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PARTE SECONDA – CREDERE ALL’IMPOSSIBILE
1.LA NASCITA DEL DELIRIO: secondo la psichiatria classica si è
concordi nell’identificare nel delirio un segno caratteristico della
malattia mentale,ma non esiste una definizione di delirio che sia
considerata esaustiva. Può essere definito anche come una falsa
credenza che è sostenuta con pervicacia e che non viene scalfita
neanche davanti a prove o evidenze del contrario. E’ un sintomo
trasversale,si associa cioè a disturbi molto
differenti(schizofrenia,bipolarismo, paranoia) e perciò è difficile
scoprirne i meccanismi e le cause. Lo stato delirante e la follia non
coincidono strettamente. Kraepelin a fine 800 fu il primo a
distinguere tra disturbi mentali da cause biochimiche(febbri o
droghe) e i disturbi mentali in senso stretto. I deliri nonostante tutto
seguono una distribuzione tipica all’interno dei vari disturbi mentali.
Il più conosciuto è quello di persecuzione(paranoia),la cui diagnosi è
fatta anche sul grado di convinzione con cui questa credenza è
sostenuta. Si accompagnano a questo i deliri di
veneficio(avvelenamento). Anche il delirio di gelosia e quello di
grandezza sembrano essere un’espansione di personalità. Bizzarri
sono quei deliri con contenuto implausibile,come il delirio di
controllo,consistente nella credenza che le proprie azioni siano
controllate da forze esterne,o i deliri di furto,trasmissione o
inserimento del pensiero. In Kraepelin il delirio viene spiegato da
debolezza di critica,in Jaspers invece la critica si pone al servizio del
delirio. E’ consapevole che il delirio non dipenda da mancanza di
intelligenza e che chi delira non sia illogico.
L’inconfutabilità(impossibilità di essere influenzato dal’esperienza
concreta)del delirio deriva dall’importanza del contenuto delirante
che non può essere contraddetto. Individua 2 fattori costitutivi del
delirio: convinzione che lo mantiene con certezza
soggettiva,impossibilità del contenuto.
2.FENOMENOLOGIA DEL DELIRIO: la psichiatria fenomenologica si
interroga sul qualcosa di ultimi riferito alle idee deliranti. Il punto di
partenza di questa indagine è l’analisi di un fenomeno che precede
l’instaurarsi vero e proprio del delirio. Consiste in uno stato d’animo
particolare in cui il soggetto perde l’originaria familiarità con le cose
e si sente immerso in un’atmosfera misteriosa carica di significati
oscuri e minacciosi. L’ambiente sembra cambiare proprio per
l’atmosfera che lo permea. Ciò che viene percepito ha perso il suo
significato abituale senza assumerne uno nuovo e ogni cosa sembra
possedere un significato che non è individuato. L’atmosfera
pre-delirio è per il soggetto insopportabile perché si rende conto che
sta accadendo qualcosa di strano,ma non riesce a penetrare questo
mistero e arriva quindi al delirio. Il delirio ristabilisce quel senso
perduto,tutto viene ricondotto ad esso. Il soggetto non vuole
ritornare al dubbio e si aggrappa al delirio ed è per questo che chi
delira non è insensato. Il delirio si inserisce all’interno di una serie di
fenomeni che hanno in comune la perdita dell’evidenza
naturale(perdita dei riferimenti basilari sui quali è possibile costruire
ogni azione). Assistiamo perciò a comportamenti bizzarri,domande
che ostacolano le azioni più semplici della vita quotidiana.
L’impossibilità del contenuto è spiegabile propri facendo riferimento
alla perdita dell’evidenza naturale. Il delirio dimostra quindi che per
quanto possa essere alterata la condizione esistenziale
dell’uomo,egli cercherà qualcosa a cui aggrapparsi e al quale
attribuire un significato. L’interpretazione della psichiatria
fenomenologica riconduce il delirio a un meccanismo di difesa ed è
per questo che una volta intervenuto si assiste ad una sorta di
congelamento dell’esistenza:tutto gira attorno ad esso e non c’è
nulla di irrazionale in questo.
3.UN PROBLEMA DI DEFINIZIONE: si parla della definizione di delirio
del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali(quarta
edizione). Viene definito come falsa credenza,ma i paranoici non
credono,sanno. Ma perché dovremmo fidarci di ciò che dice di se un
paranoico? Semplicemente non possiamo fare a meno di ritenere
dotato di senso ciò che gli altri ci dicono e quando questo senso
sembra disfarsi,ci domandiamo perché il soggetto in questione
abbia una credenza di quel tipo. Il sapere dei deliranti può essere
considerato credenza,perché non può essere controllato e non si
può mostrare. Anche quando affermano di sapere con certezza si
tratta di credenza,una credenza solida. Per quanto riguarda la
definizione di falsa credenza,può sembrare banalmente vero
ciò,anche se non tutti gli esempi di delirio sono facili da
smascherare e non basta dichiarare che il delirio è una falsa
credenza,altrimenti ogni credenza falsa sarebbe un delirio e così
non è. Il delirio,secondo il Manuale diagnostico e statistico dei
disturbi mentali è una falsa credenza basata su un’inferenza
scorretta riguardo alla realtà esterna. Ma non sempre riguardano
realtà esterne,ani spesso riguardano il proprio corpo e la propria
mente. Non sempre nascono da inferenze scorrette(fraintendimento
del legame tra 2 eventi),ma possono fondarsi sulla creazione di un
legame inesistente(che comunque non sempre portano a delirio).
