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I MODELLI MOTIVAZIONALI

Boyatzis (1982) parte dal presupposto che l'efficacia di una performance non può essere tale se essa è determinata dal caso, cioè se non è correlata a specifici obiettivi e alle attività attuate per il loro raggiungimento. Se si vuole valutare una prestazione bisogna osservare come essa viene conseguita.

Vanno rilevati:

  • contenuto, richieste, del job (cosa l'organizzazione si attende per lo svolgimento dell'attività)
  • insieme delle risorse personali e delle competenze della persona (cosa una persona è in grado di fare e perché)
  • contesto organizzativo (come il contenuto del job deve essere realizzato)

Questi tre fattori sono tra loro in interazione dinamica, poiché ognuno ha effetto sugli altri. Il contesto organizzativo determina le competenze individuali da attivare per rispondere alle richieste del contenuto del job. L'equilibrio dinamico di queste tre componenti

determina l'efficacia della performance (best fit). Boyatzis definisce la competenza come una spinta interna alla persona, composta da tre livelli:

  • motivazione e tratti
  • immagine di sé e ruolo sociale
  • abilità

Le competenze quindi sono caratteristiche intrinseche alla persona che appaiono generiche ma che si manifestano in azioni specifiche finalizzate alle richieste dell'organizzazione e dell'ambiente. Boyatzis e Sala (2004) sottolineano l'importanza di due tipi di competenze che più di altre fungono da spinta:

  • competenza personale: composta da autoconsapevolezza (riconoscere le proprie emozioni e valore) e gestione di se stessi (adattamento, autocontrollo, integrità e coscienziosità)
  • competenza sociale: composta da consapevolezza sociale (capacità empatica e orientamento agli altri) e capacità sociale (capacità di guida degli altri e di costruire legami)

Queste sono dette competenze distintive

Perché permettono di distinguere una performance superiore rispetto a una prestazione standard o accettabile, per la quale sono sufficienti le competenze soglia, come le conoscenze o le abilità di base.

I MODELLI DINAMICI-COSTRUTTIVISTI

Per Le Boterf (1994) il possedere una competenza è rilevante nella misura in cui la persona è in grado di utilizzarla con efficacia, al momento opportuno e in situazioni concrete. Ragionare in astratto sulle competenze o separarle dal contesto non permette di cogliere l'aspetto dinamico del rapporto tra persona e lavoro.

La competenza è influenzata da tre fattori:

  • saper agire: padronanza della situazione, che presuppone la combinazione tra le conoscenze e il saper fare
  • voler agire: motivazione della persona di intervenire
  • poter agire: contesto che rende possibile e legittima l'attivazione di una competenza

La capacità di cooperare dipende dal saper cooperare, cioè dalle rappresentazioni condivise e

delle competenze degli altri membri del gruppo; - la cooperazione tra individui permette di combinare le competenze individuali per raggiungere obiettivi comuni; - la condivisione delle competenze favorisce lo sviluppo di sinergie e la creazione di soluzioni innovative; - la cooperazione permette di condividere conoscenze e esperienze, facilitando l'apprendimento e la crescita personale e collettiva; - la cooperazione favorisce la solidarietà e l'appoggio reciproco, creando un clima di fiducia e collaborazione all'interno del gruppo; - la cooperazione permette di affrontare sfide complesse in modo più efficace, grazie alla diversità di prospettive e competenze presenti nel gruppo; - la cooperazione favorisce la creazione di relazioni positive e durature, sia all'interno del gruppo che con altre organizzazioni o comunità. In sintesi, la cooperazione è un elemento fondamentale per lo sviluppo delle competenze individuali e collettive, permettendo di sfruttare al meglio le risorse disponibili e di affrontare le sfide in modo più efficace.qualsiasi competenza che si manifesta in un contesto lavorativo specifico è in realtà il prodotto di saperi elaborati socialmente anche al di fuori di quel contesto specifico. La responsabilità di far emergere una competenza non è tutta a carico della persona, dipende anche dalle condizioni ambientali esterne: il management, i mezzi, gli strumenti, le condizioni di lavoro. L'agire in un'organizzazione richiede l'adesione a norme del contesto professionale che definiscono, in termini comportamentali, ciò che è ammesso fare e ciò che non lo è. I vantaggi della mappatura delle competenze: - la de-verticalizzazione delle organizzazioni e quindi l'eliminazione dei livelli gerarchici inutili o dannosi - maggiore importanza data al presidio dei processi rispetto al più tradizionale presidio delle funzioni - necessità di sviluppare percorsi disviluppo delle persone di tipo orizzontale e inter-funzionale rispetto ai tradizionali modelli di sviluppo verticale-gerarchico. Un'analisi delle competenze può contribuire all'individuazione delle risorse necessarie per realizzare la mission e vision aziendale; può supportare le persone nel percorso di autoconoscenza e autoformazione; può orientare lo sviluppo professionale e i piani di carriera. L'individuo rigenera la posizione attraverso le proprie caratteristiche individuali, interpretando stimoli e vincoli dell'ambiente. Quanto più una persona è disadattiva, tanto più può essere creativa e innovativa se adeguatamente accolta e ricondotta alla mission organizzativa. Il bilancio di competenze nasce in Francia verso la metà degli anni 80 per aumentare le chance di occupazione delle persone, in un contesto caratterizzato da alta disoccupazione e dalla richiesta di figure altamente specializzate.

