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CAPITOLO 45 – IL GIUDIZIO DI CASSAZIONE E LA FASE DI RINVIO

Dal ricorso per Cassazione prende vita il peculiare giudizio di fronte alla Corte Suprema di Cassazione. Si parla di giudizio di legittimità per sottolineare la sua essenziale natura di controllo dell'interpretazione ed applicazione, in opposizione al giudizio di merito comprensivo della ricostruzione dei fatti storici.

Un diritto al ricorso in Cassazione per violazione di legge contro le sentenze è garantito dall'art. 111 co. 7 Cost.

La Corte di Cassazione, oggi qualificata come organo supremo della giurisdizione, all'origine non rivestiva affatto natura di ente giurisdizionale ma si presentava piuttosto quale organo ausiliario del potere legislativo volto al controllo esterno dell'attività giurisdizionale. Il tempo ha poi condotto alla piena giurisdizionalizzazione della Corte, con la conseguente attrazione del ricorso per Cassazione alla categoria dei

mezzi di impugnazione. Oggi possiamo tranquillamente ascrivere il ricorso per Cassazione al novero dei mezzi di impugnazione ordinari, dal momento che lo troviamo richiamato tra quelli la cui sopravvenuta inesperibilità determina il passaggio in giudicato formale dellasentenza.

La Corte di Cassazione italiana è un giudice centralizzato, con sede in Roma ed è un organo investito di molteplici funzioni istituzionali, quali il controllo della giurisdizione e la funzione nomofilattica (cioè quel compito che l'ordinamento attribuisce alla Corte di Cassazione, di garantire la corretta osservanza della legge e la uniformità dell'interpretazione e dell'applicazione del diritto oggettivo).

2. I provvedimenti ricorribili

Ricorribili per Cassazione sono le sentenze d'appello, sicché il giudizio di Cassazione configura una peculiare "terza istanza"; dunque sono ricorribili le sentenze della Corte d'appello che ha pronunciato

come giudice d'appello dellesentenze del tribunale, e le sentenze del tribunale che ha deciso in secondo grado nei confronti delle sentenze delgiudice di pace. Sono poi ricorribili per Cassazione le sentenze in unico grado, cioè: - le sentenze del tribunale installabili in quanto pronunciate secondo equità; - le sentenze del tribunale dichiarate dalla legge non appellabili; - le sentenze della Corte d'appello investita della controversia quale giudice di unico grado; - le sentenze di accertamento pregiudiziale sull'efficacia, validità ed interpretazione dei contratti ed accordi collettivi. È ricorribile per Cassazione anche la sentenza pronunciata dal tribunale quando le parti abbiano concordatamenterinunciato all'appello. La rinuncia all'appello è ammessa anche anteriormente alla pronuncia della sentenza e permette alla parte soccombente di portare la sentenza direttamente in Cassazione, ma solo per violazione o falsa applicazione.delle norme di diritto. Il regime del ricorso contro le sentenze non definitive non coincide con quello dettato per l'appello: ai sensi dell'art.360 c.p.c. non sono passibili di ricorso immediato e diretto le sentenze non definitive, cioè quelle che decidono di questioni insorte senza definire il giudizio. Il ricorso verso tali sentenze può essere proposto solo allorché sia impugnata la sentenza che definisce il giudizio. Le altre figure di sentenze parziali (condanne generiche e parzialmente definitive) restano assoggettate all'alternativa tra l'immediata ricorribilità e la ricorribilità differita all'impugnazione della sentenza definitiva, con conseguente necessità che la parte che voglia impugnare successivamente formuli riserva di impugnazione onde evitare il passaggio in giudicato della sentenza. A parte vanno considerati quei provvedimenti emessi in forma diversa dalla sentenza (ordinanze e decreti), che decidono sudiritti nei cui confronti non è prevista alcuna specifica impugnazione: contro tale tipo di provvedimenti è sempre ammesso il ricorso per Cassazione straordinario. Il ricorso per Cassazione ha ricevuto un considerevole impulso proprio dall'art. 111 co. 7 Cost: sappiamo che l'ambito di tale norma è stato molto dilatato dalla Corte di Cassazione fino al punto di ricomprendervi tutti i provvedimenti - si tratta di provvedimenti che hanno attitudine ad incidere su diritti soggettivi delle parti (decisorietà) e che possiedono il requisito della definitività. Quindi, il ricorso per Cassazione è oggi il mezzo di controllo dei provvedimenti decisori e impugnabili nelle materie più disparate. L'art. 362 c.p.c. prevede la ricorribilità per Cassazione delle decisioni in grado d'appello o in unico grado del giudice amministrativo o di un giudice speciale, per motivi attinenti alla giurisdizione del giudice stesso.

normariguarda le sentenze del Consiglio di Stato, della Corte dei Conti. Nessuna limitazione vige per le sentenze della Corte di giustizia tributaria di secondo grado che sono impugnabili per tutti i motivi.

3. I motivi di ricorso

Il ricorso per Cassazione si presenta come una tecnica specifica di impugnazione “a motivi obbligati”, cioè a critica vincolata.

