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LA PERCEZIONE DEL GUSTO

Naturalmente la gamma delle esperienze gustative supera di gran lunga i cinque tipi fondamentali

di recettori di cui abbiamo parlato nora.

Qualunque molecola di cibo disciolta nella saliva evoca quadri speci ci di attività neurale

combinata dei cinque tipi di recettori gustativi.

Anche se spesso si pensa al gusto come al principale determinante del sapore, in realtà questa

complessa percezione è il prodotto della sinergia fra gusto e odorato. Gli odoranti presenti

all’esterno della bocca entrano nelle cavità nasali attraverso le narici, quelli presenti nella bocca

entrano dal fondo della gola.

Le esperienze gustative presentano anche un’ampia variabilità individuale. È chiaro,

inoltre, che anche fattori cognitivi possono in uire fortemente sulle percezioni gustative, come ad

esempio le aspettative dettate dal prezzo del prodotto.

2. SONNO E SOGNI

Si pensava che durante il sonno la mente spegnesse le sue funzioni, ma ad oggi sappiamo che

non è così. Ognuno di noi trascorre 25 anni della propria vita dormendo (se dorme normalmente

7-8 ore per notte). Dormire è un comportamento che mettiamo in atto quotidianamente, il

sonno in realtà è un comportamento su cui la ricerca si sta focalizzando

ed ha messo in evidenza l’importanza di questo.

Si pensava anche che durante il sonno si fosse totalmente incapaci di

reagire, ed anche questa è un’a ermazione errata: basti pensare che

quando veniamo chiamati da qualcuno ci svegliamo, siamo in grado di svegliarci quando veniamo

percossi.

Il sonno è perciò uno stato in cui la nostra mente riposa ma è sempre e comunque in contatto con

l’ambiente esterno. È in grado di generare questo stato di incoscienza in cui il “teatro” della mente

è aperto e mette in scena tanti aspetti e stati della coscienza, tra cui i sogni, i quali trasformano

l’esperienza del sonno tanto da essere considerati uno stato alterato di coscienza. Col sogno si

identi ca una forma di esperienza che si discosta dalla normale esperienza della vita.

Il sonno ed i sogni forniscono due prospettive:

- una mente in cui la coscienza è ad un livello più basso, spenta temporaneamente;

- una mente in cui la coscienza è più alterata.

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Psicologia generale

2.1 Il sonno

Quanto è forte il bisogno di dormire?

Il sonno appartiene al ritmo biologico innato e ri ette un ciclo di 24h in cui si alternano delle fasi e

ritmo circadiano

si veri ca in maniera naturale, questo ciclo è chiamato ed è il principale che

regola il sonno-veglia.

Questo ritmo circadiano è determinato dall’alternarsi di luce e buio, quindi da caratteristiche

endogene (interne) cerebrali: per cui quando i nostri occhi recepiscono la luce trasmettono

l’informazione all’ipotalamo che ci permette di svegliarci, e la stessa cosa accade quando la luce

scende e si fa buio. Il sonno caratterizza anche gli animali e le piante.

cronotipo

Il ritmo sonno-veglia non è uguale per tutti, poiché dipende dal —> la condizione

biologica che caratterizza gli esseri umani ed indica com’è settato il nostro periodo di sonno:

• Cronotipo normale: una buona parte della popolazione va a dormire ad un orario “normale”, tra

le 22/23 e dorme tra le 7/8 ore.

• Cronotipo dei gu : il 20% della popolazione ha un cronotipo chiamato dei gu , poiché

secondo il loro orologio biologico vanno a dormire molto tardi (circa le 3 o 4 di mattina) e

dormono per 12/13 ore, hanno uno spostamento in avanti rispetto al cronotipo normale.

• Cronotipo delle allodole: ci sono poi le allodole, circa il 10%, che vanno a dormire molto prima

(circa 19/20) e si svegliano molto presto (5/6 del mattino).

Fasi del sonno

Le prime teorie scienti che sul sonno risalgono agli anni ‘30 in cui alcuni studiosi fondarono il

primo laboratorio del sonno: un passo fondamentale per la conoscenza del sonno.

fase REM

Intorno al 1953 venne scoperta la tramite le registrazioni delle onde cerebrali: si scoprì

che durante il sonno del soggetto il pennino dell’EG registrava dei movimenti rapidi oculari e se il

soggetto veniva svegliato in quel momento, egli era in grado di raccontare il sogno che era in atto

prima che venisse svegliato.

Inizia ad essere registrato il sonno, ora ha una struttura, un’architettura grazie

all’elettroencefalogra a.

Le fasi del sonno si possono così categorizzare:

• Veglia: le onde si presentano a bassa ampiezza, sono chiamate “onde beta” e ci troviamo nella

fase iniziale.

• Sonnolenza: il soggetto comincia a rilassarsi ed in questa fase le onde sono dette “onde alfa”.

• Fase 1 del sonno: in questa fase inizia il vero e proprio sonno caratterizzato da onde più ampie

chiamate “onde teta”.

• Fase 2: fase NON rem caratterizzata dalle onde chiamate “fusi del sonno” e dal complesso K.

• Fase 3/4: fase di sonno profondo —> nella 3 c’è un’attività delle onde delta del 30%, la 4 ha

un’attività delta del 100% e in queste fasi è molto di cile svegliarsi.

• Fase REM: il tracciato cambia, è più casuale ed è simile alla veglia. Le onde sono dette a

“dente di sega”, questo tracciato fa sì che possiamo siglare il REM.

