vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La struttura per età di riferimento
Nel definire la struttura per età di riferimento, si può considerare semplicemente il caso di nascite costanti. Per le nascite, limite inferiore, lo zero, limite superiore, numero finito, con una scala temporale sufficientemente lunga, il tasso di variazione del numero delle nascite si può ignorare. In breve, con popolazione chiusa (senza movimenti migratori), mortalità costante e assenza di variabilità individuale nell'età alla morte, si arriva alla conclusione che esiste una struttura per età di riferimento, verso la quale in ogni momento tende la struttura per età concreta. Questa struttura per età di riferimento è data dalla quota di vita che ogni individuo, in media, trascorre nella condizione di giovane, adulto e vecchio.
Riprendiamo allora la questione della struttura per età di riferimento, e vediamo se il concetto è applicabile anche in situazioni più generali, ad esempio quando vi è...
Variabilità individuale nell'età alla morte, che è detta anche durata media della vita, o "speranza di vita alla nascita", e indicata normalmente con il simbolo e. La risposta è si: si verifica che se l'età media alla morte è nota, ma vi è eterogeneità, per cui alcuni muoiono prima e altri dopo, tra e0, le età soglia (alfa e beta) e la quota di tempo trascorso nelle 3 condizioni fondamentali (giovane, adulto e vecchio) la relazione si complica un po', ma la struttura per età di riferimento esiste ancora, ed è relativamente facile da individuare. Invece, se c'è eterogeneità, questi anni vissuti costituiscono la struttura per età di una popolazione immaginaria detta stazionaria, che è quella che si formerebbe se le nostre ipotesi (assenza di migrazione; crescita zero; fecondità e mortalità costanti) valessero per un certo periodo di tempo.
Conclusione.
Con mortalità variabile, la struttura per età di riferimento non è più individuabile esattamente. Tuttavia, se l'evoluzione temporale della mortalità è relativamente regolare, è possibile, con pochi effetti distorsivi, agire come nel caso più semplice, e cioè utilizzare come standard la struttura per età della popolazione stazionaria associata alla tavola di mortalità del momento, ricordando però, che questo standard varia continuamente nel corso del tempo. Se, oltre ad ammettere variabilità nelle nascite e nella durata media della vita, si considerano anche i movimenti migratori in entrata e in uscita, il quadro si complica ulteriormente: non è possibile individuare con precisione matematica la struttura per età di riferimento. Ma è possibile andarci vicino, usando, ancora una volta, la struttura per età della popolazione stazionaria corrente, come se i movimenti.migratori non esistessero. Il motivo è che i movimenti migratori, purse presenti e forti, potrebbero risultare del tutto irrilevanti, in 3 casi teorici:
- entrate migratorie di una popolazione si compensano con uscite migratorie, a tutte le età;
- le entrate non si compensano con le uscite, ma il saldo migratorio, positivo o negativo che sia, ha la stessa struttura per età della popolazione in esame;
- le entrate non si compensano con le uscite, e il saldo ha una struttura per età diversa da quella della popolazione in esame, ma il fenomeno si esaurisce entro un numero limitato di anni.
Paese composto da un giovane, un adulto e un vecchio. Immigrazione di 3 persone: un giovane, un adulto e un vecchio, l'effetto strutturale è nullo. I cambiamenti di breve periodo, incidono, anche fortemente, sulla struttura per età corrente, ma non hanno influenza sulla struttura per età di riferimento, che coglie solo le variazioni di lungo periodo. Gli
arrivi degli immigrati non modificano sostanzialmente la struttura per età di riferimento, perché si tratta in ogni caso di cifre modeste in rapporto al totale della popolazione di accoglienza. Conclusione. Anche i movimenti migratori, come la variabilità nella mortalità, concorrono a modificare la struttura per età di riferimento, che non è quindi definibile matematicamente a priori. Tuttavia, salvo che in casi estremi, appare legittimo ignorare tali movimenti, e individuare la struttura per età di riferimento del sistema previdenziale sulla base della sola mortalità corrente. Le distorsioni che così si introducono appaiono solo di modestissima entità. La modifica nella struttura per età di riferimento che si ottiene tenendo conto degli immigrati va in un senso favorevole, perché aumenta il peso relativo degli adulti. Quindi, basare i calcoli sull'ipotesi di assenza di immigrazioni porta a un atteggiamentoprudente. Quella attuale (alla fine del 2005) è una situazione demograficamente favorevole. Per non complicare troppo il quadro abbiamo finora fatto finta che gli adulti A fossero tutti occupati O, e i vecchi V tutti pensionati R (o ritirati dal lavoro). Ma in realtà le cose non stanno così: vi sono adulti che non lavorano (casalinghe, studenti, disoccupati, ecc...), e vi sono vecchi che lavorano. Basta sostituire A con O e V con R, lasciare invariati i salari S e le pensioni P, il gioco è fatto. 4- A e V (quota di adulti e vecchi) sono i termini demografici, da confrontare di volta in volta con i corrispondenti valori della popolazione di riferimento; - o e r ci parlano di un aspetto economico dell'Impero: descrivono la propensione a risultare, rispettivamente, occupato e titolare di pensione; - p, cioè la pensione relativa (ponendo convenzionalmente pari a 1 il salario netto medio), è una scelta politica: dipende da quanto generosamente siTratta il pensionato medio in rapporto al salario medio. Il risultato finale di tutto ciò è l'aliquota contributiva c.
