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FE.Frontal Assessment Battery (FAB)
Il FAB è un test di screening breve per la valutazione delle funzioni cognitive e comportamentali, che può essere somministrato nella fase acuta o post-acuta. È costituito da 6 subtest e il punteggio totale deriva dalla somma dei 6 punteggi parziali.
Cognizione sociale e comportamento: in seguito a lesione frontale, sono frequenti disturbi comportamentali ed emotivi. La cognizione sociale è l'insieme delle conoscenze e delle abilità sociali ed emotive che consentono a un individuo di avere un comportamento socialmente adeguato. Quattro test molto importanti sono quindi:
- Test della teoria della mente: elaborazione degli stati mentali degli altri.
- Test di attribuzione delle emozioni: attribuzione di specifici stati emotivi a protagonisti di storie o scene emotive.
- Test delle situazioni sociali: giudizio di comportamenti come adeguati o come violazioni sociali.
- Test di distinzione morale/convenzionale: distinzione tra regole
Sociali e regole morali.
Comportamento e personalità: è noto che i danni cerebrali modificano lo stato biologico e quello psichico della persona, producendo cambiamenti temporanei o permanenti in diversi comportamenti. Dopo una lesione cerebrale sono frequenti le alterazioni a lungo termine del comportamento e delle personalità.
Neuropsychiatric Inventory (NPI): costituito da 12 item riguardanti i più comuni disturbi neuropsichiatrici del comportamento, sia in eccesso sia in difetto, delle emozioni e della motivazione. Il valutatore è il familiare o il caregiver principale, e in alcuni casi anche l'infermiere delle case di riposo o delle lungodegenze. Aspetto interessante è l'inserimento della variabile legata al disagio del familiare. La prima applicazione della scala è stata nella demenza di Alzheimer, successivamente è stata utilizzata anche per l'ictus e per il trauma cranio-encefalico.
Iowa Ratings Scale of
Personality Change (IRSPC): obiettivo di analizzare e quantificare le modificazioni del comportamento, dell'affettività e delle competenze sociali che possono verificarsi dopo lesioni cerebrali. Le informazioni vengono fornite da parenti e amici e consiste in 26 item che descrivono i disturbi dell'espressione emotiva, del comportamento e della personalità. In aggiunta 4 item di controllo permettono di capire quando i giudizi di parenti e amici non sono obiettivi. Dallo studio risultò che i soggetti con lesione prefrontale ventro-mediale avevano più disturbi della personalità rispetto a quelli con lesione prefrontale senza associata lesione ventro-mediale. Test per la valutazione delle attività Executive Function Performance Test (EFPT): per una valutazione completa delle FE utilizzate dai soggetti nelle attività di vita quotidiana, è necessario utilizzare compiti da eseguire nel mondo reale. Questo test valuta iprocessi esecutivi che intervengono nelle seguenti quattro attività di vita quotidiana; preparare e scaldare un pasto, gestire l'assunzione di farmaci, usare il telefono, pagare un conto. Il somministratore prima di iniziare il test sottopone il soggetto a una breve intervista per avere indicazioni sulla sua familiarità con i compiti proposti. In ciascun compito vengono valutati il livello di autonomia e la necessità di assistenza assegnando punteggi da 0 a 4, rispettivamente da indipendenza a incapacità di agire senza l'aiuto di una persona esterna. Il test, dunque, non valuta le funzioni compromesse ma quanto le capacità residue del soggetto gli consentono di eseguire le attività richieste in autonomia.
10. La riabilitazione delle funzioni esecutive: modelli e approcci riabilitativi
La riabilitazione cognitiva consiste in un processo terapeutico volto a migliorare la capacità di un individuo di elaborare e usare l'informazione.
In modo da permettergli un migliore funzionamento nella vita di tutti i giorni. Lo scopo ultimo della riabilitazione dovrebbe, quindi, essere il miglioramento del funzionamento adattivo dei pazienti, tenuto conto della situazione in cui dovranno vivere e lavorare. La scelta delle diverse strategie di intervento dovrebbe basarsi sul livello di dipendenza ambientale dell'individuo, sulle sue abilità e disabilità e sul livello di consapevolezza del deficit.
Gli interventi che apportano cambiamenti all'ambiente in cui vive il paziente intendono ridurre o addirittura eliminare l'handicap derivante dal deficit cognitivo. Si riesce a migliorare l'adattamento dell'individuo ma non si riabilitano le sue capacità; possono essere utilizzati come strategia a breve termine. Un intervento sull'ambiente può consistere anche nel modificare le richieste al paziente.
