Riassunto esame Psicopatologia del linguaggio, prof. Cardella, libro consigliato Lettere dal Mandalari
Anteprima
ESTRATTO DOCUMENTO
scorretta riguardo alla realtà esterna. Ma non sempre riguardano
realtà esterne,ani spesso riguardano il proprio corpo e la propria
mente. Non sempre nascono da inferenze scorrette(fraintendimento
del legame tra 2 eventi),ma possono fondarsi sulla creazione di un
legame inesistente(che comunque non sempre portano a delirio).
Alcune volte il delirio nasce dall’accettazione della realtà così
com’è(alterazione feedback cinestesico e propriocettivo di un arto
in alcune lesioni cerebrali porta a dire “quello non è il mio braccio”).
Il pensiero inferenziale spesso fallisce senza essere un delirio. E’ il
dubbio,il sospetto che non ha bisogno di prove,ma si nutre di
incertezza(marito che sospetta della moglie che ride con un amico).
La vera essenza del delirio sembra essere il fatto che non vi possa
aderire nessun altro,è un’idea non condivisa. Distinzione tra deliri
bizzarri e non bizzarri: i primi sono le credenze non condivise da
altri membri appartenenti alla stessa cultura come il furto del
pensiero, gli altri sono caratterizzati dal fatto che si basano su
situazioni possibili,ma improbabili(delirio di gelosia). Per i deliri
bizzarri secondo Bell però una credenza impossibile non costituisce
un delirio. Gli si attribuiscono implausibilità e incomprensibilità,ma
secondo Heinimaa attribuire entrambe queste caratteristiche porta
in contraddizione. Per i non bizzarri non può essere il contenuto a
differenziare questi deliri da credenze non deliranti. Martha Mitchell
era la moglie di un procuratore generale tacciata di delirio perché
denunciava la corruzione della Casa Bianca durante il governo
Nixon fino a quando il Watergate le diede ragione. Ma come
riconoscerlo? L’intuito non basta,l’aspetto relativamente. A
caratterizzare il delirio è il grado di convinzione con cui viene
mantenuto.
4.UNA SPIEGAZIONE COGNITIVA?: Capgras ha descritto il caso di
una signora,convinta che il marito si fosse cambiato con un sosia
che si spacciava per lui. Dopo essersi rifiutata di adempiere ai
doveri coniugali è stata internata per aver chiesto un fucile al
figlio(sindrome del sosia). Sindrome di Fregoli(trasformista italiano)
è caratterizzata dalla convinzione di essere seguiti da persone
conosciute che si presentano sotto mentite spoglie per non farsi
riconoscere. Sindrome di Cotard: chi ne soffre è convinto di essere
morto. Risulta più semplice individuare l’anomalia che porta alla
loro genesi essendo deliri monotematici. Secondo Stone e Young
ipotizzano che alla base dei deliri monotematici vi sino esperienze
percettive atipiche provocate da anomalie neuropsicologiche. Ad
esempio in Capgras c’è un deficit nel processa mento delle facce:
vengono riconosciute,ma non vi è alcuna risposta affettiva
normalmente loro associata. In Fregoli sembrano familiari anche gli
sconosciuti e in Cotard il deficit della risposta affettiva è
generalizzato e produce un senso di vuoto e insensibilità. Secondo
Stone e Young,anomalie neuropsicologiche di questo tipo è possibile
rintracciarle in tutte le altre forme di delirio monotematico. Maher
afferma che l’esperienza anomala è l’unico fattore a generare il
delirio,che non differisce dalle credenze normali. Nessuno però ha
dimostrato l’esistenza dei deficit di cui parlano gli autori citati e
mentre alcuni deliri compaiono in seguito a lesione cerebrale,per
altri è da escludere tale origine. Poi Bell dimostrò anche che i
soggetti deliranti non presentavano livelli di esperienze percettive
anomale significativamente differenti dal gruppo di controllo(quindi
non necessarie). Altri che non sarebbero sufficienti a generare
delirio. Davies dimostra che esistono casi in cui le esperienze
anomale sono presenti ma senza deliri(pazienti con danno ai lobi
frontali non discriminano facce familiari e non,ma non sviluppano
Capgras). Garety studia un presunto deficit nel ragionamento
probabilistico in quei soggetti che soffrono di delirio di
persecuzione. Questi soggetti sembrano essere pronti a credere a
qualcosa senza avere prove sufficienti,mostrano una tendenza a
saltare alle conclusioni(si spiega la velocità con cui i paranoici
saltano dall’esperienza alla credenza delirante). Marcus nel suo libro
Kluge,descrive alcuni meccanismi applicati alle credenze,come il
pregiudizio della conferma e il ragionamento interessato. Per il
primo,se noi crediamo a qualcosa,tendiamo a ricordarci tutti i casi
in cui quella credenza è stata confermata,ignorando o rimuovendo
le volte in cui non lo è stata; per il secondo,tendiamo a sminuire
l’importanza di dati contrari a ciò che crediamo. Secondo Marcus,ciò
sta a voler dire che crediamo ciò che vogliamo credere,ancora di più
in pericolo. Chi soffre di delirio di persecuzione può vedere 2
persone che bisbigliano e credere che stiano complottando contro
lui e scappare per seminarle; se sbaglia è scappato
inutilmente,altrimenti è salvo.
