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Analisi dei fattori che influenzano lo sviluppo del bambino
Verrà compiuta un'analisi seguendo il modello di Hall (1996) che individua tre diversi ordini di fattori (predisponenti, perpetuanti e precipitanti), la cui interazione influenza lo sviluppo del bambino, contribuendo alla sua resilienza o, viceversa, alla sua vulnerabilità allo stress.
1. Un primo ordine di fattori, chiamati fattori predisponenti, si riferisce agli aspetti intellettivi, temperamentali, di personalità, cognitivi, fisici, legati al genere, alla presenza di malattie o disabilità congenite o acquisite che possono rendere il bambino più vulnerabile e più incline a incontrare difficoltà nel far fronte alla presenza di un genitore affetto da problemi psichiatrici. Sappiamo che un buon livello intellettivo viene abitualmente considerato un fattore che protegge lo sviluppo poiché consente di comprendere ed elaborare più efficacemente la realtà circostante, di conseguire buoni risultati scolastici e aumenta
L'autostima. Vi sono invece altre caratteristiche di base, connesse ai ritmi e alle regolarità iniziali del temperamento, che compongono il che non sempre hanno un'analoga valenza positiva. Tra i figli di genitori psicotici, infatti, vi è una maggiore incidenza di bambini con temperamento difficile, rispetto alla popolazione normale. Non conosciamo le ragioni di questo fenomeno, ma sappiamo che tali caratteristiche temperamentali, connotate da ritmi irregolari nella alimentazione e nel sonno, da segnali di ritiro e rifiuto delle situazioni nuove, da scarse capacità d'adattamento, da umore negativo e reazioni molto intense, mettono a dura prova le capacità genitoriali e fanno correre al bambino maggior rischio di maltrattamento e abuso.
La presenza di problemi comportamentali nel bambino costituisce un altro fattore distress che agisce in modo analogo al temperamento difficile poiché, esacerbando il rapporto col genitore già vulnerabile a
causa della sua malattia, ne ostacola le residue competenze parentali.La positività dell'ambiente può costituire un fattore di protezione, infatti Hallsostiene che in presenza di adeguate cure genitoriali e di supporto sociale i bambinicon predisposizione genetica alla malattia psichiatrica possono raggiungere comunqueuno sviluppo armonico. Difficoltà pre o perinatali, tra i fattori predisponenti sono state considerate anche le che sono più frequenti nei figli di genitori pazienti psichiatrici e appaiono correlate a un'elevata incidenza di psicopatologia nei figli. Le madri affette da schizofrenia o depressione interagiscono di meno e più negativamente con i propri neonati, mostrando più spesso disappunto e rabbia davanti alle loro richieste e livelli più elevati d'aggressività fisica e verbale. In sintesi, la presenza di patologia psichiatrica nella madre incide negativamente sulla possibilità di vivere positivamente il rapporto con il proprio neonato: condizione spesso associata.
alla espressione di emozioni negative o a indifferenza che potrebbero avere come esito anche maltrattamenti e trascuratezza. In ultimo è emerso che la presenza di alcuni tratti fisici particolari nel bambino, come handicap o malattie croniche, che anche in genitori psicologicamente sani predispongono verso comportamenti trascuranti e abusanti, diventano elementi ancor più favorenti l'espressione di maltrattamento da parte di genitori con patologie psichiatriche poiché il disagio del bambino si innesta su una loro già forte tendenza ad essere critici e rifiutanti.
2. Accanto ai fattori predisponenti, la letteratura si è concentrata su alcune variabili definite con una terminologia anglosassone "perpetuating factors", poiché, salvo particolari eccezioni, perdurano durante il corso di vita e, interagendo in modo più diretto con la vulnerabilità determinata dai fattori predisponenti, possono compromettere lo sviluppo e il benessere del bambino.
