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CAP. 3 VIOLENZA ALL’INFANZIA E CAPACITA’ GENITORIALI

Premessa

Se si fa riferimento a una prospettiva dinamica che tiene conto dei cambiamenti che si verificano

nel ciclo di vita delle famiglie, risulta interessante chiedersi cosa accada quando questi nuclei,

attraversati pesantemente da dinamiche maltrattanti e abusanti, vengano posti di fronte alla

necessità che i genitori cambino per poter riallacciare i rapporti col proprio bambino. Alcuni

riescono a trarre giovamento dagli interventi psicologici e sociali che vengono loro offerti, altri

mantengono inalterate le dinamiche distruttive che li attraversano e finiscono, nei fatti, per rifiutare

il bambino. Si tratta dunque di meglio comprendere la natura dei fattori che contribuiscono a

sostenere un processo evolutivo e di cambiamento positivo che permette di ripristinare le relazioni

tra genitori e figli e i fattori che ostacolano o non promuovono tale processo. Generalmente la

distinzione in tipologie di violenza é solo un’astrazione e la segnalazione di uno specifico tipo di

violenza spesso é in realtà accompagnata da una compresenza di maltrattamenti diversi: é cioè

probabile che in certi nuclei familiari maltrattanti vi siano anche trascuratezza e maltrattamento

psicologico e che in certe famiglie trascuranti i bambini siano anche vittime di violenza psicologica.

Le storie e le dinamiche familiari ci fanno inoltre intravedere una progressione, un aggravamento e

un moltiplicarsi dei maltrattamenti e degli abusi nel tempo, suggerendoci una sorta di processualità

che inizia con difficoltà coniugali, conflitti e violenza domestica che via via inducono cronicità e

aggravamento della crisi che si estende ai figli.

1. Uno “sguardo” alle famiglie maltrattanti: fattori di rischio comuni a tutte le forme di violenza

Appare interessante assumere una prospettiva che individui molteplici fattori di rischio legati a tutte

le tipologie di violenza all’infanzia raggruppandole in caratteristiche individuali, familiari e

ambientali. In particolare, tra le prime si sottolineano esperienze di violenza subite durante

l’infanzia, elevati livelli di stress personale, depressione materna, scarsa istruzione, basso quoziente

intellettivo; per quanto riguarda le caratteristiche familiari si evidenziano invece la povertà, un

elevato numero di figli, la presenza di un solo genitore e di un partner violento. Per quanto riguarda

infine l’ambiente, si sottolineano l’isolamento e lo scarso sostegno sociale. La gravidanza in

soggetti molto giovani può rappresentare un fattore di rischio comune a tutte le tipologie di violenza

per diversi motivi. I conflitti e la violenza domestica rappresentano altri fattori di rischio

significativamente connessi a tutte le diverse forme di violenza all’infanzia.

1.1 Fattori di rischio nei casi di maltrattamento fisico

Un esempio interessante d’analisi dei fattori di rischio legati al maltrattamento fisico è

rappresentato dal lavoro di Black e colleghi che, per questa tipologia di violenza, hanno elaborato

una sorta di modello eziologico che individua variabili “distali” e “prossimali”. Tra le variabili

distali dei perpetratori, gli autori inseriscono l’essere stati maltrattati da bambini o adolescenti e

l’aver ricevuto uno scarso supporto sociale e familiare durante l’infanzia. Indicano, inoltre, alcune

caratteristiche del nucleo familiare in cui avviene e potrebbe avvenire la violenza, come la giovane

età dei genitori e della madre in particolare; problemi di alcolismo (specialmente del padre) e il fatto

di vivere in una comunità povera. Accanto a tali fattori intervengono variabili "prossimali" che

aumentano la probabilità da parte dei genitori, e sempre da parte della madre in particolare, di

mettere in atto comportamenti maltrattanti nei confronti dei figli: disforia (infelicità, stress emotivo,

ansia, solitudine e isolamento, depressione, senso d’inadeguatezza...), stress familiari e scarse

capacità di coping. Infine, i fattori di rischio "prossimali" includono anche l’alta reattività della

madre, l’impulsività e l’adozione di strategie educative dure e punitive (castigo, isolamento,

aggressioni verbali...). Interessante appare l’osservazione degli autori riguardo infine le

caratteristiche delle vittime: quali i problemi di comportamento dei bambini (in particolare, la messa

in atto di comportamenti violenti e aggressivi) e la presenza di deficit attentivi che predispongono i

genitori ad attuare azioni maltrattanti.

1.2 Fattori di rischio nei casi di trascuratezza

La trascuratezza è la tipologia di violenza più soggetta a recidiva, sulla quale sarebbe opportuno

concentrate una maggiore attenzione. Nonostante sia difficile poter confrontare tra loro i vari fattori

di rischio individuati da autori differenti, i dati a disposizione concordano nel ritenere che il

comportamento e le caratteristiche psicologiche dei genitori siano le variabili più significative, in

relazione alla trascuratezza, accanto alle limitate risorse, socio-economiche. In particolare, occorre

evidenziare una combinazione di fattori individuali e sociali tra cui spiccano variabili psicologiche

genitoriali come bassa stima di sé e impulsività, accanto a uno scarso supporto sociale, scarse

interazioni tra le madri e i propri bambini e caratteristiche personali dei bambini stessi che spesso

presentano problemi comportamentali. Occorre inoltre sottolineare che le condizioni di rischio

