Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
LA PSICOLOGIA DELL’IO
CAPITOLO 16 Heinz Hartmann
Hartmann ha dotato l’Io di una maggiore autonomia, modi cando l’immagine
dell’uomo che emergeva dalla prospettiva psicoanalitica: in Freud l’individuo è
dominato dalle pulsioni ed è in continua lotta con forze sconosciute, secondo gli
psicologi dell’Io è dotato di razionalità e volontà su cienti per dominare le pulsioni.
L’Io per Hartmann esiste n dalla nascita e, da semplice mediatore fra Es e Super-
Io e la realtà esterna, diviene una struttura con una propria autonomia (e una
propria energia) e un peso superiore nella vita della persona. Hartmann sostiene
che esiste una sfera dell’Io libera da con itti, la relazione che l’individuo instaura
con la realtà esterna e con il proprio mondo interno è meno turbolenta rispetto a
quanto pensava Freud.
Secondo Hartmann il principio di realtà potrebbe precedere il principio di piacere,
in quanto la connessione con il principio di realtà è un bisogno primario, la ricerca
del piacere è secondario e dipende dal rapporto con la realtà.
Hartmann attribuisce un’importanza superiore, rispetto a Freud, alla realtà esterna,
infatti l’adattamento costituisce uno dei cardini del suo sistema teorico. L’Io deve
orientare il comportamento al ne di potersi adattare all’ambiente, infatti la
capacità di adattarsi all’ambiente è direttamente proporzionale al grado di
maturazione dell’Io. Per Hartmann per vivere bene bisogna adattarsi all’ambiente.
Si distinguono tre tipologie di adattamento:
-adattamento autoplastico: si attua attraverso modi cazioni dell’individuo;
-adattamento alloplastico: implica una modi cazione dell’ambiente;
fi fi fl fi fl ffi fi fi fi fi ff
-adattamento del terzo tipo: deriva dall’impossibilità di attivare le prime due
strategie e consiste in un cambiamento di ambiente.
L’adattamento è anche pensato come un insieme di strategie che vengono
tramandate. A questo proposito Hartmann introduce il concetto di automatismo
una serie di comportamenti
preconscio, che consiste nell’attivazione automatica di
adattivi appartenenti a una sorta di memoria logenetica indipendente
dall’esperienza dell’individuo. Infatti Hartmann ritiene che ciò che permette
l’adattamento è soprattutto il bagaglio ereditario innato di cui l’Io dispone, le
relazioni oggettuali sono secondarie. L’adattamento può assumere due forme, in
base al tipo di relazione instaurato con la realtà esterna:
-progressivo: conduce a una buona integrazione della persona nell’ambiente;
-regressivo: la persona si distacca dal mondo esterno e si rifugia nella fantasia.
Scopo della psicoanalisi è o rire all’Io nuove possibilità di adattamento alla realtà.
CAPITOLO 17 Anna Freud
Anna Freud da un lato riprende alcune teorie di Freud, dall’altro prova a
distaccarsene proponendo nuovi contributi.
Secondo Anna Freud si può conoscere l’Es solo attraverso i suoi derivati mediante
l’Io del paziente. Il funzionamento del Super-io, come dell’Es, non si può cogliere
se si trova in armonia con l’Io. Quindi dà maggiore importanza rispetto al padre
all’Io, considerato come il mezzo mediante il quale poter conoscere le altre istanze.
Con il padre condivide l’importanza del con itto, che è ciò che consente di
conoscere il mondo interno della persona.
L’attenzione di Anna Freud si incentra in maniera particolare sulle difese. Ad
esempio, durante le associazioni libere il paziente cerca di tenere il proprio Io
inattivo per lasciare libero l’Es di manifestarsi. Però, come nota Anna Freud, l’Io si
attiva di fronte alle intrusioni dell’Es, mettendo in atto delle difese. È per questo
che l’analista deve centrare la propria attenzione sulle difese del paziente,
focalizzandola sull’Io e distogliendola dall’Es. Il concetto di difesa nasce con Freud
e quello per eccellenza era la rimozione. Adesso la difesa diventa una difesa
dall’angoscia che l’Io non è in grado di sopportare:
-angoscia istintuale: insorge quando l’Io deve riconoscere la presenza di alcuni
istinti sgradevoli dell’Es;
-angoscia del reale: nasce dalla lotta tra i desideri dell’Es e le condizioni imposte
dalla realtà;
-angoscia morale: nasce dalla lotta tra le pulsioni dell’Es e i con ni morali del
Super-Io. L’Io e i meccanismi di difesa,
Nel suo testo Anna Freud passa in rassegna i
meccanismi di difesa già studiati da suo padre, sviluppandole gli aspetti lasciati in
ombra e aggiungendone di nuovi:
-rimozione: mantiene fuori dalla coscienza contenuti mentali inaccettabili;
-repressione: al contrario della rimozione, è attivata consciamente. Porta
l’individuo a non pensare più ad un contenuto della mente;
-isolamento dell’a etto: si isola l’aspetto emotivo relativo a una vicenda
traumatica, raccontando i fatti razionalmente, senza un coinvolgimento emotivo;
-annullamento retroattivo: consiste nell’attivazione di un comportamento di segno
opposto ad un comportamento precedente, che in tal modo si cerca illusoriamente
di annullare;
ff ff fl fi fi
-la proiezione: il soggetto espelle da sé e colloca nell’altro delle caratteristiche che
ri uta e non riconosce in se stesso;
-l’introiezione: il soggetto trasferisce dentro di sé degli aspetti del mondo esterno;
Di queste difese ne aveva già parlato il padre, Anna Freud aggiunge:
-l’identi cazione con l’aggressore (sindrome di Stoccolma): si tratta di una difesa
che spesso i bambini utilizzano nei loro giochi: la paura si trasforma in divertimento
nel momento in cui il bambino diventa l’oggetto temuto, trasformandosi da oggetto
minacciato in soggetto minacciante. Questa difesa spiega perché molte persone,
che sono state oggetto di abusi da parte di familiari, diventano genitori abusanti;
-la rinuncia altruistica: consiste nell’interessarsi alla soddisfazione degli altri. I
propri desideri non vengono eliminati, ma investiti sugli altri. In questo senso, nel
momento in cui ci si interessa alla soddisfazione dell’altro grati co anche me.
