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Riassunto esame Principi e metodi del servizio sociale, Prof. Giordano Maria, libro consigliato Tutori di resilienza, Marco Giordano Pag. 1
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- IL TARGET

Per chi sviluppiamo il servizio?

Il target ci aiuta a distinguere il raggio d’azione nel quale

operiamo e progettiamo l’intervento, dunque comprende

sia la popolazione che risiede e frequenta il contesto

desiderato (e dunque i beneficiari) ma anche i soggetti

formali (ovvero le istituzioni che operano).

Le tre macro fasce d’azione dunque sono:

1)Tutti i frequentatori del contesto: il plenum delle

persone che ne fanno parte, senza distinzioni di sorta,

finalizzati a promuovere direttamente una crescita del

benessere relazionale generale.

2)Le singole fasce di membri (con difficoltà comuni ed

omogenee)

- - PER DIFFICOLTÀ (persone con problemi di

depressione, immigrati con esigenza di mediazione e

integrazione culturale, persone disabili e loro

familiari…)

- PER INTERESSI (persone appassionate allo sport,

all’arte,…)

- PER VALORI (persone che praticano una confessione

religiosa, persone impegnate nel volontariato o nella

cittadinanza attiva…)

- PER FASE DI VITA (giovani, genitori in attesa di un

nuovo figlio, genitori con figli della medesima fascia

d’età, coppie, anziani…)

- BISOGNI (bisogno di accompagnamento dei figli a

scuola, bisogno quotidiano di fare la spesa o di

sbrigare commissioni, bisogno di accudimento di un

familiare con ridotta autosufficienza…)

3)Singoli soggetti, famiglie o gruppi con situazioni di

disagio conclamato.

Possiamo dunque parlare di NUOVI CORTILI, che si propone

come un’opportunità per tessere relazioni tra le persone in

una società dove è sempre più facile scoraggiarsi e

ripiegarsi nell’individualismo. Parliamo di CORTILI per

evocare uno dei più antichi contesti di prossimità propri del

vicinato popolare. Con la costruzione di nuovi spazi di

vicinato è più facile parlare di parentela sociale, laddove si

crea uno spazio sicuro nel ‘’cortile’’ piuttosto che nel

‘’parco’’ ogni membro del vicinato può più facilmente avere

possibilità di riunirsi e indirettamente tessere relazioni di

prossimità.

I contesti di prossimità che si vogliono promuovere sono

caratterizzati da 3 tipo di legami:

1)Legami liberi: l’uomo è libero quando DECIDE di

appartenere (lavanco e novara), quindi parliamo di

libera assunzione di impegni interpersonali. I legami

liberi richiedono reciprocità e dunque una donazione

reciproca.

2)Legami liberati dall’atavica dicotomia (divisione) tra

vicinanza e libertà, tra il diritto alla distanza e il diritto

alla relazione, tra il bisogno del proprio spazio e il

bisogno di spazi condivisi. Da qui la definizione di

comunità autentica che si distingue dalla falsa perché

rispetta le persone libere, la ricchezza delle diversità e

valorizza le difficoltà, che - affrontate in chiave

evolutiva - possono essere generative di arricchenti

cambiamenti. Il punto del discorso è che spesso gli

obiettivi liberali e quelli comunitari possono avere degli

interessi comuni (punti di convergenza) che creano un

processo di improvement della relazione.

3)Legami liberanti, chiamate energie di vera solidarietà,

sono capaci di concretizzare il mutuo aiuto e

l’attenzione tra le persone e sono fattore di

capacitazione e di empowerment per tutti, a partire

dalle persone più deboli. In questo modo si può essere

felici facendo gli interessi degli altri.

Dato che anche negli scorsi capitoli è emersa l’importanza

di seguire un criterio nell’agire del lavoro sociale e dunque,

di conseguenza anche l’importanza di avere un metodo

d’azione qui a seguito proponiamo delle linee di azione che

possono divenire non già delle piste operative ma degli

spunti di riflessione:

distinguiamo in primis le azioni di attivazione e le azioni di

organizzazione, le prime vengono chiamate di sviluppo

della comunità e mirano alla sensibilizzazione delle persone

e dei guppi facendone crescer4e la disponibilità e la

capacità relazionale. Le azioni di organizzazione invece

sono finalizzate ad organizzare le disponibilità emerse e

perciò vengono denominate ‘organizzazione di comunità’’

inoltre le azioni possono essere dirette e indirette, dunque

dirette se perseguono l’ obiettivo esplicito di promuovere

l’evoluzione dei rapporti di prossimità, indirette quando lo

fanno implicitamente.

Le principali linee di azione sono:

- Azioni di comprensione, cioè attività di rilevazione, di

analisi e di valutazione delle informazioni quantitative

e qualitative inerenti al contesto di prossimità in cui si

intende operare. Vengono classificate tra le STRATEGIE

INDIRETTE.

Si tratta di un lavoro di “analisi collettiva” dei bisogni e

delle risorse del contesto di prossimità. Il primo passo,

infatti, non è “fare” ma “capire” e, soprattutto, “capire

insieme”.

- Azioni di reticolazione relazionale, consistenti in

attività di linking interpersonale, cioè di messa in

contatto tra persone, di approfondimento e

Dettagli
A.A. 2023-2024
5 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fabiana12345678910 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Principi e metodi del servizio sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Giordano Maria.