Alcune volte il delirio nasce dall’accettazione della realtà così
com’è(alterazione feedback cinestesico e propriocettivo di un arto
in alcune lesioni cerebrali porta a dire “quello non è il mio braccio”).
Il pensiero inferenziale spesso fallisce senza essere un delirio. E’ il
dubbio,il sospetto che non ha bisogno di prove,ma si nutre di
incertezza(marito che sospetta della moglie che ride con un amico).
La vera essenza del delirio sembra essere il fatto che non vi possa
aderire nessun altro,è un’idea non condivisa. Distinzione tra deliri
bizzarri e non bizzarri: i primi sono le credenze non condivise da
altri membri appartenenti alla stessa cultura come il furto del
pensiero, gli altri sono caratterizzati dal fatto che si basano su
situazioni possibili,ma improbabili(delirio di gelosia). Per i deliri
bizzarri secondo Bell però una credenza impossibile non costituisce
un delirio. Gli si attribuiscono implausibilità e incomprensibilità,ma
secondo Heinimaa attribuire entrambe queste caratteristiche porta
in contraddizione. Per i non bizzarri non può essere il contenuto a
differenziare questi deliri da credenze non deliranti. Martha Mitchell
era la moglie di un procuratore generale tacciata di delirio perché
denunciava la corruzione della Casa Bianca durante il governo
Nixon fino a quando il Watergate le diede ragione. Ma come
riconoscerlo? L’intuito non basta,l’aspetto relativamente. A
caratterizzare il delirio è il grado di convinzione con cui viene
mantenuto.
4.UNA SPIEGAZIONE COGNITIVA?: Capgras ha descritto il caso di
una signora,convinta che il marito si fosse cambiato con un sosia
che si spacciava per lui. Dopo essersi rifiutata di adempiere ai
doveri coniugali è stata internata per aver chiesto un fucile al
figlio(sindrome del sosia). Sindrome di Fregoli(trasformista italiano)
è caratterizzata dalla convinzione di essere seguiti da persone
conosciute che si presentano sotto mentite spoglie per non farsi
riconoscere. Sindrome di Cotard: chi ne soffre è convinto di essere
morto. Risulta più semplice individuare l’anomalia che porta alla
loro genesi essendo deliri monotematici. Secondo Stone e Young
ipotizzano che alla base dei deliri monotematici vi sino esperienze
percettive atipiche provocate da anomalie neuropsicologiche. Ad
esempio in Capgras c’è un deficit nel processa mento delle facce:
vengono riconosciute,ma non vi è alcuna risposta affettiva
normalmente loro associata. In Fregoli sembrano familiari anche gli
sconosciuti e in Cotard il deficit della risposta affettiva è
generalizzato e produce un senso di vuoto e insensibilità. Secondo
Stone e Young,anomalie neuropsicologiche di questo tipo è possibile
rintracciarle in tutte le altre forme di delirio monotematico. Maher
afferma che l’esperienza anomala è l’unico fattore a generare il
delirio,che non differisce dalle credenze normali. Nessuno però ha
dimostrato l’esistenza dei deficit di cui parlano gli autori citati e
mentre alcuni deliri compaiono in seguito a lesione cerebrale,per
altri è da escludere tale origine. Poi Bell dimostrò anche che i
soggetti deliranti non presentavano livelli di esperienze percettive
anomale significativamente differenti dal gruppo di controllo(quindi
non necessarie). Altri che non sarebbero sufficienti a generare
delirio. Davies dimostra che esistono casi in cui le esperienze
anomale sono presenti ma senza deliri(pazienti con danno ai lobi
frontali non discriminano facce familiari e non,ma non sviluppano
Capgras). Garety studia un presunto deficit nel ragionamento
probabilistico in quei soggetti che soffrono di delirio di
persecuzione. Questi soggetti sembrano essere pronti a credere a
qualcosa senza avere prove sufficienti,mostrano una tendenza a
saltare alle conclusioni(si spiega la velocità con cui i paranoici
saltano dall’esperienza alla credenza delirante). Marcus nel suo libro
Kluge,descrive alcuni meccanismi applicati alle credenze,come il
pregiudizio della conferma e il ragionamento interessato. Per il
primo,se noi crediamo a qualcosa,tendiamo a ricordarci tutti i casi
in cui quella credenza è stata confermata,ignorando o rimuovendo
le volte in cui non lo è stata; per il secondo,tendiamo a sminuire
l’importanza di dati contrari a ciò che crediamo. Secondo Marcus,ciò
sta a voler dire che crediamo ciò che vogliamo credere,ancora di più
in pericolo. Chi soffre di delirio di persecuzione può vedere 2
persone che bisbigliano e credere che stiano complottando contro
lui e scappare per seminarle; se sbaglia è scappato
inutilmente,altrimenti è salvo.
5.NEL MONDO DEL DELIRIO: c’è razionalità. Ad esempio nella lettera
di Giuseppe ci colpisce l’assurdità del contenuto delirante,ma
questo viene difeso con una logica schiacciante. Il protagonista
trova una serie di argomentazioni per dimostrare di essere in un
alloggio reale e non in un manicomio: chiede ad esempio perché
non lo si asseconda come si fa nei manicomi invece di convincerlo
del contrario. In Giovanni,q