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• ESERCIZI DI RECUPERO MNESTICO

—> altro modo per migliorare il recupero è di esercitarlo, cioè porsi delle domande su ciò che

si sta cercando di imparare

ESEMPIO

Si hanno 2 ore per studiare un compito assegnato, per leggere il quale ci vogliono circa 30 min

—> leggere e rileggere 4 volte è in genere molto meno efficace che leggere una volta e porsi domande su

ciò che è stato letto

—> poi si possono riguardare parti specifiche, per chiarire punti che sono stati difficili da ricordare la 1^

volta, magari elaborandoli in modo che si colleghino chiaramente tra loro e con il resto del materiale

—> una procedura per effettuare il recupero può risultare utile nelle situazioni di memoria

implicita

—> la procedura, chiamata PRATICA MENTALE, implica la ripetizione immaginaria di

un’abilità percettivo-motoria in assenza di qualsiasi movimento fisico rilevante

CAPITOLO 9: LINGUAGGIO E PENSIERO

—> LINGUAGGIO = mezzo principale di comunicazione del pensiero ed è universale

PROPRIETÀ DEL LINGUAGGIO:

• simbolico: le parole (simboli) sono associate in modo arbitrario a ciò che rappresentano

=> permette agli esseri umani di denominare e comunicare circa oggetti, azioni, eventi,

sensazioni e idee

• strutturato: ci sono regole che stabiliscono come si possono associare le parole/simboli

—> queste nel loro insieme costituiscono la grammatica

• generatività: le regole ci permettono di combinare le unità di un livello in un numero molto

più grande di unità al livello successivo => ci permette di produrre un numero infinito di

messaggi

==> tutti i linguaggi hanno queste proprietà

—> l'uso del linguaggio ha 2 versanti:

1. produzione del linguaggio = si inizia con un pensiero, che in qualche modo si traduce in

una frase, e si conclude con dei suoni che la esprimono

2. comprensione del linguaggio = si parte dall'ascolto dei suoni, gli si attribuiscono dei

significati sotto forma di parole, si mettono insieme le parole per costruire una frase

—> l’uso del linguaggio implica il passaggio attraverso vari livelli:

• UNITÀ SINTATTICHE = comprendono le frasi e i sintagmi

(livello più alto)

• MORFEMI = parole, prefissi e suffissi (parti della parola portatrici

di significato)

• FONEMI = unità sonore minime (livello più basso)

QUINDI —> linguaggio collega il pensiero al discorso, attraverso parole e sintassi

STRUTTURA DEL LINGUAGGIO

FONEMI (o unità sonore minime distintive) = è il più breve segmento della lingua parlata

dotato di significato

—> le nostre categorie fonemiche agiscono come filtri che convertono un flusso continuo

della lingua in una sequenza di fonemi familiari

= suoni della lingua parlata enon lettere

= suoni della lingua parlata e non lettere

—> sono diversi in ogni lingua: motivo per cui abbiamo spesso difficoltà ad apprendere la

pronuncia delle parole straniere

/l/ /r/

In italiano o inglese e si percepiscono come fonemi diversi, ma in giapponese si percepiscono

come fossero lo stesso

—> REGOLE FONOLOGICHE = stabiliscono quei fonemi possono seguire altri fonemi

quando i fonemi sono combinati nel modo giusto, li percepiamo come parole

/t/ /r/, /c/

ESEMPIO: in italiano può essere seguito da ma non può essere seguito da

UNITÀ MORFEMICHE

—> MORFEMA = è la più piccola unità portatrice di significato: includono i prefissi (es s- in

"scontento") e i suffissi (es -mente in "lentamente")

—> includono anche i morfemi grammaticali = articoli e preposizioni —> sono appresi in

modo diverso rispetto alle parole di contenuto

—> REGOLE MORFOLOGICHE = stabiliscono come i morfemi debbano essere combinati

per formare le parole

SEMANTICA = studio del significato delle parole (e delle frasi)

—> il significato di una parole può essere determinato dal contesto-frase

ESEMPIO: parole "legge" —> "lo stabilisce la legge"

—> "lo studente legge in biblioteca"

UNITÀ SINTATTICHE —> comprendono sia le frasi sia i sintagmi

SINTAGMI = combinazioni di parole che esprimono unità di pensiero

—> SINTASSI = insieme di regole che stabilisce come si possano unire le parole in

espressioni o in una frase

—> ogni frase può essere suddivisa in sintagmi in modo tale che ciascun sintagma

corrisponda al soggetto o al predicato, oppure all’intera proposizione

SINTAGMA NOMINALE = centrata su un nome, specifica il soggetto della proposizione

SINTAGMA VERBALE = indica il verbo della proposizione

—> la sintassi corrisponde strettamente all’insieme delle preposizioni e ciò fornisce un

legame tra linguaggio e pensiero

—> le persone rispondono più velocemente quando le due parole, stimolo e risposta,

provengono dallo stesso sintagma rispetto a quando provengono da sintagmi diversi

ESEMPIO: "la ragazza povera ha rubato un cappotto caldo" —> si somministra una parola stimolo ai

partecipanti, estratta dalla frase ascoltata e gli viene chiesto di dire la parola che verrà dopo

