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Disturbi da deprivazione e coinvolgimento sociale disinibito

RAD (Disturbo reattivo dell'attaccamento) e il coinvolgimento sociale disinibito sono disturbi che hanno a che vedere con contesti di grave deprivazione, come gli orfanotrofi, e raramente riguardano contesti relazionali più standard. Sono condizioni estreme in cui non è possibile la costruzione di un legame di attaccamento. Ad esempio, negli orfanotrofi la persona che si occupa del bambino è sempre diversa, quindi non si può sviluppare un legame preferenziale.

I disturbi da deprivazione/maltrattamento del CD 0-3R hanno già nel nome la causa del disturbo: il problema è che il bambino non ha stabilito una relazione preferenziale con una figura di attaccamento, perché questa figura non c'è.

In questo caso, il bambino può presentare due sottocategorie:

  • Una inibita, in cui il bambino non si rivolge a nessuno e quindi non attiva il comportamento di attaccamento nei confronti di nessuna figura. Il bambino ha tendenzialmente una chiusura su sé stesso.

Eun'incapacità di autoconsolarsi. - una disinibita per cui il bambino ricerca figure estranee a chi chiedere rassicurazioni e si fa consolare da chiunque in maniera indiscriminata, non stabilendo una figura preferenziale. Inizialmente, quindi, si riteneva che il disturbo da deprivazione/maltrattamento fosse uno solo con due sottotipi e questa era l'idea che seguiva il CD 0-3R. In realtà da alcune osservazioni fatte negli ultimi anni si è stabilito che sono due disturbi diversi, anche se hanno la stessa causa. Uno è il RAD, l'altro è il disturbo da coinvolgimento sociale disinibito, come classificato nel CD 0-5.

I disturbi della relazione del CD 0-5 sono descritti nel seguente modo: il bambino presenta un sintomo (in un'area come il sonno, l'alimentazione, il comportamento ecc.) che si verifica solo in una relazione specifica. Una riflessione a riguardo è che è normale che un bambino quando presenta un sintomo

inizialmente lo manifesta solo nelle relazioni primarie (oaddirittura solo in quella con la madre).Questo sintomo, a meno che non si intervenga rapidamente, con una certafrequenza, si estende pian piano anche alle altre relazioni e diventaparte del vissuto del bambino, rientrando quindi poi negli altridisturbi.Bisogna chiedersi allora se abbia senso descrivere un disturbo dellarelazione quando in realtà si può descrivere un disturbo clinico specifico epoi il contesto relazionale all’interno del quale esso si presenta.Nella classificazione del CD 0-5 descrivendo le cose in questo modo non sidice che c’è una relazione disturbata ma che è il bambino che presenta undisturbo in quella relazione .

Asse II nel CD 0-3RL’Asse II del CD 0-3R riguarda la classificazione della relazione: permette di fareuna valutazione della classificazione della relazione del bambino con ilcaregiver che riguarda una serie di aree:

  1. Livello di funzionamento globale
  2. sia del bambino che del genitore 2. Livello di angoscia sia del bambino che del genitore 3. Flessibilità adattativa sia del bambino che del genitore 4. Livello di conflitto e di capacità di risoluzione tra bambino e genitore 5. Effetto della qualità della relazione sul processo di sviluppo del bambino Per valutare questi elementi che riguardano aspetti relazionali specifici la CD 0-Scala3R ha proposto due scale, una delle quali è la scala PIRGAS (in italiano per la Valutazione Globale della Relazione Genitore-Bambino). I problemi riguardanti la relazione possono associarsi o meno a comportamenti sintomatici del bambino. La diagnosi di disturbo o difficoltà della relazione viene fatta quindi non solo sulla base del comportamento osservato, ma anche in base all'esperienza soggettiva del bambino espressa dal genitore durante l'intervista e in base all'esperienza soggettiva del bambino espressa per esempio nel gioco. La scala PIRGAS permette divalutare intensità, frequenza e durata delle difficoltà tra genitore e bambino attraverso l'analisi di questi elementi. La scala va da 0 a 100: - 80-100: relazione adattata (tutto sommato le aree di funzionamento sono buone) - 41-80: tratti di un disturbo della relazione (in misura più o meno forte ci sono disfunzionalità importanti) - 0-40: disturbo della relazione Altri aspetti valutati dall'Asse II sono relativi a caratteristiche tipiche che si hanno in caso di relazioni disturbate. Nello specifico vengono valutati 3 aspetti: - Qualità comportamentale dell'interazione genitore-bambino (come bambino e genitore si relazionano dal punto di vista comportamentale) - Tono affettivo (angoscia, rabbia, ostilità, ecc.) - Coinvolgimento psicologico dei genitori (percezioni genitoriali) Ci sono inoltre una serie di descrittori che possono aiutare il clinico a definire la relazione in termini di: - Iper-coinvolgimento - Ipo-coinvolgimentoma non è la causa principale del disturbo stesso. Tuttavia, la qualità della relazione può influenzare il modo in cui il disturbo si manifesta e viene gestito. Inoltre, è importante sottolineare che le scale di valutazione della qualità delle relazioni non sono strumenti diagnostici, ma servono a fornire una descrizione dettagliata delle dinamiche relazionali. Questo può essere utile per comprendere meglio il contesto in cui si sviluppa il sintomo del bambino e per individuare eventuali interventi o supporti necessari. In conclusione, la valutazione della qualità delle relazioni è un aspetto fondamentale nel lavoro clinico con i bambini e le loro famiglie. Le scale di valutazione possono fornire un quadro più completo e dettagliato delle dinamiche relazionali, contribuendo a una migliore comprensione e gestione dei sintomi.relazione genitore-bambino può essere compromessa. Tuttavia, è importante sottolineare che l'autismo non è causato da una genitorialità disfunzionale. L'autismo è un disturbo del neurosviluppo che comporta difficoltà nella relazione e nella comunicazione. Queste difficoltà possono mettere a dura prova il genitore e influenzare negativamente la relazione con il bambino. Tuttavia, è fondamentale comprendere che l'eziopatogenesi e le caratteristiche del disturbo non possono essere automaticamente attribuite a una genitorialità disturbata. L'espressione sintomatica del bambino è il risultato dell'interazione nel tempo tra le sue caratteristiche individuali e quelle del genitore. Se il bambino ha delle problematiche specifiche legate all'autismo, la qualità della relazione genitore-bambino può essere compromessa. Tuttavia, è importante evitare di colpevolizzare i genitori e comprendere che l'autismo è un disturbo complesso che richiede un supporto adeguato sia per il bambino che per la famiglia.La relazione può essere alterata dal disturbo del bambino, ma può essere anche peggiorata o migliorata dalla qualità della genitorialità. La relazione, quindi, può essere implicata nel disturbo del bambino oppure può rappresentare una buona risorsa per affrontarlo. Bisogna quindi chiedersi come è la relazione rispetto al sintomo che il bambino presenta. Per questo è importante distinguere e classificare la relazione su un altro asse e valutarla separatamente dal disturbo. A prescindere dalla classificazione (CD 0-3R o 0-5) il senso dell'Asse II è quello di comprendere come il bambino e il genitore contribuiscano entrambi al funzionamento e di osservare come si regolano l'un l'altro. Asse II nel CD 0-5 Nell'Asse II del CD 0-5, che riguarda il contesto relazionale, alcuni elementi vengono più dettagliati. Nella prima sezione viene valutato l'adattamento della relazione caregiver-bambino secondo alcune dimensioni: 1.