In una notte di sonno tipica:

1. Nella prima ora si passa dalla veglia no alla fase 4;

2. Poi si risale dalla fase 4 e dopo più di un’ora si passa alla prima fase REM e così via.

3. A partire dalla quarta all’ottava ora si hanno più fasi REM ed anche più durature, infatti questa

fase è caratteristica della seconda metà del sonno. Ogni 90 minuti c’è una ciclicità di fasi REM

e non REM. 11 di 32

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Psicologia generale

Le fasi di sonno profondo invece caratterizzano la prima parte del sonno, le prime quattro ore ed

in queste ciclicità il cervello lavora.

Il sogno ed il racconto del sogno sembrano caratterizzare la fase del REM, ma alcuni sogni si

fanno anche nelle fasi NON REM. Le aree cerebrali associate alle immagini ed alle emozioni

tipiche della fase REM non sono così attive durante le altre fasi del sonno.

Bisogno di sonno

Come già a ermato, si passano circa 25 anni a dormire, circa 1/3 della nostra vita a dormire.

• I neonati dormono dalle 6 alle 8 volte nell’arco delle 24 ore.

• Il bambino di 6 anni dorme 11 o 12 ore al giorno

• In età adulta la media è pari a 7-7,5 ore per notte

• Invecchiando invece le persone necessitano di meno ore di sonno.

Deprivazione del sonno: come reagisce la mente?

Deprivarsi del sonno altera le abilità cognitive.

Il sonno è qualcosa di cui non si può fare a meno, seppur tramite l’esperimento di Rendgarner

qualcuno abbia pensato fosse possibile non dormire o dormire poco.

Singold ha osservato che quando si viene deprivati del sonno tutto l’apprendimento acquisito il

giorno prima viene cancellato, durante il sonno c’è un consolidamento della memoria.

La deprivazione di sonno ha degli e etti dannosi soprattutto sui processi cognitivi, sull’umore,

scatena irritabilità, depressione, tempi di reazione poiché si sviluppa un’alterazione

dell’attenzione, portando quindi ad un aumento dei rischi di incidenti per esempio alla guida.

Gli studi sulla deprivazione vengono e ettuati in vari modi:

• Deprivazione totale: il soggetto resta sveglio per tutta la notte;

• Deprivazione parziale: si sceglie di mantenere sveglio il soggetto o la prima parte della notte o

la seconda parte;

• Deprivazione selettiva: grazie al tracciato si sveglia il soggetto ogni volta che sta in fase REM,

queste ultime due si fanno per capire se alcune fasi speci che del sonno incidono di più sugli

e etti della deprivazione. La deprivazione della fase REM è quella che incide di più sulla

memoria dichiarativa e sulle emozioni, mentre altre fasi del sonno (3-4) incidono sulla memoria

procedurale e generano più stanchezza, dolori muscolari ecc…

E etto rebound —> la mente ha un maggior bisogno di riposare nel sonno ad onde lente.

I soggetti insonni hanno alterazioni di attenzione, memoria, umore negativo.

Curiosità: quanto dormono gli animali?

Le gira e 2 ore al giorno, i pipistrelli 20 ore.

Il del no ha un sonno molto particolare: dato che inalano aria in modo volontario per stare in aria,

devono SCEGLIERE se rimanere svegli o annegati. Si addormenta con una parte del cervello per

volta, prima con l’emisfero sinistro e poi con l’altro poiché mentre un emisfero dorme, l’altro

controlla la respirazione.

I disturbi del sonno

I disturbi del sonno vengono normalmente raggruppati in 10 gruppi:

• Insonnie —> di coltà ad addormentarsi e mantenere il sonno. L’insonnia è il disturbo più

comune, ne so re il circa il 58% della popolazione: la maggior parte riporta sintomi gravi perché

lamenta problemi persistenti durante il giorno come problemi di attenzione, memoria,

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Psicologia generale

concentrazione, mal di testa, dolori muscolari. È un problema persistente, caratterizza almeno

per un anno i soggetti a etti, ma una buona parte di essi lo portano avanti per molti anni ancora

nché non si cronicizza. L’insonnia viene de nita come l’insoddisfazione della qualità del sonno.

La diagnosi deve rispettare alcuni parametri: deve causare un disagio, de cit nella vita

quotidiana e deve presentare i sintomi per almeno 3 mesi un minimo di 3 notti alla settimana.

Può essere presente in condizioni diverse quali: inadeguata igiene del sonno, in studenti,

giovani, madri di bambini piccoli, o può essere associata a un disturbo psichiatrico o medico

generale. Chiunque so re di depressione presenta o insonnia o ipersonnia, maggiormente la

seconda.

• Ipersonnia —> disturbi da sonnolenza eccessiva, apnee e narcolessie.

• Disturbi ritmo sonno veglia

• Parasonnie —> gruppo di disturbi che mostrano disfunzioni comportamentali.

• Apnea del sonno —> la persona presenta collassi delle vie aeree. Il soggetto va letteralmente in

apnea, si registra un arresto del usso aereo. Questo tipo di disturbo per essere diagnosticato

deve durare più di 10 secondi e ricorrere per almeno 2 volte nella notte. Va a causare numerosi

risvegli. Un tipo di apnea del sonno è l’SDS, ovvero la sindrome della morte in culla che colpisce

circa 2500 lattanti muoiono per causa di questa sindrome, in quanto è una fase di apnea in cui il

lattante non riesce a capire che vi è una mancanza di aria, perci&o

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
32 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sante_x di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di L'Aquila o del prof Tempesta Daniela.