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Definizione di servizio sociale
Nella definizione di servizio sociale adottata dall'International Federation of Social Workers approvata dall'assemblea generale dell'IFSW a Montreal nel luglio 2000 si afferma che "il S.S riconosce la complessità dell'interazione tra gli esseri umani e il loro ambiente [...] fa riferimento alle teorie dello sviluppo umano, del comportamento e dei sistemi sociali [...]".
4.2 Il rapporto individuo-contesto
Il rapporto individuo-contesto e quindi le conseguenze sul suo comportamento o meglio sulla sua agency, cioè il rapporto fra la capacità di agire della persona e le strutture sociali e culturali entro cui è inserita, è stato approfondito dalle varie scienze sociali (psicologia della personalità, e dello sviluppo, psicologia sociale, sociologia, antropologia) sotto diverse prospettive.
DETERMINISMO: prospettiva sviluppata dalla psicanalisi e dal comportamentismo → la psicanalisi ha sviluppato un determinismo
prodotto dalle dinamiche istintuali interne alla persona, il comportamentismo è un determinismo dovuto al contesto sociale in un rapporto stimolo-risposta. Dopo la metà del XX secolo, l'impostazione deterministica unilaterale viene messa in discussione e ci si orienta verso un rapporto di interazione, di reciprocità, di relazionalità fra individuo e ambiente. INTERAZIONISMO E NUOVE PROSPETTIVE: si sviluppano nuove prospettive come il cognitivismo e le dinamiche interattive individuo-situazione, o anche costruttivismo e sociologia relazionale. Intorno agli anni settanta e ottanta si delinea una corrente della psicologia della personalità e del suo sviluppo che viene chiamata approccio contestualista. Liverta Sempio e Marchetti affermano che in questo caso l'attenzione è focalizzata sulla persona che agisce nei setting; comportamento, emozioni e pensiero assumono forme e significato in relazione agli ambienti fisici e sociali e tali ambienti sono.definiti in gran parte dacomportamento, emozioni e pensiero dei partecipanti nelle situazioni.In questa prospettiva il contesto nell'esperienza delle persone va inteso come il risultato delle interpretazioniche le persone danno delle situazioni in cui si trovano. Queste interpretazioni derivano da opportunitàofferte dall'ambiente e interessi della persona. Quando si parla di contesto si fa riferimento anche alla cultura,alle conoscenze ed esperienze passate, alle aspirazioni e scopi. Bandura parla di reciprocità triadica, mettendoin relazione di interdipendenza i fattori personali interni alla persona, il comportamento e le influenzeambientali, ossia un sistema di forze interagenti che permettono alla persona di porsi in maniera attivarispetto alla situazione ambientale che può influenzare il suo comportamento ma che può anche esseremodificata proprio dal comportamento. Bandura parla anche di autoefficacia, ossia la capacità dellapersonadi compiere azioni orientate agli scopi che sta alla base della prospettiva che considera la persona attiva nell'orientare il proprio progetto di vita, nel fronteggiare situazioni di difficoltà. In questa prospettiva è centrale il concetto di sé, il processo percezione-rappresentazione della situazione per l'attivazione di azioni positive e l'importanza della realizzazione di compiti e azioni in grado di rafforzare l'immagine di sé e di potenziare la propria autostima. In un'altra impostazione Archer pone al centro del processo di reciproca influenza fra individuo e contesto il processo di conversazione interiore nel continuo dialogo che la persona fa con sé stessa per pervenire a formulare deliberazioni riflessive che gli permettono di autoconoscersi ma anche di capire cosa fare, dire, pensare rispetto alle situazioni esistenziali. La conversazione interiore, infatti, mette in moto le scelte circa i corsi di azione che siintendono realizzare tenendo conto delle opportunità e dei vincoli della situazione. Nonostante questo, le deliberazioni riflessive possono anche essere distorte o fratturate e quindi può essere importante rielaborare discorsivamente con un professionista dell'aiuto la propria conversazione interiore. Tuttavia, il processo interattivo sarà basato su una doppia ermeneutica, perché ogni interlocutore avrà una propria interpretazione della situazione: questo problema sarà risolvibile con l'ascolto e la negoziazione reciproca per una mediazione che possa permettere di affrontare in modo più adeguato la situazione di difficoltà. Un'altra prospettiva teorica è quella della sociologia relazionale relativa al rapporto individuo-contesto sia interumana sia istituzionale. La relazione assume una posizione centrale: la persona è ontologicamente relazione, si realizza attraverso le relazioni che costituiscono una.La donazione di senso da parte dei soggetti reciprocamente coinvolti non può esistere senza relazioni con gli altri, in quanto le relazioni sono il costitutivo del suo essere persona. Nelle scienze sociali, il soggetto dell'azione non è osservabile, comprensibile e spiegabile in sé e per sé, ma attraverso le relazioni sociali. La prospettiva relazionale insiste quindi sul rapporto tra le persone perché la connessione che si crea dipende sia dall'uno che dall'altro interlocutore, ma rappresenta anche una realtà terza, sui generis. La relazione sociale è quindi una realtà multidimensionale, interattiva e dialogica influenzata dalla cultura, dai valori, dalla personalità degli interlocutori, dal contesto in cui sono inseriti, della quale va colto il senso, l'intenzionalità, facendo attenzione a ciò che si osserva e si ascolta. Conoscere una persona presuppone creare un rapporto dialogico, relazionale.
