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Per un bambino piccolo gestire stati fisici ed emozioni è difficile. Lo sviluppo dell'autoregolazione è cruciale per

molteplici funzioni e favorisce l'impegno in attività sociali e cognitive, oltre all'adattamento a nuove situazioni.

L'autoregolazione aiuta a ridurre comportamenti aggressivi e promuove la collaborazione sociale, con cambiamenti

significativi nei primi due anni di vita, grazie al progresso cognitivo e alla comprensione sociale del bambino.

Elementi fondamentali della capacità di regolazione nei bambini piccoli:

Fin dalla nascita i bambini gestiscono diversamente gli eventi:

influisce la loro capacità di regolazione ossia il grado di reattività.

● la capacità di gestire le proprie esperienze

Le ragioni delle differenze nella reattività e nelle capacità di regolazione dipendono da fattori genetici e prenatali.

Il sostegno dei genitori alle capacità di autoregolazione di base del bambino:

L’accudimento nelle prime fasi di vita: tutti i bambini alla nascita sono dipendenti delle persone che si prendono cura

di loro. Nelle prime settimane, il bisogno si manifesta in relazione alla fame, o in momenti di cambiamenti nel

maneggiare il bimbo. Ciò causa il pianto ed i genitori riescono ad aiutarlo attraverso i suoi bisogni fisici.

Successivamente quando è più attivo a livello sociale le interazioni faccia a faccia sostengono lo sviluppo di

autoregolazione del figlio.

Interazioni faccia a faccia: L'esperimento del "volto immobile o inespressivo" (Still face) dimostra come il

comportamento dei genitori influenzi i bambini durante le interazioni faccia a faccia. I bambini hanno strategie

innate per affrontare problemi sociali anche nelle prime settimane di vita. Durante l'esperimento, i bambini

reagiscono al comportamento inespressivo del genitore con tentativi di coinvolgimento nell'interazione o

manifestazioni di protesta, mostrando variazioni fisiologiche. Anche le normali interazioni faccia a faccia, se non

perfettamente sincronizzate, mettono alla prova le capacità di regolazione dei bambini. I genitori sono fondamentali

nel gestire queste situazioni, adattando le loro espressioni e il tono di voce per supportare il bambino. Un sostegno

sensibile durante queste interazioni favorisce lo sviluppo delle capacità di autoregolazione del bambino,

prevedendo benefici nel lungo periodo come una migliore regolazione emotiva e comportamentale.

Il gioco fisico: Quando il gioco diventa più movimentato il livello di eccitazione è alto e per questo non farsi

sopraffare dalle emozioni può istruire le capacità di regolazione. Nel bimbo può accadere che abbia bisogno di

distogliere lo sguardo e di prendersi una pausa . Il genitore il momento e l’intensità della partecipazione devono

adattarsi allo stato del bimbo e dovrà osservare l’espressione. Vi è uno scambio di sguardi ed espressioni in questa

fase.

Giochi movimentati e turbolenti: Tra i 18 mesi e i 2 anni, aumento di comportamenti aggressivi, giochi complessi che

prevedono il coinvolgimento dei padri e figli maschi. L’attività ludica è caratterizzata da episodi di lotta, spaventi

dove il bimbo si esercita a emozioni estreme in un contesto sicuro. Per regolare l’aggressività:

gioco avvenga in un contesti di una relazione stretta bimbo non fa azioni che fanno male davvero. Impara

● →

i limiti.

sarebbe più utile che i padri non lasciassero di essere eccessivamente dominante nel gioco il figlio per poter

● gestire gli scontri impedendo che le emozioni vadano fuori controllo.

Lo sviluppo dell’autocontrollo intenzionale:

Dalla seconda metà del primo anno vi è la capacità di autocontrollo intenzionale che richiede uno sforzo attivo

quindi la capacità di neutralizzare intenzionalmente reazioni istintive e impulsive per adottare comportamenti

meno gratificanti. La capacità di regolare le emozioni e il comportamento avviene con lo sviluppo della corteccia

prefrontale (parte del cervello responsabile dell’attività decisionale e di pianificazione) definite “funzioni esecutive”.

E’ stato studiato anche la natura della risposta del bambino, in particolare la distinzione fra l’obbedienza

collaborativa (bimbo soddisfa alle richieste) e l’obbedienza “situazionale” (obbedisce in modo meccanico). La prima

obbedienza serve per interiorizzare le regole di comportamento ed è collegata a un buon livello di adattamento

comportamentale nelle fasi successive.

Come i genitori possono favorire lo sviluppo dell’autocontrollo intenzionale del bambino:

Sostenere l’attenzione focalizzata e la capacità di prevedere gli eventi nei primi mesi di vita: Le interazioni sociali

positive servono a mantenere l’attenzione del bambino e a favorire lo sviluppo dell’autocontrollo. Nei primi mesi di

vita è utile modulare il tono di voce e seguire i segnali del bambino per mantenere la sua attenzione.

Successivamente, fornire supporto pratico durante le attività aiuta il bambino a concentrarsi. La capacità di notare

sequenze di eventi e prevedere ciò che accadrà è cruciale per lo sviluppo del controllo intenzionale, e questo può

essere promosso attraverso relazioni sociali e routine regolari. Anche se a volte è necessario fornire supporto

aggiuntivo, le routine possono aiutare il bambino a gestire le difficoltà e tollerare le frustrazioni.