5.NEL MONDO DEL DELIRIO: c’è razionalità. Ad esempio nella lettera
di Giuseppe ci colpisce l’assurdità del contenuto delirante,ma
questo viene difeso con una logica schiacciante. Il protagonista
trova una serie di argomentazioni per dimostrare di essere in un
alloggio reale e non in un manicomio: chiede ad esempio perché
non lo si asseconda come si fa nei manicomi invece di convincerlo
del contrario. In Giovanni,questo per dimostrare di essere sposo di
Maria Iosè si appella all’autorità delle fonti,che fin dall’antichità
testimoniano le usanze in oggetto. Il delirio erotico è portato alle
sue estreme conseguenze: nonostante la violenza condotta da parte
di alcune donne,i suoi eredi restano i figli avuti da Maria Iosè,anche
se i figli nati dalla violenza sarebbero stati educati e istruiti. Angelo
descrive invece il processo di vivificazione(resurrezione cadaveri
che si può avviare su richiesta dei parenti e che garantisce ai
redivivi l’assistenza materiale e morale,garantita dalle disposizioni
della recente legge sui redivivi). Il delirio diventa comprensibile
proprio tramite invenzione semantica,in questo caso attuata tramite
il riferimento a procedure e leggi che dovrebbero essere
universalmente riconosciute. Si giustifica di atti bizzarri come
schiaffi ad un rappresentante dell’Arma dei Carabinieri(complotto)
ed al direttore(non inficiasse l’integrità mentale sua). Queste
giustificazioni mostrano come anche i gesti più incomprensibili
diventino intelligibili nel momento in cui vengono inseriti nella
modalità esistenziale tipica dei soggetti con disturbi mentali. Il
delirio schizofrenico può arrivare a disgregazione tale da risultare
bislacco e impenetrabile ed i contenuti deliranti difficilmente
arrivano alla completezza e sistematicità,caratteristiche dei
paranoici. Anche quando il delirio assume delle sfumature molto
bizzarre come nella megalomania di Amedeo,non manca mai il
riferimento alla propria indubitabile credibilità(si pone a
disposizione per chiarimenti). Impressionante tenacia e ostinazione
con cui si cerca di dimostrare la verità delle convinzioni anche
quando si tratta di qualcosa di evidente e scontato. Nel continuo
girare attorno al delirio c’è il congelamento dell’esistenza. Quando il
mondo esteriore si riduce all’ospedale psichiatrico,l’esistenza viene
congelata in 2 sensi: all’arresto del dinamismo vitale già innescato
dal delirio si aggiunge l’interruzione,provocata dalla reclusione in
manicomio,di quel corso naturale delle cose a cui accenna
Kraepelin. L’ospedalizzazione è come se mettesse in stand-by la
vita dei pazienti,imprigionati a questo punto nel delirio e nel
manicomio. Il delirio è delizia perché certezza incrollabile su cui si
struttura l’esistenza del soggetto e perché dona senso al suo
mondo,croce perché la credenza non condivisa deve essere difesa
ad oltranza e li rende vittime di un universo ostile. Ciò porta al
mistero dell’essenza del delirio. Solo prospettive molto
diverse(filosofia,fenomenologia, scienze cognitive)unendosi
possono portare ad una teoria credibile sul fenomeno del delirio. Le
prime devono rintracciare esperienze e meccanismi che portano a
dubitare di cose indubitabili e credere a cose impossibili,le altre
devono rintracciare le motivazioni alla base del sorgere del delirio
stesso,che quindi si configura paradossalmente come un’oasi di
senso in cui l’uomo riprende fiato.
