciar dominare dalla carne. Ma come far vincere lo spirito? Cfr lettera ai Galati e ai Romani. Paolo esemplifica gli errori cognitivi dei pagani (pro politeismo, sodomia, perdizione) e dei giudei (pro morte sotto la

Loro legge piuttosto che vita in Gesù); ammonisce contro i pericoli del vedere, leggere e credere secondo la carne (come fanno gli ebrei) ma anche assegna a Israele un posto d'onore nella storia della salvezza passata e futura (cfr conversione del mondo pre apocalisse). Ora, tale posizione sarà letta in modi diversi da pubblici lettori nei secoli e questo anche perché i testi di Paolo erano poco chiari e non spiegano il contesto.

Inoltre, nel tentativo di spiegare perché tanti della sua gente rigettassero Gesù come il Messia promesso, Paolo produsse alcune espressioni veramente ambivalenti, sostenendo per esempio che essi hanno ucciso Gesù e i profeti, hanno perseguitato i cristiani e si sono posti così come nemici di Dio e dell'umanità; la loro condotta non piace a Dio e perciò sono stati puniti, sono trattati con inimicizia, si salveranno solo dopo la conversione alla fine dei tempi.

Ma perché gli ebrei non hanno accettato Gesù?

Perché Dio non li ha scelti. Le vie del Creatore sono al di là dell'umana comprensione. Egli ha risparmiato gli ebrei empi perché la loro punizione funga da testimonianza della sua gloria per coloro che invece ricevono la chiamata per la salvezza. La distruzione degli ebrei è esemplare, la loro inimicizia verso i Vangeli educativa, la loro salvezza giungerà solo alla fine dei tempi post conversione. Vangelo di Luca, Simeone tiene in braccio il bambino Gesù durante la presentazione al tempio e dice: ecco, egli è qui per la caduta e la resurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione. Fin dall'inizio si sa quindi chi sono i nemici di Cristo. Secondo Luca sono in parte gli anziani ebrei sacerdoti e scribi ma anche la patria di Gesù (nessun profeta è mai accettato nella propria terra), l'eredità ebraica (cfr accusa di aver ucciso i propri profeti), le nuove generazioni (perverse e senza fede), perfino.alcune professioni (scribi, avvocati) e aree geografiche (Gerusalemme). Ciascuna di queste inimicizie merita una sua propria storia, non si può approfondire qui. Comunque tutti i Vangeli (che sono scritti postumi rispetto al Gesù storico) offrono caricature letterarie dei personaggi che interagiscono con Gesù e molti dei personaggi a lui più ostili sono spesso giudei di vario tipo. Gli autori dei Vangeli sinottici (Marco, Matteo, Luca) raramente si riferiscono ai giudei in generale, piuttosto parlano di differenti gruppi (scribi, sacerdoti, anziani, sadducei, farisei, etc.) e di diverse collettività (la folla, il popolo, Gerusalemme). La scelta dei termini non è costante e molto dipende dal contesto in cui ogni singolo Vangelo è stato scritto. Per circoscrivere l'indagine, ci concentriamo sul gruppo spesso menzionato dei farisei, in particolare sui farisei di Matteo (il vangelo probabilmente più letto nel II secolo e anche quello più interessato ai farisei). In Matteo, i farisei sono

Identif come fautori di un’esclusiva giudaicità e come velenosi oppositori della venuta del Messia, cfr parole profetiche di condanna di Giov Battista esermone della montagna di Gesù (non tutto è bene in Israele, non siate presuntuosi per la vostra eredità).

Nel sermone della montagna si parla anche di ipocrisia, la quale distingue fra coloro che accumulano tesori terreni ein paradiso, fra il sale saporito e quello insipido, fra il vero e il falso Israele. I cittadini del regno venturo saranno divda quelli del presente Israele, dai giudei che rifiuteranno Gesù e per qst verranno puniti dal divino. Il destino dipersecuzione d’Israele è profetizzato chiaramente e sono altrettanto chiare le sue colpe; nel caso dei farisei, tali colpenon sono imm evidenti perché la loro adorazione era molto cospicua… ma in verità falsa e ipocrita. Nei farisei simanif così il contrasto fra apparenza e realtà, esteriore e interiore.

Finzione e autenticità. I farisei sono ipocriti o anche persone che semplicemente non riescono a distinguere tenebre e luce. Grazie a tale "zona farisaica della confusione" i Vangeli sinottici risultano meno polarizzati rispetto al Vangelo di Giovanni: è la complessità del mondo a rendere ciechi di fronte a Dio, non per forza un animo corrotto dal demonio o una volontaria distorsione del mess di Cristo. Tale confusione giudaica risulta comunque pericolosa, tanto più che è "infettiva", cfr parole di Gesù: fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei. Cioè guardatevi dal loro insegnamento letterale e materiale.

Il ritratto più incisivo del giudeo come nemico viene dal Vangelo di Giovanni, che è il più esplicitamente anti-giudaico e dualista. Non a caso inizia con un quadro di dualismo cosmico: luce e tenebre, vita e morte. Il mondo abbraccia le tenebre così come il popolo stesso di Gesù (i...

giudei); i veri figli di Dio non sono i discendenti di Abramo ma coloro che credono in lui. Gli schieramenti sono chiari: giudei vs cristiani. Il mondo odia Gesù e i suoi seguaci perché gli sono estranei; li perseguita ma poco importa qst perché i figli di Dio anelano non alla vita terrena ma alla vita eterna. I figli di Dio appartengono al mondo dello spirito, nulla

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
23 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/07 Storia del cristianesimo e delle chiese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher eioads di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Religioni e società e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Facchini Cristiana.