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Il ricorso per cassazione
Profili generali 1. Il ricorso per cassazione appartiene alla categoria delle azioni di impugnativa e la funzione è quella di verificare l'esistenza di un vizio della sentenza e rimuoverlo. Se accolto, il ricorso determina l'annullamento della sentenza impugnata con o senza rinvio al giudice di merito. Dal punto di vista strutturale e funzionale la Cass presenta delle ambiguità: il primo profilo riguarda la stessa funzione della Corte all'interno del sistema: funzione a. nomofilattica, cioè il dovere di assicurare l'esatta osservanza e l'uniforme interpretazione della legge, nonché l'unità del diritto oggettivo nazionale. In un sistema come quello italiano, che non contempla la forza vincolante del precedente giudiziale, inteso come modello di decisione per casi futuri, la nomofilachia è un obiettivo mai realizzabile. La funzione nomofilattica appartiene ad ogni sezione della Corte: quando cisono decisioni contrastanti delle singole sezioni è previsto l'intervento delle SSUU che risolvono il conflitto. I giudici di Strasburgo riconoscono il ruolo primario delle Corti supreme nazionali che devono dirimere i contrasti giurisprudenziali e fissare una interpretazione certa delle norme. Se così non fosse, ne risulterebbe pregiudicato lo stesso valore dell'equo processo (6§1 cedu). La Cass è anche quella che si manifesta nella quotidianità delle decisioni: prassi giudiziarie, moltiplicazione di ricorsi, eccessiva produzione di sentenze, incisivi controlli sulla motivazione sospingono la Corte verso il modello del giudice di terza istanza. L'elevato numero di pronunce in Cass costituisce il principale ostacolo alla costruzione di linee interpretative chiare, solide e stabili. Il secondo profilo di ambiguità riguarda il confine tra legittimità e merito. La Cass è giudice di legittimità. Formula giudizi diessere interpretato dalla Corte). Inoltre, la Corte può valutare se il giudice di merito ha applicato correttamente le norme di diritto e se ha tenuto conto di tutte le circostanze rilevanti nel prendere la sua decisione. Tuttavia, la Corte non può sostituire il suo apprezzamento a quello del giudice di merito, a meno che non vi siano gravi errori o violazioni di legge evidenti. In conclusione, il ruolo della Corte di Cassazione è quello di garantire la correttezza e la logicità delle decisioni prese dai giudici di merito, senza interferire nella loro valutazione dei fatti.essere individuato dal giudice di merito o anche dalla Cass? Si ritiene che la possa interpretare quel significato, c'è incursione nel merito). Il problema della distinzione tra legittimità e merito è avvertito in giurisprudenza. La Cassazione non può sostituire i propri criteri valutativi a quelli presenti nella decisione impugnata pena il rischio di trasformarsi in un giudice di fatto. È però una pretesa eccessiva: ogni volta che la Cassè chiamata a sindacare la correttezza della motivazione in fatto, si apre un ragionevole spazio d'incursione nel merito. Se il ricorrente lamenta l'illogicità della sentenza perché il giudice di appello ha travisato il senso di una dichiarazione, la Corte non può giustificare l'annullamento delle sentenze se non (re)interpretando quella stessa dichiarazione.
Provvedimenti censurati in Cassazione
2. In linea con il 111.7 Cost, il codice individua i provvedimenti
ricorribili per Cassazione: i provvedimenti in materia di libertà personale e le sentenze (fanno eccezione le pronunce sulla giurisdizione o sulla competenza che possono dar luogo a un conflitto) le sentenze pronunciate in grado d'appello o inappellabili (e altri provvedimenti che lo stesso codice o legge speciali considerano espressamente ricorribili) i provvedimenti abnormi, da ricondursi all'area dei provv.ti non consentiti dalla legge Casi di ricorso 3. Il ricorso per cassazione è un mezzo di impugnazione a critica vincolata. Significa che può essere proposto, a pena di inammissibilità, solo per motivi tassativamente indicati dalla legge al 606. I motivi sono: la parte può ricorrere in Cassazione per lamentare l'esercizio, da parte del giudice, di una potestà riservata dalla legge ad organi legislativi o amministrativi ovvero non consentita ai pubblici poteri (606.1 lett ). Emerge qui il ruolo della Corte come organo di vertice cheDeve assicurare la separazione dei poteri. Le doglianze riguardano l'eccesso o lo straripamento del potere giurisdizionale. Il giudice esercita una funzione legislativa (crea per analogia una norma incriminatrice, condannando l'imputato per un fatto non previsto dalla legge come reato), esercita una funzione amministrativa (annulla un provvedimento del prefetto), si attribuisce un potere non riconosciuto agli organi dello Stato (condanna un soggetto penalmente immune o decide su materie riservate ad autorità straniere).
Nell'area dell'eccesso di potere cade anche il difetto di giurisdizione del giudice ordinario rispetto al giudice speciale. Lo si ricava dall'ipotesi prevista dal 620 lett, cui deve corrispondere un motivo di ricorso, a meno di ritenere che il vizio sia solo ricavabile d'ufficio ex 609.2.
Se accoglie il ricorso rilevando l'eccesso o lo straripamento di potere, la Corte annulla senza crinvio (620 lett) error incensurabile in.