—> "povera" e "ragazza" = stesso sintagma "ragazza" e "ha rubato" = sintagmi diversi

ogni sintagma si comporta come un’unità nella memoria => quando lo stimolo e la risposta

fanno parte dello stesso sintagma, si deve recuperare solo un’unità

—> analisi sintattica = scomporre una frase in sintagmi nominali e verbali e poi dividerli in

unità più piccole come i nomi, gli aggettivi e i verbi

=

serve a dare una struttura alle parti di una frase

EFFETTI DEL CONTESTO SU COMPRENSIONE E PRODUZIONE

—> spesso il contesto rende prevedibile ciò che sta per essere detto —> il contesto ci guida

nella comprensione delle frasi aiutandoci a interpretarle in base a ciò che sappiamo già

=> a volte però la comprensione è pressochè impossibile, in assenza di un contesto:

Il procedimento è abbastanza semplice. Innanzitutto, sistemate le cose in gruppi differenti. Naturalmente

può essere sufficiente un solo raggruppamento, dipende da quanto c’è da fare. Se dovete andare da

qualche altra parte per mancanza di attrezzature, questo è il passo successivo; in caso contrario, siete

messi bene. È importante non strafare. Vale a dire, è meglio fare poche cose alla volta, piuttosto che

troppo. Nel breve termine può non sembrare importante, ma possono facilmente sorgere complicazioni.

Un errore può costare caro. All’inizio, l’intera procedura può sembrare complicata. Presto, tuttavia,

diventerà un altro aspetto della vita.

=> rileggi ma tenendo presente il contesto "fare la lavatrice"

—> parte saliente del contesto è rappresentata dalla persona con cui si sta comunicando

ESEMPIO: a tavola, uno chiede "puoi passarmi le patate?" --> non vuole sapere se siete fisicamente in

grado di sollevare le patate ma vuole indurvi a passargliele

ESEMPIO: interpretazione della domanda "dov'è la torre eiffel?" è diversa a seconda del contesto:

• contesto "interrogazione in geografia" risponderemmo "a Parigi, in francia"

• contesto "quartiere latino di parigi, ce lo chiede un turista" risponderemmo "circa a 4km ad ovest da

qui, nel campo di Marte"

BASI NEURALI DEL LINGUAGGIO

—> 2 regioni cruciali per il linguaggio si trovano nell'emisfero cerebrale sinistro:

• area di Broca, coinvolta sopratutto nella produzione

• area di Wernicke, coinvolta nella comprensione

=> lesioni alle due aree causano rispettivamente:

• afasia di Broca (produzione danneggiata) —> es in un

dialogo paziente-intervistatore, il paziente capisce le

domande ma il suo eloquio non è fluente

• afasia di Wernicke (comprensione danneggiata) —> sintassi intatta ma le frasi sono

senza senso

—> particolare tipo di afasia = afasia di confusione —> si comporta in modo relativamente

normale nei test di abilità sintattica e concettuale ma ha gravi problemi quando gli si chiede di

ripetere una frase ascoltata

spiegazione: le strutture cerebrali che si fanno carico di aspetti basilari della comprensione e

della produzione del linguaggi sono intatti ma le connessioni neurali tra queste sono

danneggiate

=> la regione specifica che media ogni funzione linguistica può variare da una persona a

un’altra —> presumibilmente anche le zone associate all’afasia variano da individuo a

individuo SVILUPPO DEL LINGUAGGIO

1. ACQUISIZIONE DEI FONEMI

—> appena nati i bambini sanno distinguere i fonemi di tutte le lingue MA giunti al 1^ anno di

vita, a causa della ripetuta esposizione a una sola lingua, sanno distinguere solo i fonemi

tipici di questa

—> in ogni fase dell'acquisizione del linguaggio, la comprensione PRECEDE la produzione,

la conoscenza passiva del linguaggio supera quella attiva

I bambini piccoli possono distinguere i vari suoni della propria lingua ma non riescono a riprodurli

--> entro i 6 mesi inizia la lallazione, producendo suoni che somigliano a fonemi, spesso ripetendo la stessa

combinazione consonante-vocale, come "bababa"

=> solo entro i 4 anni i bambini apprendono quali combinazioni di fonemi sono consentite e

quali no nella propria lingua

2. PAROLE E CONCETTI

—> verso 1 anno i bambini acquisiscono e usano i primi vocaboli —> usano le parole per

riferirsi a dei concetti: mettono in relazione i concetti che già possiedono alla parole utilizzate

dagli adulti (es "papà" "cane" "palla"…)

=> i bambini mostrano spesso un divario tra i concetti che vogliono comunicare e le parole

che hanno a disposizione

—> tra i 12 e 30 mesi IPERESTENDONO il loro vocabolario, applicando le stesse parole a

concetti vicini

ESEMPIO: dicono "cane" anche per gatti, mucche e altri animali, MA non è incerto sul significato della

parole --> se gli vengono mostrate figure di vari animali e gli si chide di indicare il cane, fa la scelta giusta

a 2 anni e mezzo le iperestensioni cominciano a scomparire, presumibilmente perchè il

vocabolario del bambino aumenta sensibilmente eliminando gran parte del divario tra il

numero dei concetti e quello delle parole

—> FAST MAPPING = a 2 anni un bambino può imparare molte nuove parole ogni giorno

una parola viene associata al concetto corrispondente soltanto dopo una singola

esposizione

3. ACQ

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
109 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuijules di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Pazzaglia Francesca.