TERZO CAPITOLO – LA PARANOIA
1.ANTONIO: arriva al Mandalari a 63 anni,dopo essere stato nel
manicomio giudiziario di Aversa,e poi in quello di Barcellona PdG,in
seguito ad un delitto commesso. Aveva ucciso il presunto amante
della moglie,essendo convinto dell’infedeltà della moglie ed anche
che questo volesse ucciderlo. Diagnosi di paranoia: grafomane
interminabile. Prolissità di temi,periodare oscuro,frasi
enfatiche,pesanti,che richiamano i temi della sua costruzione
delirante di danno ordito da qualcuno. Secondo lo psichiatra il
quadro psicopatologico del paziente evolve nel senso di sviluppo
paranoideo ed infatti il paziente riferisce di un presunto
interlocutore con cui dialoga(in una cartella clinica accusa il suocero
di essere in combutta con alti dirigenti RAI per far si che parecchie
trasmissioni televisive contengano messaggi contro di lui).
L’interlocutore a cui si riferisce sarebbe un altissimo personaggio da
lui conosciuto in circostanze non precise nel 1950 e che non
consente una soluzione dei suoi problemi. Si tratterebbe dell’allora
Direttore generale della RAI ed il paziente afferma di voler scrivere
un memoriale nel quale spiegherà come e perché il direttore sia
implicato nella sua storia. Cerca più volte di fuggire dal Mandalari
per andare a Roma ed incontrare quell’alto personaggio. All’atto del
ricovero presso il Mandalari espone i fatti che l’avevano condotto
all’omicidio: (da qui sono parole del soggetto)polemica con la
moglie per mancata integrità già prima del matrimonio. Superate
tali polemiche si è inserito il papà della moglie creando sospetti e
cercando di ingelosirlo. Voleva trasferirsi a R. e sperava nell’aiuto
del suocero che non gradiva il trasferimento però. Nonostante tutto
ci riuscì sperando che stando lontano dalla famiglia della moglie
sarebbe andato meglio,ma si crearono nuove opposizioni,era tutta
una contesa:come al suo paese non gli si diceva nulla ma era
convinto di capire che volevano farlo passare per pazzo e dietro
sollecitazione del suocero. Poi si ricredette perché vide l’amico
suo(l’alto dirigente) parlare di lui ritenendolo pazzo e allora si mise
in sospetto perché non credeva che potesse parlare male di lui. Si
mise in contatto con l’amico dicendo che questa situazione doveva
finire,mentre precedentemente gli erano giunte voci che questo
avesse violentato sua moglie in casa sua. Chiese alla moglie un
anno di tempo per scoprire chi fosse l’autore delle calunnie e
durante un viaggio la moglie gli confessò di essere stata violentata
da lui. Quindi si rese conto delle voci messe in giro dall’amico. Invitò
la moglie a cambiare atteggiamento,ma questa andò via senza
salutarlo e lui la prese come minaccia. Un giorno lo vide mentre
passava in macchina vicino casa sua con madre e moglie,lo salutò e
si misero a ridere. Uscì pazzo e dopo pochissimi giorni quando lo
rivide ritenne che fosse il momento giusto per ucciderlo, e così fece.
Nella prima lettera alla moglie afferma di voler fare il possibile per
tornare a casa,sente la morte non lontana,“rimprovera” la moglie di
una certa indifferenza anche se forse condizionata da qualcuno ed è
convinto che un giorno i figli sapranno tutta la verità e lo ameranno
comunque. Nella seconda la esorta argomentando lungamente, ad
andare da lui a parlargli ed a fare qualcosa per farlo
uscire,ritenendo che la sua liberta possa essere la migliore via che
porti ad una soluzione dei problemi. Nella lettera al dottore lo esorta
a più riprese a mandarlo a casa,perché ha paura di morire a
breve,soffre molto e perché sostiene di non volere il male dei figli e
della moglie,che anzi vorrebbe vedere considerandoli unici eredi e
far beneficiare del suo lavoro. Anche nella lettera al direttore
dell’ospedale psichiatrico di Messina esorta lo stesso a più riprese di
rispedirlo alla sua pace,alla pace di casa sua. Pieno di buoni
propositi afferma che i pettegolezzi non lo disturberanno,si adatterà
alla nuova realtà e non gli mancherà il lavoro,ma non vuole morire lì
dentro. Nell’altra lettera al dottore entra in gioco una persona
definita come Innominabile. Afferma che un agente di custodia gli
chiese se ascoltava la radio consigliandogli di farlo e che spesso alla
radio venivano confutate e a volte elogiate sue idee. Una volta uscì
il nome di un segretario di un onorevole a lui incontrato che poi si
scoprì essere il responsabile della tragedia(gli fece dedurre di aver
avuto una relazione con la moglie). Si aprì una nuova rubrica in cui
si polemizzava su tutto. Si parla di una polemica col “Mandarino”
conclusa col suo trasferimento al manicomio giudiziario di Aversa.