-l’ascetismo della pubertà: si rinuncia alla dimensione del piacere;
-l’intellettualizzazione della pubertà: l’interesse per il concreto viene sostituito con
un gusto sempre più marcato per l’astrazione.
Il terzo contributo di Anna Freud è la psicoanalisi infantile. L’atteggiamento di Anna
Freud nei confronti dei bambini è caratterizzato da una maggiore prudenza rispetto
alla Klein. Secondo quest’ultima, gli e etti dell’analisi infantile sono sempre positivi
ed eliminano tutti i disturbi, per questo è arrivata a ipotizzare un’estensione della
psicoanalisi a tutti i bambini, indipendentemente dalla presenza di sintomi
nevrotici. Per Anna Freud invece è necessario un intervento psicoanalitico sui
bambini, anche in relazione alle di coltà di stabilire se i comportamenti infantili
siano riconducibili a quadri nevrotici: il bambino è in continua evoluzione e a volte
determinati sintomi sono transitori. Per questo motivo bisogna tenere in
linea evolutiva fondamentale,
considerazione la costituita da una sequenza di
tappe che conducono dalla totale dipendenza alla conquista dell’autonomia e
dell’indipendenza. Si può parlare di patologia quando nel bambino si nota un
ritardo signi cativo del processo evolutivo o un blocco. Il secondo strumento
pro lo metapsicologico del paziente.
terapeutico è quello che Anna Freud de nisce
Si tratta di una diagnosi psicodinamica che tiene conto della storia personale del
bambino, dello sfondo familiare, della tolleranza alla frustrazione, del controllo
dell’angoscia. La sua funzione è quella di stabilire se il soggetto ha bisogno di un
intervento e, eventualmente, di quale tipo.
Secondo Anna Freud è importante coinvolgere la famiglia nella terapia, in tempi
diversi dal bambino, in quanto l’intervento sul glio verrebbe vani cato se il
contesto familiare mantenesse le sue dinamiche patologiche.
non
Per Anna Freud il gioco e i disegni costituiscono il corrispettivo delle
associazioni libere e sono dotati di una componente simbolica che non può venire
decodi cata in maniera diretta.
CAPITOLO 18 Margaret Mahler La nascita psicologica del
Il principale contributo di Margaret Mahler è legato a
bambino. La Mahler ha e ettuato una ricerca sulle modalità attraverso cui i
bambini raggiungono la loro identità individuale. La ricerca è stata svolta
osservando per circa 2 anni e mezzo (dai 5 mesi ai 3 anni di età) madre e bambino,
in un ambiente realizzato in modo che fosse il più possibile naturale, con panchine,
sedie, giocattoli, dove le madri potessero rimanere in un’area adibita a salotto e
fi fi fi fi ff ffi ff fi fi fi fi fi
poi interagire spontaneamente con i propri gli. Oltre all’osservazione, lo sta si è
servito di colloqui e visite domiciliari. Mahler mette in evidenza una distinzione tra
nascita biologica,
la un evento osservabile che coincide con il momento del parto,
nascita psicologica,
e la un processo intrapsichico che porta il bambino alla
separazione-individuazione. Per separazione si intende il passaggio da una fusione
simbiotica con la madre a un senso di distinzione da essa; per individuazione ci si
riferisce all’assunzione del bambino delle sue caratteristiche individuali. Questo
processo è preceduto da due fasi:
-fase autistica normale (nascita/2 mese): i processi siologici prevalgono su quelli
psicologici, sono carenti le risposte agli stimoli esterni. La durata degli stati di
sonno supera quella dei periodi di veglia. Il neonato non distingue il sé e il non-sé;
-fase simbiotica (dal secondo al quarto mese): il bambino comincia ad avere una
vaga consapevolezza dell’esistenza di qualcuno in grado di soddisfare i suoi
bisogni, sperimenta l’illusione di essere un tutt’uno con la madre. È una simbiosi
asimmetrica, perché il rapporto non è alla pari: il bambino ha un bisogno assoluto
della madre, mentre il bisogno che la madre ha nei confronti del glio è relativo;
Processo di separazione-individuazione, diviso in quattro sotto-fasi:
-di erenziazione (dal 4 al 10 mese): il bambino si rende conto di non essere in
simbiosi con la madre, inizia ad osservare gli oggetti intorno a lui, esplora il volto
della madre in modo di erente rispetto a quello delle altre persone;
-sperimentazione (dal 10 al 15 mese): il bambino inizia a camminare, esplorando
l’ambiente, ma la presenza della madre rim