Cass è l'errore di diritto che fa riferimento a una norma sostanziale (b. iudicando: errore nell'applicazione di diritto sostanziale). Tale vizio consiste nell'inosservanza o nell'erronea applicazione della legge penale o di altre norme rilevanti ai fini dell'applicazione della legge penale (606.1 lett ). L'erronea applicazione della legge può nascere anche da una falsa interpretazione della norma sostanziale. Ai fini dell'applicazione del 606.1 lett , non rileva né la mancata concessione della sospensione condizionale della pena, né l'errore in materia di determinazione della pena e di comparazione delle circostanze. L'inosservanza o l'erronea applicazione può riguardare anche una norma diversa da quella penale sostanziale purché se ne tenga conto nell'applicazione della legge penale. Di questa categoria fanno parte le cd norme penali in bianco e tutte le ipotesi in cui ilIl precetto è integrato da atti normativi (regolamenti, provvedimenti amministrativi). È il caso del 650 cp (inosservanza dei provvedimenti della pubblica autorità). Ai fini dell'ammissibilità del ricorso non è sufficiente la mera indicazione della norma violata, ma occorre specificare il tipo di errore compiuto dal giudice di merito. Per la giurisprudenza è necessario che il vizio abbia avuto un'influenza decisiva sul dispositivo. Gli errori di diritto che non incidono sul dispositivo sono rimediabili con lo strumento della rettificazione (619.1). È un motivo di ricorso per cassazione l'inosservanza di norme processuali stabilite a pena di nullità, inutilizzabilità, inammissibilità e decadenza, contenute nel codice o in leggi speciali (errores in procedendo: errore nell'applicazione di norme di diritto processuale) (606.1 lett. c). L'atto è diverso dal modello legale oppure viola un divieto probatorio.
Esula dall'area del ricorso per cassazione la mera irregolarità. La Corte, per risolvere la questione, è autorizzata ad accedere agli atti del procedimento: diventa quindi anche giudice del fatto rilevante ai fini dell'invalidità dedotta dal ricorrente.
Per quanto riguarda l'inutilizzabilità si rileva in Cassazione solo se la prova acquisita in violazione di un divieto ha realmente influito sulla decisione impugnata. Tale è, secondo le SSUU, la prova che riveste un peso determinante sulla formazione del convincimento del giudice di merito, nel senso che la struttura argomentativa della sentenza sarebbe stata diversa senza l'uso di quella prova.
Il ricorso che censura l'inutilizzabilità deve essere autosufficiente: la parte deve produrre l'atto ritenuto viziato e dimostrare come abbia inciso sul compendio probatorio che sorregge e giustifica la sentenza impugnata, per permettere alla Corte di sindacare l'effettiva influenza.
decisoriaLa parte può ricorrere in cassazione per violazione del diritto alla prova. Ai fini del ricorso rileva solo la mancata assunzione di una prova contraria decisiva, purché la parte ne abbia fatto richiesta, anche durante l'istruzione dibattimentale (606.1 lett ). Deve essere una prova contraria ai sensi del 495.2, cioè di una prova a discarico richiesta dall'imputato su fatti costituenti oggetto di prove a carico, ovvero di una prova a carico richiesta dal PM su fatti oggetto di prove a discarico. Viene in rilievo la controprova speculare, cioè quella che insiste sullo stesso oggetto della prova diretta (es il testimone dell'accusa afferma di aver visto l'imputato sul luogo del delitto; il testimone della difesa si limita a negare la presenza dell'imputato in quello stesso luogo). È ragionevole includere anche la controprova antagonista, che introduce un tema diverso e più ampio (es controprova d'alibi). PerConfutare la prova diretta su di un certo tema (es. la presenza dell'imputato sul luogo del delitto), si fornisce la prova contraria su un diverso tema (es. la contemporanea presenza dell'imputato in un luogo diverso), incompatibile con il primo.
Il vizio che deriva dalla mancata assunzione di una controprova può essere denunciato in Cassazione, indipendentemente dal momento in cui è stata formulata istanza probatoria nel corso del dibattimento.
Il riferimento alla mancata assunzione di una prova contraria va inteso in senso ampio: comprende sia la mancata ammissione di una controprova rilevante e non superflua (art. 190), che la mancata successiva assunzione di una controprova già ammessa (es. controprova revocata dal giudice al di fuori dei casi previsti dall'art. 495.4).
L'omessa valutazione della prova contraria decisiva è censurabile in Cassazione solo come vizio di motivazione secondo l'art. 606.1 lett.
Problematico è individuare il concetto di prova contraria decisiva.
o atto di accusa, dimostri in modo inequivocabile la colpevolezza dell'imputato. Tale prova può consistere in testimonianze, documenti, reperti o qualsiasi altro elemento che confermi la versione dell'accusa. Inoltre, è fondamentale che la prova sia ottenuta nel rispetto delle norme di legge, al fine di garantire la validità e l'affidabilità delle evidenze presentate in tribunale. Nel corso del processo, il giudice valuterà attentamente la prova presentata dall'accusa e quella fornita dalla difesa, al fine di giungere a una decisione equa e imparziale. È importante sottolineare che la prova deve essere sufficientemente solida e convincente per dimostrare la colpevolezza dell'imputato al di là di ogni ragionevole dubbio. Infine, è compito dell'accusa presentare la prova in modo chiaro e organizzato, utilizzando i mezzi tecnici e le risorse disponibili per rendere comprensibile e persuasiva la propria tesi.