Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
TRAUMATICHE DELLA VIOLENZA
1. Gli effetti traumatici del maltrattamento e dell’abuso
Le diverse forme di maltrattamento sono veri e propri eventi traumatici che possono assumere le
caratteristiche di traumi acuti o cronici e i cui effetti possono perdurare nel tempo e continuare a
manifestarsi anche nell’adolescenza e nell’età adulta.
La riformulazione del concetto di evento stressante permette di ampliare una definizione che era
talmente restrittiva da escludere tutte le persone con una sintomatologia post-traumatica causata da un
evento comune e frequente. Nel DSM-IV si chiarisce che il disturbo post-traumatico da stress
comporta lo «sviluppo di sintomi tipici che si manifestano in seguito all' esposizione ad un fattore
traumatico estremo» riconducibili a tre gruppi principali:
(a) sensazioni di rivivere l'evento traumatico;
b) evitamento degli stimoli associati al trauma;
c)attenuazione della reattività generale e aumentato arousal.
La diagnosi richiede la presenza di almeno un sintomo riconducibile al sentimento di rivivere l'evento
traumatico, di almeno tre modalità di evitamento ed attenuazione della reattività generale e di almeno
due sintomi di aumentato arousal.
Nel DSM-IV, rispetto alla versione precedente, vengono presi in considerazione non solo eventi che
colpiscono direttamente il soggetto, ma anche l'assistere ad un evento o il venirne a conoscenza.
I sintomi più caratteristici di quasi tutti i traumi infantili, indipendentemente dall’ età del bambino e
dal tipo di trauma subito, consistono in memorie intrusive e paure legate all'evento, cambiamenti di
atteggiamento nei confronti delle persone, di alcuni aspetti della vita e del futuro e comportamenti
ripetitivi tramite i quali viene rivissuta la situazione.
Alcuni autori descrivono la risposta dell'individuo come l'alternarsi di sensazioni di rivivere
l'esperienza traumatica e di sintomi di evitamento.
Quando una persona subisce un trauma, esperisce una grande quantità di ansia, non solo nel corso di
tale esperienza, ma anche successivamente ogni volta che uno stimolo gli ricorda il trauma che l'ha
colpita. Quando, perciò, l'angoscia minaccia di sopraffare l'individuo e di danneggiare il suo
funzionamento psichico, le difese permettono di ridurre l'informazione legata al trauma e quindi
l'ansia ad essa associata. Questo controllo difensivo può essere esercitato in due modi: attraverso
l'inibizione delle memorie riguardanti il trauma e tramite l'inibizione delle percezioni associate
all'evento traumatico. Una volta che queste difese hanno ridotto l'ansia, diminuiscono facendo sì che
l'individuo risulti nuovamente cosciente delle informazioni associate all'evento stressante.
Questo comporta un aumento dell'angoscia e un ulteriore controllo difensivo, che si ripete in modo
ciclico.
Allora, nel definire un evento stressante come acuto o cronico si deve tener conto della risposta
soggettiva oltreché della durata oggettiva dell’episodio traumatico.
1.1 Il disturbo post-traumatico da stress nei bambini vittime di violenza
Le prime ricerche si sono preoccupate di verificare l’applicabilità dei criteri propri delle sindromi
post-traumatiche da stress ai casi di abuso e di maltrattamento e di elaborare checklist o questionari
che potessero rilevare tali sintomi.
La maggior parte degli studi che esaminano i bambini sessualmente abusati, portano a sostenere
l’ipotesi che vi sia un’alta prevalenza di disturbi post-traumatici da stress tra le vittime di abuso
sessuale, mentre nei casi di maltrattamento fisico le percentuali appaiono più basse.
Se consideriamo le tre categorie di sintomi previste dal DSM-IV e utilizzate per la costruzione di scale
e checklists, vale a dire:
a)rivivere persistentemente l'evento traumatico attraverso giochi ripetitivi, immagini pensieri,
percezioni, sogni, sensazioni, episodi dissociativi di flashback, comportamenti;
b) fenomeni di evitamento degli stimoli associati e diminuzione della reattività generale quali distacco
ed estraneità verso gli altri, difficoltà a partecipare alle attività, comportamenti evitanti, depressione,
assenza di interesse nelle attività usuali;
c)aumentato arousal e ipereccitabilità segnalati da disturbi del sonno, irritabilità, scoppi di collera,
difficoltà di concentrazione, ipervigilanza e risposte di allerta esagerate, emerge dalle ricerche che i
bambini abusati sessualmente differiscono significativamente dal gruppo di controllo costituito da non
abusati, soprattutto per sintomi quali paure, ansietà e problemi nelle capacità di concentrazione.
Dal confronto tra bambini maltrattati fisicamente, abusati sessualmente e non abusati emergono
soprattutto sintomi di evitamento nei due gruppi di bambini maltrattati fisicamente e sessualmente
abusati Questi ultimi, in particolare, soffrono, in misura maggiore, di sintomi di reexperiencing che si
evidenziano soprattutto in comportamenti sessualmente inappropriati verso se stessi o verso gli altri.
In rapporto alla durata dei disturbi, è emerso che nel gruppo di soggetti con un disturbo acuto
prevalgono sintomi quali: incubi, sogni disturbanti, stress, difficoltà nel prendere sonno, ipervigilanza,
reazioni esagerate, agitazione, ansia generalizzata, mentre in quelli con disturbo cronico (con sintomi
da almeno 8 mesi) prevalgono disturbi quali: distacco o estraneamento dagli altri, restrizione degli
affetti, pessimismo nella progettazione futura, tristezza, infelicità ed episodi dissociativi.
