NON CAPISCO QUESTO PASSO – CONFRONTARE CON LE SLIDE
Agostino critica chi ha preferito “adorare molti dei”, nei sui testi non usa il termine
credere adorare; credere
ma è solo nei confronti del dio cristiano. Critica i filosofi
classici perché nonostante avessero sviluppato un discorso teologico sul divino, alla
fine il loro comportamento rituale era come quello degli altri pagani.
La città di Dio (413-417): Nel 410 dC la città di Roma venne saccheggiata dai
barbari, fu uno degli avvenimenti più traumatici del periodo perchè distruzione e
violenza colpirono l’interno della città, creando una portata simbolica (= idea nella
popolazione) fortissima nei pensatori dell’epoca. L’evento si colloca in una fase di
crisi politica dell’impero dell’occidente e di forti controversie tra pagani e cristiani.
I cristiani furono accusati di essere responsabili del sacco di Roma, dato che
finché i pagani avevano compiuto i propri riti la città era sempre stata protetta,
quando i cristiani hanno preso il potere Roma ha perso la protezione degli dei.
L’accusa di aver causato il sacco della città di Roma venne presa sul serio dalla
popolazione e dagli autori dell’epoca. Agostino scrive quest’opera per rispondere
città di Dio
alle accuse mosse nei confronti dei cristiani. La è l’ultima grande
composizione cristiana che si scaglia contro paganesimo romano: opposizione
pietà empietà );
contro (= qualcosa di sporco e sbagliato superstizione contro vera
religione; culto falsi dei contro religione cristiana.
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Anno 2022\2023
Agostino si rende conto delle differenze linguistiche nella definizione di religione
tra latino a greco. Commenta i termini greci e riporta quando esistono
corrispettivi (= termini con lo stesso significato) latini e quando invece si
pietà divina culto
esprimono in modo diverso. Il concetto di viene tradotto come
di Dio, l’autore sottolinea dimensione rituale del termine.
religio. Scegliere
Propone anche nuova etimologia del termine come in Cicerone
ma con la specifica di scegliere di nuovo. Secondo Agostino Dio è stato “scelto
di nuovo” perché era stato scartato (= non scelto) durante il peccato originale
che deve essere purificato da ogni individuo attraverso il battesimo. Il battesimo
è la nuova scelta del vero dio, tutti i fedeli sono obbligati a passare di nuovo per
quella scelta.
religere
Dal verbo che deriva il termine religione (come legere in cicerone), negli
anni in cui si elabora concezione del peccato originale, definizioni cambia come
cambiano gli sviluppi interni alla religione stessa.
etimologie di religio:
● cicerone > legere (scegliere)
● Lattanzio > ligare (legare, unire)
● Agostino > relegere (scegliere di nuovo)
La religione secondo i cristiani antichi; tentativi di definizione della religione
cristiana di vari autori nei 3 secoli di storia del cristianesimo:
1. filosofia / filosofia barbara
2. vera religio
3. religio + cultus
4. pietà / eusebeia
5. vera religio e pura pietas
Perché i cristiani hanno inventato una nuova concezione della religione?
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● volontà di creare cristianesimo distinto dalle altre pratiche
● introduzione elemento dottrinale
● cristiani non erano un popolo dal punto di vista etnico (= di un popolo)
per far sì che la religione fosse accetta
—> bisognava trasformare
il concetto (non era un’ortoprassi, un insieme di regole di un popolo).
La proposta di una religione senza confini etnici permette l’espansione della
religione. Si elimina la dimensione collettiva di un popolo che pratica una
religione. Il cristianesimo diventa una dimensione individuale più forte il legame
del singolo individuo con la divinità, al contrario che nelle religioni comunitarie (=
di gruppo) l’individuo ha il proprio spazio, la propria autonomia senza essere una
comunità etnica. Si propone nuova concezione ella religione in cui si può essere
riconoscibili (= gli altri ti possono riconoscere) e riconosciuti (= gli altri ti
riconoscono) come comunità religiosa: categorie di religione slegata dalle origini
dell’individuo.
Religione universale.
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Nuova Definizione Di Religione:
Nuova definizione di religione introdotta dal cristianesimo. Una volta che si
definisce religione come oggetto che ha caratteristiche proprie e può essere
definito in quanto tale.
Vengono introdotte nuove classificazione delle religioni, nuovi modi per
raggrupparle. In linguaggio scientifico si parla di tassonomie religiose (=
gerarchiche).
2 processi di classificazione:
1. classificatori (= caratteristiche) con obiettivo sistematico (=
caratteristiche sempre uguali in una religione), per esempio la dicotomia
politeismo/monoteismo
2. classificatori circoscritti (= limitati), legati ad un contesto specifico
come classificazioni valide solo in un certo periodo storico
3 Le tassonomie hanno diversi obiettivi:
1. circoscrivono (= selezionano) e gerarchizzano (= più o meno importanti) le
pratiche
2. definiscono le identità dei diversi gruppi per definire i confini tra un
gruppo inclusivo (noi) e uno eterogeneo/esterno (gli altri). Molte società
noi loro,
umane sentono il bisogno di differenziare un da un dividendo la
nostra identità da quella degli altri. L’identità è definita solo di fronte al
diverso, si definisce cosa è noi a partire da cosa sono gli altri.
