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Le terapie:
Le tecniche più efficaci sono ritenute:
- Decentramento: valutazione di una certa condizione da una prospettiva differente per apprezzare con maggior oggettività la realtà;
- Decatastrofizzazione: globale alleggerimento dei pensieri dalla loro drammaticità;
- Ristrutturazione cognitiva: per un uso adeguato e adattivo di alcune delle caratteristiche di sé tenute celate dal soggetto;
- Stress inoculation training: addestramento graduale alla gestione di piccoli stress indotti dal terapeuta per fare in modo che eviti atteggiamenti estremi (negazione, ipercontrollo);
- Desensibilizzazione sistematica: tipo di terapia che fa sì che il soggetto prima definisca il suo problema su una scala numerica, poi che impari delle tecniche di rilassamento e infine che utilizzi le tecniche apprese sul suo problema specifico.
In una fase avanzata è utile il dialogo socratico, che consiste in una serie mirata di domande e osservazioni volte a guidare.
Il paziente alla scoperta delle sue convinzioni disfunzionali e promuovere in lui un atteggiamento critico nei confronti di queste. Possiamo definire un soggetto in fase di guarigione quando vi è la scomparsa quasi totale della sintomatologia, con cambiamento dei processi di pensiero e della capacità di gestione delle emozioni tali da rendere impossibili o improbabili una ricaduta.
Utile è anche la terapia di gruppo, cioè condividere e ascoltare gli altri, capire così di non essere soli nella loro sofferenza, nei loro sentimenti e nella loro esperienza; sperimentano che la loro idea di unicità nella sindrome non è vera. I DCA si sentono al centro di episodi di mancata comprensione o assenza di condivisione da parte delle figure parentali, e i membri del gruppo diventano in grado di favorire accoglienza e di sostituire i favori sui cambiamenti per raggiungere la guarigione.
10. OBESITÀ: dal latino cioè mangiare troppo. È
considerata come condizione somatica con un'eccesso di massa grassa, non per forza associata a psicopatologie. Il trattamento dell'obesità si basa ugualmente su approcci psicologico-educazionali e psicoterapeutici volti a modificare lo stile di vita dell'individuo, gli schemi prevalenti di pensiero e la gestione delle emozioni. L'eccessiva alimentazione e il sovrappeso sono in effetti in grado di provocare una serie di gravi patologie fisiche: artropatia da carico, disturbi respiratori, ipertensione, etc... Spesso il paziente con obesità non è in grado di modificare da solo il suo comportamento per arrestare o invertire la tendenza all'aumento di peso, pur essendo a conoscenza dei rischi. Nel disturbo di obesità troviamo: - l'obesità iperplasica, che esordisce nell'infanzia, è caratterizzata da un numero elevato di cellule adipose; - l'obesità ipertrofica, che la troviamo nell'adulto ed èLa condizione di obesità è caratterizzata da un aumento di volume degli adipociti. A seconda del suo grado di obesità e tipologia:
- l'obesità di tipo androide, con una maggiore concentrazione di massa adiposa nella zona addominale;
- l'obesità di tipo ginoide, con un'adipe maggiormente concentrato su cosce, glutei e fianchi.
La fase di prima valutazione è in genere effettuata da un medico e successivamente da altri specialisti (internista, dietologo, endocrinologo). È spesso indispensabile l'utilizzo di adeguati strumenti standardizzati per la valutazione di orientamenti psicopatologici generali (stati d'ansia o depressione), al fine di cogliere il quadro sindromico del soggetto obeso nel suo insieme. Caratteristiche psicopatologiche frequenti sono: depressione, introversione sociale, ipocondria.
È necessario capire quali sono le cause dell'obesità (eziologia):
- fattori genetici e problemi metabolici;
- difetti fisiologici della regolazione del peso.
peso;•fattori psicologici, culturali, ambientali.
Nella maggioranza dei casi l'obesità è un disturbo connesso con un difetto nei meccanismi di regolazione metabolica. Le persone con un metabolismo più attivo possono ingerire anche quantità di cibo leggermente maggiori senza ingrassare (ereditarietà).
A persone diverse corrispondono SET POINT diversi. In base a questa teoria, l'organismo, una volta abituato a un certo peso, tenderà a mantenerlo nel tempo e si opporrà ai cambiamenti. Infatti, le persone in sovrappeso/obese hanno difficoltà a raggiungere un calo ponderale.
Altri fattori in grado di influenzare la regolazione del peso:
I. Fattori dietetici e sociali: paesi occidentali - aumento disponibilità di cibo, facilitando il passaggio da una dieta ricca di carboidrati e fibre a un elevato contenuto di grassi e di zuccheri.
Influenze familiari molte persone, sin da piccole, sono state abituate a mangiare "tutto".
ciò che c'è nel piatto", indipendentemente dalla quantità. È sano per certi aspetti, ma può aver reso alcune persone meno sensibili al reale contenuto nutritivo della dieta.