Malgrado la minuziosa formulazione dell'art. 342 c.p.c., la proponibilità dell'appello resta non subordinata a motivi specifici; pertanto, non è necessario che il soccombente traduca in un motivo predeterminato la censura che muove alla sentenza. Questo perché l'appello è un mezzo devolutivo con effetto sostitutivo verso un giudizio di merito. Nel giudizio di Cassazione le cose si presentano diversamente proprio perché la Corte era stata pensata come un controllore esterno e non come un nuovo giudice: per essere ammissibile, il ricorso deve ricondurre le censure

di Cassazione rimanda la causa). Durante la fase rescindente, la Corte di Cassazione verifica la sussistenza dei motivi di ricorso e decide se accoglierlo o respingerlo. Se il ricorso viene accettato, la sentenza impugnata viene annullata e la causa viene rimandata al giudice di merito per una nuova decisione sul merito della causa. Durante questa fase, il giudice di Cassazione è vincolato ai motivi specificamente dedotti nel ricorso e non può valutare criticamente la sentenza per ragioni non esplicitamente menzionate nei motivi. Questo perché la Corte di Cassazione non ha il potere di giudicare autonomamente la controversia, ma può solo verificare se ci sono stati errori di diritto o vizi procedurali nella sentenza impugnata. È quindi compito dell'avvocato del soccombente individuare in che termini e in quali limiti il vizio della sentenza o l'errore del giudizio possono essere ricondotti a uno dei motivi previsti dall'articolo 360 del codice di procedura civile. Se l'avvocato non riesce a individuare un motivo valido, il ricorso potrebbe essere dichiarato inammissibile. In conclusione, il ricorso per Cassazione è una fase del processo che ha lo scopo di verificare la correttezza della sentenza impugnata, ma la Corte di Cassazione è vincolata ai motivi specificamente dedotti nel ricorso e non può valutare criticamente la sentenza per ragioni non esplicitamente menzionate.

Rinviala causa). I motivi dell'art. 360 c.p.c. sono caratterizzati dall'essere tutti i motivi di diritto, nel senso che non è contemplata tradi essi la denuncia dell'errore di fatto: Alla Corte non spetta il controllo diretto del fatto, ad essa è preclusa la verifica della realtà degli accadimenti storici; essa è investita esclusivamente del giudizio di legittimità.

Il codice di procedura distribuisce i motivi in due categorie fondamentali e 5 distinte figure.

Le due categorie sono:

  • errori di giudizio, cioè vizi del contenuto della decisione;
  • errori di procedura, cioè errori di attività con esito di nullità del processo o della sentenza.

Le 5 distinte figure, in cui è ammesso il ricorso, sono:

  1. motivi attinenti alla giurisdizione la parte soccombente può chiedere la cassazione della sentenza impugnata denunciandone l'illegittimità conseguente alla violazione delle norme che

Presiedono all'attribuzione della giurisdizione al giudice italiano, o al riparto della giurisdizione tra i vari ordini giurisdizionali nazionali, o ancora alla stessa esistenza della potestà giurisdizionale. La Cassazione funge da organo di controllo finale delle attribuzioni delle giurisdizioni presenti nell'ordinamento italiano.

2) Per violazione delle norme sulla competenza, quando non è prescritto il regolamento di competenza la parte soccombente può chiedere la cassazione della sentenza quando ritenga violate le norme sulla competenza del giudice, e sempre che l'incompetenza non si sia sanata per mancata o tardiva rilevazione. Le sentenze ricorribili per Cassazione con il mezzo ordinario sotto il profilo della competenza sono le sentenze che hanno pronunciato contemporaneamente sul merito ed affermativamente sulla competenza. Restano escluse dal ricorso ordinario le ordinanze declinatoria della competenza o affermative della sola competenza.

del giudice adito.

3) per violazione o falsa applicazione di norme di diritto questo terzo motivo ci porta all'errore incidente sulla formulazione del giudizio: questo riguarda l'interpretazione e l'applicazione del diritto sostanziale (cioè delle norme che regolano il rapporto giuridico oggetto del processo). Queste norme danno al giudice il criterio per giudicare e quindi si pongono quale metro del relativo giudizio: l'errore sulla loro ricognizione, interpretazione o applicazione al caso concreto produce un vizio di giudizio.

Inoltre, l'errore nell'interpretazione e nell'applicazione della norma può talora riguardare la legge processuale: questo accade allorché oggetto di disputa e quindi decisione sia una regola del procedere. In tal caso la norma processuale funge da metro di giudizio e l'eventuale errore del giudizio si presenta quale vizio del contenuto della decisione.

Con l'espressione "norma di

norma di diritto può essere contenuta nella legge in senso formale ma può essere ricavata anche dai provvedimenti assimilati alla legge sotto il profilo degli effetti (decreto-legge, decreto legislativo) e all'occorrenza da provvedimenti a carattere regolamentare. Alla violazione e falsa applicazione delle norme di diritto la "diritto" si intende violato il precetto normativo da applicarsi al caso di specie. Talvolta questo precetto normativo può coincidere con un articolo di legge; ne segue che una singola norma può anche nascere dalla combinazione di più disposizioni sparse in più articoli e ricondotte ad unità dall'interpretazione sistematica. Il concetto di violazione di norma di diritto ricomprende la violazione dei principi di diritto, cioè delle regole generali estraibili in via logico-ricostruttiva dal sistema giuridico e dall'insieme dei suoi valori.l testo fornito può essere formattato utilizzando i seguenti tag HTML:

norma assimila anche le norme poste dai contratti ed accordi collettivi di lavoro: dunque l'errore del giudice di merito nell'interpretazione o applicazione di tale normativa è parimenti denunciabile con ricorso per Cassazione.

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SSD Scienze giuridiche IUS/15 Diritto processuale civile

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rachelecosta_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Procedura civile e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Panzarola Andrea.