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- IL TARGET
Per chi sviluppiamo il servizio?
Il target ci aiuta a distinguere il raggio d’azione nel quale
operiamo e progettiamo l’intervento, dunque comprende
sia la popolazione che risiede e frequenta il contesto
desiderato (e dunque i beneficiari) ma anche i soggetti
formali (ovvero le istituzioni che operano).
Le tre macro fasce d’azione dunque sono:
1)Tutti i frequentatori del contesto: il plenum delle
persone che ne fanno parte, senza distinzioni di sorta,
finalizzati a promuovere direttamente una crescita del
benessere relazionale generale.
2)Le singole fasce di membri (con difficoltà comuni ed
omogenee)
- - PER DIFFICOLTÀ (persone con problemi di
depressione, immigrati con esigenza di mediazione e
integrazione culturale, persone disabili e loro
familiari…)
- PER INTERESSI (persone appassionate allo sport,
all’arte,…)
- PER VALORI (persone che praticano una confessione
religiosa, persone impegnate nel volontariato o nella
cittadinanza attiva…)
- PER FASE DI VITA (giovani, genitori in attesa di un
nuovo figlio, genitori con figli della medesima fascia
d’età, coppie, anziani…)
- BISOGNI (bisogno di accompagnamento dei figli a
scuola, bisogno quotidiano di fare la spesa o di
sbrigare commissioni, bisogno di accudimento di un
familiare con ridotta autosufficienza…)
3)Singoli soggetti, famiglie o gruppi con situazioni di
disagio conclamato.
Possiamo dunque parlare di NUOVI CORTILI, che si propone
come un’opportunità per tessere relazioni tra le persone in
una società dove è sempre più facile scoraggiarsi e
ripiegarsi nell’individualismo. Parliamo di CORTILI per
evocare uno dei più antichi contesti di prossimità propri del
vicinato popolare. Con la costruzione di nuovi spazi di
vicinato è più facile parlare di parentela sociale, laddove si
crea uno spazio sicuro nel ‘’cortile’’ piuttosto che nel
‘’parco’’ ogni membro del vicinato può più facilmente avere
possibilità di riunirsi e indirettamente tessere relazioni di
prossimità.
I contesti di prossimità che si vogliono promuovere sono
caratterizzati da 3 tipo di legami:
1)Legami liberi: l’uomo è libero quando DECIDE di
appartenere (lavanco e novara), quindi parliamo di
libera assunzione di impegni interpersonali. I legami
liberi richiedono reciprocità e dunque una donazione
reciproca.
2)Legami liberati dall’atavica dicotomia (divisione) tra
vicinanza e libertà, tra il diritto alla distanza e il diritto
alla relazione, tra il bisogno del proprio spazio e il
bisogno di spazi condivisi. Da qui la definizione di
comunità autentica che si distingue dalla falsa perché
rispetta le persone libere, la ricchezza delle diversità e
valorizza le difficoltà, che - affrontate in chiave
evolutiva - possono essere generative di arricchenti
cambiamenti. Il punto del discorso è che spesso gli
obiettivi liberali e quelli comunitari possono avere degli
interessi comuni (punti di convergenza) che creano un
processo di improvement della relazione.
3)Legami liberanti, chiamate energie di vera solidarietà,
sono capaci di concretizzare il mutuo aiuto e
l’attenzione tra le persone e sono fattore di
capacitazione e di empowerment per tutti, a partire
dalle persone più deboli. In questo modo si può essere
felici facendo gli interessi degli altri.
Dato che anche negli scorsi capitoli è emersa l’importanza
di seguire un criterio nell’agire del lavoro sociale e dunque,
di conseguenza anche l’importanza di avere un metodo
d’azione qui a seguito proponiamo delle linee di azione che
possono divenire non già delle piste operative ma degli
spunti di riflessione:
distinguiamo in primis le azioni di attivazione e le azioni di
organizzazione, le prime vengono chiamate di sviluppo
della comunità e mirano alla sensibilizzazione delle persone
e dei guppi facendone crescer4e la disponibilità e la
capacità relazionale. Le azioni di organizzazione invece
sono finalizzate ad organizzare le disponibilità emerse e
perciò vengono denominate ‘organizzazione di comunità’’
inoltre le azioni possono essere dirette e indirette, dunque
dirette se perseguono l’ obiettivo esplicito di promuovere
l’evoluzione dei rapporti di prossimità, indirette quando lo
fanno implicitamente.
Le principali linee di azione sono:
- Azioni di comprensione, cioè attività di rilevazione, di
analisi e di valutazione delle informazioni quantitative
e qualitative inerenti al contesto di prossimità in cui si
intende operare. Vengono classificate tra le STRATEGIE
INDIRETTE.
Si tratta di un lavoro di “analisi collettiva” dei bisogni e
delle risorse del contesto di prossimità. Il primo passo,
infatti, non è “fare” ma “capire” e, soprattutto, “capire
insieme”.
- Azioni di reticolazione relazionale, consistenti in
attività di linking interpersonale, cioè di messa in
contatto tra persone, di approfondimento e