Fattori iatrogenici: gli psicofarmaci, insulina, comprano un aumento ponderale. In persone geneticamente predisposte può condurre al sovrappeso poi all'obesità, anche in tempi brevi.
Fattori psicologici-emozionali: lo stato emotivo di una persona è collegato direttamente o indirettamente al suo appetito, al suo comportamento ogni volta che deve mangiare e anche alle preferenze alimentari - "cibo visto come rifugio".
TRATTAMENTO-CURA:
La cura di una lieve obesità è interdisciplinare e in prevalenza psicologica: l'acquisizione di una migliore gestione di sé (compresa attività fisica). Lo scopo si ottiene solo se il soggetto trova piacere nel movimento e nella situazione nella quale è coinvolto.
(attività di gruppo). Nel caso di obesità grave è consigliabile l'intervento medico con farmaci o trattamenti chirurgici, dopo i quali risulta utile un trattamento psicologico di sostegno.
Gli interventi chirurgici vengono effettuati in pazienti con obesità grave, associata a gravi patologie e quindi con elevati rischi per la vita del paziente. La tecnica più utilizzata è ad esempio il restringimento della capienza dello stomaco per impedire al soggetto di ingerire elevate quantità di cibo: i pasti sono interrotti dal paziente non per appagamento, ma per malessere.
La terapia farmacologica, invece, dovrebbe essere utilizzata solo in caso di obesità grave. Poco tempo fa venivano utilizzati anche farmaci che riducevano l'appetito ma con gravi effetti collaterali (es. insonnia, tremori e dipendenza). In anni più recenti è stato impiegato un altro farmaco, la sibutramina, che produce effetti simili sull'appetito.
no effetti collaterali gravi. Per quanto riguarda la psicoterapia si pone l'obiettivo della modificazione dei comportamenti errati acquisiti dal soggetto, e che lo predispongono all'incremento ponderale. Il modello terapeutico è diviso in due fasi: una che si occupa della perdita di peso corporeo, l'altra dedicata al suo mantenimento. Tecniche utilizzate nell'approccio terapeutico cognitivo-comportamentale: a) si cercherà di intervenire sull'organizzazione dell'ambiente in cui l'individuo è inserito, in modo che siano meno disponibili e a portata di "mano" cibi ad alto contenuto calorico; b) modificazione degli stili alimentari "impropri": si insegnerà al soggetto alcune tecniche, come non riempire mai il piatto, a mangiare più lentamente, a fare bocconi più piccoli, ad alimentarsi solo in determinate ore del giorno, suddividendo la giornata in tre pasti principali più due merende; c)ma fondamentale, nel trattamento dell'obesità. L'attività fisica aiuta a bruciare calorie, aumenta il metabolismo e favorisce la perdita di peso. Inoltre, svolgere regolarmente attività fisica migliora la salute generale, aumenta la resistenza e riduce il rischio di malattie cardiovascolari. Durante il trattamento dell'obesità, è importante adottare un approccio multidisciplinare che includa una dieta equilibrata, modifiche comportamentali e l'implementazione di un programma di attività fisica personalizzato. L'obiettivo è quello di promuovere uno stile di vita sano e sostenibile nel lungo termine. In conclusione, la modifica delle abitudini alimentari e l'implementazione di un programma di attività fisica sono fondamentali per il trattamento dell'obesità. Queste modifiche, insieme ad altri interventi comportamentali e cognitivi, possono aiutare a raggiungere e mantenere un peso corporeo sano.ma può includere il riposo fisico, l'aumento dell'assunzione calorica e la riduzione dell'attività fisica intensa. In alcuni casi, potrebbe essere necessario l'intervento di un professionista della salute mentale per affrontare gli eventuali problemi emotivi o psicologici associati all'amenorrea ipotalamica. È importante sottolineare che ogni persona è diversa e potrebbe richiedere un approccio terapeutico personalizzato. Pertanto, è consigliabile consultare un medico o uno specialista per una valutazione accurata e un piano di trattamento adeguato. In conclusione, l'attività fisica può essere un elemento importante per la perdita di peso e il miglioramento dell'energia, ma è fondamentale praticarla in modo equilibrato e adattato alle proprie esigenze.Deve intanto comprende ifattori fisiologici e psicologiche che hanno contribuito a bloccare la funzioneproduttiva. È necessario sviluppare una dieta più equilibrata, migliorare la gestione dell'attività fisica, migliorare le modalità di gestione dell'ansia e dello stress. Un ulteriore aiuto può essere dato dalla terapia psicologica (supporto). L'amenorrea può indurre nel tempo una progressiva perdita di calcio nelle ossa osteoporosi. La sindrome dell'ovaio policistico è un disturbo molto frequente ed è la causa principale di alterazioni del ciclo mestruale e di infertilità. I principali sintomi sono: - obesità (addominale); - acne; - irregolarità mestruale. A volte sono presenti tutti i sintomi. L'inizio dei sintomi si ha nel periodo adolescenziale. I sintomi psicopatologici sono: - alti livelli di ansia; - tendenze depressive e disp