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Genetica comportamentale e determinazione del sesso/genere

Prendendo in considerazione le teorizzazioni di Dunn e Plomin, riguardanti l'ambito della genetica comportamentale e gli studi su gemelli eterozigoti e omozigoti, è possibile rilevare che le differenze genetiche possono spiegare percentuali non elevate di variabilità della diversità comportamentale: 40/50% nel caso di gemelli omozigoti e 20% per quelli eterozigoti, rispetto a quella spiegabile da fattori ambientali, contestuali, socio-culturali. Studi riguardanti gli individui che al momento della nascita presentano organi sessuali non definibili come maschili o femminili (intersessualità) hanno dimostrato che l'attribuzione chirurgica del sesso ha una ricaduta fortissima su ciò che accade in seguito nella vita di tali persone, poiché condizionato da schemi connessi a consolidati stereotipi inerenti modalità di interazione riferibili al femminile e al maschile. Da ciò emerge che nella determinazione del sesso/genere,

La formula cromosomica non è in grado di avere un effetto determinante senza il rimando ad una serie di pratiche di socializzazione che riguardano significati, rappresentazioni e prefigurazioni di ruolo in cui l'individuo è inserito al momento del suo ingresso in società.

L'ipotesi sociobiologica sostiene che ogni espressione comportamentale sia geneticamente determinata; il gene è considerato un elemento invariante che guida e direziona la variabilità, ossia l'evoluzione. Un'altra affermazione di questa teoria riguarda la convinzione che l'uomo è il prodotto di una sequenza meccanica che, per mezzo di successive operazioni chimiche, porta alla formazione del corpo umano con le sue diverse strutture. Tale processo non esclude che alcune di queste strutture siano in grado di modificarsi in virtù dell'interazione con l'ambiente extragenetico ed extrasomatico, organizzandosi secondo modalità non

geneticamente prestabilite. Su questi fondamenti si afferma il modello della coevoluzione, l'evoluzione congiunta di gene e ambiente, ossia l'azione combinata tra il livello biologico e quello socio-culturale-ambientale. I geni portano alla strutturazione del cervello, imponendo le leggi di sviluppo mentale e della cultura come prodotto di tale sviluppo della mente nell'interazione con l'ambiente, e la cultura incide sui geni attraverso l'azione della selezione naturale e di altri agenti evolutivi, permettendo la riproduzione di specifici geni che portano a specifiche strutturazioni della mente. Le diverse modalità di organizzazione sociale umana (inclusa quella della differenza sessuale) risultano essere o la diretta conseguenza dell'azione dei geni, o il risultato dell'affermazione di un determinato gruppo sociale su un altro, con la conseguente imposizione di una specifica riproduzione genetica di una determinata cultura che torna a incidere.

sulladimensione genetica. Questo modello teorico offre una giustificazione epistemologica anche di ideologie riguardanti ladifferenza sessuale: affermare che i geni intervengano nella determinazione del comportamento maschile e femminileimplica la legittimizzazione di cose come la predominanza dell'uomo sulla donna, la divisione dei compiti all'interno dellacoppia uomo/donna, e dell'organizzazione sociale della differenza come unica possibilità e scopo del processo evolutivo.In ambito psicologico troviamo l'approccio individualistico, volto ad analizzare fenomeni di natura psicologica attraversolo studio dell'individuo nella sua singolarità e specificità, prescindendo dalla sua rete di relazioni. Assumere questoapproccio in tema di differenza sessuale e di genere significa acquisire uno schema concettuale che analizza uomini edonne isolatamente in relazione alle loro caratteristiche, affermando quindi che l'appartenenza sessualeè legata a determinati comportamenti, schemi di pensiero e atteggiamenti fondati sul sesso biologico. La psicologia differenziale dei sessi ha elaborato modelli teorici che hanno prodotto determinati criteri per identificare le componenti costitutive della differenza sessuale/di genere:
  • Il modello della congruenza
  • Il modello dell'androginia psicologica
  • Il modello maschile
Il modello della congruenza afferma che esistono delle caratteristiche della personalità stabili e pervasive che differenziano i due sessi, che si escludono reciprocamente rispetto ad una dimensione unica di mascolinità-femminilità, la quale può essere misurata attraverso appositi strumenti psicometrici. Il benessere psicologico è tanto maggiore quanto più gli individui si collocano verso uno dei due poli in modo congruente con il proprio sesso biologico. Questo modello fa sì che nell'ottica dell'analisi del rapporto sesso/genere, il sessocoincida con il genere o addirittura lo preceda.
Il modello dell'androginia psicologica sostiene che mascolinità e femminilità sono due dimensioni indipendenti del medesimo sistema di personalità, rendendo quindi possibile l'androginia psicologica, ossia la coesistenza all'interno della stessa persona di caratteristiche sia maschili sia femminili, assicurando maggiore flessibilità psicologica all'individuo al di là della gabbia costrittiva dei costrutti di ruoli di genere e negando l'incidenza dell'aspetto biologico.
Il modello maschile vede il benessere della persona come funzione dell'aderenza all'orientamento di genere maschile, indipendentemente dal sesso di appartenenza, avendo la mascolinità conseguenze positive. Questa considerazione rafforza una visione maschio-centrica della realtà socio-culturale, annullando la differenza tra i sessi in un sistema di rappresentazione puramente.

maschile. Il fattore preminente nella formazione dell'identità di genere non può essere considerato esclusivamente quello biologico-naturale, senza l'interconnessione con le determinanti sociali e culturali alla base della strutturazione dei costrutti di mascolinità e femminilità.