Tra di essi troviamo: a. La qualità del legame mamma-bambino b. I fattori socioculturali c. Il livello socio-economico d. Le dinamiche familiari I disturbi psichiatrici della madre possono ostacolare la creazione di un armonico legame col figlio sia in termini qualitativi, a causa dell'imprevedibilità delle reazioni materne, sia in termini quantitativi a causa delle separazioni connesse ai ricoveri. Può invece essere di un certo interesse sottolineare come alcuni fattori protettivi (quali la breve durata della separazione, la possibilità per il bambino di ricevere cure adeguate da un adulto che vicaria la funzione materna, la continuità di incontri positivi tra la madre naturale e il bambino) possano ridurre l'impatto delle conseguenze negative. Anche l'epoca di insorgenza della malattia della madre si configura come un altro importante fattore di mediazione. Infatti, mentre l'insorgenza precoce della malattia del caregiver puòminare la costituzione di un attaccamento sicuro, viceversa, l'aversperimentato una relazione positiva con la madre e il conseguente instaurarsi di un attaccamento sicuro diventano fattori protettivi nei casi in cui la patologia della madre insorga successivamente (dopo il primo anno d'età del bambino). Ovviamente la precocità di insorgenza della malattia e la comorbilità con altri quadri psicopatologici (depressione e ansia) sono importanti fattori di rischio. Si può così dire che, quanto più precocemente si manifestano i sintomi della malattia psichiatrica e quanto più s'iscrivono in quadri complessi e multisintomatici, tanto più saranno minate le basi per la costituzione di una relazione positiva mamma-bambino. Va infine sottolineato che, nelle situazioni in cui la patologia della madre le impedisca di creare una relazione positiva con il bambino o comunque di fornirgli cure primarie sufficientemente adeguate, inassenza di un partner o altro familiare che possa vicariarla, la letteratura indica il ruolo positivo svolto dall'allontanamento del bambino e dal suo inserimento in un ambiente idoneo a rispondere ai suoi bisogni: in tale situazione, anche in casi di neonati fortemente deprivati che già manifestano sintomi di sofferenza, il recupero è molto rapido e sostanziale. Nei casi d'allontanamento di bambini più grandi, la letteratura segnala inoltre la funzione protettiva che può svolgere un sostegno terapeutico al bambino al fine di ridurre la portata di disturbi psicopatologici già manifestati o, eventualmente, per prevenirne la comparsa. Un altro perpetuating factor che resta stabile nel tempo facendo perdurare il disagio è l'ambiente socio-culturale certamente nel quale la famiglia vive. È anche vero, però, che la presenza di una rete familiare e amicale supportiva può costituire un fattore protettivo poiché.migliora le competenze di parenting e incrementa la capacità dei bambini di far fronte allo stress. ruolo della rete di supporto Per quanto riguarda invece il come fattore protettivo per il bambino figlio di un genitore affetto da patologia psichiatrica, possiamo dire che la presenza d'esperienze positive con i coetanei e l'incontro con insegnanti che diventano figure di riferimento stabili e responsive incrementano la capacità del bambino di far fronte alle situazioni stressanti. In relazione, invece, al livello socio-culturale un terzo perpetuating factor sono le difficoltà economiche di un certo rilievo, associate alla presenza di psicopatologia nel genitore, che costituiscono importanti fattori di rischio. dinamiche familiari Passiamo ora ad analizzare l'ultimo dei perpetuating factors: sappiamo che le caratteristiche delle relazioni familiari possono variare notevolmente non solo tra differenti famiglie, ma nella stessa famiglia in momenti diversi.sia rispetto alla fase del ciclo di vita sia in relazione alla specificità dell'evento (evento positivo e evento stressante). Le dimensioni connesse ai differenti stili familiari indagate in letteratura sono varie e per questo vengono spesso collocate lungo un continuum che caratterizza le singole dimensioni: - Dimensione della vicinanza (invischiamento - vicinanza - distanza) - Dimensione dell'organizzazione (caos - flessibilità - organizzazione - rigidità) - Dimensione affettiva (calore - ambivalenza - freddezza - ostilità) - Modalità di gestione del conflitto (negato - gestito - esplosivo e irrisolto) Gli effetti dello stile genitoriale sono tuttavia mediati dalla durata delle interazioni, dalla loro coerenza nel tempo e dalla presenza di un genitore con uno stile differente e positivo, che faccia sperimentare al bambino una buona relazione. La capacità di gestire il conflitto, la presenza di calore affettivo, vicinanza, flessibilità e organizzazione costituiscono.infatti, elementi in grado di contrastare l'impatto della patologia del genitore sul funzionamento familiare e quindi, indirettamente, sullo sviluppo del bambino. Certamente la vita familiare di nuclei con un genitore psicopatologico è complessa e per giunta, in molte società, sono carenti i servizi e i supporti ai pazienti psichiatrici che devono essere seguiti e curati esclusivamente all'interno del nucleo. Le famiglie con un membro psicotico vengono, inoltre, spesso stigmatizzate dalla società e finiscono per sentirsi in colpa, responsabili della malattia del loro congiunto e, per giunta, gli stessi membri della famiglia incontrano gravi difficoltà psicologiche nel parlare apertamente della malattia. I bambini si trovano quindi a vivere le difficoltà e lo stress che derivano dall'avere un genitore malato psichiatrico, a cui si aggiungono il silenzio e la stigmatizzazione.
3. In ultimo, in letteratura è indicato un terzo ordine di fattori,
definiti precipitanti, a cui appartengono tutt