L’innominabile annunciò di avere avuto una figlia con la moglie di
lui. Dopo,la licenza e al ritorno la promessa di uscire a breve,ma
dopo 3 anni ancora nulla. Passa alla moglie con la quale non si trova
una soluzione,neanche la separazione o divorzio. Si lamenta per il
non poter rivedere i figli e conclude proponendo di incontrare
Sebastiano l’innominabile per trovare una soluzione. Nella prima
lettera a Sebastiano(chiamato così perché il paziente soffre e vuole
ricordare il martirio di San Sebastiano) prima si scusa con il
Direttore dell’ospedale per l’ennesima lettera affermando
comunque che non è lui il destinatario voluto della stessa,e poi si
rivolge a Sebastiano chiedendogli ripetutamente di venirgli
incontro,di parlare,di risolvere la sua situazione e di farlo uscire
ormai pieno di buone intenzioni. Nella seconda esordisce
rivolgendosi al dottore perché lo aiuti parlando col direttore,affinchè
lo lasci uscire,ormai pieno di buoni propositi e volto alla ricerca della
pace,per accudire la madre e i figli. Si rivolge poi a Sebastiano
chiedendo due mesi di tempo per ristabilirsi e continuando come
nelle precedenti con la solita richiesta condita da pace e buoni
propositi: voler tornare al suo paese e non a R per non morire lì
dentro essendo sempre più malridotto. Sempre nello stesso giorno
si rivolge al dottore perché spaventato da un malessere avuto poco
prima della scrittura della lettera e chiedendo di non
abbandonarlo(non avevano risposto alla richiesta di aiuto),piuttosto
di farlo uscire per giungere alla soluzione. Nell’ultima esorta
Sebastiano a dargli fiducia,in maniera tale da salvarsi e poterlo
salvare. Si propone di aiutarlo una volta libero,ma Sebastiano deve
dargli fiducia e far si che lui possa essere liberato.
PARTE SECONDA – NEL MONDO DELLA PARANOIA
1.IL COMPLESSO SISTEMA DELLA PARANOIA: l’uso comune è per
indicare un tratto specifico della personalità(soggetto
diffidente,sospettoso,ecc. Eccesso). Il termine però nasce in Grecia
per indicare un non ragionare:parà(oltre) e nous(mente) e indicava
una completa insanità mentale dovuta a follia o demenza. Con
Kraepelin passa a indicare una sindrome che presenta: lento
sviluppo di concezione delirante del mondo esteriore,che influisce
sulla condotta del malato e prende una radice così profonda nella
sua personalità da elaborare un complesso sistema; elevato
sentimento di se,spesso ingiustificato,che si ritrova specialmente in
delirio persecutorio o di grandezza; mancanza di indebolimento
mentale(sviluppo demenziale è raro e debole); possibilità di
guarigione ridottissime se non nulle. I disturbi sensoriali sono di
poco o nessun rilievo: possono esserci allucinazioni,ma non
importanti e si limitano a confermare delirio. Mancano lesioni nella
sfera dell’intelligenza,della memoria,della volontà e degli affetti. Per
Kraepelin il disturbo appartiene alla sfera del giudizio. Tramite il
concetto di sistema differenzia la paranoia da altri 2 disturbi
paranoidi: parafrenia, meno grave e con allucinazioni, e la demenza
paranoide,con deterioramento e disorganizzazione rientra nelle
schizofrenie. Nella paranoia il delirio si sviluppa da una circoscritta
concezione del mondo esteriore danno forma lentamente ad un
sistema,attraverso il quale il soggetto interpreta gli avvenimenti
della vita. Dal DSM III-R paranoia è stato sostituito con disturbo
delirante per enfatizzare ulteriormente il ruolo del delirio e per
evitare confusione. Nel DSM-IV è caratterizzato da 4 criteri che
rispecchiano i tratti individuati da Kraepelin. Devono essere presenti