Capitolo 3 - La centralità del genere. Approccio socio-culturale e sessualità

L'approccio socio-culturale tende a riferire le matrici della differenza sessuale al complesso dei fattori sociali e culturali che intervengono nella strutturazione delle dimensioni costitutive dell'identità sessualmente connotata, individuando nel genere il costrutto in grado di sintetizzare i criteri di tale orientamento. La sessualità si rivela come il prodotto di meccanismi di costruzione culturale che trovano il proprio fondamento nell'interazione intersoggettiva, di conseguenza il modello del maschile e del femminile si rivelano come

derivazione dei processi di costruzione e ricostruzione di significati mediante i quali definire l'identità sessuale e di genere, ricostruendo il legame tra rappresentazioni socialmente condivise e percezioni/vissuti individuali. Femminilità e mascolinità si configurano come modalità apprese di vivere, percepire ed esprimere il proprio essere uomini o donne, sulla base dell'interiorizzazione di concezioni, credenze, norme e script di ruolo che ineriscono la differenza sessuale. Tutto ciò porta ad una definizione in termini processuali del concetto di genere, attraverso la continua esposizione a dinamiche di trasformazione e cambiamento connesse all'evoluzione dei tempi e della cultura. Secondo l'orientamento socio-costruzionista, gli individui in relazione tra di loro costruiscono la realtà attraverso dinamiche interattivo-comunicative, basate sui propri sistemi di rappresentazione, sul significato che si attribuisce.

Il comportamento delle persone dipende spesso dal comportamento degli altri e dal tipo di risposta che si prevede di ricevere, al fine di mantenere una coerenza tra il proprio comportamento e la risposta attesa. Questo fenomeno è chiamato stereotipizzazione sociale e si riferisce all'assegnazione collettiva di significati socialmente e culturalmente determinati.

Gli stereotipi sessuali e di genere sono il risultato dei meccanismi di categorizzazione del maschile e del femminile che vengono utilizzati per interpretare la realtà in termini di differenze tra mascolinità e femminilità, basati sull'individuazione di alcune caratteristiche che discriminano i due sessi/generi. Le principali schematizzazioni stereotipiche riguardano:

  • Strumentalità-emotività, con la prima attribuita al maschile e la seconda al femminile
  • Agency-communion, ovvero la capacità di orientarsi all'azione, correlata al maschile, e l'assunzione di comportamenti comunitari, associata al femminile
  • Competenza-calore,
rispettivamente maschile e femminile:
  1. forza-grazia, rispettivamente l'una maschile e l'altra femminile
  2. etica dei diritti-etica della responsabilità, dove gli uomini sono più legati ad un'idea di etica basata sull'uguaglianza piuttosto che sull'equità, sul disconoscimento dei legami naturali e su una visione individualistica di esistenza e questioni morali, mentre le donne prendono in considerazione i rapporti umani e i bisogni altrui
  3. indipendenza-interdipendenza, che vede autonomia e indipendenza associate al maschile, e la definizione di sé tramite l'interazione con l'altro inerenti al femminile
  4. dominio sul mondo interno-dominio sul mondo esterno, secondo cui gli uomini si caratterizzano per la gestione della sfera sociale e pubblica e le donne per quella intrapsichica ed emotiva interna
  5. tendenza alla relazione di gruppo-tendenza alla relazione diadica: gli uomini tendono a prediligere gruppi sociali ampi, le donne tendono a preferire relazioni più intime e di coppia

donne le diadiDa ciò consegue che l'immagine maschile risulta valorizzata, essendo maggiormente caratterizzata da tratti comunemente considerati positivi, mentre quella femminile è connotata maggiormente in senso negativo, con un rimando al modello della congruenza o al modello maschile.

A rafforzare l'immagine di mascolinità e femminilità concorrono specifici veicoli di diffusione di rappresentazioni stereotipiche, con un ruolo di fondamentale importanza svolto dai media. Le principali aree di socializzazione nelle quali gli adulti assumono comportamenti diversi, con notevoli ricadute sulla determinazione del sistema comportamentale del bambino/a sono riguardano la scelta dei giocattoli, gli stili di gioco incoraggiati, la rilevanza attribuita alle emozioni, l'assegnazione di compiti ecc. Se non intervenissero queste forme di socializzazione primaria, per gli esseri umani non esisterebbe nessuna femminilità o mascolinità.

stereotipicamente intesa. La famiglia effettua una vera e propria "istruzione sessuale" rispetto a questi due costrutti. Anche la scuola e tutte le diverse agenzie educative si configurano come fondamentali contesti di produzione, riproduzione e trasmissione di credenze stereotipiche inerenti l'identità di genere, ad esempio tramite i contenuti.

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Publisher
A.A. 2021-2022
6 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Kyr4 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Taurino Alessandro.