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FATTORI DI RISCHIO IMMEDIATI E FATTORI DI RISCHIO A DISTANZA
Istigatori situazionali: provocazione, frustrazione, dolore e disagio fisico, cattivo umore, stress sociale, inneschi dell'aggressività.
Modificatori ambientali: pratiche familiari, violenza nella comunità, cultura basata sulla violenza, violenza mediatica.
Disposizione personale: autostima eccessiva, instabile, convinzioni pro-aggressività, copioni aggressivi, finalità aggressive.
Modificatori biologici: bassi livelli di serotonina, bassa risposta agli stimoli, deficit delle funzioni attuative, ADHD.
L'approccio di rischio e resistenza è incentrato sulle differenti esperienze di vita dei bambini, che possono essere causa di futuri adattamenti sfavorevoli (fattori di rischio) e su quei fattori che servono a "proteggere" i bambini dall'esposizione al rischio (fattori protettivi).
L'esposizione alla violenza mediatica è con buona probabilità un "fattore di rischio".
di rischio" per tutti i bambini, tuttavia alcuni bambini possiedono fattori protettivi che riducono, mascherano o attenuano gli effetti dell'esposizione alla violenza mediatica, mentre altri bambini possono presentare fattori di rischio addizionali che aumentano gli effetti dell'esposizione alla violenza mediatica. Una delle scoperte più consistenti dello studio di rischio e resistenza è il modello cumulativo di rischio: per ogni fattore di rischio addizionale incontrato da un bambino, la probabilità di funzionamento problematico aumenta. I ricercatori che utilizzano l'approccio di rischio e resistenza scoprono talvolta che vi sono individui all'apparenza meno vulnerabili ai fattori di rischio rispetto agli altri. Questo fenomeno, chiamato resistenza, parte dall'osservazione che, nonostante abbiano sperimentato serie difficoltà, alcuni bambini mostrano livelli di competenza normali o sopra la media in vari ambiti. Una scoperta nelcampo degli studi sulla resistenza è che non esistono bambini o circostanze fuori dal comune che giustificano un'evoluzione positiva in un contesto difficile. Invece, i fattori protettivi come una buona autoregolamentazione, relazioni strette con tutori o altri adulti e scuole efficienti sono tutti fattori che contribuiscono ai processi di resistenza. Un elemento chiave nella discussione sui fattori di rischio e resistenza, che viene di frequente ignorato o non compreso, riguarda la loro addizionalità rispetto alla loro interattività. Per quanto riguarda la violenza, e specialmente i comportamenti più violenti, è facile utilizzare erroneamente i modelli interattivi, perché la maggior parte degli omicidi presentano molteplici fattori di rischio. Ma noi pensiamo che un modello puramente addizionale, in cui ogni fattore di rischio aumenta in modo incrementale la probabilità di un comportamento aggressivo, giustifichi i dati scientifici tanto.quindi può essere influenzato anche dalla presenza di fattori protettivi. Tuttavia, è importante sottolineare che non tutti i bambini reagiscono allo stesso modo all'esposizione alla violenza mediatica. Alcuni potrebbero essere più suscettibili agli effetti negativi, mentre altri potrebbero essere più resilienti. Inoltre, è importante considerare che l'effetto della violenza mediatica sul comportamento dei bambini può essere influenzato da altri fattori, come l'ambiente familiare, la presenza di figure di riferimento positive e la qualità delle relazioni sociali. Pertanto, non è possibile generalizzare completamente gli effetti della violenza mediatica su tutti i bambini. In conclusione, sebbene l'esposizione alla violenza mediatica possa essere considerata un fattore di rischio per il comportamento aggressivo e altre conseguenze negative, è importante considerare anche altri fattori di rischio e protettivi che possono influenzare la reazione dei bambini.percorso sia probabilmente indiretto. Ogni fattore di rischio addizionale di comportamento aggressivo (come essere preso in giro, amici antisociali, essere membro di una gang) aumenta il rischio che il bambino agisca in modo violento. Allo stesso modo, ogni fattore protettivo addizionale (ambiente familiare stabile, buoni risultati scolastici) riduce i rischi di comportamento violento. Ovviamente, alcuni fattori di rischio possono avere effetti maggiori di altri, così come alcuni fattori protettivi sono più importanti di altri. Numerose ricerche hanno identificato l'età come una variabile legata all'aggressività, sia nelle sue cause che nelle sue manifestazioni. I progressi nella teoria evolutiva possono fornirci un nuovo approccio integrativo per comprendere come e perché l'età interagisce con gli effetti della violenza mediatica sul comportamento aggressivo: l'approccio dei compiti evolutivi. I compiti evolutivi sono
capacità importanti per un adattamento presente e futuro. L'approccio dei compiti evolutivi si basa su alcuni assunti. Per prima cosa, esiste una gerarchia di compiti: questioni differenti assumono una maggiore importanza a seconda del livello evolutivo del bambino. Secondo questo approccio, l'evoluzione è cumulativa e ha come fondamento gli adattamenti precedenti. Gli effetti della violenza mediatica (o di altro tipo) su bambini e giovani differiscono in modo significativo a seconda dell'età: man mano che i bambini si confrontano con diversi compiti evolutivi, i media hanno un effetto più o meno rilevante a seconda delle questioni specifiche che il bambino si trova ad affrontare in quel momento. Si prenda in esame l'esempio di un episodio tratto da una trasmissione nazionale di wrestling professionale. Il wrestling è stato scelto come esempio di violenza mediatica perché è molto visto dai bambini, contiene molta violenza eRappresenta quindi un grande fattore di rischio. In che modo i bambini che guardano spettacoli come questi ne possono essere influenzati? L'approccio dei compiti evolutivo fornisce uno schema di riferimento per comprendere in che modo gli effetti siano diversi in età diverse.