deliri non bizzarri di durata non inferiore a 1 mese,non devono
essere presenti i sintomi della schizofrenia(come le allucinazioni o il
linguaggio disorganizzato),mancanza di alterazioni nel
comportamento,nell’umore,nell’intelligenza e nel funzionamento
sociale eccetto che per i contenuti relativi al delirio. I tipi di delirio
più caratteristici sono:grandezza,persecuzione,gelosia ed erotico:
L’ultimo prevalentemente riscontrabile nelle donne,convinte di
essere amate da un uomo di più alto stato sociale,può sfociare in
stalking. Ogni tentativo di negare l’amore da parte della vittima
viene visto come l’opposto. La paranoia applicata all’amore porta a
risultati paradossali,perché il decorso sembra essere
completamente indipendente dall’effettiva relazione che si
stabilisce con la persona amata. Per quanto riguarda i deliri di
grandezza,essi sono raramente puri. Molti pazienti paranoici
mostrano qualche aspetto di grandiosità nei loro deliri,a prescindere
dal tipo di contenuto delirante. I deliri di gelosia sono abbastanza
frequenti,ma il più diffuso è quello di persecuzione. I soggetti
sentono il bisogno disperato di difendere le proprie convinzioni e
ricorrono a logiche schiaccianti per convincerli della verità del
delirio stesso. C’è rischio di atti violenti e spesso si fa appello ai
propri diritti. Stupisce il resto del funzionamento globale(se non si
sfiorano le tematiche deliranti intelligenza,emotività,ecc sono
intatte). Anche esteriormente non si notano cose bizzarre,quindi il
paranoico soffre di un disturbo mentale gravissimo,ma si comporta
come tutti noi e non è consapevole della malattia. Il suo universo è
pacificato:per quanto ingiuste le torture,egli riposa nella certezza di
avere ragione. Quando il delirio si fa certezza granitica vi è un
tentativo continuo di convincere l’altro.
2.UN’ASSURDITA’ INGEGNOSAMENTE ELABORATA: il primo merito di
Freud nell’analisi della paranoia è aver individuato un livello
profondo di comprensibilità del delirio che lo rende vero e permette
di mantenere unite assurdità e fondatezza. Il nucleo di verità è
possibile trovarlo nella storia del paziente. Nelle osservazioni sul
caso del giudice Schreber,Freud evidenzia questo legame tra nucleo
di verità e delirio,mostrando i vari passaggi con cui una pulsione
omosessuale rimossa nei confronti del medico del paziente si sia
potuta trasformare in un delirio persecutorio a sfondo sessuale e
successivamente in delirio religioso di grandezza. Così quando
Schreber afferma di essere torturato da Flechsig è vero perché è la
pulsione a farlo e non può ammettere il contrario perché l’evidenza
delle sue sensazioni ed emozioni gli dice il contrario. La
convinzione,legata al contenuto rimosso,ma vero, si trasferisce al
contenuto falso del delirio e ad esso rimane attaccata,diventando
ingiustificata. Freud sottolinea che anche le convinzioni più
bislacche contengono un fondo di verità se contestualizzate
all’interno del vissuto del soggetto(come in Mansueto,paziente
analizzato da Lorenzini e Coratti,che crede di essere il profeta Elia
destinato a completare la storia della Salvezza,e sostiene che
questa missione gli sia stata assegnata da Dio stesso il quale si è
incarnato e gli parla attraverso il suo organo(studiava al
conservatorio). Prospettiva fenomenologica: dice che un assurdo
può diventare inevitabile,perché il delirio sembra l’unica logica via
d’uscita. Per altri aspetti non è inevitabile:esperienze anomale
fondamentali per il sorgere del delirio non lo sviluppano
necessariamente e non si può condannare il paziente ad un destino
segnato(superare inevitabilità).