Conclusione. L'aliquota contributiva di equilibrio c è tanto più elevata quanto più generosi si è verso i pensionati (con alta pensione relativa p); quanto maggiore è la quota dei vecchi nella collettività V, e quanto più tra i vecchi ci sono titolari di pensione r. Viceversa, l'aliquota contributiva si abbassa se vi è un'alta quota di adulti A e se questi adulti sono spesso attivi sul mercato del lavoro (con alto o).
Non consideriamo il reddito assoluto, ma il reddito medio da lavoro per adulto. Uno dei motivi per cui questo reddito può variare è la variazione nella quota degli occupati sul totale, il che può dipendere da 2 cause:
- una distorsione nella struttura per età, per cui aumenta o diminuisce la quota degli adulti A (causa "demografica");
- ...
una diversa propensione al lavoro da parte, soprattutto, della popolazione adulta, e cioè un diverso rapporto di occupazione o = O/A (causa "economica").
Nel primo caso, il confronto con la struttura per età di riferimento indica che la variazione è solo temporanea. Nel secondo caso, e cioè se l'aumento del reddito prodotto è dovuto a un incremento della propensione individuale a lavorare, appare giusto che una fetta più grossa di una torta più grossa tocchi anche ai vecchi/pensionati. Ora, poiché il reddito da lavoro è dato dal prodotto O*SL (occupati per il loro salario), la torta per ogni adulto è
Il vantaggio di far riferimento a questa grandezza è che il salario netto per adulto SNA ingloba in un'unica variabile tutte le variazioni economiche che interessano a fini previdenziali, e che si riflettono nel totale della produzione: sia un cambiamento nella produttività dei lavoratori (SL),
siauna modifica nella propensione a lavorare della popolazione, misurata dal tasso di occupazione o(O/A), sia, infine, una variazione nei meccanismi redistributivi, che incida sull'aliquota contributiva.Analogamente, conviene spostare l'attenzione da P, la pensione media dei pensionati, al prodottorP, ovvero alla pensione media dei vecchi PvrP = Pv da cui, dividendo per SNA, si ottiene la pensione relativa media dei vecchi pvCon questo cambio, e cioè prendendo come unità di misura il salario netto medio degli adulti SNA,la formula si trasformaConclusione. Alcuni calcoli si semplificano se si sceglie l'unità di misura più opportuna. Adesempio, la valutazione del livello di benessere relativo di giovani, adulti e vecchi diventa più facile,e più corretta, se, come unità di misura, si utilizza il salario netto medio degli adulti SNA,ottenuto dal prodotto del salario lordo medio degli occupati, Si, con la quota non trasferitapercontributi (1 - c), con il rapporto di occupazione o (= O/A). La scelta dell'età pensionabile deve essere fatta con estrema cautela: se è troppo bassa, si gonfia il numero dei vecchi mentre si deprime quello degli adulti, e l'aliquota contributiva sale. Se invece è troppo alta, diventa difficile mantenere l'impegno di escludere gli adulti un po' anziani dai benefici, e inoltre si costringono gli individui a restare al lavoro fino a un'età forse troppo elevata.
Ammettiamo di accettare che anche ai giovani si possa trasferire un contributo, che si potrebbe indicare con B, "bonus per i figli". Basta definire anche il bonus, come la pensione, in relazione al salario netto medio degli adulti, e parlare quindi di bonus relativo b = B/SNA, per ottenere (20.1)
Conclusione. Con l'allungamento della durata media della vita, se si sceglie di non rivedere le età soglia, si produrrà un aumento tendenziale
periodi demograficamente sfavorevoli. Questo fondo di riserva permetterebbe di garantire la sostenibilità del sistema previdenziale nel lungo periodo, evitando aumenti e diminuzioni brusche dell'aliquota contributiva. Inoltre, è importante considerare che l'adeguamento delle età soglia alfa e beta potrebbe essere effettuato in base a criteri di equità e solidarietà sociale. Ad esempio, si potrebbe prevedere un aumento graduale dell'età pensionabile in base all'aspettativa di vita media della popolazione. In conclusione, l'utilizzo della struttura per età di riferimento per calcolare l'aliquota contributiva di equilibrio potrebbe rappresentare una soluzione per contenere la variabilità temporale causata dalle fluttuazioni demografiche. Tuttavia, è necessario gestire adeguatamente un fondo di riserva per garantire l'equilibrio finanziario del sistema previdenziale nel lungo periodo.periodi demograficamente sfavorevoli. La scelta più ragionevole sembra quella di far sì che le età alfa e beta varino anno per anno, in modo che Ḡ Ã e Ṽ rimangano sempre quelli inizialmente