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Freud definisce come “resistenza” la difficoltà di portare alla coscienza l’inconscio

dell’individuo. Freud concentrò l’attenzione sull’aspetto difensivo, attribuendo tale difesa

all’Io. La resistenza difende la nevrosi del paziente e si oppone all’Io razionale e alla sua

situazione analitica. Le resistenze possono essere conscie, preconscie o inconsce. Le

resistenze sono tutte quelle forze che, all’interno del paziente, si oppongono al processo

analitico, cioè ostacolano i tentativi di ricordare e di raggiungere una parziale o totale presa

di coscienza e agiscono contro l’Io razionale del paziente, frenando o inibendo il desiderio di

apportare dei cambiamenti allo stato attuale.

Per Freud, l'interpretazione dei sogni costituiva la “via regia" verso l’inconscio: le

associazioni libere accostate al contenuto onirico manifesto forniscono uno dei mezzi

fondamentali per giungere al contenuto latente, permettendo così di trasformare l’inconscio

in conscio.

Il sogno rappresenta un contributo molto privato e individuale della vita del paziente e in

quanto tale rivela molti aspetti specifici della sua personalità, così come rimane condiviso il

fatto che il significato del sogno per il paziente sia rivelabile proprio tramite le libere

associazioni.

I teorici delle relazioni oggettuali considerano il sogno in sé come un oggetto e considerano il

modo in cui il paziente: si mette in relazione con il sogno; mette i propri sogni in relazione tra

loro; mette il sognatore in relazione con l’analista, tutto è altrettanto significativo quanto il

contenuto del sogno.

La psicologia del sé considera il sogno una sorta di rendiconto esistenziale dotato di una

funzione equilibratrice, fondato sul bisogno di conservare l’organizzazione dell’esperienza.

Kohut parla di “sogni di stato di sè”, sogni in cui il contenuto manifesto è l'espressione dello

stato del paziente: i personaggi del sogno vengono a rappresentare parti di sé del paziente: i

personaggi del sogno a rappresentare parti di sé del paziente e l’aggressività.

Il transfert consiste nello spostamento di schemi emozionali, di pensieri e comportamento,

sperimentati originariamente in relazione a figure significative dell’infanzia, su una persona

coinvolta in una relazione interpersonale attuale. Il transfert è un tipo di relazione oggettuale

ed è una riedizione dei primi attaccamenti dell'infanzia, il transfert è sempre presente.

All’interno del processo psicoanalitico, il transfert riguarda le colorazioni emotive. Il paziente

tende a "trasferire" un conflitto edipico non risolto nella figura dell'analista, che diviene

oggetto non realistico di fantasie, desideri, bisogni.

Freud distingue tra meccanismo e dinamica del transfert: il meccanismo è questa spinta a

rivivere gli aspetti infantili e a trasferirli; la dinamica è l’attualità del transfert nella relazione

psicoanalitica.

Il transfert positivo si verifica quando vengono vissuti nei riguardi dell'analista i sentimenti

affettuosi, che consentono di stabilire una relazione positiva.

Il transfert negativo riguarda i sentimenti ostili verso l'analista.

Gli autori più moderni sostengono che il transfert costituisca un’organizzazione

dell’esperienza attuale secondo modelli interni.

Quello che il paziente porta nella relazione è una distorsione dovuta a esperienze passate o

a desideri e bisogni vissuti attualmente nella relazione, inconsci e che quindi richiedono di

essere interpretati in quanto tali.

Bateman e Holmen descrivono il transfert in questa maniera:

-descrive il processo tramite il quale un individuo "trasferisce" sull’analista atteggiamenti e

sentimenti che appartengono al passato

-descrive l’esteriorizzazione attuale di relazioni oggettuali interiorizzate all’interno del

processo analitico e delle relazioni ordinarie

-include gli aspetti inconsci della relazione analitica

-comprende i concetti di alleanza di trattamento

-il suo sviluppo può essere ostacolato dal sorgere di una specifica resistenza o il transfert

stesso può divenire la resistenza alla risoluzione del conflitto soggiacente

-il transfert può essere una “sonda” della realtà relazionale

-può essere una manifestazione del significato latente ma in forma alterata dell’esperienza

passata

Il controtransfert è definito come una reazione specifica dell’analista al transfert del paziente

e costituisce pure un aspetto centrale del trattamento psicoanalitico. Il controtransfert è la

risposta emozionale, conscia ed inconscia, del terapeuta alle comunicazioni del paziente. Il

controtransfert può manifestarsi in diversi modi: può apparire quando l’analista si identifica

con il paziente e reagisce al materiale prodotto dal paziente o da aspetti del setting analitico.

Heimann dà un'importanza positiva del controtransfert in risposta al transfert del paziente.

Winnicott vede nel controtransfert una reazione naturale al comportamento irritante del

paziente.

L’analista come persona reale, dovrebbe quasi “scomparire” per lasciare spazio al paziente.

Lowald si concentra sul ruolo dell’analista come nuovo oggetto nel produrre il cambiamento

terapeutico. Tutti concordano che in ogni trattamento psicoanalitico la relazione attuale

costituisce anche una nuova fondamentale esperienza.