Anche le attività di compensazione si basano sulle abilità residue.
del paziente e, quindi, non si pongono l'obiettivo di riabilitare la funzione cognitiva deficitaria. Gli interventi comportamentali, invece, hanno lo scopo di aumentare o diminuire la frequenza con cui accadono alcuni modi di fare e si basano sui principi della terapia comportamentale. Bisogna dunque utilizzare un approccio processo-specifico, per andare a migliorare il funzionamento dei processi cognitivi, nell'aspettativa che l'intervento generalizzi alle situazioni della vita quotidiana. La valutazione dell'efficacia del trattamento è un'operazione molto complessa; alcune difficoltà risiedono nella variabilità prodotta dal danno organico, difatti anche se si considera una sola patologia ci sono numerosissime variabili che possono incidere sugli effetti del trattamento. Questi fattori possono facilmente essere confusi con i risultati del trattamento. Esiste inoltre una notevole variabilità.nell'espressione del deficit cognitivo. Una corretta applicazione di un programma di riabilitazione dovrà quindi tenere conto di tutte queste specificazioni. È necessaria una costante verifica dell'efficacia del trattamento, poiché è sempre possibile che non produca l'effetto atteso su un particolare paziente. Per condurre una riabilitazione cognitiva scientificamente provata è necessario che la pratica clinica sia supportata da metodologie di ricerca. È suggerito l'utilizzo di disegni di ricerca su caso singolo, in quanto questa metodologia permette una valutazione longitudinale dei cambiamenti e rispetta le disabilità e le risorse specifiche di ogni individuo. La valutazione del trattamento è essenziale sia per il paziente sia per il terapista, in quanto fornisce un utile feedback che permette di comprendere progressi ed errori commessi. Per dimostrare un miglioramento del funzionamento cognitivo, il progresso deve essere valutato attraverso test e misurazioni oggettive. È importante considerare anche il punto di vista del paziente e coinvolgerlo attivamente nel processo di valutazione e monitoraggio. In conclusione, una corretta riabilitazione cognitiva richiede un approccio basato sulla ricerca, una valutazione continua e una collaborazione attiva tra paziente e terapista.osservato od osservabile deve produrre un avanzamento che si manifesta anche in altri compiti o contesti. Gordon, in particolare, evidenza come l'efficacia debba essere verificata a tre diversi livelli:- Il miglioramento della prestazione deve trasferirsi da una sessione di training all'altra e su forme alternative degli stessi compiti;
- Il miglioramento della prestazione deve essere evidente anche nei risultati ai test neuropsicologici che misurano la funzione che si voleva riabilitare;
- Il miglioramento della prestazione deve manifestarsi anche nella vita quotidiana del soggetto.
Questa differenza. In generale, le donne hanno un esito più favorevole dopo un trauma cranico. La ricerca ha dimostrato inoltre che l'età al momento del danno cerebrale influenza i cambiamenti strutturali e funzionali, così come le capacità attentive del paziente sembrano costituire un buon indice di recupero cognitivo, in quanto queste modulano la connettività sinaptica e facilitano la riparazione e la riconnessione nei circuiti danneggiati.
Basi teoriche della riabilitazione cognitiva: La psicologia cognitiva e le neuroscienze costituiscono il fondamento teorico della riabilitazione cognitiva. Poiché la maggior parte delle nostre abilità cognitive è appresa e si sviluppa nel tempo, è stato teorizzato che il recupero delle funzioni possa avvenire tramite esercizi progettati per riattivare o migliorare il processo di base danneggiato. L'idea sottostante è che il recupero delle funzioni cognitive possa avvenire.
attraverso il riapprendimento della funzione. La riabilitazione cognitiva, dunque, si fonda su due fondamentali approcci: a. Compensazione = utilizzata per evitare che il deficit cognitivo produca effetti invalidanti nelle attività quotidiane attraverso l'insegnamento di strategie per ridurre l'impatto di tale deficit. b. Riabilitazione cognitiva diretta = finalizzata all'adattamento funzionale del paziente. La riabilitazione diretta si basa su due fondamentali impostazioni teoriche: 1. dell'adattamento funzionale, l'approccio il quale ritiene che la riabilitazione debba essere attuata in un contesto funzionale. Per cui ai pazienti sono insegnati comportamenti in relazione all'ambito in cui vivono. 2. processo-specifico, l'approccio il quale sottolinea come le funzioni cognitive possano essere danneggiate in modo selettivo, ponendo l'obiettivo del recupero intrinseco della funzione. Le ricerche più recenti sostengono sempre più lao valutazione accurata delle funzioni cognitive coinvolte. Una volta identificati i deficit specifici, è possibile pianificare un programma di riabilitazione personalizzato per indirizzare e migliorare le aree colpite. La riabilitazione cognitiva può essere condotta in diversi contesti, come ad esempio in un centro specializzato, a domicilio o tramite l'utilizzo di strumenti digitali. Durante il processo di riabilitazione, vengono utilizzate diverse strategie e tecniche per stimolare e potenziare le funzioni cognitive compromesse. Le attività di riabilitazione possono includere esercizi di memoria, attenzione, problem solving, linguaggio e abilità visuo-spaziali. Inoltre, possono essere utilizzati strumenti come giochi, software specifici o dispositivi tecnologici per favorire l'interazione e l'allenamento cognitivo. È importante sottolineare che la riabilitazione cognitiva richiede un impegno costante e una partecipazione attiva da parte del paziente. I risultati possono variare da individuo a individuo, ma con la giusta motivazione e l'assistenza di professionisti qualificati, è possibile ottenere miglioramenti significativi nelle funzioni cognitive compromesse. In conclusione, la riabilitazione diretta dei deficit cognitivi è possibile attraverso un approccio processo-specifico che prevede una diagnosi accurata seguita da un programma di riabilitazione personalizzato. La partecipazione attiva del paziente e l'assistenza di professionisti qualificati sono fondamentali per ottenere risultati positivi.