Nel lattante, spettacoli come questi non hanno molto effetto, a meno che i genitori non li seguano tanto da farli interferire con la loro capacità di rispondere ai bisogni del bambino e di prendersene cura.
Nello svezzamento, il momento critico dell'acquisizione linguistica, i bambini possono imparare termini offensivi che i genitori preferirebbero non avessero sentito. A questa età i bambini iniziano a imparare le norme sociali di comportamento.
Nella prima infanzia - in cui i principali compiti evolutivi sono l'autocontrollo comportamentale ed emotivo e l'apprendimento dei ruoli sessuali - questo tipo di programma può avere un certo numero di
effetti negativi. Viene esercitato ben poco autocontrollo. Le parole sono usate per inasprire la situazione, non per cercare di risolvere il problema.
Nella seconda infanzia, l'apprendimento delle regole e delle norme sociali acquista un'importanza crescente. A questa età i bambini possono imparare che la sopraffazione fisica e l'umiliazione degli altri sono metodi appropriati e accettabili di interazione interpersonale, specialmente se ci si trova in una situazione conflittuale.
Negli adolescenti il principale compito evolutivo è imparare a instaurare relazioni profonde e importanti, con individui dello stesso sesso e dell'opposto. In questo tipo di spettacolo le relazioni tra uomini e donne sono stereotipate, perché gli uomini detengono il potere e le donne sono sottomesse. L'aggressività tra i due sessi è mostrata come accettabile.
Gli effetti sia a breve sia a lungo termine saranno probabilmente diversi in base
all'età del bambino e l'approccio dei compiti evolutivi fornisce una struttura di riferimento per formulare e testare ipotesi sul tipo di effetto che si può aspettare a seconda dell'età. Invece che supporre semplicemente che i bambini siano in generale più vulnerabili a causa del loro livello cognitivo o per altri fattori, si può pensare che i bambini siano più vulnerabili rispetto a dimensioni che procedono in parallelo con i loro compiti evolutivi salienti. Uno dei limiti dell'approccio dei fattori di rischio è che di per sé ci dice poco dei meccanismi attraverso i quali operano i fattori di rischio o di come procede lo sviluppo sulla base della loro presenza o assenza. Il Modello Generale di Aggressività può essere utilizzato per interpretare gli effetti di quasi tutto ciò con cui una persona viene a contatto nel suo ambiente, compresa l'esposizione alla violenza mediatica. In teoria,La violenza mediatica può influenzare tutte e tre le componenti dello stato interno. Come già rilevato, la lettura scientifica (relativamente scarsa) sui videogiochi violenti ha mostrato che giocarci può aumentare temporaneamente le cognizioni e gli attaccamenti aggressivi e l'eccitazione. Per concludere, il Modello Generale di Aggressività rende conto della grande varietà di effetti osservati in letteratura scientifica, inclusi gli effetti a breve termine su pensieri, sensazioni e comportamenti aggressivi, sulla desensibilizzazione emotiva alla violenza e la successiva diminuzione del comportamento sociale, e sui cambiamenti nell'ambiente sociale che avvengono nel momento in cui il bambino prende l'abitudine all'aggressività. Capitolo 4 - Studio 1: studio sperimentale sui videogiochi violenti nei bambini di scuola elementare e negli studenti universitari Lo studio 1 è stato progettato per esaminare quattro questioni principali: 1.Può un videogioco violento per bambini aumentare l'aggressività in un contesto sperimentale di breve durata?
Un simile effetto è riscontrabile soprattutto nei bambini o anche negli studenti universitari?
I videogiochi violenti classificati come "T" (ossia adatti ad adolescenti e ragazzi più grandi) producono un aumento maggiore nell'aggressività rispetto ai videogiochi violenti per bambini?
Gli effetti a breve termine causati dall'uso del videogioco violento possono essere attenuati dal sesso, dalla precedente esposizione alla violenza mediatica, dalla disponibilità di videogiochi nella propria camera, da una preferenza individuale per i videogiochi violenti, e dal coinvolgimento dei genitori nell'uso dei media?
L'inclusione di una misura della violenza come tratto caratteriale ha permesso di affrontare domande supplementari:
L'esposizione precedente alla violenza è in grado di prevedere la
eo, i giochi, i social network)?3. Quali sono le conseguenze di questa violenza sui giovani?4. Quali sono le possibili soluzioni per ridurre l'impatto della violenza nei nuovi media?