Sembra quindi che il profilo sintomatico, nella forma di disturbo post-traumatico acuto, sia più
coerente con uno stato di ansia e agitazione generalizzate, mentre quello della tipologia cronica
presenti delle somiglianze con la depressione e/o il distanziamento.
1.2 Fattori di mediazione
Nei casi di maltrattamento fisico, la sintomatologia post-traumatica sembra presentarsi con maggior
probabilità all'aumentare del numero di aggressori e della gravità del maltrattamento,
indipendentemente dalla sua durata. Nell'abuso sessuale, invece, più prolungata è la situazione di
abuso, maggiore è la probabilità che questo disturbo insorga. Inoltre, i bambini che subiscono abuso
sessuale da parte del genitore mostrano questo disturbo con una frequenza maggiore rispetto a quelli
vittime di un estraneo, mentre quelli abusati da un bambino più grande di loro possono non
presentare affatto questi specifici sintomi.
Un altro fattore importante è costituito dalla specificità delle esperienze pregresse. Essere stati vittima
di un evento traumatico aumenta la vulnerabilità a vittimizzazioni successive e provoca un incremento
dell'intensità dei sintomi. Si può dire che la fragilità che deriva dall'essere stati vittime non solo
abbassa la capacità di difendersi e sottrarsi a vittimizzazioni successive, ma amplifica le risposte post-
traumatiche, indipendentemente dalle caratteristiche dell'episodio successivo.
La letteratura ha segnalato, nelle vittime di abuso sessuale, la presenza di sintomi parziali. Ad
esempio, McLeer e colleghi hanno notato, in due diversi studi, che l'80,6% e l'86,5% di bambini
abusati sessualmente aveva uno o più comportamenti tipici di quell'area sintomatica che consiste nel
rivivere l'esperienza traumatica, il 48,4% e il 52,4% presentava tre o più comportamenti di evitamento
e il 64,5% e il 72% due o più sintomi di aumentato arousal.
La caratteristica stessa dell' esperienza favorisce l'insorgere solo di alcuni sintomi, oppure che alla
florida e completa sintomatologia che compare come risposta immediata, faccia seguito una fase di
assestamento con la riduzione o la scomparsa di alcuni segni.
Sappiamo che il funzionamento e la qualità del supporto familiare svolge una funzione significativa sia
nel prevenire lo sviluppo della sintomatologia post-traumatica, nei casi in cui l'abuso venga perpetrato
da persone esterne, sia nel ridurne la consistenza.
Una certa relazione tra bassa qualità delle cure familiari e maggiore intensità dei sintomi post-
traumatici viene comunque sottolineata da diversi autori. Particolarmente significativa, a questo
proposito, appare la relazione madre bambino e sembra prefigurarsi una connessione sia tra la
presenza del disturbo post-traumatico nelle madri e gravi difficoltà nei figli sia tra disturbo post-
traumatico e legame di attaccamento, nel senso che bambini con un attaccamento insicuro, se
sottoposti ad un trauma, ne sviluppano più frequentemente i tipici sintomi.
Un altro importante fattore di mediazione sembra essere l'età del bambino al momento della
vittimizzazione. È stato ipotizzato che i bambini di età inferiore ai sei anni abbiano maggiori possibilità
di sviluppare i sintomi post-traumatici, a causa della relativa immaturità del loro sistema nervoso e
dell'incapacità di utilizzare difese come la scissione e la repressione per ridurre ansia.
Mentre certi studi non hanno rilevato alcun tipo di influenza dovuta all'età, altri sottolineano come
questo disturbo si presenti con una maggiore frequenza tra i bambini con un'età superiore ai dodici
anni.
Le osservazioni di Goodwin avevano affrontato il problema da un altro punto di vista, sottolineando
come i sintomi del disturbo post-traumatico da stress, nei bambini abusati sessualmente, si
palesassero in modo diverso a seconda dello stadio evolutivo dei soggetti. Nei piccoli sarebbero
prevalenti giochi ripetitivi in cui viene rivissuto il trauma e in cui l'abusante viene spesso
simbolicamente ucciso, scoppi di collera e perdita di alcune funzioni dell'Io come la capacità di
dormire da solo, l'acquisizione del linguaggio e l'esplorazione dell'ambiente. Inoltre, i ricordi
dell'esperienza sessuale sarebbero, a questa età, frequentemente incompleti e frammentari. In
particolare, i bambini con un'età compresa tra i quattro e i sei anni manifesterebbero il proprio
disagio attraverso il coinvolgimento degli altri nella riproduzione dell'atto abusante e una eccessiva
preoccupazione di poter essere sgridati e puniti, riprodotta poi nei giochi. In quelli con un'età tra i
sette e i tredici anni, le esperienze sessuali possono essere, più che in altre età, riproposte attraverso il
coinvolgimento dei compagni. Inizierebbero, inoltre, a presentarsi incubi notturni e ricordi
dell'evento in grado di suscitare le stesse emozioni provate durante l'episodio di abuso. Nella prima
adolescenza l'ansia cronica, suscitata da relazioni affettive intense potrebbe tradursi nella fuga
attraverso l'uso di droghe e di alcool, o ripresentarsi attraverso flashback in occasione di contatti
intimi. In età adulta, infine, l'inson