3.ALLA RICERCA DEL DISTURBO FONDAMENTALE: alcune ipotesi
recenti si basano sulla prevalenza di certi stili attributivi nei
paranoici,cioè processi attraverso i quali gli individui interpretano le
cause degli eventi e delle azioni e giungono a determinate
conclusioni sulla base di certi dati. Uno può essere il jumping to
conclusions,ma non esclusiva della paranoia e quindi perde valore
esplicativo(e poi un po’ tutti saltiamo alle conclusioni). Conway
dichiarò prima che i paranoici richiedono meno info per giungere
alle conclusioni,ma che queste spesso sono corrette e non si tratta
di patologia,anzi può essere utile. L’ipotesi finale degli autori è
dunque che quando questo stile,non patologico è combinato con
una tendenza alla sospettosità o alla megalomania,può contribuire
alla formazione di deliri. Altra tendenza è quella di Bentall(prendersi
meriti o scaricare colpe),ma ipotesi debole perché debole è il
legame tra deliri di persecuzione e tendenza ad attribuire
all’esterno la colpa. Nell’ambito delle teorie cognitive sulla
paranoia,2 sottolineano il ruolo dei processi emotivi nello sviluppo
della sintomatologia paranoide e lo fanno in maniera speculare:da
Bentall la paranoia è vista come una difesa dalle emozioni negative
e da Freeman come risultato delle emozioni negative. La prima è
una moderna visione freudiana(paranoia tecnica di protezione di
fragile autostima). Poi Bentall affermò che sembra derivare da
emozioni negative. Conferma successiva da Lincoln: se il nostro
concetto di noi stessi dipende dall’approvazione di altri,non essere
apprezzati può essere una minaccia estrema. Stanghellini dice che
all’origine c’è un trauma,non per forza uno shock in sé,ma ha valore
per il legami che ha con uno sgradevole evento del passato o con
quell’immagine di sé dipendente dal giudizio altrui. Nel primo caso
l’evento oltrepassa i confini temporali per assumere un significato
che va molto al di là dell’avvenimento stesso e affonda le sue radici
in un trauma del passato,nel secondo il trauma è legato a modo in
cui è interpretato. La paranoia è però una sola delle strade possibili
in situazione senza via d’uscita.
4.COMPENDIO DI RETORICA: la paranoia non è una patologia del
linguaggio,perché anzi in essa il linguaggio si dispiega in tutta la
sua potenza costituendo il mezzo per la persuasione degli altri.
Antonio si sente a suo agio nella retoria,ricorre a simulatio i
fingendo di condividere la tesi dei persecutori,alla
dissimulatio,nascondendo la sua opinione. Utilizza appelli in
continuazione e con destinatari diversi. E’ convinto che i nemici non
possano non essere smossi da nessun tipo di appello(logos,ethos e
pathos giustizia,ragione ed emozione),anche se si ha l’impressione
di essere di fronte ad una macchina abile a ragionare,meno a
ricorrere ad affetti ed emozioni. Mostra predilezione per la forma
interrogativa. Le domande retoriche ed i contro fattuali sono
utilizzati per dimostrare al direttore o al persecutore l’assurdità
della loro condotta: è il delirio che giudica sulla razionalità altrui.
Sembra un predicatore nel voler convincere i persecutori a
credergli, e lo fa utilizzando alternativamente
suggerimenti/promesse e avvertimenti/minacce. L’intera tematica
della liberazione dal manicomio si fonda su questa coppia di
opposti. Immagini e metafore usate sono numerosissime e talvolta
danno valore poetico. Le immagini vengono evocate per dipingere
con la maggior chiarezza possibile la propria condizione
all’interlocutore di turno,o per sfoggiare la propria cultura e
dipingere la vittoria del bene sul male nel momento in cui fosse
lasciato libero. Il linguaggio ha poco in comune con quello
schizofrenico: mancano alterazioni semantiche, neologismi,
deragliamenti; solo prolissità. Non è possibile paragonarlo al
linguaggio normale. Antonio è stato rinchiuso per poco più di un
anno e la ricchezza e la creatività di linguaggio sembrano
apparenti,così come il linguaggio che gira a vuoto. Temi uguali,
mentre nella schizofrenia c’è diversità di temi. Il linguaggio è
schiavo del paranoico.
5.COME UN SISTEMA DIVENTA PRIGIONE: Antonio ci da la possibilità
di constatare il passaggio da delirio di gelosia a quello di riferimento
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher inzaghino di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicopatologia del linguaggio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Messina - Unime o del prof Cardella Valentina.
Acquista con carta o conto PayPal
Scarica il file tutte le volte che vuoi
Paga con un conto PayPal per usufruire della garanzia Soddisfatto o rimborsato