Freud vedeva l’analista come un osservatore oggettivo che interagiva da una certa distanza

con il paziente. La teoria delle relazioni oggettuali dà molta più importanza alla relazione tra

analista e paziente, in particolare introducendo la fondamentale rilevanza del controtransfert

e quindi ipotizzando per l’analista una posizione molto diversa. Il concetto di identificazione

proiettiva proposto da Melanie Klein implica un coinvolgimento molto più profondo da parte

dell'analista.

Kohut ritiene fondamentale una relazione empatica con il paziente, nel senso che i bisogni

del paziente all'interno del setting psicoanalitico devono essere compresi, ma anche nel

senso che solo una relazione empatica consente di osservare correttamente quanto si

verifica nel paziente.

Sandler da attenzione alla relazione tra analista e paziente e sul suo significato terapeutico.

Vede la potenza della reciproca influenza del paziente e dell'analista sulla relazione analitica.

Per Sandler l'analista si trova preso nel ruolo che il paziente gli ha assegnato.

Hoffman sostiene che l'analista e il paziente contribuiscono costantemente alla visione

soggettiva reciproca della situazione analitica.

Baranger e Baranger sostengono che la situazione analitica deve essere formulata come

situazione di due persone inestricabilmente legate e complementari per la durata della

situazione e contenute in uno stesso processo dinamico.

L'attenzione alla influenza reciproca nella relazione comporta una minore idealizzazione

dell'analista e da parte del paziente una sensazione di essere più genuinamente compreso.

La regola della neutralità comprende due aspetti che fanno riferimento rispettivamente al

mondo esterno e al mondo interno del paziente. Relativamente al mondo interno la neutralità

è stata descritta come un principio separato diverso ad esempio dall'astinenza. Rappresenta

il fatto che nell'accostare il mondo interno del paziente, l'analista mantiene un atteggiamento

neutrale e "non prende le parti” di nessun aspetto specifico della personalità del paziente.

Anna Freud definisce come neutralità Il fatto che l'analista deve assumere una equidistanza

tra Es, Io e Super-Io.

Relativamente al mondo esterno, neutralità significa che l'analista deve rispettare

l'autonomia del paziente.

Per Kohut compito dell'analista sarà ricreare all'interno del setting analitico una situazione

relazionale in cui la partecipazione empatica del terapeuta risulterà essenziale.

Winnicott afferma che analista è paziente sono esseri umani e piccoli sostegni affettivi in

certi momenti si possono verificare.

La regola dell' anonimia riguarda il fatto che il paziente dovrebbe conoscere e sapere il meno

possibile della vita e dei fatti personali del proprio analista.

Anche la conclusione dell'analisi pone dei numerosi problemi tecnici. Tutti gli autori

concordano nell'affermare che a parlare di conclusione si inizia ben prima che vengano

messe in atto regole pratiche quali fissare ad esempio una data. Ci sono casi in cui l'analisi

può essere definita interminabile.

La regola della frustrazione o dell'astinenza viene identificata già da Freud e comprende due

aspetti. Un primo aspetto consiste nel fatto che l'analista non deve soddisfare i bisogni e i

desideri del paziente o la sua curiosità, ma deve limitarsi a verbalizzare, comprendere i

significati, le motivazioni e le fantasie che si nascondono dietro queste richieste da parte del

paziente.

Un secondo aspetto riguarda il fatto che il paziente non deve cercare soddisfazioni

immediate al di fuori della stanza di analisi e attuare sostanziali cambiamenti nel corso del

processo analitico.

Il termine “insight” indica il “guardarsi dentro” e allude al processo che rende possibile al

paziente il contatto con elementi inconsci. Questo consiste nel riconoscimento da parte del

soggetto dell'esistenza del suo inconscio e dei suoi effetti sul comportamento, nonché dei

suoi conflitti infantili inconsci, e in un incremento nella consapevolezza della propria natura

profonda. Anche se qualche rara volta può succedere che si verifichi un'improvvisa

esperienza di comprensione, che Reid e Finsinger definiscono “insight dinamico” di natura

affettiva, in cui la barriera della rimozione si rompe e la consapevolezza inconscia diventa

conscia, di solito l'insight si presenta come un processo graduale che viene acquisito passo

passo grazie agli interventi, interpretativi e non, del terapeuta. Raggiungere una

consapevolezza cognitiva può costituire un ostacolo al cambiamento. Il vero insight si

colloca tra il polo emozionale e il polo intellettuale.

L’interpretazione viene considerata dalla maggior parte degli analisti come una modalità

tecnica specifica del trattamento psicoanalitica. L'interpretazione è l’attività terapeutica

centrale del trattamento psicoanalitico. All’interpretazione vengono attribuiti differenti

significati. Per alcuni autori ogni comunicazione che cerchi di fare dei significati al racconto

del paziente viene considerata interpretazione. Per altri autori, l'interpretazione riguarda

l’esplicitazione delle ipotesi circa i livelli inconsci delle aree conflittuali c

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Publisher
A.A. 2020-2021
52 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher auroraamemo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dinamica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Muzi Laura.