Regolazione delle reazioni attraverso la consapevolezza sociale e la ricerca di un “riferimento sociale”: A 10 mesi hanno

una consapevolezza delle reazioni altrui, comprese quelle emotive intenzionale come guida per il comportamento

(probabile nelle situazioni di incertezza, dove il bambino prima di agire controlla il genitore) comportamento

definito “social referencing”. Per dimostrare questo comportamento si è usato l'esperimento del “precipizio visivo”.

I bambini usano le reazioni emotive degli altri come guida per il modo di comportarsi. I bambini fanno riferimento ai

genitori anche quando affrontano problemi e frustrazioni espliciti, rivolgendo uno sguardo per suscitare un

intervento diretto. Questi sguardi indicano la consapevolezza dei limiti e possono essere strategie per usare il

sostegno dei genitori.

Incoraggiare il gioco con gli altri e la collaborazione all’insegna del divertimento: Tra i 9-10 mesi mostrano una

consapevolezza delle azioni e intenzioni delle altre persone e partecipa a qualsiasi attività. Quando coinvolto

affettuosamente è probabile che il bimbo diventi collaborativo e mostri l'obbedienza basata sull’impegno. In

presenza di comportamenti affettuosi e sensibili del genitore aumentano la probabilità che il bimbo abbia un

atteggiamento costruttivo e collaborativo.

Ragionare e conservare; Attraverso il dialogo il genitore riesce ad aiutarlo sempre più. Riflettono sulle emozioni e la

motivazione dei personaggi nei libri illustrati. Anche durante il gioco imparano a tenere conto dei sentimenti altrui

e delle esperienze. Sono fondamentali per la socializzazione sia le conversazioni spontanee quotidiane sia le

narrazioni per i valori della famiglia e della comunità.

L’autoregolazione del bambino nell’addormentamento:

Il bambino spesso trova difficoltà a gestire il sonno e sono particolarmente gravi quando riguardano la prima

infanzia in quanto causano stress ai genitori e possono essere associati a difficoltà negli anni successivi

(comportamentali e intellettivi). Il modo in cui i genitori gestiscono l'addormentamento dei bambini influenza i loro

ritmi di sonno e il loro sviluppo dell'autoregolazione.

È importante creare abitudini di addormentamento favorendo un ambiente tranquillo e prestando

● attenzione ai segnali di stanchezza del bambino.

Evitare un coinvolgimento attivo durante il sonno aiuta il bambino a sviluppare l'autonomia nel dormire.

● I genitori possono fornire sostegno osservativo e pratico quando il bambino dimostra capacità di

● autoregolazione.

Creare rituali di sonno nei primi mesi di vita riduce la probabilità di disturbi del sonno.

● Affrontare eventuali problemi di sonno dopo che si sono manifestati può essere più difficile ed

● emotivamente gravoso per genitori e bambini.

Programmi educativi preventivi durante la gravidanza o nelle prime settimane di vita del bambino sono

● preferibili per prevenire i problemi.

Fattori che potrebbero rendere difficile l’autoregolazione del bambino:

Difficoltà dei genitori nel prendersi cura del bambino: Difficile sviluppare capacità di autoregolazione nel caso in cui

il genitore non è in grado di fornire un adeguato sostegno. Gli studi hanno indagato due stili di interazione

genitore-figlio:

1. stile “ritirato”: caratterizzato dal distacco del genitore. Non risponde ai segnali del bambino o non li nota. Per

il bimbo diventa difficile coinvolgere il genitore e regolare il comportamento e il proprio stato. Ciò porta al

disagio e ad isolarsi. La conseguenza è che genitore e figlio non abbiano opportunità di condividere l’attività e

favorire la collaborazione e l’autoregolazione del bimbo.

2. Stile intrusivo: implica un coinvolgimento eccessivo. Quando i genitori affrontano difficoltà o depressione,

possono diventare irritabili, contribuendo all'adozione di uno stile intrusivo di interazione con il bambino. Ad

esempio, potrebbero forzare il contatto con il bambino prima che sia pronto o sovrastare i suoi segnali sociali

con la propria stimolazione intensa. Questo comportamento può destabilizzare il bambino, riducendo la sua

capacità di autoregolazione e portando a conflitti ricorrenti.

Questi stili possono derivare da condizioni avverse o dalla depressione del genitore, che può rendere difficile

rispondere ai bisogni del bambino.

3. meno studiato, è l'iperprotettivo, legato all'ansia estrema del genitore e alla difficoltà nel lasciare il bambino

esplorare. Se un genitore è molto ansioso, potrebbe non solo ignorare i segnali del figlio a causa delle proprie

preoccupazioni, ma anche trasmettere la propria ansia al bambino stesso. Questo genitore potrebbe

sovrastimare la vulnerabilità del bambino e avere difficoltà a lasciarlo affrontare le sfide da solo, impedendogli

di imparare a gestire le situazioni difficili in modo autonomo. Inoltre, l'ansia dei genitori può influenzare la

reazione del bambino all'ambiente, rendendolo pauroso e portandolo ad evitare le sfide, il che a sua volta

rinforza la percezione di vulnerabilità del bambino da parte del genitore ansioso.

Differenze individuali e bambini potenzialmente vulnerabili: Nei bambini c’è una varietà di reazioni emotive e

comportamentali, parliamo di:

bambini con “temperamento difficile&rdq

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
18 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher 24a03s04i di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Florit Elena.