    Dimensioni dell'accudimento (es. assicurare la sicurezza fisica, provvedere ai bisogni di base, assumere il punto di vista del bambino, tollerare emozioni ambivalenti; quindi, aspetti man mano più complessi)

    Contributi del bambino alla relazione (es. temperamento, profilo sensoriale, livello di sviluppo, stile di apprendimento, ecc.) che possono essere classificati come: Forte, non preoccupante, preoccupante. Ad esempio, un bambino con un temperamento particolarmente difficile può essere un contributo forte o preoccupante per la relazione, che si altera in virtù di queste caratteristiche del bambino e il genitore non riesce ad adattarsi ad esse.

    Analizzando insieme queste due dimensioni si valuta il livello di funzionamento adattivo:

    • Livello 1: Relazioni da ben adattate a sufficientemente buone
    • Livello 2: Relazioni da tese ad ansiose
    • Livello 3: Relazioni da compromesse a disturbate
    • Livello 4: Relazioni da disorganizzate a pericolose

    Il CD 0-5 nell'Asse II

    considera il contesto relazionale allargato, quindi non solo le relazioni primarie ma tutto l'ambiente di accudimento. Nella seconda sezione, infatti, viene valutato l'ambiente di accudimento e l'adattamento del bambino (in termini di armonia, integrazione e coordinazione nella rete di relazioni). Le dimensioni dell'ambiente di accudimento sono:
    • Problem Solving
    • Risoluzione di conflitti
    • Assegnazione del ruolo nell'accudimento
    • Comunicazione nell'accudimento: se è solo strumentale o anche emotiva
    • Investimento emotivo
    • Regolazione e coordinazione comportamentale
    • Armonia tra fratelli
    Anche in questo caso i livelli vanno da 1 a 4, da un ambiente di accudimento ben adattato a un ambiente disorganizzato o pericoloso. La valutazione diagnostica in età evolutiva I parametri di valutazione che bisogna considerare in età evolutiva cambiano nel corso del tempo. Nella prima infanzia la relazione è certamente l'aspetto più importante da valutare, mentre con l'avanzare dell'età diventano rilevanti anche altri fattori come l'autonomia, la socializzazione e le competenze cognitive.più importante da considerare, insieme alla valutazione dei sintomi, mentre la personalità all'inizio della vita non è ancora presente e quindi non può essere descritta. Via via che il bambino cresce e arriva alla seconda infanzia e poi all'adolescenza e all'età adulta, l'aspetto relazionale non viene più valutato sulla base di criteri osservativi bensì viene valutato insieme alla personalità come qualità delle relazioni che vengono interiorizzate e cominciano a far parte della personalità dell'individuo. Aree di valutazione Nel passaggio tra le diverse età si hanno delle variazioni anche nella tipologia di aree rilevanti da osservare per la valutazione e la diagnosi. Infatti, quando si fa la valutazione di un bambino i diversi disturbi e le
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
157 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher williamkry18 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicodinamica e psicopatologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Speranza Annamaria.