3. Favoriscono confronti e sistematizzazione (= trovare degli schemi)
della conoscenza religiosa.
Levi-Strauss: classifichiamo sempre le categorie del mondo che ci circonda, dando
etichette (= caratteristiche). Le categorie che usiamo sono i prodotti culturali di
un certo contesto.
“Una carta non è un territorio”
J.Smith: (ma è tutto ciò che possediamo) la carta
geografica non rappresenta il territorio reale, ma una modalità di descrizione del
territorio. Bisogna riflettere sulle mappe e la loro incongruenza (=
rappresentazione non perfetta) prima di studiare e parlare dei mondi di altri
uomini, applicando le nostre categorie a contesti che non appartengono al luogo
di produzione.
I prodotti della società sono tutte “mappe”: rappresentano in modo convenzionale
elementi di realtà.
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Eusebio il primo ad utilizzare la tassonomia nella sua tripartizione ebraismo,
cristianesimo, paganesimo.
Mentre ebraismo e cristianesimo hanno un’identità religiosa interna creata dagli
studiosi, il paganesimo è un’invenzione degli autori cristiani. Con il loro sguardo
esterno, gli autori cristiani hanno raggruppato tutti i politeismi nella categoria di
paganesimo. Gli autori cristiani hanno sostituito a religioni etniche categorie più
ampie, mettendo nella categoria di paganesimo tutti i popoli che hanno più dei.
Queste classificazioni sono diverse delle classificazioni politiche precedenti, le
classificazioni teologiche sostituiscono quelle politiche tipiche del mondo antico. I
cristiani non furono i primi a voler categorizzare, ma prima lo sguardo dello
studioso non metteva al centro le religioni ma la componente politica e sociale.
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La classificazione di Eusebio determina un
cambiamento nella percezione e descrizione del
mondo. Primo autore ad aver dato delle definizioni di
queste tre forme religiose:
● cristianesimo: non è una forma di paganesimo né ebraismo, ha un
carattere religioso proprio (= definizione per
negazione/opposizione) ha un certo carattere religioso. La
definizione è vaga e serve definire chi sono gli altri per poi tornare
sul cristianesimo.
● ebraismo: una costituzione (= insieme di leggi) stabilità secondo la
legge di Mosè, e dal voler del Dio unico dell’universo. Principio
divino dell’unico nell’universo). Il monoteismo del popolo ebraico.
Si definisce l’ebraismo come una costituzione, non si parla né della
dimensione rituale né della filosofia/saggezza, non si usa nessuno
dei termini con cui si parlava prima del cristianesimo.
(hellenismos
● paganesimo = ellenismo): definisce tutti i popoli
politeisti. Il primo descritto è il politeismo greco, preso come caso
esemplare del politeismo. È la credenza superstiziosa in molti dei,
secondo le tradizioni ancestrali (= antiche, prima della cultura) di tutti
i popoli. C’è l’idea di superstizione, moltitudine di divinità e
tradizioni ancestrali.
Eusebio ribalta le definizioni contro il cristianesimo contro i pagani stessi. Nel
periodo dell’autore è il paganesimo ad essere una superstizione, si è in una
fase storica in cui gli autori cristiani vogliono e possono presentarsi in una
posizione di forza. L’autore evidenzia la dimensione politeistica in
contrapposizione al monoteismo cristiano.
Le pratiche del politeismo sono inserite nella categoria ‘tradizioni ancestrali’
(patria), cioè norme proprie alla terra dei padri. L’elemento ancestrale è
realmente parte della definizione delle religioni politeisti. Eusebio tuttavia
accomuna (= mette insieme) molte credenze che non appartengono al mondo
politeista e molti popoli di origine etnica diversa. Questa idea di paganesimo
verrà ripesa per moltissimi secoli e diventerà il modo di parlare delle religioni
altre (= non monoteiste) , cioè “tutti coloro che non hanno un solo dio sono
pagani”.
I termini greci classificatori per le religioni nascono come reazione ed opposizione
mos.
dell’ebraismo. Terminano tutti con
Hellenismos: termine greco per definire i politeisti, dopo la fine dell’impero romano
d’occidente (476 dC), l’impero romano continua la sua storia in oriente con
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Costantinopoli come capitale. L’impero bizantino dura fino alla sua caduta nel 1453
dC ma i suoi abitanti continuarono a definirsi romani. Nonostante la lingua ufficiale
fosse il greco, nell’impero d’oriente essere un cittadino romano voleva dire
Hellenes
appartenere alla tradizione romana. Il termine greco serviva a creare
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