una realtà interattiva nuova che permetta di capire in quale contesto relazionale la persona vive. Le relazioni che la persona instaura e quelle in cui è immersa diventano quindi nell’intervento professionale la chiave per conoscere la situazione di difficoltà per la quale la persona chiede aiuto e per cercare di produrre cambiamenti. Anche la realtà sociale è relazione: la società può essere considerata una rete di relazioni e sistemi e le istituzioni sociali possono essere considerati una sorta di condensazione di reti che si struttura e si modifica attraverso le relazioni che si instaurano fra i vari attori.
4.3 La conoscenza della realtà
Cognitivismo: processo di conoscenza della realtà da parte della persona → prospettiva della fenomenologia orientata alla comprensione dei fenomeni per un approfondimento di una possibile psicologia del significato. Negli anni cinquanta e sessanta del Novecento si prospetta un
Nuovo interesse per l'analisi dei processi cognitivi: ci si chiede come funziona la mente nel rapporto tra stimoli-informazioni in entrata e la loro rielaborazione in uscita. La teoria della conoscenza (fondata sul cognitivismo) studia i processi mediante i quali le informazioni, i dati dell'ambiente vengono acquisiti, trasformati e rielaborati. La mente viene concepita come un elaboratore di informazioni (è evidente l'influenza da parte della teoria dell'informazione sviluppatasi intorno agli anni cinquanta). Tuttavia nel processo conoscitivo della mente umana è fondamentale la finalizzazione della rielaborazione delle informazioni provenienti dal contesto; sull'elaborazione delle rappresentazioni della realtà realizzate dalla mente umana incidono infatti sia le conoscenze già possedute, sia le esperienze passate e presenti ma soprattutto le mete, le aspirazioni, le finalità, gli scopi che si intende raggiungere. Per superare i
rischi che tale prospettiva si trasformi in semplicemeccanicismo si prospetta l'ipotesi che la mente umana sia attiva e rielabori gli stimoli ambientali secondo schemi, i costrutti cognitivi che gli permettano di orientare l'azione. La realtà dunque non viene percepita in modo meccanico ma viene ricostruita attraverso i processi cognitivi che le attribuiscono significati fondamentali per l'agire umano: si parla quindi di cognitivismo-costruttivista. Goldstein parla pertanto di due approcci al cognitivismo: mediativo che studia i meccanismi della mente come scatola nera, e fenomenologico-umanistico che pone al centro la persona che interpreta gli stimoli provenienti dall'ambiente, le opportunità e i vincoli e reagisce con un comportamento finalizzato. Si parla nell'ultimo caso di ottica cognitivo-costruttivista, centrando l'attenzione nelle relazioni di aiuto, sul processo di ricostruzione di significati e di ipotesi di fronteggiamento di.situazioni di difficoltà che la persona attiva soprattutto attraverso il dialogo, l'interazione con gli altri e con lo stesso operatore. L'individuo agisce in base a un insieme di costrutti cognitivi che possono essere razionali, cioè adeguati alla lettura della realtà, o irrazionali, devianti rispetto alla conoscenza della realtà. Questi costrutti sono in grado di influenzare e di essere influenzati da emozioni, comportamento, interazioni con gli altri in un ciclo interattivo continuo. L'elemento terapeutico fondamentale risiede nell'aiuto dato dall'operatore alla persona perché riesca a riconoscere e verbalizzare i propri costrutti cognitivi in modo da coglierne gli aspetti irrazionali e distorcenti. In questo modo la persona avrà una maggiore consapevolezza di sé, della propria realtà, dei propri problemi, verso una nuova capacità riflessiva. Si tratta in conclusione di un processo di apprendimento.Di modalità valide e razionali di affrontare e risolvere situazioni problematiche per giungere a un cambiamento, sia del proprio dialogo interno, sia del comportamento per un rapporto più costruttivo con il proprio ambiente e per il raggiungimento di una maggiore autoefficacia. L'operatore deve quindi agire come accompagnatore di processi di cambiamento.
I nuovi orientamenti delle scienze cognitive:
Costruttivismo: capire come avviene il rapporto fra conoscenza e realtà oggettiva; la realtà come tale esiste, è reale ma ogni persona la conosce interpretandone i dati secondo i propri schemi mentali; in altre parole la conoscenza avviene nelle persone attraverso il formarsi e lo svilupparsi dei propri costrutti cognitivi.
Quello che interessa è la gnoseologia (come percepiamo e conosciamo la realtà), non l'ontologia (come è la realtà). Costruttivismo radicale o costruzionismo: la realtà sociale non esiste ma
è solo una costruzione dellamente. Alcune versioni di tale impostazione si rifanno a idee razionaliste-idealiste secondo cui la realtà esiste solo se e in quanto è pensata, cioè è il prodotto delle idee e della razionalità umana. Costruzionismo sociale: la realtà e