assegnate a tale tipologia di violenza sono molteplici e in alcuni casi simili a quelle del

maltrattamento fisico; fattori di rischio importanti sono rappresentati, inoltre, da alcune variabili

demografiche e socioeconomiche quali la monoparentalità, il vivere in case popolari (rispetto a

singole abitazioni familiari), il non poter usufruire di una buona assicurazione medica, la condizione

di disoccupazione del capofamiglia nuclei in cui la fonte principale di reddito proviene dai sussidi

economici erogati dai servizi. Esistono tuttavia differenti forme di trascuratezza, più o meno

evidenti, che si diversificano in termini di durata e continuità: è possibile individuare una

trascuratezza fisica, emozionale, medico-sanitaria ed educativa. La trascuratezza fisica é certamente

quella più riconoscibile e si identifica con gli atti che implicano omissioni nel provvedere ai bisogni

di base dei bambini, inclusi quelli abitativi, alimentari o nell’abbigliamento sia con gli insuccessi

nel predisporre condizioni di protezione necessarie a evitare che possano determinarsi eventuali

incidenti o danni. La trascuratezza emozionale é certamente quella più difficile da documentare, e

caratterizza l’intero contesto di vita del bambino che non riceve cure adeguate e non é in grado di

comprendere la disattenzione o la non disponibilità di cui é oggetto. La trascuratezza medico-

sanitaria si concretizza nella mancanza di quegli standard minimi richiesti per salvaguardare le

condizioni di salute fisica e mentale e concerne il rifiuto o l’omissione nelle cure mediche e

psicologiche. Infine la trascuratezza educativa implica non solo inadempienza o abbandono della

scuola, ma anche il rifiuto dei genitori a coinvolgersi nelle iniziative e nei programmi indicati dagli

insegnanti. Significativi per la trascuratezza vi sono inoltre fattori di rischio quali: il basso reddito

familiare; la condizione di monogenitorialità; la presenza di violenza domestica; la giovane età della

madre alla nascita del primo figlio; precedenti esperienze d’abuso fisico e/o trascuratezza subite dai

genitori nell’infanzia; il basso livello di scolarità dei genitori; complicazioni perinatali alla nascita

come prematurità o scarso peso del bambino; abuso di sostanze e problemi di salute mentale dei

genitori; elevati livelli di depressione e stress.

1.3 Fattori di rischio nei casi di maltrattamento psicologico

Cercando d’estrapolare dalle ricerche i fattori di rischio dell’abuso psicologico, com’é accaduto

anche per le altre tipologie di violenza, vengono categorizzate: 1) variabili socio-demografiche; 2)

caratteristiche del bambino; 3) caratteristiche genitoriali; 4) caratteristiche delle relazioni familiari.

Il rischio d’abuso psicologico aumenta con l’aumentare dell’età del bambino; le famiglie a basso

reddito risultano quelle più esposte a tale forma di violenza; i bambini che appartengono a etnie

differenti da quella dominante sono più a rischio degli altri. La struttura familiare, la regione

geografica e il genere del bambino non sono emersi invece come fattori di rischio altamente

significativi. I principali fattori di rischio legati all’abuso psicologico sono l’aggressività espressa

dai bambini (intesa come "lotte", interazioni fisiche violente con altri bambini), la delinquenza

infantile (come il vandalismo) e problemi relazionali (come difficoltà a instaurare amicizie).

Dall’analisi delle caratteristiche genitoriali, invece, le variabili su cui occorre concentrare,

l’attenzione sono l’adattamento, la storia familiare e le interazioni genitore-bambino, mettendo in

luce come in particolare la messa in atto di comportamenti aggressivi e violenti, la presenza di

nevrosi, l’aver vissuto durante la propria infanzia con padri poco accudenti e l’essere stati

quotidianamente sgridati da bambini, siano i principali fattori di rischio concernenti i genitori.

Rispetto, infine, alle caratteristiche delle relazioni coniugali emerge una grande varietà di situazioni.

In genere però le madri maltrattanti hanno evidenziato relazioni coniugali caratterizzate dalla scarsa

affettività e maggiore conflittualità all’interno della coppia, espressa sia a livello verbale sia fisico.

1.4 Fattori di rischio nei casi di abuso sessuale

L’identificazione dei fattori di rischio in quest’ambito si concentra sulle caratteristiche dei minori

vittime, sulle caratteristiche delle famiglie a cui appartiene il bambino vittima e, in modo rilevante,

anche sulle caratteristiche dei possibili abusanti sessuali. I fattori di rischio inerenti ai perpetratori

dell’abuso sessuale infantile e, in particolare, alcuni aspetti tra cui scarsa istruzione e povertà e

caratteristiche psicologiche come la presenza di problemi emotivi e sessuali, incapacità di reggere lo

stress, rigidità, solitudine e infelicità. In relazione alle dinamiche tipiche dei perpetratori appare

interessante il concerto di "protostoria" del soggetto abusante, che ha nel suo pregresso di sviluppo

una situazione originaria di gravi e continuative carenze accuditive che hanno prodotto vissuti di

abbandono e sentimenti di mancanza nel campo delle cure e dell’affetto; ciò esita in un bisogno

persistente più o meno consapevole di ricevere ciò

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
26 pagine
20 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher caranzame di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fattori di rischio e protezione nello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università della Sicilia Centrale "KORE" di Enna o del prof Schimmenti Adriano.