Il percorso personale è un processo che, attraverso una mediazione sociale, identifica le potenzialità personali e professionali suscettibili di essere investite nell'elaborazione e realizzazione di progetti di inserimento sociale e professionale. Attua un'analisi puntuale delle competenze personali e professionali, delle attitudini e motivazioni della persona, e cerca di renderla consapevole delle sue capacità e carenze, per poi stendere un progetto di sviluppo professionale, nel quale possa soddisfare le proprie aspirazioni.

Non è sufficiente possedere delle competenze, bisogna essere in grado di identificarle, capire la loro efficacia e sapere quando e come metterle in atto. Il riconoscimento delle potenzialità si basa sul superamento di una coscienza di sé vaga e confusa, per arrivare a una riscoperta delle risorse identificate nel corso del bilancio. La persona viene messa al centro dell'intervento di orientamento, come principale testimone della propria

Storia e autrice del proprio adattamento all'ambiente. Le competenze sono sviluppabili lungo tutto il corso della vita: grande valore alla formazione continua come strumento di miglioramento.

Le tecniche di rilevazione delle competenze. Non essendo tutte direttamente osservabili, per identificarle ci si deve basare sui comportamenti dei soggetti. Kandola e Pearn (1992) indicano alcune tecniche utilizzate:

  • Tecniche di tipo qualitativo: osservazione non strutturata
  • Raccolte dati di tipo quantitativo: griglie di repertorio

Osservazione: fornisce informazioni preziose sull'operatività, varietà dei compiti, quadro generale. Conseguenza negativa è la distorsione di alcuni comportamenti da parte del lavoratore, che si sente osservato. Un'altra difficoltà è data dall'impossibilità di osservare i comportamenti non manifesti.

Diari: flessibili e versatili. Lavoratori addestrati alla registrazione puntuale e i dati possono

Essere interpretati attraverso uno schema di lettura comune. L'aspetto positivo è che non è una tecnica invasiva per i lavoratori. Però chi compila tende a concentrarsi di più sui compiti che non sui comportamenti svolti.

Interviste: sia per analizzare il compito, sia per analizzare le caratteristiche della persona, sia per verificare l'effettività della job description. Si possono intervistare sia i lavoratori, che i colleghi, che i direttiresponsabili, anche con interviste di gruppo. La singola intervista al lavoratore potrebbe fornire solo una prospettiva limitata e distorta, per questo si ritiene necessario intervistare anche un coordinatore o superiore diretto. È temporalmente lontana dal compimento del lavoro, ma a questo si può ovviare tramite domande mirate.

Prevede una fase preliminare in cui vengono chiariti gli scopi al lavoratore. Si passa poi alla fase centrale in cui si chiarisce prima il ruolo dell'intervistato,

Poi le singole attività, le sue conoscenze e infine le skills della persona.

Tecnica dell'incidente critico (Flanagan, 1954): raccolta delle informazioni relative a incidenti, eventi eccezionali, che hanno portato a risultati particolarmente brillanti o a insuccessi. Questa procedura prevede l'esame di numerosi episodi in modo da arrivare a un'analisi completa della mansione. Poi gli episodi vengono valutati da un team di esperti. I vantaggi del suo utilizzo sono: flessibilità, la non necessità di ricorrere ad analisti esperti, aderenza al lavoro, in quanto le domande sono strettamente legate all'attività e ai comportamenti abituali.

Liste di controllo e repertori: elenchi di attività e comportamenti. Si possono raccogliere grandi quantità di informazioni e si presta facilmente a un'analisi quantitativa dei dati. Lo svantaggio è che è scarsamente aderente alla specifica mansione, data la genericità.

Dell'approccio. Le competenze nelle nuove forme di lavoro

Tra le nuove forme di lavoro si annovera il lavoro interinale: lavoratore assunto da un'apposita agenzia emesso a disposizione di un'impresa che ne utilizza la prestazione lavorativa. È legato da un contratto di lavoro subordinato con l'agenzia, non con l'impresa in cui si attua la sua prestazione. Si fonda su due contratti distinti: quello di fornitura, tra l'agenzia e l'impresa; quello interinale, tra l'agenzia e il lavoratore temporaneo. Nel servizio di lavoro interinale messo a disposizione dall'agenzia è possibile individuare tre funzioni distinte:

  1. Collocamento, consiste nell'avvicinare le parti, il prestatore d'opera e l'impresa che ritiene di non poter assumere a tempo indeterminato persone necessarie per soddisfare esigenze contingenti
  2. Amministrativa, per cui l'azienda che ricorre al lavoro interinale può disporre di una
quasi immediata evitando gli aspetti burocratici pesanti. Risulta vantaggioso particolarmente in contesti di piccole dimensioni.- Formativa, implicitamente assolta dall’impre
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Publisher
A.A. 2018-2019
53 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/06 Psicologia del lavoro e delle organizzazioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Valesempre di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia del lavoro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trieste o del prof Garzitto Maria Lisa.